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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Special report
Molto rumore per nulla
Clamoroso: nel giorno del corteo dei lavoratori i vertici Baxi trasmettono una comunicazione interna ai dipendenti che rovescia totalmente la narrazione sulla situazione aziendale raccontata fino ad oggi
Pubblicato il 05-08-2023
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Grazie a Dio è venerdì. 4 agosto 2023.
È il giorno del corteo dei lavoratori di Baxi Spa per la manifestazione di protesta indetta dalla Rsu assieme a Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm per scuotere la città sul problema del destino occupazionale degli oltre 500 dipendenti diretti dell’azienda, a cui si aggiungono le centinaia di lavoratori “somministrati” tramite agenzie.
Un destino messo in bilico dal voto del consiglio comunale di Bassano che non approvando l’atto di indirizzo per l’accordo con le due aziende ha bloccato l’operazione di ampliamento di Baxi nel confinante stabilimento di Pengo in via Trozzetti, con conseguente trasferimento di Pengo nell’area di sua proprietà a San Lazzaro.
Foto Alessandro Tich
Ma è anche il giorno di una clamorosa svolta della vicenda che azzera di fatto tutti i presupposti che hanno portato alla apparentemente insanabile spaccatura cittadina tra “lavoro” e “ambiente” (tradotto: Baxi/Pengo versus San Lazzaro) e alla conseguente divisione del consiglio comunale che ha generato il pareggio del secolo, con successiva corsa generalizzata alle iniziative e dichiarazioni per la salvaguardia dei posti di lavoro della Baxi.
E in un bailamme di situazioni contrastanti come questo, non mi resta che andare per ordine.
Il corteo
Il corteo dei lavoratori, di cui scattiamo e pubblichiamo alcune foto, parte dalla fabbrica di via Trozzetti con destinazione piazza Libertà, davanti al municipio.
Non ci sono copertoni da bruciare in piazza come avvenne nella storica protesta per la chiusura delle Smalterie a metà anni ’70, ma brucia già abbastanza lo spirito dei dipendenti dell’azienda, pronti a sfilare per le vie cittadine con orgogliosa dignità.
Prima del corteo, dalle 8 alle 9, si svolge un’assemblea nel locale della sala mensa dove i lavoratori vengono informati sulle motivazioni che hanno portato all’agitazione sindacale che ha proclamato anche tre ore di sciopero.
La mensa aziendale è ubicata proprio sul fronte strada, accanto all’ingresso dell’azienda già presidiato dagli agenti della Polizia di Stato e della Polizia Locale che faranno da scorta alla manifestazione.
L’assemblea è a porte chiuse, esclusa ai non addetti ai lavori, ma le finestre della mensa sono aperte e chi parla, parla al microfono: in strada si sente quindi perfettamente tutto.
Uno degli intervenuti mette all’indice la gestione politica della vicenda: “Tutti l’uno contro l’altro, dopo si trova una soluzione.” L’intervento conclusivo fa scattare l’applauso di tutti i presenti in sala: “La politica deve trovare una soluzione tenendo conto dei diritti di chi vive a San Lazzaro e di voi lavoratori.”
È la frase che riassume la posizione delle organizzazioni sindacali: priorità alla tutela dei posti di lavoro, ma senza sacrificare l’area ad uso agricolo a sud della città.
Il corteo parte puntualmente pochi minuti dopo le 9. Un lungo serpentone di persone e di bandiere imbocca via Bernucci. Proseguirà per viale Venezia, viale delle Fosse, piazzale Trento e via Museo per poi raggiungere le piazze.
In piazza Libertà i sindacati ribadiscono il loro appello: quello di istituire subito un tavolo di concertazione tra le parti per giungere ad una soluzione. Con un deciso rifiuto “alle contrapposizioni e agli attacchi” a favore di una mediazione condivisa nella quale “salvaguardia del lavoro e tutela dell’ambiente possono coesistere”.
Contestualmente, sempre in piazza prosegue la raccolta delle firme a tutela dei lavoratori della Baxi promossa dal quartiere San Marco assieme al coordinamento dei Quartieri Solidali.
I rappresentanti sindacali vengono raggiunti a lato del corteo ed ascoltati dal sindaco Elena Pavan, che poi dichiarerà su Facebook: “I sindacati e i lavoratori di Baxi sono scesi in piazza manifestando per la tutela dei posti di lavoro. Oggi io ero con loro, come lo ero già stata votando SI in consiglio comunale. La Baxi non si tocca!”.
Ancora il sindaco, come da dichiarazione a margine del corteo, promette: “Nei prossimi giorni il tavolo di concertazione sulla Baxi si farà.”
La politica
La politica, tirata tanto per la giacca in questa vicenda e non in senso positivo, non manca all’appello.
Oltre alla sindaca sono presenti esponenti del Partito Democratico che di seguito dichiareranno con un comunicato: “Oggi il Partito Democratico era accanto ai lavoratori di Baxi in corteo. Senza bandiere di partito, senza volantinaggi e senza gilet. Senza speculazioni politiche che non fanno il bene dei lavoratori e della città.”
“Abbiamo ascoltato con estrema attenzione le richieste dei lavoratori in piazza e ci associamo alle loro richieste - commenta Chiara Luisetto, consigliera regionale Dem -. Da mesi chiediamo all’amministrazione cittadina di farsi promotrice di un tavolo di concertazione che comprenda sindacati e lavoratori, quartieri, associazioni di categoria e ambientaliste, la stessa amministrazione cittadina ed i gruppi consiliari di minoranza.” “La mobilitazione di oggi - conclude Luisetto - è il segno di una situazione non gestita con i lavoratori in sciopero, i quartieri divisi, la maggioranza consiliare spaccata e le associazioni ambientaliste preoccupate per il futuro del verde cittadino. Serviva prima e serve ancora di più ora un impegno comune per riuscire a trovare una soluzione condivisa”
“Oltre che un punto di arrivo questa manifestazione deve essere un punto da cui partire - afferma il segretario cittadino del PD Luigi Tasca -. Abbiamo sentito dai lavoratori due concetti forti e chiari: SI ad un tavolo di lavoro, anche sovracomunale, che porti all’ampliamento di Baxi e NO alle speculazioni edilizie ed al consumo di suolo agricolo in città. Come Partito Democratico cittadino appoggiamo queste richieste e siamo a disposizione per far sì che ciò avvenga.”
In piazza ci sono anche alcuni consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione. Qualcuno di loro posterà poi su Fb la sua dichiarazione, invariabilmente a sostegno dell’occupazione dei lavoratori dell’azienda di via Trozzetti.
Si muove da Roma anche la senatrice vicentina di Italia Viva-Azione Daniela Sbrollini, vicepresidente della commissione Lavoro in Senato, che informa di avere presentato un’interrogazione al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sulla vicenda Baxi a Bassano.
“Ora serve un tavolo di concertazione. per questo ho presentato una interrogazione al ministro Urso - dichiara Sbrollini -. Gli chiedo di intervenire in proposito. Se a livello provinciale si lavora a questo, l’intervento del Ministro non può che fare del bene.”
“La faccenda andava gestita diversamente - aggiunge la senatrice -. Ma spazio ce n’è per riaffrontare la questione. Da Bassano può nascere un modello di nuove relazioni tra impresa, amministrazioni locali, rappresentanze sindacali e territorio.”
Il precedente
A questo punto, egregi lettori, devo obbligatoriamente ricordare il precedente che, nero su bianco, ha dato ufficialmente il via al caso Baxi/Pengo e ai dichiarati timori di forti tagli occupazionali nel caso in cui Baxi non riuscisse ad ampliare i propri reparti per riconvertire la produzione.
È datato 10 maggio 2023 e si tratta della comunicazione trasmessa dal direttore generale di Baxi Spa ing. Alberto Favero al sindaco Pavan, ai membri della giunta comunale e a tutti i consiglieri comunali.
Favero informa gli amministratori pubblici del nuovo investimento che Baxi ha presentato alla capogruppo olandese BDR Thermea per “la produzione di apparecchiature ad energia elettrica (pompe di calore e sistemi ibridi) da attivare nei primi mesi del 2024”.
“L’investimento presentato - continua il testo - si rende necessario per poter affrontare la transizione energetica in fase dibattimentale in Europa.”
Come si evince dalla comunicazione, le nuove norme in discussione presso la Commissione Europea prevedono lo stop alla produzione di caldaie a gas destinate al mercato europeo a partire da settembre 2029, a favore di sistemi ad alimentazione elettrica come le pompe di calore.
Nella lettera del 10 maggio, Favero afferma: “I suddetti regolamenti incideranno pesantemente sull’organico del sito di Bassano, motivo per cui l’azienda un anno fa ha presentato richiesta di investimento in modo da garantire continuità nell’organico dello stabilimento.”
In caso contrario, ammonisce il Dg di Baxi e di BDR Thermea Italy, si prevede “la progressiva riduzione dell’organico per la società Baxi e per tutte le aziende dell’indotto collegate (la stima per difetto è di almeno 700 persone nei prossimi 3 anni tra Baxi ed aziende fornitrici)”.
Allarme Rosso. Quindi l’annuncio dell’accordo raggiunto con la confinante ditta Pengo che si è resa disponibile a concedere il proprio stabilimento a Baxi per l’allargamento utile alla riconversione produttiva nelle pompe di calore:
“L’esigenza di spazi contigui alla Baxi si rende necessaria per poter assicurare continuità operativa (…) ed evitare così che l’investimento possa essere dirottato presso un’altra filiale europea del gruppo BDR.”
Da qui la richiesta urgente al Comune di Bassano, poi formalizzata lo scorso 30 giugno nello schema di protocollo d’intesa, “da approvare entro il mese di luglio”, presentato all’amministrazione da Baxi e da Pengo per arrivare, tramite gli opportuni strumenti urbanistici e relative compensazioni, a quanto segue: “mantenimento della capacità produttiva e occupazionale di Baxi nel sito di via Trozzetti mediante l’utilizzo dello stabilimento ex “Siltal” attualmente di proprietà Pengo” e “trasferimento delle attività logistico-produttive del Gruppo Pengo nella diversa area di proprietà Pengo ubicata in prossimità del casello SPV Bassano Ovest”.
Tempi, modi e condizioni che secondo gli oppositori dell’atto di indirizzo in consiglio comunale hanno rappresentato “un diktat”, “un aut aut”, “un sistema per mettere l’amministrazione e la città con le spalle al muro”, eccetera eccetera.
La svolta
E proprio nel giorno del corteo di protesta dei lavoratori arriva la svolta che non ti aspetti e che rovescia l’intera narrazione della vicenda.
I vertici dell’azienda (il direttore generale Alberto Favero e il comitato operativo) hanno trasmesso una “comunicazione interna” ai dipendenti della Baxi.
Talmente interna che ha cominciato a girare su tutti i telefonini di Bassano, compreso il mio, continuando incessantemente anche oggi per diventare una “comunicazione ampiamente esterna”.
La direzione ha ritenuto opportuno informare tutti i dipendenti, fornendo alcune precisazioni “a seguito delle numerose notizie che sono apparse in questi giorni sui giornali e notiziari che riguardano la nostra azienda”.
Viene fornita al riguardo una rapida ma importante premessa:
“il settore europeo del riscaldamento e condizionamento è interessato da un’evoluzione normativa che rivedrà i parametri di efficienza e sostenibilità dei generatori (caldaie, pompe di calore e sistemi ibridi). I regolamenti sono ancora in discussione presso la Commissione Europea: ad oggi nessuna decisione sulle misure e tempistiche è stata ancora presa. È presumibile comunque che in futuro i generatori ad energia rinnovabile (pompe di calore elettriche) saranno preferiti rispetto a quelli ad energia fossile (caldaie a gas).”
“Alcuni giornali hanno recentemente titolato un possibile bando delle caldaie nel ’29 - continua il testo in un suo passaggio cruciale -. Ad evitare interpretazioni speculative siamo a ribadire che l’attuale normativa non mette al bando le caldaie perché la discussione è ancora in corso e qualsiasi decisione presa avrà degli effetti comunque fra qualche anno.”
“Allo stesso tempo - prosegue il board di Baxi - la nostra associazione di settore (Assotermica) ha avanzato la proposta presso il governo di concentrarsi sul veicolo energetico anziché sulla tecnologia: quindi valorizzare l’idrogeno ed i gas verdi sulle caldaie. I regolamenti, quindi sono ancora da scrivere. La transizione energetica e quindi tecnologica passa attraverso un piano di investimenti che deve avvenire per tempo e in previsione di un progressivo mutamento dei prodotti.”
“Con questa premessa, il Gruppo BDR Thermea ha avviato da tempo una serie di attività ed investimenti per essere pronti ad affrontare al meglio la transizione energetica, affiancando all’attuale produzione di caldaie a gas anche quella delle pompe di calore - chiarisce la comunicazione -. Come avrete avuto modo di vedere anche il nostro stabilimento è stato designato alla produzione delle unità interne delle pompe di calore, con grande apprezzamento da parte del Gruppo per quanto finora realizzato. La produzione delle unità interne delle pompe di calore è un passo importante nella direzione della sostenibilità energetica. In questo contesto BDR Thermea ha avviato uno studio di fattibilità per la produzione di unità esterne per le pompe residenziali.”
“Uno dei possibili siti identificati è Bassano, con la necessità di disporre di altri spazi per collocare i futuri impianti, individuati nello stabilimento ex Iar Siltal, di proprietà ora della ditta Pengo - scrivono Favero e il comitato operativo -. Tutto il resto è cronaca: il Consiglio Comunale non ha approvato la proposta di un protocollo d’intesa, tra Comune, Baxi e Pengo e, pertanto, ad oggi mancano i presupposti per avviare questo ulteriore progetto.”
“Continueremo ad adoperarci - conclude il testo trasmesso ai lavoratori - per portare avanti con l’impegno e con la passione che hanno sempre contraddistinto questa azienda, le attività, i progetti e le produzioni di caldaie murali e a terra, sistemi ibridi e unità interne delle pompe di calore, per assicurare al nostro stabilimento e alle persone ci lavorano il riconoscimento che meritano, costruendo nel contempo le basi per un futuro tecnologico ed occupazionale sostenibile. La nostra storia è la dimostrazione della resilienza che ci contraddistingue.”
Bonus Baxi
Ma non è tutto. Apprendo infatti da fonti interne all’azienda che la direzione Baxi ha previsto anche degli incentivi per l’immediato.
Come è emerso sempre ieri, ma nel pomeriggio, a seguito di un incontro della Rsu con la direzione aziendale, i vertici di Baxi hanno riferito di un aumento delle richieste di caldaie a gas per il mese di settembre, soprattutto verso il mercato - pensate un po’! - della Russia.
Sono stati pertanto programmati interventi per l’aumento della produzione nella forma di ore di straordinario e di flessibilità retribuita per diverse linee produttive.
Contestualmente, ad inizio settembre, ci saranno anche nuovi ingressi di personale “somministrato” tramite agenzie interinali: circa 35 persone.
Conclusioni
Ecco quindi il nuovo scenario che emerge a chiare lettere dalla comunicazione “non più interna” di Baxi Spa ai propri dipendenti e che rovescia i termini di estrema urgenza espressi da Baxi nella lettera all’amministrazione comunale del 10 maggio e da Baxi insieme a Pengo nello schema di protocollo d’intesa del 30 giugno.
La normativa europea sulla riconversione obbligata alle pompe di calore per la transizione energetica non esiste ancora e nulla, al riguardo, è ancora definitivo.
Riprendo il passo del testo: “L’attuale normativa non mette al bando le caldaie perché la discussione è ancora in corso e qualsiasi decisione presa avrà degli effetti comunque fra qualche anno.”
La stessa multinazionale olandese BDR Thermea che controlla Baxi Spa non ha ancora preso alcuna decisione al riguardo, ma ha già assegnato comunque alla controllata bassanese “la produzione delle unità interne delle pompe di calore, con grande apprezzamento da parte del Gruppo per quanto finora realizzato”.
Inoltre, l’area del possibile allargamento nel confinante stabilimento di Pengo (36.500 metri quadri) sarebbe funzionale alla candidatura per la produzione delle pompe di calore complete, ma ancora senza garanzie al momento attuale avendo il gruppo BDR solamente “avviato uno studio di fattibilità per la produzione di unità esterne per le pompe residenziali”.
Infine e soprattutto: la produzione delle caldaie a gas non cessa, e sarà anzi in aumento dal mese di settembre, e i posti di lavoro non sono a rischio.
Nella comunicazione non si parla di contrazione produttiva e occupazionale né di futuri licenziamenti in prospettiva, anzi: “Continueremo ad adoperarci per portare avanti con l’impegno e con la passione che hanno sempre contraddistinto questa azienda (…), costruendo nel contempo le basi per un futuro tecnologico ed occupazionale sostenibile.”
Questo, egregi lettori, è il quanto. Sempre e immancabilmente riportato nero su bianco, altrimenti non potrei riferirvene. E scusatemi per la lunghezza di questo articolo, ma anche certi argomenti necessitano di un ampliamento di spazio.
Votando “Sì” e approvando l’atto di indirizzo Baxi/Pengo, dunque, il consiglio comunale avrebbe reso possibile una sola cosa certa: l’avvio della procedura per consentire a Pengo di trasferirsi a San Lazzaro con la costruzione del suo nuovo polo logistico.
Il voto consiliare, sempre in caso di approvazione, avrebbe inserito nella stessa partita anche l’ampliamento di Baxi nel confinante stabilimento di Pengo, ma per un piano di allargamento e sviluppo industriale non ancora definito da qui ai prossimi anni e i cui esiti non sono ancora prevedibili.
Mi viene incontro, per riassumere tutto quanto accaduto fino a ieri compreso, il titolo di una commedia di Shakespeare: Molto rumore per nulla.
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