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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Presa di opposizione
Da terremoto finanziario a terremoto politico: il caso Isacc con l’aumento delle rette prende di mira sindaco e assessore al Sociale e scuote la maggioranza di Bassano. Tra gli attacchi politici si aggiunge anche quello del PD
Pubblicato il 26-02-2023
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Dunque, dove eravamo rimasti?
Ah, sì: alla clamorosa conferenza stampa di ieri della lista civica di maggioranza (?) Impegno per Bassano che ha lanciato una scarica di accuse nei confronti del sindaco Elena Pavan in merito al caso Isacc e in particolare alla gestione politico-amministrativa dell’aumento delle rette della Casa di Riposo di cui il sindaco di Bassano, secondo le accuse di Impegno, non si sarebbe fatta carico per le prerogative di sua competenza presso la Conferenza dei Sindaci dell’Ulss e presso la Regione Veneto.
Il caso va inquadrato in origine come un terremoto finanziario, nelle fattispecie per le famiglie degli ospiti che si ritrovano ora sul collo aumenti, per la maggiore rata annuale massima, che vanno dai 2.300 ai quasi 6000 (a onor del vero per un solo ospite su 280) euro all’anno.
Un’ala della Residenza Pazzaglia-Basso-Sturm della Casa di Riposo di Bassano (foto Alessandro Tich)
Le cause degli aumenti sono state ampiamente spiegate dal CdA di Isacc e anche da Impegno per Bassano, il cui consigliere di direttivo Giuseppe Balestrieri - va sempre ricordato per capire meglio i termini della questione - è anche il vicepresidente del Consiglio di Amministrazione dello stesso Isacc.
Tuttavia, per le famiglie degli ospiti il risultato non cambia, anche se all’ordine del giorno della prossima riunione del CdA dell’ente è inserita la voce “Verifica rette 2023”.
Vanno senz’altro compresi i problemi a monte che hanno provocato l’impennata delle somme a carico dei familiari. Tra questi: l’esubero oltre i limiti di legge di 2 milioni e 300.000 euro in premi e incentivi per il personale concesso dalle precedenti gestioni dell’istituto e oggetto di un piano di risanamento concordato dall’attuale CdA con la Corte dei Conti; l’accumulo di 1 milione e 400.000 euro di oneri sociali per l’assenteismo legittimo dei dipendenti, totalmente a carico dell’ente e non dell’Inps; l’abnorme aumento degli ultimi mesi - problema comune a tutte le Ipab - del costo delle materie prime e dell’energia.
Si aggiunge la “mazzata” decisiva firmata Regione Veneto: la mancata riconferma del contributo di 56 euro al giorno pro capite per gli ospiti non autosufficienti, sceso alla quota di 52 euro. 4 euro in meno al giorno che, sommati per tutti i giorni dell’anno e moltiplicati per il numero degli ospiti non autosufficienti dell’Ipab bassanese, hanno creato il buco definitivo da coprire.
È questa la questione su cui Impegno per Bassano ha preso di mira il sindaco Pavan, dichiaratamente accusato di non aver posto il problema all’attenzione della Conferenza dei Sindaci per andare in Regione a battere i pugni chiedendo il ripristino delle quote tagliate, con conseguente diminuzione degli aumenti delle rette.
Ma, lo ripeto, per le famiglie degli ospiti il risultato non cambia.
Qualunque sia l’origine dell’incremento delle quote da pagare, al tot del mese vanno pagate, con inesorabile scadenza sul conto corrente.
Intanto, la vicenda dell’aumento delle quote - primo, ma non unico oggetto del contendere sulla gestione della Casa di Riposo - da terremoto finanziario si è trasformato in terremoto politico.
Ad accendere la miccia sono state le minoranze che per prime in ordine cronologico hanno scoperchiato la pentola, con l’Ordine del Giorno protocollato per il consiglio comunale di dopodomani martedì 28 febbraio con cui si invita il CdA dell’ente a dimettersi e il sindaco e alla giunta a “fare tutto ciò che è in loro potere per risolvere la difficile situazione che si è venuta a creare”.
Al netto poi del campionato mondiale di ping-pong tra il sindaco Pavan e il CdA di Isacc, con le reciproche accuse e le reciproche dichiarazioni di sfiducia, la vera strada del non ritorno è un’altra.
Ed è proprio la presa di posizione - o, per meglio dire, presa di opposizione - di Impegno per Bassano nei confronti di Elena Pavan.
Una frattura che sarà assai difficile ricucire nell’anno e qualche mese che rimane all’attuale amministrazione comunale per concludere il proprio mandato amministrativo. E che fa prefigurare la presenza della civica dell’ex vicesindaco Marin all’interno della maggioranza, in mancanza di un eventuale divorzio consensuale anticipato, come una convivenza forzata da separati in casa.
In politica è sempre possibile tutto e il contrario di tutto: ma dopo le dichiarazioni rese in conferenza stampa dai referenti di Impegno per Bassano nulla potrà più essere come prima.
A rendere ancora più pesante il clima interno in via Matteotti sono gli attacchi che, oltre a quelli riservati al sindaco, hanno preso di mira l’assessore comunale al Sociale Mavì Zanata, esponente di giunta in quota Lega. Attacchi tecnici, per voce del CdA dell’ente. Attacchi politici, ancora per voce di Impegno. La si accusa, in vari modi e per varie ragioni, di “assenza totale” nei rapporti tra Comune e Casa di Riposo.
Non approfondisco in questa sede quello che sta emergendo come un “caso nel caso” all’interno della bufera Isacc. Va comunque rilevato che si tratta di una polemica senza precedenti riguardo a un assessorato che dovrebbe porre ai primi posti della sua agenda le problematiche della struttura pubblica - per quanto non partecipata direttamente dal Comune - di accoglienza e assistenza per gli anziani.
L’“inverno caldo” della Casa di Riposo è ancora lungi dal terminare.
Come ho già scritto, martedì 28 febbraio alle 18.30, in concomitanza con l’inizio dei lavori del consiglio comunale, si svolgerà quello che ho ribattezzato il Coro Seduto: il sit-in di protesta indetto in piazza dai sindacati, di fronte al municipio.
Nel frattempo, nel coro di attacchi politici all’amministrazione sulla gestione del caso Isacc si aggiunge anche quello del Circolo di Bassano del Grappa del Partito Democratico, che ha trasmesso in merito in redazione un comunicato stampa che pubblichiamo di seguito:
COMUNICATO
Caso Isacc: servono soluzioni, non battibecchi.
La frattura che si è creata tra i vertici dell’Isacc di Bassano e la stessa amministrazione che li ha nominati è ormai insanabile.
Il problema però resta: l’aumento delle rette, la mancanza di personale e la generale insoddisfazione dei pazienti.
“Quello dei conti in rosso è un problema che va avanti da anni, chiunque ne è a conoscenza. Anche durante la passata amministrazione si erano attuati dei bandi con CariVerona per cercare di migliorare il servizio ai degenti” interviene Erica Bertoncello, già Assessore ai Servizi Sociali e alle Persone dell’amministrazione Poletto, che prosegue “È la mancata collaborazione proprio tra amministrazione Pavan e il cda che li ha spinti verso una china da cui sarà difficile rialzarsi.
Sindaca Pavan e Assessore Zanata sono state assenti per 3 anni, ora cercano di scaricare le colpe unicamente sul cda. Una tecnica già ampiamente usata da questa giunta.”
“Quella del personale è un altro scaricabarile preoccupante. Nessuno vuole assumersi le proprie responsabilità. Così si continua solo a cercare un colpevole piuttosto che trovare soluzioni pratiche che vadano oltre la privatizzazione” l’intervento di Domenico Riccio, Responsabile Comunicazione del PD di Bassano, che insiste “Molti dei lavoratori che abbiamo sentito in questi anni lamentano proprio la mancanza di comunicazione sia col cda che con l’amministrazione comunale. In tanti addirittura hanno presentato le dimissioni per andare in posti di lavoro più sicuri vista la situazione dell’Isacc che preoccupa i dipendenti tanto quanto i degenti e i loro familiari”
Delle soluzioni ci sarebbero, come la legge per la riforma delle Isacc che però è ferma in Regione da anni. Regione governata dalla stessa Lega che amministra Bassano.
Ma la colpa è sempre di qualcun altro.
Partito Democratico
Circolo di Bassano del Grappa
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