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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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SPV e dintorni. Luciano Sandonà, consigliere regionale della Lega: “Potenziare gli assi viari della Sr 308 e della Valsugana”. Europa Verde Bassano: “Basta asfalto, una “visione” che lascia decisamente di stucco”

Pubblicato il 07-12-2023
Visto 10.445 volte

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“La competitività delle nostre aziende finisce all’uscita del loro cancello.”
Così affermava il presidente di un’associazione di categoria del Bassanese più di 30 anni fa.
Con l’avvio della Superstrada Pedemontana Veneta la situazione della tempistica dei trasporti su gomma si è evoluta in positivo, ma restano ancora diversi nodi da sciogliere.

Un tratto della Superstrada Pedemontana Veneta (archivio Bassanonet)

Bassano del Grappa, centro geografico del Veneto all’intersezione dei collegamenti con il nord Europa, paga il fio di decenni di programmazione regionale e nazionale nel campo delle infrastrutture - e non solo su asfalto - che l’hanno sempre relegata in uno sgabuzzino, rispetto al continuo sviluppo dei collegamenti interni ed esterni nel triangolo metropolitano della PaTreVe, Padova-Treviso-Venezia.
Oggi dalle nostre parti l’asse viario est-ovest è decisamente decollato grazie alla SPV, sui cui costi di realizzazione e di gestione applico in questo articolo la sospensione del giudizio. Come pure non è oggetto di questo scritto il congestionamento della viabilità di accesso alla SPV medesima, che nei frequenti orari di punta alla grande rotatoria di Rosà e dintorni, ma non solo, impongono di premere sul pedale della santa pazienza.
Ma alle scuole elementari ci hanno insegnato che i punti cardinali sono quattro e per quanto riguarda invece l’asse viario nord-sud, decisamente ancora non ci siamo.
Il prolungamento fino al Trentino della A31 Valdastico, per immettersi direttamente sull’Autobrennero, fa ancora parte delle favole da raccontare alla sera ai bambini.
Nel Bassanese, per i trasporti da e verso nord l’unica opzione rimane la Ss Valsugana.
Le diverse varianti alla Statale Valsugana, e per ultimo il progetto dell’Autostrada Nuova Valsugana (ve lo ricordate?), hanno riempito i cassetti dei vari uffici di competenza negli ultimi quaranta-cinquant’anni.
E, con l’attuale Valsugana, incombe anche il tappo inevitabile del semaforo di Carpanè che in quanto a generatore di colonne di automezzi sulla strada fa a gara con il semaforo di Rosà. Uno scontro fra titani. L’unica differenza è che a Carpanè i rallentamenti avvengono soprattutto nei fine settimana, mentre a Rosà la lunga fila di auto e di Tir è una delizia quotidiana.
Non va meglio verso sud ovvero in direzione di Padova Est, la porta d’ingresso del mondo infrastrutturalmente progredito, dove peraltro sorgerà in futuro il nuovo polo ospedaliero padovano.
Qui la strada obbligata da prendere per evitare stradine e centri abitati è la Sr 308 del Santo, a una sola corsia per senso di marcia, da Castelfranco Veneto a Padova. È famosa per i tratti sconnessi lungo il percorso e soprattutto per gli inesorabili autovelox fissi disseminati sul tracciato. Mi è capitato di farla alla sera e con la pioggia battente: un’esperienza da raccontare ai nipoti.
Da tempo, comunque, si parla del raddoppio della carreggiata della nuova Strada del Santo.
A richiederlo sono innanzitutto i sindaci dei Comuni situati lungo il percorso, assieme alle categorie economiche e alle imprese del loro territorio. E, con la richiesta di allargare la strada, si sono aggiunti anche gli appelli per collegarla direttamente alla Superstrada Pedemontana Veneta con l’obiettivo, come riferiscono articoli di cronaca, “di non essere tagliati fuori dal resto del mondo”.
L’assessore regionale ai Trasporti Elisa De Berti ha intanto incaricato Veneto Strade di acquisire i dati relativi al traffico e agli eventuali benefici che potrebbero derivare dal raddoppio delle corsie della Sr 308.
Nella sede della Provincia di Treviso è stato inoltre sottoscritto un protocollo d’intesa per chiedere alla Regione Veneto di trovare finanziamenti e progettare la bretella di collegamento tra la stessa Sr 308 e la SPV. A sottoscrivere il documento sono stati i presidenti delle Province di Padova, Treviso e Vicenza, unitamente ai sindaci o loro delegati dei 22 Comuni interessati alla viabilità di collegamento (tra cui Bassano del Grappa), a due associazioni di categoria e all’Interporto di Padova.
In tutto questo bailamme di prese di posizione, di richieste e di istanze si inserisce la vera questione che ha portato alla redazione di questo articolo.
Vale a dire un’intervista televisiva e a mezzo stampa rilasciata l’altro ieri, 5 dicembre, dal consigliere regionale della Lega e presidente della Prima Commissione - Bilancio del consiglio regionale del Veneto Luciano Sandonà. Nell’intervista, per riassumerne i contenuti, Sandonà non solo ha richiamato la necessità di raddoppiare la 308 a beneficio dell’Alta Padovana, ma anche di effettuare con urgenza degli interventi strutturali che velocizzino i collegamenti sull’asse viario della Statale Valsugana, da Bassano in su.
È lo spunto di un comunicato stampa di replica trasmesso oggi in redazione da Europa Verde Bassano che, coerente con il suo spirito ambientalista, parla di “visioni” che lasciano “decisamente di stucco”.
Strada facendo o strada bloccando?
A voi la linea.

Comunicato stampa Europa Verde su dichiarazioni Consigliere regionale Sandonà

Basta Asfalto!

Nell’intervista passata a mezzo stampa il 05/12/2023, il consigliere regionale Sandonà auspica che l’area padovana e bassanese del nostro (già asfittico) Veneto, vengano collegate da nuovi assi viari (ovviamente stradali!). Nel 2023 leggere (ma spesso anche sentire!) di queste “visioni” lascia decisamente di stucco! E’ davvero di altro asfalto che abbiamo bisogno?

Nuove strade significa scatenare nuovi appetiti di cementificazione: lo abbiamo visto con la pedemontana a San Lazzaro.
Nuove strade significa dare il via alla corsa per la creazione di nuove aree industriali e l’abbandono di quelle presenti; il tutto in una perversa logica di consumo di suolo fine sé stessa e con il solo risultato di impoverire il nostro presente e il domani dei nostri figli.

Il futuro della mobilità sta nel trasporto su ferro, nella sua integrazione con le vie ciclabili e con nuove forme di mobilità condivisa. Noi di Europa Verde proponiamo con forza e convinzione una visione completamente alternativa a quella del consigliere Sandonà. Lui evidenzia un problema di congestione delle strade bassanesi e delle loro direttrici verso Padova. Vero, il problema c’è. Noi proponiamo di risolverlo così:

• raddoppiando le linee ferroviarie Bassano-Padova e Bassano-Venezia;
• potenziando con l’elettrificazione, e raddoppiando dove possibile, la linea Bassano-Trento.

L’obiezione più ricorrente è la presenza delle gallerie, dove i pantografi non passano. Esiste già la collaudata tecnologia dei treni ibridi, nati proprio per ovviare a queste criticità.

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