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Clamoroso: l’articolo contestato dai quartieri della nuova convenzione col Comune sulla gestione del verde pubblico era già inserito nelle convenzioni sottoscritte nel 2016 e 2019 con l’amministrazione Poletto
Pubblicato il 23-03-2023
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“Amnesia”. Dal dizionario online Treccani: “Perdita o diminuzione notevole della memoria, sia generale, estesa cioè a tutti i ricordi, sia parziale, limitata a determinati ricordi, nomi, ecc.”.
Tranquilli: questo non è un articolo di medicina e salute. È un articolo di attualità esteso anche alla politica.
Riguarda infatti il caso del momento che sta scuotendo i muri del Palazzo comunale: la “rivolta” dei quartieri contro la nuova convenzione col Comune riguardante l’affidamento ai consigli di quartiere delle attività di gestione del verde pubblico nei rispettivi rioni.
Il punto 2 dell’art. 4 della convenzione triennale sottoscritta col Comune dai presidenti di quartiere nel 2016 (foto Alessandro Tich)
Ma facciamo un po’ di rewind e torniamo indietro all’incontro stampa convocato lo scorso sabato 18 marzo dall’Intercomitato dei Presidenti di Quartiere.
In quell’occasione i tre rappresentanti dell’Intercomitato - il presidente Mauro Torresan e i due vicecoordinatori Arianna Lunardon e Matteo Bizzotto Montieni - avevano annunciato, a nome di tutti i quartieri bassanesi, il loro rifiuto a firmare la nuova convenzione 2023 col Comune di Bassano per l’affidamento ai quartieri stessi della cura di verde e parchi.
Motivo dell’atto di protesta: la norma della convenzione che prevede la responsabilità dei quartieri, ovvero di chi li rappresenta, in caso di danni a persone o cose nel corso dell’attività di cura del verde ad opera dei volontari dei quartieri medesimi.
“Nel 2021 le convenzioni sono scadute, con la scadenza dei comitati di quartiere - aveva dichiarato il presidente Torresan -. Nel 2022 c’è stata una proroga per poter concludere le attività della gestione del verde e adesso scattano le nuove convenzioni 2023-2025. Nelle nuove convenzioni sono state rese palesi ed evidenti le responsabilità dei presidenti di quartiere.” “Nell’incarico ai presidenti di quartiere volontari - aveva ancora affermato Torresan - ci sono delle responsabilità civili e penali delle quali noi non eravamo edotti completamente, cioè noi avevamo sempre pensato che le responsabilità fossero in carico al Comune o agli uffici tecnici del Comune.”
“Abbiamo dei lavori, abbiamo delle famiglie - aveva aggiunto il vicecoordinatore Bizzotto Montieni - e il rischio di essere messi di mezzo a procedimenti penali o civili e a responsabilità per avvenimenti spiacevoli è una cosa che ci mette in grande difficoltà.”
Da qui la clamorosa decisione di rimandare la convenzione al mittente e di demandare la gestione del verde al Comune. Una cosa, come ho rilevato in quell’articolo, mai accaduta prima.
Apriti cielo: il caso-quartieri è entrato come un elefante nella cristalleria politica comunale.
Il primo a reagire, quasi in tempo reale, è stato il consigliere di minoranza ed ex sindaco Riccardo Poletto, intervenuto con un comunicato sulla “grave spaccatura che si è generata tra tutti i consigli di quartiere cittadini e l’attuale amministrazione comunale”.
“Non essere riusciti in tanti mesi a rinnovare le convenzioni - ha dichiarato Poletto - è umiliante per tutti i volontari, che si sono occupati del verde pubblico per anni, e penalizzante per tutti i cittadini che rischiano di ritrovarsi con parchi pubblici in condizioni disagevoli.”
Ha fatto poi seguito, come ho riportato in un altro articolo lunedì scorso, l’interpellanza delle minoranze in blocco (quattro gruppi di centrosinistra più Movimento 5 Stelle) per il prossimo consiglio comunale nella quale si contesta all’amministrazione Pavan di non aver rinnovato le convenzioni in scadenza nei termini previsti “proponendo a convenzioni scadute ai Presidenti di quartiere di firmare inconcepibili assunzioni di responsabilità e impegni a carico dei volontari, frutto, più che del buon senso, di qualche ragionamento da azzecca garbugli “giustificato” dall’esigenza di dover rispettare astrattamente le interpretabili norme vigenti”. Ma su questo ci ritornerò più avanti.
Oggi si aggiunge, come da articolo precedente, la presa di posizione della capogruppo di Impegno per Bassano Marina Bizzotto che ha dichiarato il sostegno alla protesta dei quartieri “riguardante la convenzione con i quartieri, che coinvolge 22 consigli, che da luglio dello scorso anno chiedono che si trovi una soluzione che soddisfi tutte le parti per la gestione del verde, della sicurezza e della responsabilità”.
Ma anche su questo ci ritornerò nel prosieguo di questo articolo.
Per carità: l’amministrazione Pavan non ha certamente brillato nelle tempistiche richieste dal rinnovo delle convenzioni. Peccato però che tutto quanto sopra esposto rappresenti un incredibile caso di amnesia collettiva. Amnesy International.
Perché sulla tanto contestata questione della responsabilità dei quartieri per eventuali danni a persone o cose emerge un retroscena clamoroso.
Il punto della discordia è contenuto nel testo della nuova convenzione 2023-2025, avente per titolo “Convenzione per miglioramento condizioni ambiente in quartiere…”, dove i puntini corrispondono allo spazio in cui poi va scritto il nome del quartiere che sottoscrive l’accordo. E si tratta precisamente del punto 2 dell’articolo 4. Il quale, dopo che al punto 1 si specifica che “Il Comune ha consegnato in precedenza al Quartiere in comodato gratuito le seguenti apparecchiature utili:… …”, recita quanto segue:
“La responsabilità per l’uso di tali apparecchiature consegnate resta a carico del consegnatario, come la relativa manutenzione.”
È l’unico punto della convenzione in cui viene scritta la parola “responsabilità”.
Ma visto che oggi sono in vena di rewind e cioè di riavvolgimento del nastro all’indietro, con un colpo di bacchetta magica faccio comparire sulla mia scrivania due delibere di giunta del Comune di Bassano del Grappa, approvate dalla giunta stessa e risalenti al mandato dell’amministrazione Poletto.
La prima delibera è la n. 74 del 5 aprile 2016, avente ad oggetto “Approvazione dello schema di convenzione con i consigli di quartiere per la gestione del verde pubblico” e valida per il triennio 2016-2019.
La seconda delibera è la n. 63 del 12 marzo 2019, avente ad oggetto “Approvazione dello schema di convenzione con i consigli di quartiere per la gestione del verde pubblico. Triennio 2019-2020-2021”.
Entrambe le delibere allegano il testo della convenzione di cui all’oggetto. E quella del 2019 è l’ultima convenzione che è stata sottoscritta dai presidenti di quartiere, con scadenza poi prorogata al 2022, come ha spiegato il già citato presidente dell’Intercomitato Torresan.
Ebbene: al punto 2 dell’articolo 4 delle due convenzioni sottoscritte dai quartieri nel 2016 e nel 2019 con la precedente amministrazione, la responsabilità dei quartieri non solo è messa nero su bianco come nella convenzione 2023, ma è addirittura specificata in modo ancora più esplicito, con le stesse seguenti parole in entrambi gli atti:
“Ogni responsabilità per l’uso delle apparecchiature e macchinari concessi in comodato nei confronti di eventuali danni arrecati a persone o cose resta a carico del Consiglio di Quartiere.”
Responsabilità dei quartieri per gli eventuali danni a terzi conseguenti all’uso delle apparecchiature in dotazione? Déjà vu, almeno da sette anni a questa parte.
E qui torniamo inevitabilmente al concetto di amnesia.
Amnesia dei quartieri, che non si ricordano che la responsabilità per danni è sempre stata inserita, allo stesso punto dello stesso articolo, nelle ultime tre convenzioni.
Amnesia delle minoranze di centrosinistra e dell’ex sindaco Poletto, che non si ricordano che il tanto contestato articolo che impone ai presidenti di quartiere “di firmare inconcepibili assunzioni di responsabilità”, punto di rottura tra i quartieri e l’amministrazione attuale, era già contenuto nelle convenzioni sottoscritte quando erano loro a governare la città.
Da un punto di vista della logica elementare è difficile trovare una spiegazione a un’incongruenza del genere. Non è così se collochiamo invece la questione dal punto di vista della logica politica, che dopo sette anni di quieto vivere sulla responsabilità dei quartieri imposta dalle leggi e normative vigenti (D. Lgs. 81/2008 ovvero Testo Unico sulla Sicurezza, D. Lgs. 117/2017 ovvero Codice del Terzo Settore) fa scoppiare il caso a poco più di anno dalle prossime elezioni comunali a Bassano.
La polemica fatta esplodere dai rappresentanti dei quartieri, o da chi per essi, è infatti un invito a nozze per chi vuole rompere le uova nel paniere dell’attuale sindaco Pavan e dell’attuale coalizione di centrodestra.
E non mi riferisco solo ai gruppi di centrosinistra. Mi riferisco anche a Impegno per Bassano, la civica a cui è vicino il vicecoordinatore dell’Intercomitato dei Presidenti di Quartiere Matteo Bizzotto Montieni, per quanto non faccia più parte del direttivo di Impegno da più di un anno.
La novità politica del momento è costituita dall’interpellanza protocollata dalle minoranze in blocco per il prossimo consiglio comunale. Ora quell’interpellanza è stata ri-protocollata con un’integrazione significativa: la firma, che si aggiunge a quella dei consiglieri di opposizione, della capogruppo di Impegno per Bassano Marina Bizzotto.
La nuova interpellanza contiene alcune modifiche rispetto al testo della prima versione resa nota lunedì, ma non cambia l’impianto delle accuse. Con la medesima richiesta conclusiva di sapere dal sindaco e dall’amministrazione comunale “come intendano dare piena attuazione ai principi stabiliti dall’articolo 47 dello Statuto Comunale”, quello che regola i rapporti tra il Comune e i quartieri, “ripristinando l’operatività nei quartieri per scongiurarne di fatto la chiusura”.
Epilogo.
Nel comunicato stampa di Marina Bizzotto che ho riportato oggi, e come ho già ricordato anche nelle righe sopra, la capogruppo di Impegno per Bassano rimarca il problema della “convenzione con i quartieri, che coinvolge 22 consigli, che da luglio dello scorso anno chiedono che si trovi una soluzione che soddisfi tutte le parti per la gestione del verde, della sicurezza e della responsabilità”.
“Tutti i quartieri hanno espresso preoccupazione, non solo uno o due”, aggiunge.
Riguardo al fatto di avere apposto la sua firma sull’interpellanza delle minoranze relativa ai quartieri - ma anche su un’interrogazione delle stesse minoranze sulla situazione delle mense scolastiche comunali - la capogruppo di Impegno dichiara che si tratta di “due sollecitazioni venute dai bassanesi, non politiche”.
Non posso dirlo per il tema delle mense scolastiche. Ma sul fatto che la levata di scudi dei consigli di quartiere - per un articolo di convenzione in materia di sicurezza e responsabilità “improvvisamente” scoperto dopo sette anni - sia una questione “non politica”, c’è in inglese un modo di dire che fa così: tell me another one, “raccontamene un’altra”.
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