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Ingegno per Bassano

Presentata in commissione consiliare la proposta di partenariato pubblico privato per la realizzazione del Genius Center. Un’operazione per un esborso ventennale del Comune di quasi 25 milioni di euro

Pubblicato il 12-05-2023
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“La persona al centro”. Sembra lo slogan elettorale di una nuova lista.
Ma questa volta non è il caso: a Bassano si vota l’anno prossimo.
È la frase, enunciata da Alessio Scaboro di Pleiadi Srl - la società di Limena (PD) in predicato di gestire per vent’anni il futuro Polo Urbano dell’Innovazione alias Genius Center - che vuole sintetizzare l’impostazione che si intende dare alla gestione del Genius della lampada medesimo.

Nuovo render di progetto del Genius Center

Siamo in sala Chilesotti, sede della riunione della 3^ commissione consiliare permanente Territorio, presieduta da Mauro Zen. Unico punto all’ordine del giorno: “Proposta di partenariato pubblico privato per la realizzazione del Polo Urbano per l’Innovazione”.
Sala gremita non solo dai consiglieri commissari, visto che la riunione è aperta ed allargata anche alla cittadinanza.
Nei giorni scorsi l’ATI (Associazione Temporanea di Imprese) che promuove la grande opera che dovrebbe sorgere sulle ceneri del defunto Polo Museale Santa Chiara ha formalmente consegnato all’amministrazione comunale la proposta di partenariato pubblico privato secondo la formula del leasing immobiliare: io ti progetto e ti costruisco a mie spese il Genius Center, te lo consegno chiavi in mano, mi tengo però le chiavi e te lo gestisco per vent’anni e tu Comune mi restituisci la somma investita, con gli interessi, per lo stesso arco di tempo di vent’anni.
La proposta di accordo consiste in un “pacchetto” comprensivo di progettazione esecutiva (con acquisizione della progettazione definitiva in sede di offerta), realizzazione dei lavori, finanziamento, manutenzione ordinaria e straordinaria, e gestione per 20 anni del nuovo polo culturale.
L’ATI è composta da AR.CO. Lavori Società Cooperativa consortile di Ravenna, mandataria capogruppo e competente per gli aspetti progettuali e costruttivi, da ICCREA Bancaimpresa Spa, l’istituto di credito che caccia i schei per l’intervento edilizio e appunto da Pleiadi Srl, la “science farm” padovana chiamata a dare vita al nuovo mega scatolone.
L’operazione è coordinata dalla Gbr Consulting Sas di Trento e, sul lato progettuale, dalla GrisDainese Architetti di Venezia. Entrambi nomi già noti ai nostri lettori, in particolare GrisDainese che nel 2020 è stato uno dei due affidatari (l’altro è stato Mesa Srl di Venezia) degli altrettanti studi di fattibilità e di concept progettuale del Polo Urbano per l’Innovazione, per un’ipotesi di riqualificazione che allora comprendeva, oltre all’ex Polo Santa Chiara, anche la Scuola Mazzini e l’area del Giardino Parolini.
Esecutore dei lavori per conto dell’ATI: AR.CO. Lavori Impresa.
“Una quindicina di giorni fa abbiamo ricevuto la presentazione ufficiale della proposta da parte della cordata di soggetti che ci hanno consegnato tutto il faldone della proposta di partenariato per il Genius Center - esordisce in commissione il sindaco Elena Pavan -. Ora la pubblica amministrazione ha tre mesi di tempo per presentare osservazioni.”
Osservazioni su che cosa? Buona lettura.

Intervenendo per primo in commissione tra i relatori dell’ATI, il titolare di Gbr Consulting Giorgio Malimpensa evidenzia quelli che a suo dire sono i vantaggi del partenariato col privato per la pubblica amministrazione.
“L’amministrazione non paga niente fino al collaudo dell’opera - afferma -. Poi attraverso il leasing immobiliare restituisce l’investimento in 20 anni.”
“Tra i vantaggi per l’amministrazione ci sono i costi certi - continua -. I numeri sono a base di gara e nessuno potrà chiedere un centesimo in più di quanto previsto dalla procedura.”
“Ci sono anche i tempi certi - aggiunge Malimpensa -. C’è una gara unica per il progettista e il costruttore e non doppie gare che allungano i tempi. C’è inoltre la garanzia del finanziamento perché all’interno dell’ATI c’è un istituto finanziatore che ha già deliberato in sede di CdA della banca.” “Il partenariato - conclude - prevede anche il trasferimento del rischio di costruzione totalmente in corpo al costruttore. Il pagamento del Comune avviene solo a collaudo dell’opera con rate ventennali.”
Costi certi, dunque. Ma che costi?
Come anticipato in mattinata in conferenza stampa dal vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Andrea Zonta, il quadro economico per la realizzazione del Genius Center è di 16 milioni di euro.
Ma in realtà l’amministrazione comunale ne dovrà restituire al privato molti di più.
A una specifica domanda del consigliere Roberto Campagnolo circa l’effettiva somma che sarà dovuta dal Comune al raggruppamento di società proponenti, comprensivo di banca finanziatrice, Malimpensa risponde: “23 milioni di euro”.
Eh già, egregi lettori. Perché innanzitutto le comode rate ventennali con le quali l’ente pubblico dovrà rimborsare l’investimento privato includono gli interessi.
Anche perché le banche, come ben si sa, sono tutto fuorché degli enti umanitari.
Se l’accordo proposto verrà approvato dal governo cittadino, ne conseguirà un gravoso impegno per le prossime cinque amministrazioni comunali di Bassano, dal 2026 (anno dell’ipotetica inaugurazione del Genius Center) al 2046, quando chi vi scrive, se non sarà già passato a miglior vita, avrà 87 anni.
Dunque a collaudo effettuato scatterà per il Comune di Bassano del Grappa la prima rata di anticipo da pagare del cosiddetto “canone leasing”, pari a 3.800.484,71 euro.
Poi, dal secondo al ventesimo anno, è prevista una rata annuale fissa di 1.050.484,71 euro. Alla fine di tutto, tanto per gradire, è fissata una quota per il riscatto di 1.843.902,01 euro.
E quello 01 che integra la cifra intera dopo la virgola è quasi commovente.
Si aggiunge a tutto ciò il “canone di manutenzione”, sempre a carico del Comune e sempre ventennale: 113.094 euro annuali fissi dal secondo anno fino al riscatto.
Per contro l’amministrazione di Bassano riceverà dai privati per tutti i 20 anni il “canone di gestione”, corrispondente all'affitto dovuto dai gestori all'ente pubblico per l'utilizzo della struttura: una somma variabile dai 73.200 euro del secondo anno ai 152.500 euro del sesto anno e quindi una somma fissa di 168.360 euro dal settimo anno fino al riscatto verso la metà del secolo.
Tutto quanto Iva inclusa. Prendendo il pallottoliere, sommando gli obblighi finanziari per il Comune e sottraendo i canoni di affitto annuali che il Comune riceverà da Le Pleiadi, fanno per l’appunto oltre 23 milioni di euro di uscite di bilancio complessive. Anzi, per essere più precisi, oltre 24 milioni. Al centesimo: 24.773.997,91 euro.
Quasi 25 milioni, insomma.
È vero che Leo Messi, se la notizia del suo trasferimento in Arabia Saudita sarà confermata, costerà molto di più alla squadra dell’Al-Hilal.
Ma il problema è che a Bassano non si produce petrolio.

Ma cosa sorgerà a Bassano del Grappa - se l’accordo verrà recepito dal Comune e a fronte di una cifra così faraonica per una città piccola come la nostra - al posto del Polo Santa Chiara che fu?
L’architetto Stefano Gris, dello studio GrisDainese, afferma in commissione che il precedente incarico per il concept progettuale della triade di aree urbane da ripensare Santa Chiara-Scuola Mazzini-Giardino Parolini “è stato un esercizio importante che ci ha fatto conoscere la città e le esigenze della città”.
Ora l’intervento è concentrato sul solo ex Polo Santa Chiara e l’obiettivo, come spiega l’architetto, è quello di “colmare un vuoto urbano creando uno spazio per tutti con un sistema dotato di offerte culturali e ricreative”. “Creare un luogo - prosegue - per le aziende, per le famiglie e a supporto delle istituzioni scolastiche che parla di cultura a 360 gradi”.
La progettazione del Genius Center, come peraltro già anticipato in altre occasioni, parte obbligatoriamente dall’attuale “cratere” del cantiere abbandonato del Polo mai nato.
Per Gris non è un grande buco, come lo vediamo noi cittadini, ma “archeologia contemporanea da recuperare”. La voragine edilizia sarà trasformata nella nuova piazza ipogea del Genius, a livello -5,30 m., spazio di incontro per la cittadinanza e centro e incrocio di tutte le attività che prenderanno forma nella struttura. Ingressi e vetrine degli edifici, privi di finestre ai piani superiori, saranno tutti affacciati su quella che viene presenta come un’agorà che, come sostengono Le Pleiadi, “sarà la nuova piazza dei bassanesi ma anche delle realtà del territorio”.
Il Genius, come anticipa Gris, sarà composto da due edifici principali.
Il primo, tutto in mattoni e col tetto a zig-zag, sarà “La fabbrica delle idee” con una sala convegni per oltre 100 posti, uno spazio laboratori e spazi per una mostra permanente sul tema dell’ingegno.
Il secondo sarà adibito alle mostre temporanee, con una grande parete bianca sul lato piazza che potrà anche fungere “da schermo per proiezioni cinematografiche e video e per proiezioni di grafica dinamica”.
Non mancheranno - tra le varie cose - un saliscendi a gradoni per far sedere il pubblico e trasformare la piazza ipogea anche in una arena per spettacoli, un camminamento panoramico al livello superiore, l’area ristorazione e bar con dehors sulla piazza, “assi verdi”, un porticato ad arco ad unione dei due edifici e “connessioni con la città” grazie alle due entrate da viale delle Fosse e alla terza entrata da via Jacopo da Ponte.
Questo, a grandi e generiche linee, è il contenitore. Quale sarà invece il contenuto?

Alessio Scaboro della società Le Pleiadi vede nella sua sfera di cristallo un ruolo strategico del Genius Center per il turismo a Bassano, sulla falsariga del MuSe di Trento.
“Ci ispiriamo a un modello nordeuropeo - dichiara -. Il visitatore è un attore attivo che deve vivere un’esperienza con un’interazione sia analogica che digitale. La gestione del centro mette al cultura e la formazione al centro, per ragazzi e adulti, e anche la formazione specializzata per le imprese.”
Mister Pleiadi ricorda che il 2026, l’anno dell’apertura del Genius Center secondo le scritture, sarà anche l’anno delle Olimpiadi di Milano-Cortina, i cui flussi turistici vanno intercettati.
“Vogliamo che sia un luogo di STEAM: Scienza, Tecnologia, Arte e Matematica, per un turismo che qui vuole vivere una nuova esperienza - aggiunge -. L’obiettivo minimo è raggiungere i 100.000 visitatori all’anno.”
Altro obiettivo dei promotori è quello di ottenere “2 milioni di euro di introiti all’anno”.
Il che significa, considerando i 100.000 visitatori annuali preconizzati, un biglietto d’ingresso per l’accesso alle mostre della struttura di 20 euro a testa. Auguri.
Il complesso comprenderà dieci aree tematiche, tutte dedicate all’ingegno veneto, nella parte permanente del museo (400 mq di superficie) e 10 “science center” interattivi.
Lo spazio per le mostre temporanee (700mq) invece “cambierà pelle costantemente durante l’anno” e il proposito è quello di allestire “grandi mostre di rilievo da altri science center europei”.
Il modello - come viene spiegato in commissione - è quello del Centro Botín a Santander in Spagna, composto sempre da due edifici e similare al Genius Center per metri quadrati (progettato tuttavia da un certo Renzo Piano), con auditorium, centro educativo, gallerie espositive e laboratori creativi per bambini e adulti.
Per fortuna, aggiungo io, non è però un modello dal punto di vista finanziario: la realizzazione del centro spagnolo è costata circa 77 milioni di euro e per la sua gestione la Fondazione Botín ha pianificato un budget annuale di 12 milioni.
I gestori in pectore del Polo Urbano per l’Innovazione di Bassano del Grappa mettono la mano sul fuoco sull’attrattività turistica del Genius che verrà: “È un museo scientifico che oggi la Regione Veneto non ha.”
Fin qui i punti salienti della presentazione della proposta di partenariato fra Comune e privati e dei dettagli del progetto collegato.
E adesso? Adesso, come anticipato dal sindaco, ci sono novanta giorni di tempo per presentare osservazioni sui termini dell’accordo proposto.
La giunta comunale ha approvato con apposita delibera la presa d’atto della proposta avanzata dall’ATI. Di conseguenza è stata avviata una procedura di verifica in merito alla fattibilità del partenariato, demandando ai competenti uffici comunali gli opportuni approfondimenti tecnici, economici e amministrativi per valutare, come spiega il vicesindaco Andrea Zonta, “tutti i presupposti di questo possibile partenariato basato su una locazione finanziaria”. “Saranno approfondite - chiarisce Zonta - soprattutto le questioni riguardanti l’allocazione del rischio di impresa e la convenienza economica del progetto.”
La verifica della fattibilità della proposta sarà conclusa, come già scritto, nel giro di tre mesi. Se l’accordo andrà a Genius all’amministrazione comunale, seguirà l’approvazione del progetto di fattibilità, con dichiarazione di pubblico interesse, e il suo inserimento nella programmazione delle opere pubbliche. Veni, Vidi, Leasing.

Breve nota conclusiva del vostro umile cronista.
Nelle retrovie del pubblico in sala Chilesotti, per ascoltare le ultime novità sul Polo Urbano dell’Innovazione alias Genius Center, siede anche l’ex vicesindaco Roberto Marin.
Chissà, magari è venuto a controllare se veramente stia nascendo in città una nuova lista: Ingegno per Bassano.

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