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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Basso & Basso

Sammy Basso dialoga in libreria con Domenico Basso, autore del libro “Volti & Storie”. “Mi piace pensare che posso allargare il più possibile i momenti di felicità. Se guardo alle cose positive, vivo meglio”

Pubblicato il 31-03-2023
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“Ogni persona è un volto e dietro ogni volto c’è una storia da raccontare.”
Domenico Basso, giornalista, sintetizza così i princìpi dello spirito indagatore che lo ha portato a scrivere “Volti & Storie”, il libro uscito per i tipi di Antiga Edizioni che presenta una raccolta di ritratti personalizzati di “40 protagonisti italiani”, come recita il sottotitolo del volume.
Personaggi noti della cultura e dello sport, della politica, del giornalismo e dello spettacolo che vengono raccontati in una veste inedita, frutto di lunghe interviste dell’autore che hanno voluto portare a galla aneddoti, ricordi, testimonianze, riflessioni e nuove rivelazioni.

Sammy Basso e Domenico Basso (foto Alessandro Tich)

Con Domenico ci conosciamo da tanti anni, soprattutto per conoscenza reciproca “a distanza” non avendo mai avuto l’occasione di lavorare assieme. Lo considero un mio collega assoluto, dal momento che anche per lui la professione giornalistica si è principalmente svolta nelle emittenti televisive regionali, di cui è stato un classico “volto noto”.
La sua carriera lo ha portato e lo porta tuttora a collaborare per i quotidiani ed è anche in questo ambito, oltre che in quello televisivo, che sono stati favoriti gli incontri che hanno generato “Volti & Storie”.
La galleria dei protagonisti del libro è quanto mai variegata. Si va dall’attuale ministro della Giustizia Carlo Nordio a campioni come Sara Simeoni, Kristian Ghedina, Ivano Bordon, Gabriella Dorio, Adriano Panatta. Non mancano il governatore del Veneto Luca Zaia e alcuni famosi direttori di quotidiani come Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti.
Tra gli altri vip immortalati sulle pagine dell’isola dei famosi di Basso troviamo nomi come Red Canzian, Donatella Rettore, Bruno Pizzul, Arrigo Cipriani, Oliviero Toscani.
Ma c’è anche, e soprattutto, un grande protagonista di casa nostra nel campo della ricerca scientifica e, più in generale, della filosofia della vita: Sammy Basso.
“Mi chiedono spesso quali sono stati i personaggi del libro che mi hanno più colpito”, rivela Domenico Basso all’incontro di presentazione del libro ospitato nel salone al piano nobile della Libreria Palazzo Roberti in città. “Io rispondo sempre che sono state tre persone: Don Antonio Mazzi, Sammy Basso e Paolo Rossi - continua -. Sono le “persone delle meraviglie” che mi hanno insegnato qualcosa.”
Don Antonio Mazzi perché “a 90 anni ha sentito ancora l’esigenza di reinventarsi, cercando di venire incontro ai nuovi disagi dei giovani”. Paolo Rossi alias Pablito, intervistato pochi mesi prima della sua scomparsa, perché nell’intervista ha fatto emergere la sua indole di “campione gentile”. E Sammy Basso per i motivi che costituiscono il filo conduttore dell’incontro a Palazzo Roberti.

Nell’occasione, infatti, Domenico Basso non è da solo. Accanto a lui si irradiano le ondate di saggezza e di simpatia del ciclone Sammy.
Ormai ha 27 anni, il piccolo grande Sammy. È la persona più longeva al mondo con la progeria, la rarissima malattia genetica dell’invecchiamento precoce di cui è testimonial, attraverso l’attività della sua associazione AiProSab (Associazione Italiana Progeria Sammy Basso onlus) e anche studioso, con il suo impegno di ricercatore scientifico conseguente alla sua laurea in Scienze Naturali con indirizzo Biologico Molecolare all’Università di Padova.
Il fatto che oggi si viva più a lungo con la progeria è proprio un risultato dei progressi della ricerca scientifica verso una cura definitiva per sconfiggere la sindrome.
L’incontro di Bassano è soltanto uno dei numerosi appuntamenti dell’agenda di Sammy, autentico giramondo per la ricerca scientifica e la sensibilizzazione pubblica sulla lotta contro la progeria. Lo scorso 19 marzo, assieme al gruppo dei “Sammy Runners”, ha preso parte come testimonial alla Maratona di Roma, vestito da antico romano, per promuovere la raccolta fondi a favore della sua associazione di ricerca sulla progeria, attraverso la piattaforma “Rete del Dono”. Ed è stato un trionfo.
Ed è di pochi giorni fa la notizia che il giovane ricercatore di Campagnari di Tezze sul Brenta è stato scelto dalla Regione quale testimonial della campagna per promuovere i parchi regionali del Veneto. “Il cuore della campagna comunicativa di quest’anno - informa un comunicato stampa della giunta regionale - sono “I video con Sammy”, che con l’occhio dello scienziato biologo coniugato alla sua insuperabile simpatia accompagnerà il pubblico alla scoperta di questi ambienti ancora selvaggi e di paesaggi mozzafiato.”
Ma nonostante i suoi tanti impegni ed importanti incombenze, aggiunte alle amicizie vip come quella con Jovanotti, Sammy Basso è rimasto il Sammy che conosco da sempre: un ragazzo cordialissimo e solare, dall’ottimismo contagioso, molto serio nelle sue argomentazioni ma sempre pronto allo scherzo intelligente e alla battuta fulminante.
Una sua dichiarazione rilasciata proprio al giornalista suo omonimo per un’intervista al Corriere (“Se i potenti della terra capissero cosa significa lottare per la vita, non avrebbero il coraggio di fare la guerra.”) è diventata virale.
Ed è lo spunto di partenza del dialogo in libreria tra Basso & Basso.

“Questa frase è stata ripresa tantissimo - afferma Sammy, su domanda del suo omonimo -. Se i potenti della terra avessero modo di capire cosa vuol dire lottare per la vita, per la malattia e per la ricerca, non fermerebbero la vita. Io non sono pacifista perché ogni cosa con un “ismo” finale mi fa un po’ paura, i popoli hanno diritto di difendersi, ma serve avere la forza di cambiare la mentalità diffusa della legge del più forte che è quello che vince.”
“Il potere di uno Stato - aggiunge - non si misura in potenziale atomico, ma in quanto può dare all’umanità.”
Poi Domenico lo stimola sulle “guerre silenziose”, quelle della vita quotidiana, in famiglia, negli ospedali. “Se ci concentrassimo solo su quelle, non ci sarebbe tempo per le battaglie armate - risponde Sammy -. Essendo un ricercatore ma anche un paziente, so benissimo di fare parte di queste lotte. Come associazione ci viene chiesto di aiutare i pazienti con progeria per gli interventi chirurgici, che fino a qualche anno fa erano impensabili. Io sono stato il primo ad essere operato, le probabilità di riuscita erano del 50% e mi è andata bene.”
E prosegue: “Patch Adams, il medico statunitense su cui Robin Williams ha fatto anche un film, ha detto che “è inutile che ti curo una gamba se poi non sei soddisfatto della tua vita, se curi una malattia, può riuscire o non riuscire, se curi un paziente, riesce sempre”. Questa è la differenza tra un essere umano, che ha un organismo da curare, e una persona, che è molto di più.”
Sammy e il rapporto con la felicità: “La felicità costa fatica, mi piace pensare che c’è allegria e che posso allargare il più possibile i momenti di felicità. Se guardo alle cose positive, vivo meglio.”
“Cosa sogni?”, gli chiede il Basso giornalista. “Devo ancora capirlo”, risponde il Basso ricercatore. “Sto facendo molte cose belle - continua -, vorrei continuare quello che faccio, i progetti con i miei amici come la Maratona di Roma che è stata un tripudio. E riuscire a trovare quello che stiamo cercando da tanto tempo: la cura sulla progeria. Mi piace impegnarmi su questo.”
Sammy Basso e i giovani: “Oggi c’è una gioventù con tantissimo da offrire, anche con sani valori e princìpi, nonostante quello che si dice, e che sta crescendo e prendendo in mano la propria vita con poche risorse per farlo, in un mondo che non è fatto alla sua misura.”
Poi, come al solito, l’intervistato rompe gli schemi.

A un certo punto infatti è Sammy Basso a fare delle domande al suo intervistatore.
Come questa: “Cosa pensi degli incontri che hai avuto con tutti questi personaggi?”
“Ogni persona mi ha arricchito e mi ha insegnato qualcosa”, gli risponde Domenico che ripercorre in particolare il suo incontro con Don Antonio Mazzi.
Poi il giornalista ritorna alla carica e chiede all’intervistato se abbia anche lui l’idea di scrivere un libro. “Un libro lo sto macinando, ma non su di me - è la risposta -. Scriverò qualcosa su di me quando sentirò di dover dire qualcosa. La parola scritta è molto potente, perché resta sulla carta. Io mi sento profondamente in cambiamento, devo capire ancora chi sono ed è più difficile scrivere di me.”
Sammy e la politica: “La politica mi piace, ma sto già facendo tante cose e prima di tutto devo portare a termine quello che sto facendo.” L’autore del libro gli chiede a bruciapelo: “Hai mai pensato di scendere in campo?”. Risposta-scoop: “No, ma me l’hanno chiesto alle ultime elezioni politiche. Ho rifiutato. Chi fa ricerca deve evitare l’errore di schierarsi. La ricerca non è così, non è democratica. Non puoi sentirti di farne parte solo perché sei in uno schieramento o nell’altro.” Applauso del pubblico.
Sammy e gli amici: “Sono la mia seconda famiglia. Non solo perché mi aiutano a fare le cose che non potrei fare da solo, ma con loro proprio cresco. Come i miei genitori, hanno plasmato la mia vita.”
Sammy, che si definisce uno “scienziato credente”, e Papa Francesco, quello che una volta gli ha telefonato a casa: “Ci siamo incontrati di nuovo poco più di dieci giorni fa, in occasione della Maratona di Roma. Io gli avevo scritto un’altra lettera, molto lunga, su quello che sto facendo e sulla fede, chissà se l’ha letta tutta.” “Gli ho scritto - prosegue - che stiamo lavorando sul Dna, su come ingegnerizzarlo per far sì che le persone crescano sane. Il Santo Padre mi ha ricevuto, è stato bellissimo. Prima di uscire dalla porta sono tornato da lui e l’ho abbracciato. Capita ‘na volta nea vita!”.
Domanda finale di Domenico Basso a Sammy Basso: “E il futuro?”. Risposta finale di Sammy Basso a Domenico Basso: “E se devo fare la stessa domanda a te?”.
Non poteva esserci una conclusione più Sammy di questa.

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