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Alessandro TichAlessandro Tich
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Vicenza di uccidere

In consiglio comunale a Vicenza mozione contro il Tribunale della Pedemontana. Elena Pavan: “Offesa a un intero territorio che chiede un nuovo presidio di giustizia non per danneggiare Vicenza, ma per rendere più efficiente la giustizia veneta”

Pubblicato il 27-11-2023
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“Mozione presentata il 9.11.2023 dai consiglieri Poncato, Colombara, Pilan, Sorrentino, Grimaldi, Corbetti, Consolaro, Restuccia, Ghiotto, Pizzolato, Bardin, Zocca M., Siotto, Porelli e Notarangelo avente per oggetto: “Tribunale della Pedemontana”.”
È uno dei punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale di Vicenza, convocato per domani, martedì 28 novembre, alle ore 17.30, nella sala consiliare di Palazzo Trissino.
Se approvata - e appare alquanto improbabile che venga respinta - la mozione impegnerà sindaco e giunta ad esprimere presso ogni sede istituzionale la propria contrarietà all’istituzione a Bassano del Grappa del nuovo Tribunale della Pedemontana.

Il sindaco Elena Pavan con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

Insomma: Vicenza di uccidere, nella fattispecie le aspirazioni di 70 Comuni, di 3 Province e di tutte le categorie economiche dei territori interessati che negli incontri a Bassano con il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari hanno espresso la loro posizione favorevole all’istituzione del palazzo di giustizia pedemontano.
Insorge il sindaco di Bassano Elena Pavan, che in un comunicato stampa trasmesso in redazione anche a nome del Comitato per l’Istituzione del Tribunale della Pedemontana Veneta e dei sindaci del territorio definisce l’iniziativa dei consiglieri vicentini “un’offesa ad un intero territorio che chiede con determinazione un nuovo presidio di giustizia non per danneggiare Vicenza, ma per rendere più efficiente la giustizia veneta”.
“Vicenza, in quanto Comune, non ha alcun titolo per contrastare il nuovo Tribunale della Pedemontana, dato che la sua area non verrà toccata dalle future competenze territoriali del nuovo palazzo di giustizia”, afferma ancora Pavan, che si dice “pronta, con altri colleghi sindaci, ad andare a Vicenza domani sera per seguire la discussione del consiglio comunale, per poi proseguire con l’iter che il nostro territorio riterrà più opportuno”.
Come dal testo che segue.

COMUNICATO

Dichiarazione del Sindaco Elena Pavan
anche a nome del Comitato per l’Istituzione del Tribunale della Pedemontana Veneta e dei Sindaci del territorio


La presentazione e l’inserimento all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale di Vicenza di una mozione avente per oggetto “Tribunale della Pedemontana”, che impegnerebbe - se approvata - l’Amministrazione vicentina ad esprimere in ogni sede la propria contrarietà all’istituzione del nuovo tribunale, rappresenta un’offesa ad un intero territorio che chiede con determinazione un nuovo presidio di giustizia non per danneggiare Vicenza, ma per rendere più efficiente la giustizia veneta.
È un progetto che ha fondamenta solide, dato che ad evidenziarne la necessità, nel 2013, è stata la Commissione Europea per l'Efficienza della Giustizia (CEPEJ) quando rilevò che il Veneto - seconda regione italiana per numero di imprese effettive e quarta per popolazione, ma ultima per numero di magistrati - ha visto in pochi decenni la propria economia trasformarsi da prevalentemente rurale ad altamente industriale senza tuttavia avere, a differenza di altre situazioni regionali, quell’adeguamento dei presidi di giustizia che potesse tenerne il passo.
I benefici per la nostra regione sono molto chiari, ma li ricordo a quanti, per mancanza di conoscenza o per miopia amministrativa, ancora non li hanno colti.
Istituire il nuovo Tribunale della Pedemontana permetterà di ottenere, allo stesso tempo: un incremento significativo di magistrati in Veneto, così da ridurne lo squilibrio sistemico senza costi aggiuntivi; la valorizzazione di una Cittadella della Giustizia nata per essere tale, costata 20 milioni di euro e sinora mai utilizzata; lo strategico contenimento degli enormi circondari dei tre Tribunali provinciali di Vicenza, Treviso e Padova; l’introduzione, in una delle zone a maggior densità imprenditoriale d’Italia, di un nuovo Tribunale per consentire, tramite l'iniezione di nuovi magistrati e la contemporanea riduzione dei carichi giudiziari tra i magistrati degli altri uffici confinanti, una maggiore offerta di giustizia in particolare nella zona pedemontana, da poco beneficiata dalla realizzazione della superstrada; l’ attuazione pratica di quel principio di prossimità che la stessa CEPEJ raccomanda e che vuole i presidi giudiziari al servizio, anche “geografico” degli utenti, quale ulteriore garanzia di una maggiore efficienza del sistema.
Fin dal 2015 e 2016 si sono susseguiti atti amministrativi a sostegno del progetto, tra i quali ricordiamo le delibere del Consiglio Regionale Veneto, della Giunta Regionale, delle provincie di Vicenza e di Padova; la lettera congiunta dei tre Comuni capoluogo di Vicenza, Treviso e Padova indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri; le adesioni della quasi unanimità dei Comuni interessati dal progetto del nuovo Tribunale.
Nella scorsa primavera si sono rinnovate le adesioni di tutte le Province, dei Comuni e degli enti economici interessati, soprattutto dopo che il Governo italiano ha assicurato, per il tramite del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che dalla realizzazione del nuovo Tribunale nessun presidio giudiziario esistente sarà danneggiato.
Siamo sconcertati dalla posizione dei consiglieri comunali di Vicenza, che va contro la volontà di un territorio vasto, comprendente oltre sessanta comuni di tre province, favorevole all’istituzione del nuovo tribunale della Pedemontana.
Una posizione che si fonda su una preoccupazione, già smentita in diverse circostanze dal Ministro della Giustizia, di vedere il tribunale di Vicenza impoverito di magistrati e personale, e che non coglie i vantaggi che ne deriverebbero non solo per i nostri territori, compresa Vicenza, ma per tutto il Veneto, nel breve, medio e lungo termine.
Reputo che sarebbe saggio, da parte dei consiglieri di Vicenza firmatari della mozione, ritirare il punto all’ordine del giorno, ma sono pronta, con altri colleghi Sindaci, ad andare a Vicenza domani sera per seguire la discussione del Consiglio comunale, per poi proseguire con l’iter che il nostro territorio riterrà più opportuno. Vicenza, in quanto Comune, non ha alcun titolo per contrastare il nuovo Tribunale della Pedemontana, dato che la sua area non verrà toccata dalle future competenze territoriali del nuovo palazzo di giustizia, se non per trarne indirettamente dei grandi benefici grazie ai carichi di lavoro più snelli e a procedure più veloci garantiti da un bacino di abitanti inferiore servito da strutture e risorse pari a quelle odierne.

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