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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Nessuno For President

Houston, abbiamo un problema: l’elezione del nuovo presidente del consiglio comunale di Bassano

Pubblicato il 04-10-2023
Visto 11.607 volte

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Houston, abbiamo un problema.
Alla base aerospaziale di Cape Pavan arriva un nuovo messaggio di allarme politico.
Questa volta l’intoppo tecnico riguarda l’elezione del nuovo presidente del consiglio comunale. A prima vista può apparire una questione non di primaria importanza, una sorta di formalità amministrativa da espletare senza particolari ripercussioni sulle cose vere di cui il consiglio si deve occupare e cioè i problemi della città.

Il consiglio comunale dello scorso 26 settembre. In primo piano sulla destra l’ex presidente Stefano Facchin (foto Alessandro Tich)

Ma le questioni cittadine vanno affrontate con un consiglio comunale nel pieno delle proprie facoltà: una maggioranza da una parte, un’opposizione dall’altra e un presidente che dirige il traffico con equilibrio ed equità nella totale completezza delle sue funzioni, garantita dalla fiducia riposta nei suoi confronti, a seguito di elezione per votazione, dall’assemblea civica.
Come noto, dallo scorso 25 luglio il consiglio comunale di Bassano non ha più un presidente. Sono ormai quasi due mesi e mezzo di vacanza dell’incarico.
In quella data, come sanno oramai anche i sassi del Brenta, il consigliere della Lega Stefano Facchin - in dissenso con giunta e maggioranza sulla questione Baxi-Pengo - aveva rassegnato le proprie dimissioni irrevocabili da presidente del consiglio, accompagnate dalla sua fuoruscita dal gruppo consiliare Lega e conseguente adesione al Gruppo Misto.
Da allora, sullo scranno della presidenza siede il vicepresidente del consiglio comunale, chiamato a dirigere l’assemblea come temporaneo facente funzioni.
Si tratta del consigliere di minoranza ed ex sindaco Riccardo Poletto.
Nell’ultimo consiglio comunale, quello di martedì 26 settembre, l’elezione del nuovo presidente era stata posta all’ordine del giorno nel cuore della notte: al quindicesimo e ultimo punto in discussione.
Ma il punto è stato rinviato al prossimo consiglio comunale. E non per colpa del sonno.
Il rinvio è stato proposto del capogruppo della Lega e capogruppo di maggioranza Roberto Gerin, per poter meglio valutare le competenze politiche e anche “collaborative” del/dei candidato/candidati al ruolo. Proposta di rinvio approvata, con 13 voti favorevoli e 11 contrari.
Il consiglio del 26 settembre non si è quindi neppure concluso con una fumata nera, perché non si è nemmeno votato per l’elezione.
Per citare il mitico Ulisse, Nessuno For President.
Nel dichiarare la propria contrarietà alla proposta di spostare il punto ad altra data, il capogruppo di minoranza Angelo Vernillo ha fissato dei paletti politici che sembrano piloni:
“In due mesi non c’è stato nessun tentativo di costruire l’unanimità o una maggioranza qualificata su un nome da eleggere. Oggi non ci sono spazi per l’unanimità su qualsiasi nome che provenga dalla maggioranza.”
Che significa, tutto ciò? Ve lo spiego io.

Bisogna tenere conto, in tal senso, della complessa modalità con la quale un consigliere viene eletto alla presidenza del consiglio comunale, ai sensi dello statuto del Comune.
Costui viene eletto dall’assemblea con il voto dei due terzi dei componenti.
Nel caso in cui tale maggioranza non venga raggiunta, la votazione viene ripetuta, sempre con il voto dei due terzi dei componenti, in una successiva seduta del consiglio da tenersi entro trenta giorni.
Se anche in questa circostanza esce una fumata nera, si procede nella stessa seduta alla votazione a maggioranza assoluta dei componenti.
Nell’eventualità di un’ulteriore infruttuosa votazione si procede quindi all’elezione a maggioranza semplice. Per la serie: chi c’è, c’è.
Per essere eletto al primo colpo, l’aspirante presidente del consiglio comunale di Bassano del Grappa deve quindi ricevere il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri, vale a dire 16 voti. E questi 16 voti, se il candidato viene espresso dalla maggioranza, oggi non ci sono.
Morale della favola: bisogna trovare il coraggioso candidato disposto a mettere in gioco la propria immagine pubblica, a pochi mesi ormai dalle prossime elezioni comunali, facendosi impallinare ai primi due turni per poi farsi eleggere alla terza, se non alla quarta votazione.
Al momento attuale, qualsiasi esponente della maggioranza verrebbe bocciato al primo e al secondo turno con il voto contrario delle minoranze.
Mentre un componente dell’opposizione, paradossalmente, avrebbe più chances di essere eletto dai due terzi del consiglio. Ma bisogna trovare la quadra su un nome “collaborativo” che metta d’accordo tutti, e viste le tensioni sempre più marcate tra le due sponde opposte dell’assemblea, la scelta - per usare un eufemismo - non è ampia.
Chi è disponibile a fare un passo avanti? Si accettano scommesse.
Il rischio concreto, stanti così le cose, è che la legislatura comunale 2019-2023 termini senza l’elezione di un nuovo presidente del consiglio comunale, generando in questo modo un vacuum istituzionale senza precedenti.
Attenzione però: qualora, per qualsiasi motivo, il vicepresidente e facente funzioni Riccardo Poletto dovesse essere assente a una seduta del consiglio comunale, la presidenza temporanea del consiglio stesso spetterebbe al “consigliere anziano” dell’assemblea civica.
E indovinate chi è? Stefano Facchin.
Altro che pop corn. In quel caso ai Municipios Cinemas ci vorrebbero anche le patatine, le caramelle gommose e un bel bicchierone di Coca.

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