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Alessandro TichAlessandro Tich
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Caso Isacc: il CdA della Casa di Riposo convoca la stampa per fornire la propria versione dei fatti. Il presidente Peserico: “Anch’io non ho più fiducia nel mio sindaco, ma non per questo le ho chiesto di dimettersi”

Pubblicato il 24-02-2023
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Datemi una forchetta, per favore. Alla Casa di Riposo di Bassano si avverte infatti una tensione che si taglia con il coltello.
Neanche a farlo apposta, appena arrivo nella sede di Residenza Pazzaglia-Basso-Sturm noto un crocchio di persone fuori dall’ingresso. Un familiare di un ospite si sta lamentando per l’improvviso aumento delle rette, alcune operatrici cercano di spiegargli che gli aumenti “sono stati comunicati nel portale”, che l’informazione c’è stata, eccetera.
Il familiare poi se ne andrà via, per usare un eufemismo, con un’espressione del viso poco conciliante.

I tre membri del CdA. Da sinistra: il vicepresidente Giuseppe Balestrieri, il presidente Clemente Peserico, il consigliere Sergio Gamba

Sono qui perché assieme ai colleghi delle altre testate cittadine sono stato invitato a una conferenza stampa del Consiglio di Amministrazione di Isacc, l’istituto che amministra la Casa di Riposo, preso di mira dalla dichiarazione di sfiducia del sindaco Pavan e dalla sua maggioranza. Oggetto dell’incontro coi giornalisti: “Presentazione della reale situazione della Casa di Riposo in relazione al suo futuro”.
A fornire la propria versione dei fatti sono i tre componenti del CdA rimasti in carica dopo le dimissioni dei due consiglieri, nonché medici, Antonio Iavernaro e Giovanni Mario Meneghetti. Vale a dire il presidente Clemente Peserico, il vicepresidente Giuseppe Balestrieri e il consigliere Sergio Gamba. Presente a latere dell’incontro, ma senza intervenire, il presidente del Comitato familiari della Casa di Riposo Mauro Bittante.
“Ringrazio il sindaco per aver riconosciuto che almeno per il 50% siamo riusciti a risolvere i problemi dell’ente - esordisce il presidente Peserico, riferendosi alla messa in regola dei conti dell’istituto -. Non lo ringrazio per il mancato apprezzamento per quello che abbiamo fatto nell’altro versante.”
Peserico rispedisce al mittente le accuse di “mancata trasparenza”.
Tira fuori un plico di 67 fogli: “Sono 67 pagine di chat tra me e il sindaco in questi tre anni, che non comprendono gli allegati e i documenti.”
“Sotto l’aspetto formale - continua - abbiamo incontrato più volte la IV° commissione consiliare e i verbali di commissione lo attestano. Si aggiungono i vari incontri informali in maggioranza e con la giunta. L’incontro in giunta dello scorso 22 dicembre era stato da noi richiesto il 28 novembre.”

Il presidente presenta un documento che sarebbe stato inviato al Comune in caso di dimissioni in blocco del CdA, nel quale si replica all’osservazione della “scarsa attrattività dell’ente confermata da 150 posti vuoti, sintomo di malessere”.
A parlare sono i numeri degli ingressi in Casa di Riposo: 155 nel 2018, 173 nel 2019, 103 nell’anno del Covid 2020, 148 nel 2021, 202 nel 2023.
“Nel 2020 con lo scoppio della pandemia abbiamo avuto 103 ingressi e 203 decessi, a cui si sono aggiunte 36 dimissioni con trasferimento in altre strutture. Quei 150 posti sono la diretta conseguenza del saldo negativo dell’anno del Covid.”
Peserico prende di mira anche l’assessore comunale al Sociale Mavì Zanata: “Non si è mai vista venire a trovare i nostri ospiti. La nostra dirigente socio-assistenziale l’ha conosciuta solo alla IV° commissione.”
Riguardo all’osservazione che “il clima va migliorato”: “Abbiamo impegnato il massimo delle risorse affinché i dipendenti lavorino con passione per dare un servizio migliore ai nostri ospiti.”
Con tutta una serie di investimenti: letti di ultima generazione per gli ospiti, rinnovo macchinari e attrezzature della cucina, presìdi antidecubito, sollevatori che agevolano il lavoro dei 42 Oss su 240 dipendenti che presentano “limitazioni di servizio”, l’avvio di corsi di formazione del personale che erano fermi al 2014 e che comprendono anche i corsi sulle nuove emergenze come Alzheimer e demenze senili, il nuovo Nucleo Demenze che sarà inaugurato tra una ventina di giorni, la nomina del dirigente socio-assistenziale Diana Castellan.
È stato inoltre siglato il nuovo contratto di lavoro decentrato aziendale che era fermo al 2016 assieme a “nuovi atti di performance meritocratiche” per premiare i risultati dei singoli dipendenti senza più ricorrere agli incentivi a pioggia.
La coperta del fondo decentrato da cui attingere per i premi e incentivi al personale è infatti molto corta. Al suo insediamento il CdA ha rilevato che nei dieci anni precedenti sono stati pagati 2 milioni e 300mila euro di premi oltre il limite concesso dalla legge. Tramite un accordo con la Corte dei Conti è stato concordato un piano di rientro di tale somma in 36 anni. È una delle cause, ma non la principale, che ha portato all’aumento delle rette.

Il CdA chiarisce in primo luogo l’entità degli aumenti.
A fronte della notizia diffusa dall’amministrazione comunale di aumenti mensili “fino a 1500 euro”, precisa che si è trattato di un mero errore di caricamento dei dati relativi a 10 ospiti. Le famiglie sono state già contattate e il disguido sarà ripianato alla prossima scadenza.
Per un solo ospite degli attuali 284, che usufruisce di tutti i servizi, si registra una maggiorazione di 679 euro mensili. Per tutto il resto, secondo la tabella sulla situazione delle rette, il massimo aumento riguarda appunto il già citato ospite senza IDR ante 2019 (maggiore rata mensile massima con costo di stanza singola e lavanderia: 679,31 euro) e 3 ospiti con assistenza a titolo privato (618,47).
Per questi ultimi, in attesa di valutazione Svama, viene applicata la tariffa massima di 112 euro al giorno per un massimo di 45 giorni: una volta valutati passano in altre categorie. Per le altre categorie gli aumenti mensili sono compresi in una forbice fra 344 e 588 euro con stanza singola e lavanderia e fra 91 e 334 euro senza costo di stanza e lavanderia.
La notizia è che il CdA aveva messo in guardia l’amministrazione comunale sulla prospettiva dell’aumento delle rette ancora nel 2020: “In IV° commissione, in giunta e in maggioranza abbiamo detto che i problemi ce li avremo fra qualche anno, dopo il Covid e i decessi per Covid.”
I nodi sono venuti al pettine con il pre-consuntivo 2022 che ha fatto registrare una perdita di 336.000 euro. “Il 31 dicembre 2022 abbiamo esaurito il ricorso straordinario agli accantonamenti. Con le nuove rette il bilancio di previsione indica una perdita di 784.000 euro. Faremo man bassa di tutte le riserve, con minori ammortamenti. Il 31 dicembre 2023 avremo prosciugato il fondo del barile.”
“Senza l’aumento delle rette il bilancio si sarebbe chiuso con una perdita di 1 milione e 800mila euro - sottolinea Peserico -, con la prospettiva della chiusura dell’ente in tre anni.”

C’è un’altra voce che è all’origine del ritocco al rialzo delle rette.
Sono i costi sociali dell’assenteismo, relativi alle assenze - tutte legittime, per permessi, malattia, maternità, congedi parentali eccetera - del personale.
Al 31 dicembre 2022 il tasso di assenteismo è stato di 59,75 giorni pro capite all’anno, escluse le ferie, per un costo di 1 milione e 400.000 euro, interamente a carico dell’Ipab. “1,4 milioni di oneri sociali a carico dell’ente anziché dell’Inps - dichiara il presidente - mi costringono a fare le rette che non vorrei mai fare.”
Sono tutti problemi su cui, come afferma Peserico, la disponibilità dell’ente a confrontarsi con l’amministrazione comunale è sempre stata totale.
“Il 26 aprile 2020 mi sono fatto dare dal sindaco i numeri di tutti i consiglieri, di maggioranza e opposizione, chiedendo di chiamarmi in qualsiasi momento. In commissione nel 2020 abbiamo lanciato il nostro primo grido di allarme, avvertendo che nel 2023 avremmo avuto seri problemi. L’assessore Zanata ha dichiarato che il Comune interviene a sostegno negli ospiti meno abbienti con 500.000 euro all’anno: il nostro istituto nel 2022 ne ha ricevuti 45.268. Il sindaco, che parla di mancanza di comunicazione, io l’ho visto in commissione solo l’ultima volta.”
Sbotta il presidente: “Respingo al mittente tutte le accuse che sono state fatte a questo CdA e a questo ente.”
E qui si aggiunge, in questo fiume in piena di repliche, la questione dello studio di fattibilità affidato ad un legale sulla possibile variazione della personalità giuridica dell’istituto.

Afferma il presidente: “Non si tratta di privatizzazione, ma di de-pubblicizzazione dell’ente. Senza un aiuto strutturale della Regione, col Veneto e la Sicilia che non hanno ancora fatto la riforma delle Ipab, con lo Stato che si è dimenticato di noi eliminando le Ipab dal Decreto Ristori, c’è la necessità di garantire la continuità dell’ente.”
“A noi interessa riavviare una riorganizzazione del servizio di assistenza, come già fatto da altri istituti - prosegue -. Il modello può essere quello della Fondazione privata di servizi socio-assistenziali per la gestione dell’ente, con tutte le garanzie per il personale dipendente che potrebbe continuare ad optare per il contratto pubblico.”
“In questo modo ci libereremmo dal giogo del fondo decentrato e dall’obbligo delle limitazioni di legge per i premi e gli incentivi.”
Dalla “dipendenza” dal settore pubblico consegue anche un altro grosso problema.
È la questione di Villa Serena. Nel 2027 scadrà il contratto di comodato d’uso con cui il Comune di Bassano ha concesso la sede, che attualmente ospita 150 persone, all’istituto Isacc. “Villa Serena non è efficace, non è efficiente, non era destinata a questo uso - incalza Peserico -. Sta per essere adeguato l’impianto antincendio, il costo di 300.000 euro dovrebbe essere a carico del Comune ma lo paghiamo noi. Non possiamo non adeguare l’impianto, ma per una sede che dovrebbe chiudere fra quattro anni sono soldi buttati.”
“Abbiamo più volte chiesto all’amministrazione comunale: cosa volete fare per Villa Serena? La lasciate? La mettete a posto? Intervenite o fate finta di niente? Non abbiamo ricevuto nessuna risposta.”
Per il Cda di Isacc il futuro è segnato. È in fase di studio di fattibilità il progetto di costruzione di una nuova ala della Residenza Pazzaglia-Basso-Sturm, area di proprietà dell’Ipab, per abbandonare il complesso di Villa Serena e concentrare la Casa di Riposo in un’unica sede. Costo stimato: 12 milioni di euro, di cui 4 a carico dell’ente e 8 attinti dai fondi rotativi della Regione. Qui si concentrerebbero tutti i 300 posti della Casa di Riposo: gli ulteriori 150 posti accreditati verrebbero ridistribuiti ad altri istituti. “La sede unica genererebbe economie di scala che consentirebbero rette popolari.”

C’è dunque molta carne al fuoco nell’agenda del CdA di Isacc.
Riguardo intanto all’immediato, il 27 febbraio è in programma la prossima riunione del Consiglio di Amministrazione che prevede, oltre all’approvazione del bilancio 2023, la “verifica rette 2023”.
Rispetto alla richiesta da parte di sindaco e maggioranza di “fare un passo indietro” il presidente replica: “Il CdA intende fare un passo avanti. Chiederemo subito la surroga dei due consiglieri che hanno dato le dimissioni, come previsto dalla norma.”
Una presa di posizione che offre a Peserico lo spunto per rilasciare la dichiarazione del giorno: “Anch’io non ho più fiducia nel mio sindaco, ma non per questo le ho chiesto di dimettersi.”

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