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Redazione
Bassanonet.it
Marostica secondo Matteo
Contributi per opere pubbliche, Palestra Granda, scuola montessoriana a Vallonara e non solo: intervista a Matteo Mozzo, sindaco uscente, candidato sindaco a Marostica con la lista Lega-Vivere Marostica-FDI-Mozzo Sindaco
Pubblicato il 10-05-2023
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Matteo Mozzo, 33 anni, residente della frazione di Vallonara, sindaco uscente, eletto nel 2018 tra i più giovani sindaci d’Italia, si ricandida a sindaco di Marostica.
È sostenuto dalla lista Lega-Vivere Marostica-FDI-Mozzo Sindaco.
Come ogni sindaco uscente che si ripresenta al giudizio dei cittadini, il suo programma è una fusione tra le cose progettate e realizzate nel primo mandato e destinate a proseguire nel mandato successivo e nuovi obiettivi da raggiungere.
Matteo Mozzo, candidato sindaco di Lega-Vivere Marostica-FDI-Mozzo Sindaco
Tra i punti di forza del suo bilancio di mandato, che il candidato sindaco pone tra le basi del suo impegno anche per il mandato a venire, vi è la capacità di attrarre contributi da enti terzi per opere pubbliche e interventi da realizzare nel territorio comunale.
Tra questi, 11.300.000 euro (dal Ministero Infrastrutture e Trasporti, Progetto Pinqua) per la riqualificazione dell’area ex Ospedale di Marostica e 1.800.000 euro (dal Ministero Infrastrutture e Trasporti - PNRR Missione 6) per la realizzazione della Casa della Comunità nel Centro Socio Sanitario Prospero Alpino.
Altri bandi per un valore complessivo di circa 9 milioni di euro sono in attesa di esito: tra questi, 4.000.000 euro per la realizzazione della “Palestra Granda”, circa 2.000.000 euro per la Scuola Elementare Vallonara Montessori, circa 1.245.000 euro per l’efficientamento della piscina comunale e 1.000.000 euro per la mitigazione del rischio idraulico del Longhella.
Sotto il profilo dei contributi incassati per opere già appaltate dal Comune e realizzate, l’amministrazione Mozzo ha incamerato 7.366.865,53 euro.
Erano stati 2.003.813,31 euro con l’amministrazione Scettro e 2.751.714,26 euro con l’amministrazione Dalla Valle.
Matteo Mozzo, possiamo innanzitutto riassumere in poche parole questi cinque anni di amministrazione?
Devo dire che sono stati cinque anni irti di difficoltà, vista magari all’inizio la non esperienza amministrativa, nei quali però mi sono impegnato non soltanto all’interno del Comune di Marostica ma anche all’interno degli altri enti dove ho avuto la fortuna di entrare grazie al sostegno dei sindaci del territorio. Di fatto oggi mi ricandido per la città con un’esperienza diversa, molto più maturo, dopo aver passato quasi quattro anni di mandato all’interno di ANCI regionale e all’interno del consiglio di Ato Brenta e dopo aver svolto da circa un anno e mezzo l’incarico di consigliere provinciale al Turismo.
A proposito di difficoltà, cosa ha imparato dagli anni della pandemia?
Gli anni della pandemia sono stati particolari e difficili. Forse noi amministratori ci siamo resi conto poco della pandemia, nel senso della malattia in sé, perché eravamo troppo impegnati a cercare di dare delle risposte ai vari problemi delle persone. Diciamo che da un certo punto di vista la pandemia mi ha un agevolato, vista l’età, a essere un po’ più dinamico sotto certi aspetti. Sicuramente la digitalizzazione, con il dare risposte in modi veloci e con metodi alternativi rispetto al classico, mi ha aiutato molto nell’arrivare ai cittadini. È stato importante lanciare e potenziare l’App Municipium, che prima della nostra amministrazione non c’era e oggi conta oltre 6500 download su circa 6000 nuclei familiari del Comune. Quindi tutti sanno cosa succede in città grazie a questa App diretta.
Un aspetto rilevante del suo bilancio di mandato è l’insieme dei contributi portati a casa. Se rieletto sindaco, continuerà su questa strada?
Questo non lo vedo un punto di arrivo, ma solo un punto di partenza. Sono contributi portati a casa, come ho detto prima, in momenti difficili. Come amministrazione stiamo già lavorando ad altri bandi, ne abbiamo molti in attesa di esito e quindi sicuramente ne beneficerà anche il prossimo sindaco di Marostica, anche se non dovessi essere io. Di fatto la comunità gioverà di tutto il lavoro fatto in questi cinque anni. La serenità amministrativa, che mi rende particolarmente orgoglioso - perché arrivare al termine dei cinque anni a Marostica, e lo abbiamo fatto ben conoscere, non è così scontato, anzi -, mi ha dato la possibilità di non perdere tempo a litigare magari internamente e di dedicarmi totalmente a quello che è lo studio dei bandi e delle varie possibilità di contributo. Prova ne sono i 7 milioni 360mila euro e rotti che abbiamo portato a casa. È una cifra importante che è servita per andare a realizzare opere che col bilancio comunale erano impossibili da realizzare.
Quali sono le prospettive più rilevanti nel suo programma nel campo delle opere pubbliche?
Sicuramente c’è la volontà di andare avanti con la messa in sicurezza del territorio comunale per quanto riguarda la mitigazione e riduzione del rischio idrogeologico. Stiamo partecipando, col Consorzio di Bonifica e anche con altri enti che gestiscono la parte delle acque, a bandi che superano il milione di euro per quanto riguarda la messa in sicurezza del Longhella. Lavoriamo e abbiamo lavorato moltissimo con la Regione per quanto riguarda i fondi per la sistemazione di frane e ne abbiamo sistemate circa venti. Ne abbiamo altre otto in fase di analisi per la preparazione dei progetti di sistemazione nel prossimo mandato.
C’è anche, sotto il profilo degli impianti sportivi, un progetto non da poco e cioè la Palestra Granda…
Sotto il profilo degli impianti sportivi c’è un sogno che qui a Marostica è rincorso dagli anni ’70 ed è quello di realizzare una palestra, di una certa dimensione. Non un palazzetto, ma una palestra che possa servire alle varie associazioni sportive del territorio. In questo momento, e molti cittadini magari non lo sanno, i ragazzi delle varie società sportive non trovano spazio molto spesso nella palestra scolastica delle scuole medie. E così le società sportive, per farli allenare, devono andare in affitto in altri Comuni. Questo crea difficoltà economiche alle stesse società che devono tenere le rette anche più alte perché devono pagare affitti esterni. Direi che dagli anni ’70 ad oggi di tempo ne è passato, la palestra è stata nel programma di mandato di tutte le amministrazioni da allora. Io non l’avevo inserita in questo mandato, ho però lavorato per portare a casa il terreno per poterla realizzare. Di fatto nessuna amministrazione aveva mai nemmeno ragionato sul sito. Grazie a un accordo col privato, dovuto alla risoluzione di un problema urbanistico che era insito in area, fermo da 18 anni, siamo arrivati all’acquisizione per cessione del terreno e oggi il Comune di Marostica è proprietario del terreno per poter realizzare la palestra. Stiamo già partecipando a un bando PNRR, assieme ai Comuni di Pianezze e di Colceresa. Il bando è di rigenerazione urbana e prevede 4 milioni per la palestra di Marostica e 1 milione diviso tra Colceresa e Pianezze per la costruzione di ulteriori impianti.
Per i turisti Marostica è rappresentata dalle Mura, dai due Castelli e soprattutto da piazza Castello, la piazza degli Scacchi. Ma Marostica è fatta anche da frazioni collinari, anche abbastanza distanti dal centro. Per le frazioni qual è la sua idea?
Per quanto riguarda la questione turistica, abbiamo lavorato tantissimo - e purtroppo la pandemia ci ha creato uno stop quando erano partiti i progetti - per rilanciare tutte quelle manifestazioni che tendenzialmente si facevano solo in centro nelle varie aree collinari, collaborando con le imprese. Perché l’amministrazione non può lavorare da isolazionista, deve proporsi con un progetto di coinvolgimento. È partito di fatto tutto quanto ancora in pandemia, perché era il maggio del 2020, con la Festa delle Ciliegie in formato digitale. L’anno dopo abbiamo cercato di coinvolgere gli agriturismi con i percorsi e le visite in azienda e adesso devo dire che se la prima volta abbiamo fatto fatica a trovare le aziende, ora abbiamo difficoltà a inserire tutti quanti nel programma.
E invece le opere, sempre per le frazioni?
Per le opere le frazioni non sono abbandonate, anzi. Io ho cercato di investire su tutte le frazioni circa pari cifre, a meno che non ci fossero dei contributi straordinari per opere dedicate. In questo momento soprattutto per il mondo scolastico a giugno, dopo il termine delle lezioni, partiranno la nuova mensa e spazio polifunzionale per la frazione di San Luca, che non ha mai avuto uno spazio per la comunità dove trovarsi. Abbiamo lavorato su un bando PNRR relativo alle risorse per realizzare una mensa, abbiamo aggiunto un finanziamento in parte corrente da parte dell’ente e verrà realizzato appunto questo spazio polifunzionale per tutta la comunità. Un’opera che è un sogno riguarda la frazione di Vallonara ed è quella di dare un servizio differente alle famiglie, e spingendo anche un po’ sul dare un impulso alla natalità, creando un nuovo plesso con il metodo Montessori. Dopo la progettazione preliminare abbiamo partecipato a un bando del Ministero e abbiamo ottenuto un contributo da 155mila euro per la progettazione esecutiva della scuola montessoriana di Vallonara. Un progetto che non va a fermarsi solo a Vallonara ma che punta a rilanciare con la stessa tipologia di insegnamento anche l’asilo di Crosara. Intendiamo poi anche creare un ulteriore ciclo formativo nelle medie del capoluogo. Lì l’opera è da 2 milioni di euro e stiamo già partecipando a più bandi per l’ottenimento delle risorse. Avendo il progetto esecutivo già pronto, perché ci è stato consegnato quindici giorni fa. All’ottenimento delle risorse noi possiamo andare in bando di gara per la demolizione e ricostruzione in poco più di quattro mesi.
Lei cinque anni fa, appena eletto, era il sindaco “bocia”. Adesso non è che lei sia poi così “vecio” ma, se rieletto, che tipo di sindaco vuole essere?
L’altra volta è stata una prova, mi sono candidato a 28 anni, ero uno dei 15 sindaci eletti più giovani del Veneto e in Italia eravamo circa in 30 quasi a pari età. Ed ero uno dei sindaci più giovani in assoluto che dovevano gestire una città con questo numero di abitanti. Era stata una sfida, forse presa anche un po’ sottogamba e con ingenuità magari all’inizio, però devo dire che con il fatto di essere riconosciuto da tutti i sindaci del territorio all’interno dei vari enti, penso di aver fatto un ottimo lavoro. Dopo, per carità, “chi si loda si sbroda”, però penso che anche il riconoscimento delle ultime votazioni da parte dei consiglieri colleghi di tutta la Provincia, con l’elezione a consigliere provinciale con la delega al Turismo poi data da Francesco Rucco e riconfermata da Andrea Nardin sia stato un premio per tutto il lavoro svolto all’interno degli altri enti in questi anni. Io da quando sono in ANCI non ho mai tenuto le cose per me, anzi le ho sempre condivise con tutti i colleghi. Memore anche di una scuola di amministratori locali dalla quale ho cercato di apprendere e di attingere molto, perché è il giusto modo di lavorare. A Roma e in Regione ci possono essere le correnti politiche, che sicuramente danno un aiuto, ma a livello amministrativo, tra colleghi, i problemi sono gli stessi e non si guarda al colore politico.
E quindi da qui ai prossimi cinque anni?
Io punto a rilanciare sempre di più Marostica. Il mio sogno è rendere Marostica sempre più competitiva, non solo dal punto di vista di attrattività ma proprio perché diventi un centro all’avanguardia sotto i vari aspetti, anche dal punto di vista culturale. Siamo riusciti ad ottenere un finanziamento e il Teatro Politeama sarà riconsegnato alla città alla fine del mese di luglio. Ma c’è già l’idea che non debba essere un teatro di “riproduzione”, come ce ne sono tanti in Provincia e anche in Regione, ma un teatro di “produzione”. Io voglio che si crei una scuola di teatro e sto già ragionando con Maurizio Panici su come gettare le basi per questo. C’è la volontà di rendere Marostica sempre più particolare e sempre più conosciuta, non soltanto per le grandi cose che abbiamo ma anche per quelle un po’ più piccole. Abbiamo potenziale, come volontari penso che Marostica sia il primo Comune del Veneto come numero di volontari iscritti nelle associazioni rispetto alla parità di abitanti. La volontà c’è, dal punto di vista amministrativo, la forza anche, le conoscenze a tutti i livelli pure. Secondo me ci sono dei sogni che non devono più restare sogni.
Informazione elettorale. Committente: Lega-Vivere Marostica-FDI-Mozzo Sindaco
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