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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Non ci resta che piangere
Mozione in consiglio comunale a Vicenza contro il Tribunale della Pedemontana. Il sindaco Elena Pavan: “Si ha l’impressione di essere tornati al medioevo, quando a prevalere erano gli interessi corporativistici di bottega”
Pubblicato il 29-11-2023
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Il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai come un podestà feudale?
Il primo firmatario della mozione Luca Poncato indicato a guisa di un castellano? Gli altri consiglieri comunali che hanno votato a favore della mozione inquadrati alla stregua di vassalli, valvassori, vicari di corte e missi dominici?
Siamo nell’Anno Domini 2023, ma per il sindaco di Bassano del Grappa Elena Pavan quanto è accaduto ieri sera in consiglio comunale a Vicenza ha dato l’impressione “di essere tornati al medioevo, quando a prevalere erano gli interessi corporativistici e di bottega”. Insomma: un imprevisto viaggio all’indietro nel tempo nel Medioevo, come nel celebre film di e con Benigni e Troisi “Non ci resta che piangere”.

Il sindaco Giacomo Possamai con la sua giunta al consiglio comunale di ieri sera a Vicenza (foto Alessandro Tich)
Come già ben sapete, la scorsa notte ho pubblicato l’articolo di resoconto del consiglio comunale di Vicenza che ha approvato la mozione bipartisan a favore del Tribunale di Vicenza e contro il Tribunale della Pedemontana.
Il tutto nonostante le “garanzie” preliminari del sindaco Possamai, espresse alla collega Pavan, che “il testo finale della mozione, nel caso non fosse ritirata e dovesse essere votata e approvata, non conterrà espressioni di contrarietà al progetto del Tribunale della Pedemontana”.
Oggi il sindaco di Bassano del Grappa ha trasmesso alle redazioni un nuovo comunicato stampa, scritto sempre anche a nome dei sindaci del territorio e del Comitato per l’istituzione del Tribunale della Pedemontana Veneta, “in seguito al consiglio comunale di Vicenza”.
Nel testo - tra le altre cose - si afferma che “l’impegno assunto dal sindaco Giacomo Possamai è stato disatteso” e che “il risultato complessivo del testo è comunque una espressione di contrarietà al Tribunale della Pedemontana che non ha senso se non in un’ottica di campanile”.
E se ieri sera la consigliera comunale vicentina Sonia Siotto, co-firmataria della mozione e integralista pro Tribunale di Vicenza, riferendosi agli amministratori che sostengono il progetto in quel di Bassano, ha dichiarato che “non si tratta di campanilismi, ma forse di cercare un bacino elettorale”, Elena Pavan anche a nome dei sindaci del territorio ecc. rende pan per focaccia:
“Emerge ancora una volta l’incapacità della politica vicentina di cogliere le esigenze del territorio, considerandolo un mero bacino elettorale di cittadini le cui voci non hanno diritto di essere ascoltate.”
E in questo torneo medievale incentrato sulla giustizia, si incrinano nuovamente i rapporti, peraltro mai idilliaci (uso un eufemismo), tra Vicenza e Bassano.
Non ci resta che piangere, appunto.
COMUNICATO
Dichiarazione del Sindaco Elena Pavan, anche a nome dei sindaci del territorio e del Comitato per l’istituzione del Tribunale della Pedemontana Veneta, in seguito al Consiglio comunale di Vicenza
Non siamo soddisfatti dell’esito del Consiglio comunale di Vicenza di ieri sera perché l’impegno assunto dal sindaco Giacomo Possamai è stato disatteso.
Non consideriamo sufficiente avere modificato la mozione nella parte finale senza avere rivisto le premesse: il risultato complessivo del testo è comunque una espressione di contrarietà al Tribunale della Pedemontana che non ha senso se non in un’ottica di campanile. Ma chi è il campanilista in questo caso? Certo non un territorio coeso che comprende più di sessanta Sindaci ed è fortemente sostenuto nel suo progetto dalla Regione del Veneto.
Si è perduta una occasione importante perché i consiglieri comunali vicentini avrebbero potuto informarsi compiutamente, ritirando la mozione e dando la possibilità ai componenti del Comitato per l’istituzione del Tribunale della Pedemontana di presentare il progetto nella sua complessità, evidenziandone la bontà e i vantaggi per l’intera regione.
Il Tribunale della Pedemontana, non solo non sottrarrà personale, ma interesserà un bacino territoriale poco più piccolo rispetto al presidio di giustizia di Vicenza ed avrà una sua specializzazione.
Quanto accaduto in questi giorni ci lascia sconcertati, perché si ha l’impressione di essere tornati al medioevo, quando a prevalere erano gli interessi corporativistici di bottega. Sono mancati la volontà di conoscere a fondo un progetto ampio e complesso, e soprattutto la capacità di cogliere la visione di insieme legata al bene comune generale e non solo della propria città.
Soprattutto, emerge ancora una volta l’incapacità della politica vicentina di cogliere le esigenze del territorio, considerandolo un mero bacino elettorale di cittadini le cui voci non hanno diritto di essere ascoltate.
In questo modo però si perdono le peculiarità e le forze intrinseche a tutta la provincia di Vicenza, un’area tra le prime a livello nazionale come prodotto interno lordo, ma non in grado di esprimere nelle sedi opportune rappresentanti autorevoli e di rilievo.
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