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Caccia F.F.-16
L’ex assessore all’Urbanistica Francesco Fantinato controreplica al consigliere Antonio Guglielmini. “Mi limito a evidenziare i “postulati” assunti arbitrariamente dallo stesso per difendere l’indifendibile operazione Baxi-Pengo”
Pubblicato il 30-08-2023
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“Risposta F.F. a A.G.”
Non è un messaggio cifrato: è l’intestazione, scritta quasi in stile da codici urbanistici, della mail ricevuta oggi in redazione.
F.F. - che è il mittente della mail - è Francesco Fantinato, ingegnere ed assessore all’Urbanistica del Comune di Bassano del Grappa negli anni ’80. A.G., invece, è Antonio Guglielmini, architetto ed attuale consigliere comunale di maggioranza del gruppo #PavanSindaco. Lo scontro fra titani continua.
Francesco Fantinato versus Antonio Guglielmini
Riassunto delle puntate precedenti.
A Ferragosto l’ing. Fantinato aveva trasmesso un lungo comunicato sulla questione Baxi/Pengo/San Lazzaro, attaccandone la gestione da parte dell’amministrazione Pavan, colpevole a suo avviso di aver fittiziamente abbinato le questioni delle due aziende per un’operazione che avrebbe “privato la città di Bassano di 10 ettari di campagna verde per un interesse privato, ad alto tasso speculativo” con una variante a San Lazzaro, da area agricola a produttiva, che “sarebbe stata la variante al PRG più pesante degli ultimi decenni”.
Per i dettagli pregasi leggere o rileggere il mio cliccatissimo articolo “Peng Pong”.
Nei giorni scorsi l’arch. Guglielmini ha reso a Fantinato PRG per focaccia, con una altrettanto lunga replica nella quale, tra le altre cose, imputa all’ex assessore all’Urbanistica di essere stato l’artefice della Variante al Piano Regolatore Generale del 1989 che ha trasformato 149 ettari (1,49 milioni di mq) di suolo in aree residenziali e produttive.
Per i dettagli pregasi leggere o rileggere il mio iper-stra-cliccatissimo articolo “Urban Center”.
Oggi F.F. controreplica ad A.G.
E come leggerete nel testo che segue, N.L.M.A.D. (non le manda a dire).
Sganciando una serie di bombe dal suo Caccia F.F.-16.
RISPOSTA “URBAN CENTER”
La differenza tra una variante generale del PRG ed una variante attuativa in deroga al PRG vigente - Ricomposizione storica dei processi di trasformazione delle aree adiacenti a Via Rambolina
Egregio Direttore,
ho letto con interesse il suo articolo “Urban Center” nel quale dà ospitalità alla lettera dell’architetto Antonio Guglielmini, titolata dallo stesso “Un bel tacer non fu mai scritto”.
Non volendo annoiare nessuno con puntuali controdeduzioni alle osservazioni dell’arch. Guglielmini, mi limiterò a evidenziare i “postulati” assunti arbitrariamente dallo stesso, per difendere l’indifendibile operazione Baxi-Pengo.
Entrando subito nel merito delle osservazioni di Guglielmini, osservo che, per contestare la mia affermazione (che l’ipotetica variante San Lazzaro, da area agricola ad area produttiva, sarebbe stata la variante al PRG più pesante degli ultimi decenni), il primo errore che commette l’architetto è quello di equiparare, sul piano della trasformazione territoriale, la “Variante San Lazzaro” alla Variante Generale al PRG del 1989, da me coordinata come assessore all’urbanistica dal 1985 al 1990.
Mi riesce infatti difficile capire come un architetto, esperto in urbanistica, come lui stesso si qualifica:
a) consideri sullo stesso piano tecnico-operativo e giuridico un Piano Regolatore Generale (PRG) con un piano attuativo in variante al PRG;
b) non colga le differenze, in termini di diritti reali, tra la pianificazione del PRG (che indica potenzialità edificatorie, con vincoli di salvaguardia dell’interesse pubblico) e l’approvazione di un piano attuativo (che, appunto, attualizza le potenzialità del PRG e definisce diritti reali);
c) metta sullo stesso piano una pianificazione di edificabilità di 149 ettari, da svilupparsi nell’arco di 25/30 anni, per un aumento di popolazione attesa di circa 8.000 persone, con 11,5 ettari di territorio da trasformare - immediatamente - da agricolo a produttivo, per un’attività produttiva garantita per 10 anni (vedi atti del C.C del 27/07 u.s), con qualche decina di nuovi posti di lavoro;
d) associ (come si potrebbe allora definire la trasformazione di 149 Ettari inseriti nella Variante Generale del 1989?) la previsione di “trasformazione urbanistica dei 149 ettari del PRG dell’’89”, con la “trasformazione” da verde a produttiva dell’area di San Lazzaro. In realtà, buona parte della trasformazione urbanistica dei 149 ettari, consisteva nel riassetto di porzioni di territorio parzialmente già edificate;
e) non dice che, rispetto al PRG 1969, il PRG del 1989, oltre ad aver riportato l’area San Lazzaro, come anche altre parti del territorio, alla naturale destinazione agricola, ha tagliato, nell’insieme del territorio bassanese collinare e montano, la previgente capacità edificatoria residenziale per circa 1 milione di metri cubi.
Nella sua memoria, Guglielmini menziona poi quattro piani urbanistici che, se ho ben capito, mi attribuisce come pregressa responsabilità amministrativa:
1) il PP 6/A: 6,7 ettari di area produttiva tra Via Cartigliana -Via Rambolina e Via Negrofumo;
2) il PP 6/B: 9,1 ettari dell’area produttiva in prossimità dell’intersezione fra Viale De Gasperi e la Pedemontana, ove sorgono ora due grandi strutture commerciali, l’Emisfero e il Decathlon;
3) il PIP 1: 14,2 ettari per un’altra area produttiva tra Via Rambolina - Via Negrofumo e Via Pio La Torre;
4) il P.P.E. Commerciale SANTA CROCE: 26 ettari - per la precisione 259.250 mq a Santa Croce -, realizzato proprio per iniziativa della Società PENGO SPA su terreni di proprietà, e con successive varianti vennero aggiunti altri 2,1 ettari di area produttiva D23 ad ovest sempre riconducibile a PENGO SPA.
Il PP 6/A di cui al punto 1) è l’unico piano attuativo che trova corrispondenza nelle previsioni del PRG dell’89. Per tutte le altre aree, ad est e ad ovest della Rambolina, il PRG ’89 non consentiva nessun tipo di trasformazione urbanistica, in quanto parte integrante del “Paleoalveo del Brenta”.
Però, contro questa indicazione previsionale indicata dall’Amministrazione in fase di adozione del PRG nell’’89, alcuni “potenti” privati, fecero ricorso direttamente in Regione. E, ahimè, le loro richieste furono accolte.
La mia responsabilità civica come assessore all’urbanistica si ferma qui, ma cominciò così a sbriciolarsi quella parte di territorio, oggetto ora dell’ultimo assalto. Poi, sempre per volontà e scelte regionali che governano la grande distribuzione, ci siamo tutti ritrovati anche l’Emisfero e il Decathlon.
Infine, due parole sulla zona commerciale di Santa Croce che, ancora una volta impropriamente, Guglielmini considera analoga alla tentata operazione San Lazzaro.
Innanzitutto l’operazione “Zona Commerciale Santa Croce” va inquadrata come un piano urbanistico di iniziativa pubblica, non privata, allocato su un’area la cui proprietà non era della sola Ditta Pengo, come erroneamente Guglielmini sostiene. Ma, ciò che più conta, nel momento in cui come assessore me ne sono occupato, il PPE si è sviluppato su una previsione coerente con il PRG vigente.
Le regole per l’attuazione di quel piano hanno visto l’Amministrazione Comunale come protagonista della proposta urbanistica ed i privati come parte interessata e collaborativa, nel massimo rispetto dell’interesse pubblico. Ricordo in particolare che, come amministrazione imponemmo una riduzione di alcuni metri rispetto all’altezza massima dei capannoni che il PRG vigente consentiva. A distanza di tempo, penso ancora che quella sia stata un’operazione urbanistica ben riuscita. Unico rammarico su quell’area: la mancata schermatura verde che noi chiedemmo ma che il Consorzio che portò a termine la costruzione del Centro Commerciale non ritenne opportuno realizzare, per non generare problemi manutentivi e gestionali collettivi.
Sugli altri argomenti a cui Gugliemini ha accennato nella sua memoria (perequazione, indici edificatori delle aree B9, etc.) non credo di dover aggiungere nulla a quanto già detto e scritto. Posso solo assicurare che se l’Amministrazione intende aprire un confronto aperto con la città su tali questioni, io sarò disponibile.
Grazie per l’ospitalità.
Bassano del Grappa, lì, 29/08/2023
Fantinato ing. Francesco
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