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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

Concessionaria Zonta & C.

Minoranze a raffica sulla proposta di partenariato per il Genius Center presentata in commissione. Poletto: “Preoccupato per la disinvoltura e faciloneria con cui questa amministrazione maneggia le cifre”

Pubblicato il 13-05-2023
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Benvenuti - come la chiamo io a seguito di quanto dichiarato in conferenza stampa - alla Concessionaria Zonta & C.
Una rivendita dove ti propongono un’auto a 16.000 euro e poi, quando sottoscrivi il contratto di acquisto, scopri che devi pagarne 25.000.
È la metafora usata dalle minoranze consiliari di centrosinistra, e nella fattispecie dal consigliere Angelo Vernillo, per puntare il dito sui termini finanziari della proposta di partenariato pubblico privato per la realizzazione del Genius Center all’ex Polo Santa Chiara.

I consiglieri di opposizione in conferenza stampa (foto Alessandro Tich)

Incontro stampa convocato in sala Tolio, dalle cui finestre si intravede un angolo del buco col cantiere intorno del Polo defunto.
La metafora automobilistica riguarda il fatto, ormai noto, del costo per la realizzazione del Genius Center quantificato dal vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Andrea Zonta in 16 milioni di euro. Mentre dallo schema degli esborsi per il Comune di Bassano, contenuto nella proposta di accordo dell’ATI proponente, ottenuta dai consiglieri di minoranza tramite un accesso agli atti, sono scritte nero su bianco le cifre degli oneri a carico dell’amministrazione comunale nell’arco dei vent’anni di durata del partenariato, che sommati - e pur sottraendo gli affitti che il Comune invece riceverà dai gestori privati - rasentano i 25 milioni di euro.
24.773.997 euro per l’esattezza. Pregasi rileggere il mio precedente articolo “Ingegno per Bassano”, che ha anticipato queste cifre, per gli ulteriori dettagli.
Le opposizioni partono all’attacco a seguito della ormai altrettanto nota riunione della 3^ commissione consiliare Territorio di giovedì scorso in sala Chilesotti, avente ad oggetto la “Proposta di partenariato pubblico privato per la realizzazione del Polo Urbano per l’Innovazione”.
“È stato un fulmine a ciel sereno per la città - afferma Vernillo -. Non vogliamo mettere in dubbio la professionalità dei proponenti e la qualità della proposta. Contestiamo il metodo con il quale il consiglio comunale è stato completamente esautorato. Il sindaco ha dichiarato che la documentazione della proposta era arrivata da più di 15 giorni. La commissione è stata convocata senza inviare nulla ai consiglieri componenti della commissione. Abbiamo ottenuto la documentazione solo tramite un accesso agli atti, e nemmeno tutta.”
Da qui l’esempio del prezzo maggiorato sull’auto in vendita.
“Il vicesindaco Zonta ha affermato in commissione che il costo del Genius Center è di 16 milioni e il resto riguarda gli interessi, per i quali auspica di poter fare ricorso a finanziamenti o contributi. Cioè “16 = 25 perché qualche contributo arriverà”. È come quel cliente che deve comprare l’auto a 25 invece di 16.000 euro e spera di ricevere un’eredità o di vincere un terno al lotto.”
“Sul recupero del Santa Chiara non c’è un pensiero dell’amministrazione, ci sono dei privati che vengono a dirci quello di cui ha bisogno Bassano - incalza Vernillo -. Anche noi abbiamo un pensiero e un’idea sul Santa Chiara, ma è molto più importante l’ascolto e l’apertura coi cittadini. I tecnici intervengono dopo. Prima la città deve dire come ha pensato di recuperare questo buco e poi i tecnici studiano la modalità migliore per farlo.”
Detto, fatto. Le minoranze hanno lanciato e rendono nota una email dedicata (futurosantachiara@gmail.com) a cui chiunque può scrivere per esprimere le proprie idee, pensieri e valutazioni sulla più giusta destinazione d’uso dell’attuale cratere in centro storico.

“Sono molto preoccupato per la disinvoltura e la faciloneria con cui questa amministrazione maneggia le cifre”, dichiara Riccardo Poletto.
L’ex sindaco ripercorre le fasi salienti della famosa proroga del contributo di oltre 5 milioni di euro di Fondazione Cariverona per il Polo Santa Chiara, poi venuto meno nel corso dell’attuale amministrazione, e imputa alla perdita del contributo l’inizio del percorso che è sfociato nella proposta di partenariato dei privati e che per le opposizioni è costellato di rischi e incertezze.
“Abbiamo 5 milioni in meno da ricevere e 25 milioni in più da pagare - rimarca Poletto -. Fanno un buco di 30 milioni, improponibile per un’opera pubblica fosse anche il Teatro. Tanto vale dare tutto ai privati. Facciano una Fondazione e gestiscano tutto loro senza impegno economico per il Comune, che eventualmente può collaborare mettendo a disposizione personale del Museo o del servizio civile. Ma finché siamo in tempo io dico: fermatevi!”
“Ci hanno raccontato che il partenariato pubblico privato è tutto bello e tutto facile, leasing a costo zero eccetera - osserva Roberto Campagnolo -. Ad oggi il leasing in costruendo è uno strumento poco usato dalle pubbliche amministrazioni, non ha una casistica degna di nota su opere di queste dimensioni che ci possa far stare tranquilli.”
“Tutto scontato anche per i tempi, che ci hanno detto che sono veloci - aggiunge il già vicesindaco -. Ma non abbiamo ancora niente a livello istruttorio da parte degli uffici. Il sindaco ha ricordato che ci sono tre mesi di tempo per valutare la proposta. Ma gli atti dell’accordo vengono firmati dai dirigenti, e non dal sindaco o vicesindaco, di cui si assumono la responsabilità anche penale. E gli uffici o diranno “no” oppure apriranno una fase interlocutoria che allungherà i tempi. Non potranno accettarla così, perché la proposta non sta in piedi. Si arriverà così a fine mandato ed è un azzardo enorme di questa amministrazione dopo quattro anni di nulla.”
“La proposta non sta in piedi.” Sentito e annotato nel mio taccuino. Ma in che senso?

“Il primo punto - spiega Campagnolo - è che se l’accordo viene accettato si trasferisce un diritto di superficie al privato per vent’anni. Se in vent’anni sorge un problema di qualsiasi tipo, le chiavi della struttura non ce le ha il Comune, ma il privato. Non è questione di non indebitarsi, per l’amministrazione pubblica è molto meglio fare un mutuo per realizzare l’opera in modo che il proprietario della struttura sia subito il Comune.”
Poi Campagnolo richiama l’attenzione su un articolo della proposta di partenariato, il numero 22 sulla questione “forza maggiore”. Vale a dire l’articolo che regola la gestione di eventuali imprevisti dovuti appunto a cause di forza maggiore.
“È un articolo di sole tre righe e i privati dicono al Comune: “lo comunichiamo” e niente di più.”
L’ex assessore ai Lavori Pubblici mette a confronto l’articolo della proposta con il recente documento dell’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) per il monitoraggio degli appalti pubblici: “Alla forza maggiore l’ANAC dedica una pagina e mezza.” Si tratta pertanto di una tematica complessa e delicata che secondo l’esponente di opposizione nel documento della proposta di partenariato viene impropriamente ridotta ai minimi termini.
Infine Campagnolo punta il dito sugli asseriti “costi certi” dell’operazione.
“Il rischio - afferma - è che si vada a finire come la Superstrada Pedemontana Veneta che aveva un piano economico finanziario basato sulle previsioni dei flussi di traffico. Quando poi si è capito che i flussi non sarebbero stati quelli originariamente previsti si è arrivati a una rinegoziazione della convenzione con la Regione e col Terzo Atto Convenzionale sono aumentati i costi a carico della Regione e quindi dei cittadini.”
“In vent’anni - continua - i promotori del Genius Center prevedono di incanalare 91 milioni di euro di introiti. È come i flussi di traffico, se l’obiettivo non viene raggiunto si rischia un aumento del costo dell’operazione. Il leasing immobiliare non è uno strumento veloce e facile come ci è stato raccontato.”
“L’ultimo Codice degli Appalti approvato da Salvini - conclude Campagnolo - dà grande possibilità di movimento ai Comuni per gli appalti sotto i 5 milioni di euro, per i quali non si prevede più una gara ma una procedura negoziata diretta. Si può quindi ragionare a stralci, seguendo o quanto meno valutando una strada diversa per evitare i rischi.”

“Questo è stato solo l’ultimo esempio di un’amministrazione che non ha nessun interesse di innescare processi partecipativi con la cittadinanza - tuona la consigliera Erica Fontana -. Come consiglieri ci sentiamo di essere stati invitati alla commissione sul Genius Center solo perché ci tocca.”
Come dire: non c’è stata una condivisione preventiva su una questione che è stata presentata agli stessi consiglieri praticamente a giochi fatti.
“È una cosa scandalosa dopo quattro anni - aggiunge Fontana - con un’amministrazione che non ha nessuna volontà di rapportarsi coi cittadini e che disprezza anche i consiglieri che dai cittadini sono stato eletti.”
Le fa eco la collega di minoranza Paola Bertoncello, forte della sua esperienza in consiglio comunale ormai da tre legislature, che le permette di fare confronti: “Il processo partecipativo è completamente assente, non solo nei confronti della popolazione ma anche nei confronti di chi è stato eletto.”
“Dopo la caduta del vincolo di Fondazione Cariverona - asserisce la consigliera Anna Taras - si potevano aprire le porte ad altre scelte senza doversi fossilizzare sul Polo Museale e invece abbiamo assistito al vuoto totale di visione della città di questa amministrazione.”
“Una nota marca di caffè ha lanciato lo slogan “L’Italia che vorrei” - conclude una Taras in vena di stilettate -. La Pavan ha smesso di fare i caffè col sindaco e non si sa quale sia la sua idea su “La Bassano che vorrei”.”
Morale della favola: il nodo Santa Chiara rischia di trascinarsi fino a fine mandato, per dei tempi e delle procedure d’ufficio che secondo le scritture non sono così veloci e semplici come invece ha sostenuto la narrazione che è stata data in commissione al riguardo.
Nel frattempo le minoranze hanno già messo in atto una prima contromossa con l’indirizzo email dedicato, rivolto ai cittadini, sul possibile futuro del grande buco di cantiere dietro le mura di viale delle Fosse.
Inoltre, come potete leggere nel mio articolo precedente, sull’impostazione e sui costi della proposta di partenariato pubblico privato si registra il duro intervento dell’ex vicesindaco Roberto Marin e cioè di Impegno per Bassano.
A meno che gli uffici comunali non blocchino l’iniziativa sul nascere, la mia sfera di cristallo prevede quindi che il Genius Center potrebbe essere la questione discriminante della campagna elettorale della primavera 2024 a Bassano.
Ricordate, nel 2009, le Torri di Portoghesi?

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