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La finestra su Eleonora

“Una casa per Eleonora”: al Museo Civico di Asolo allestita la nuova sala dedicata a Eleonora Duse, in vista delle celebrazioni per il Centenario della morte della Divina del teatro che cadrà nel 2024

Pubblicato il 03-10-2023
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Sarà stata anche la Divina del teatro, ma nella vita quotidiana era una persona riservata, che amava e ricercava la bellezza e la pace. Pace per lo spirito e per il corpo, provato dai continui viaggi per le tournée in giro per il mondo.
Per questo Eleonora Duse scelse Asolo quale sua ultima dimora, esprimendo anche la volontà di essere sepolta dopo la sua morte nel piccolo cimitero di Sant’Anna.
La più grande attrice dei suoi tempi passò a miglior vita il 21 aprile 1924 a Pittsburgh, nel corso della sua ultima tournée statunitense, e il suo desiderio venne esaudito: la sua tomba, semplice e lineare nelle forme e rivolta verso quel Monte Grappa che fu a lei molto caro per i caduti della Grande Guerra, si trova vicina all’ingresso del cimitero asolano.

Una foto della Duse esposta in sala. Nel riflesso sul vetro, la finestra che si affaccia sulla piazza di Asolo (foto Alessandro Tich)

Il 2024 sarà dunque l’anno del Centenario della morte della Duse e la città di Asolo ha già approntato un ricco programma di eventi e manifestazioni in sua memoria.
Il ricordo della Divina nella città dai cento orizzonti è in realtà già presente in vari angoli del borgo. A cominciare dal Teatro Duse, incastonato nel complesso del Castello della regina Cornaro, a lei dedicato nel 1932 dopo la ristrutturazione dell’edificio.
In centro storico c’è anche la caratteristica piazzetta Duse, intitolata alla Signora del palcoscenico nello stesso anno.
C’è poi la casa di Eleonora Duse in via Canova, che ha tutta una storia da raccontare.
La Duse si innamorò di Asolo nel 1892, quando vi giunse su invito della sua amica americana Katherine de Key Bronson, proprietaria della storica villa “La Mura”, dove la diva del teatro dimorò come ospite.
Pensò di andare ad abitare in quella stessa villa quando poi, nel 1919, decise di stabilirsi ad Asolo. Ma ormai l’edificio era abbandonato, costringendo la somma artista a cercare un’altra residenza.
Trovò quindi casa, prendendola in affitto, a villa Morrison in via Canova, di proprietà della scozzese Jane Morrison-Miller, in corrispondenza dell’arco della Porta di Santa Caterina.
Morrison e Porta: interessante, per la mia mania da associazione di idee, l’accostamento con Jim Morrison dei Doors.
In questa casa la Divina fece trasportare gli oggetti della sua vita, di scena e privata, creando una collezione personale di arredi, testimonianze, cimeli e documenti che però non riuscì a vedere nel suo allestimento definitivo.
Dopo la sua morte, la figlia Enrichetta Marchetti Bullough acquistò l’abitazione.
Quando poi i suoi due figli - nonché nipoti della grande Eleonora - vestirono la tonaca per entrare in convento, Enrichetta vendette la casa e donò tutti gli oggetti appartenuti all’illustre madre (mobili, soprammobili, costumi di scena, fotografie, locandine teatrali, lettere, eccetera) allo Stato italiano, ma con la clausola che rimanessero in deposito e fossero esposti al Museo Civico di Asolo.
Ed è qui che comincia la nostra storia di oggi: martedì 3 ottobre 2023, giorno del compleanno di Eleonora Duse. Era nata infatti a Vigevano il 3 ottobre 1858.

Conferenza stampa di presentazione, al Museo Civico di Asolo, del progetto “Una casa per Eleonora”.
Si tratta dell’innovativo riallestimento della sala del Museo dedicata alla Duse, che sarà ufficialmente inaugurato sabato 7 ottobre alle ore 16, con cerimonia ufficiale al Teatro Duse prima del taglio del nastro del rinnovato spazio espositivo.
La nuova “casa” della star del teatro, realizzata in vista delle celebrazioni per il Centenario dell’anno prossimo, presenta gli oggetti e i documenti che erano già esposti nel vecchio allestimento, ma inseriti in una nuova narrazione, più articolata e resa accessibile grazie all’impiego di nuove metodologie e tecnologie, secondo i più moderni approcci museologici e museografici.
Il percorso espositivo è suddiviso in più piccole stanze nella stessa stanza.
Da una parte propone un ambiente domestico, raccolto e vissuto. Dall’altra ricorda la scena di un teatro, evidenziando appositamente il fragile confine tra la vita lavorativa e la vita privata della Duse, “attrice nell’intimità come intimamente sé stessa sul palco”, artista ammirata in tutto il mondo e donna solidale sia con le altre professioniste dello spettacolo che con i personaggi che interpretava in modo profondamente personale.
C’è “la stanza di Asolo” che illustra il legame dell’attrice con la città e il territorio.
Si prosegue con la sezione dedicata alla sua vita sul palcoscenico. In una speciale teca potranno essere ammirati, a rotazione, gli abiti di scena da lei utilizzati.
Ci sono anche i costumi teatrali non esposti: sono conservati nei cassetti che si possono liberamente aprire, tutelati dai vetri e illuminati all’apertura.
Non manca il luogo sacro per un’attrice di teatro: il camerino. Qui il visitatore può entrare e sedersi davanti allo specchio dove compaiono le immagini della Duse per provare un’esperienza intima, contemplativa e soprattutto uditiva.
La fama internazionale della diva riemerge nella “Stanza del Viaggio”, un piccolo tempio dei souvenir che rimanda alla condizione itinerante della stessa Duse, attrice sempre in viaggio da una tournée all’altra.
Completa l’allestimento una serie di ritratti dusiani: dipinti e fotografie dell’attrice e del suo volto, accompagnati da una selezione di materiali che a loro volta si inquadrano in una costellazione di relazioni familiari e personali.
Il tutto accompagnato da supporti multimediali, nel segno tecnologico della Duse 2.0.
Ma l’elemento che getta nuova luce, sia effettiva che simbolica, sulla sala riallestita è una cosa che c’era già. Solo che era “nascosta” dal precedente allestimento.
È la finestra sull’angolo del Museo Civico che si affaccia direttamente sulla piazza centrale di Asolo. Ricuperata alla pubblica vista e riadeguata allo scopo in accordo con la Soprintendenza, la finestra diventa così un filtro di collegamento diretto, ideale e visivo, tra Eleonora Duse e la sua città di adozione.

Il progetto “Una casa per Eleonora” è stato realizzato dal Comune di Asolo e dal Museo Civico in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso.
È stato finanziato dal Ministero della Cultura, tramite il Fondo della Cultura 2021, per un importo di circa 235.000 euro.
“Il lavoro per questa rivisitazione è partito tre anni fa, con la volontà di ricordare il momento del Centenario così importante per tutti noi - dichiara in conferenza stampa il sindaco di Asolo Mauro Migliorini -. Oltre al Museo Civico e al Ministero che lo ha finanziato, il progetto ha messo assieme diversi attori che hanno sostenuto l’idea, per dare nuova veste e nuova luce alla divina del teatro.”
“È una nuova immagine di Eleonora Duse, anche con alcuni inediti, rivolta verso la città di Asolo - prosegue il sindaco -. Il progetto è stato sposato dalla Soprintendenza al cento per cento e mi piace sottolineare anche il coinvolgimento degli artigiani locali in tutte le opere di sistemazione della sala, dagli infissi alle opere edili e dagli interventi di falegnameria e carpenteria all’impiantistica.”
“L’idea di dedicare questo nuovo spazio alla Duse - sottolinea Migliorini - è nata su sollecitazione degli uffici comunali, dell’Ufficio Cultura, del Museo Civico ed è il frutto della collaborazione tra più enti, per un’apertura rivolta non solo all’anno del Centenario ma anche agli anni a venire.”
“È commovente che Eleonora Duse alla fine abbia scelto la città Asolo come ultima dimora - afferma l’assessore comunale alla Cultura Gerardo Pessetto -. Per noi asolani ricordare questa donna è un motivo di affetto ed è un dovere. È nostra responsabilità conservare questi luoghi e il valore di questa artista che ha rivoluzionato il mondo del teatro.”
“Ringrazio il gruppo di lavoro che tre anni fa ha iniziato questo cammino - aggiunge l’assessore -, il prof. Giordano Bruno Guerri che lo ha presieduto, l’attore Alessio Nardin che ha proposto al Comune di Asolo di istituire un’Accademia di alta formazione teatrale intitolata ad Eleonora Duse.”
“La Collezione Duse è composta da materiali eterogenei - spiega Orietta Dissegna, responsabile Ufficio Cultura del Comune di Asolo -. Per il riallestimento sono stati schedati, catalogati, studiati. Prima l’allestimento presentava gli oggetti ma “mancava un po’ di anima”. È stata così realizzata una narrazione più profonda, anche sul legame che la Duse aveva con Asolo, in un progetto curatoriale frutto anche di uno staff che ha lavorato molto intensamente. E che presenta la vita dell’attrice vissuta in equilibrio, spesso instabile, tra la vita reale e il palcoscenico.”
“Andare ad attualizzare una collezione storica è sempre una grande sfida - rimarca l’architetto Giovanni Sciré Risichella, dello studio Corde Architetti Associati che ha curato il progetto museografico e la direzione lavori -. È stata attuata una riorganizzazione del percorso per nuclei e il filo conduttore è la commistione tra la vita privata e la vita pubblica dell’attrice.”
“Con l’ausilio anche delle tecnologie - spiega ancora l’architetto - viene garantita l’accessibilità dei contenuti ad un target che va dal ragazzino della scuola alla persona molto esperta.”

In occasione del riallestimento è stato anche realizzato il pregevole docufilm di 15 minuti “Una casa per Eleonora”, alcune clip del quale sono visibili in mostra, con soggetto e testi di Monica Pregnolato, regia di Monica Pregnolato e Orietta Dissegna e voce narrante nientemeno che di Ottavia Piccolo. Ripercorre all’indietro, partendo dalle storiche foto del suo affollato funerale, il rapporto tra la Divina e la città di Asolo, con particolare riferimento alla storia della sua casa e alla sua collezione.
Con l’inaugurazione della nuova sala del 7 ottobre, la città di Asolo darà anche il via a DUSE 2024, celebrazione che prevede un ricco calendario di iniziative, consultabile su un sito dedicato, con una programmazione dedicata tra le altre cose a manifestazioni teatrali, incontri e conferenze.
Il Centenario dusiano è inoltre accompagnato da una strategia di comunicazione d’immagine unica e coordinata, nei cui aspetti grafici predomina il viola: colore notoriamente bandito dalle scene teatrali italiane per una atavica superstizione degli attori.
Ma il viola era il colore preferito di Eleonora Duse, donna controcorrente su tutto: anche sulla scaramanzia.
Le celebrazioni del Centenario ad Asolo consentiranno di riscoprire la figura di questa gigantessa del palcoscenico e grande donna della storia italiana a cavallo tra ‘800 e ‘900, grazie anche alla sala riallestita del Museo Civico che apre su di lei un’inedita finestra, da cui spirano, in contemporanea, aria antica e aria nuova.

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