Pubblicità

Black Friday

Pubblicità

Black Friday

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

A gentile richiesta

Sono più “gentili” gli atti di maleducazione delle persone o i cartelli che sul territorio li prendono di mira?

Pubblicato il 15-02-2023
Visto 7.604 volte

Pubblicità

Black Friday

“Se vedete una cacca di cane è perché è passato un cane con un padrone di merda”.
Pura poesia. È la scritta su un cartello conficcato su un’aiuola davanti a un’abitazione a Campolongo sul Brenta.
Si tratta ovviamente di un messaggio che avrà il suo perché, frutto dell’esasperazione di qualche cittadino campolonghese, costretto a ripulire più o meno continuamente le deiezioni canine sullo spazio verde di casa a pochi passi dal sentiero del Brenta.

Foto Alessandro Tich

Cartelli come questi - e ce ne sono tanti in giro - mi hanno sempre interessato.
Sono infatti, nel loro piccolo e a modo loro, degli “indicatori sociali”.
Segnali in primo luogo linguistici di un clima di convivenza civile, sobillato anche dai social, a cui basta poco per innescare l’arma bianca delle parole ostili, al netto dei comportamenti che le hanno motivate.
Per la famosa legge degli opposti, ogni volta che mi imbatto in cartelli di questo tipo e penso agli atti che li hanno originati mi viene in mente il “corso di gentilezza” inventato dalla mia cara amica e collega giornalista Angelica Montagna, a cui l’anno scorso abbiamo anche dedicato due articoli sul nostro portale.
Angelica è l’ideatrice e autrice di un “manuale di gentilezza” rivolto agli alunni delle prime tre classi delle elementari. La pubblicazione, intitolata “Tutti a scuola. Corso di gentilezza. Buone norme di comportamento” è già stata adottata come libro di testo nelle scuole primarie di diversi Comuni del comprensorio. Una lodevole opportunità per coltivare il seme della cortesia nelle giovanissime menti degli scolari del territorio.
È un’iniziativa di promozione della gentilezza che è rivolta ai bambini, ma è anche un modo per noi adulti, come mi ha detto l’autrice nell’intervista rilasciata a Bassanonet, di metterci tutti una mano sulla coscienza in questo senso.
E sicuramente un bel ripasso sul tema farebbe bene ai tanti, troppi maleducati che in barba alle “buone norme di comportamento” abbandonano le feci dei loro cani per strada, gettano le cartacce o le cicche per terra, lordano spazi pubblici o privati, parcheggiano in divieto, se ne fregano del prossimo e via trasgredendo.
E più costoro approfittano della licenza di fare i...cani propri, più aumentano gli iscritti al partito dell’animosità comunicativa nei loro confronti.
Ricordo ancora, tempo fa, il cartello che campeggiava in bella vista sull’aiuola prospiciente un noto negozio in via Roma a Bassano: “Questa è un’aiuola non un pisciatoio per cani”.
Oggi quel cartello, che attentava al decoro del centro storico esattamente come le minzioni canine prese a bersaglio, non c’è più. Ma resta un esempio paradigmatico del perenne rapporto conflittuale fra gli anonimi trasgressori delle regole e le incolpevoli vittime dei loro atti di maleducazione.
C’è naturalmente modo e modo di scrivere avvisi e di comunicare messaggi contro gli atti maleducati. Più di qualcuno, tuttavia, ritiene che gli autori di comportamenti poco civili meritino un trattamento corrispondente, fatto di parole a loro volta poco urbane.
Come la scritta appesa sopra il water nella toilette di un pubblico esercizio di Possagno: “Quello che avete in mano non è un idrante, centrate il buco”.
Pura eleganza canoviana. Entri in quel locale con la gioia di degustare un buon dolce o un caffè e ne esci con la sensazione di un certo disagio, anche se il buco lo hai pienamente centrato.
Forse - anche se oggi, e soprattutto dopo il Covid, viviamo in un mondo più “cattivo” - è proprio vero che esprimendo determinate richieste o rimostranze in modo gentile si ottengono, paradossalmente, maggiori risultati.
Perché al contrario accade di frequente che chi di astio ferisce, di astio perisce.
A Solagna, ad esempio, c’è un cartello la cui scritta meriterebbe la foto di copertina del manuale di gentilezza di Angelica: “Le merde dei vostri cani portatevele a casa vostra”.
Dal punto di vista linguistico è un perfetto concentrato di avversione: per la scelta dei vocaboli, per il concetto filosofico espresso (la propria casa, e non i cestini dell’immondizia, come luogo di smaltimento delle merde), per il tono della poco amichevole ordinanza privata.
Non si tratta peraltro di un cartello qualsiasi, ma di un fine lavoro artigianale.
È creato su una tavola di legno, le parole sono intagliate e ridipinte, è intagliata anche una serie di puntini tra una parola e l’altra e i quattro angoli della tabella sono intarsiati da altrettanti fregi.
Chi lo ha realizzato vi ha quindi dedicato tempo, ispirazione e abilità manuale.
E lo ha fatto anche più volte, dal momento che lo stesso cartello è stato replicato ed affisso su varie recinzioni delle stradine circostanti la chiesa, il patronato e l’abitazione del diretto interessato.
Guarda caso, più di una volta proprio su queste stradine adornate dai cartelli ho notato vari “ricordi” biologici lasciati da qualche cane di passaggio. E quando parlo di cane, intendo ovviamente un cane col padrone al seguito. La prova scientifica che un cartello di tale asprezza, più che generare un effetto deterrente, può invece istigare qualcuno a rendere pan per fo-cacca.
E allora: sono più “gentili” gli atti di maleducazione delle persone o i cartelli che sul territorio li prendono di mira?
Da una parte, è il segno di una serpeggiante inciviltà sempre pronta a manifestarsi, e non certo da oggi, noncurante del decoro urbano, del bene comune e della proprietà altrui.
Dall’altra, vista la malevolenza dei messaggi sui cartelli, si coglie l’impressione di una certa ostilità a prescindere, che ci fa sentire persone sgradite anche se ci comportiamo per bene, raccogliamo i bisogni delle nostre bestiole e non gettiamo cicche per terra.
Sono due “gentilezze” che si rincorrono, che si sfidano reciprocamente e che fondamentalmente non risolvono il problema di un’educazione civile che si concede troppo spesso delle sgarbate libertà.
È insomma il cane che, dopo aver fatto la cacca, si mangia la coda.

Pubblicità

Black Friday

Più visti

1

Politica

16-11-2024

La cena delle beffe

Visto 9.769 volte

2

Attualità

17-11-2024

Re Monato

Visto 9.613 volte

3

Attualità

16-11-2024

Gentili ascoltatori

Visto 9.522 volte

4

Attualità

14-11-2024

L’Anitrav selvatica

Visto 9.208 volte

5

Attualità

15-11-2024

Midnight in Paris

Visto 9.077 volte

6

Politica

18-11-2024

Sfida all’O.K. Fincal

Visto 8.883 volte

7

Attualità

18-11-2024

Speriamo che sia femmina

Visto 8.803 volte

8

Politica

14-11-2024

L’Italia s’è destra

Visto 8.714 volte

9

Attualità

19-11-2024

Il dirigibile sul Polo

Visto 6.804 volte

10

Attualità

19-11-2024

Demolition Man

Visto 6.758 volte

1

Attualità

08-11-2024

SuperSanta Pedemontana

Visto 17.819 volte

2

Politica

30-10-2024

Un salto nel vuoto

Visto 15.360 volte

3

Attualità

29-10-2024

Englishman in Bassano

Visto 12.195 volte

4

Politica

24-10-2024

Vern-illo tempore

Visto 12.071 volte

5

Politica

30-10-2024

Azione e Reazione

Visto 12.062 volte

6

Attualità

08-11-2024

Fincommissariato

Visto 11.568 volte

7

Attualità

26-10-2024

Una Gaia apertura

Visto 11.142 volte

8

Attualità

25-10-2024

Pregiato Mangimificio Bassanese

Visto 11.071 volte

9

Politica

04-11-2024

Money for Nothing

Visto 10.983 volte

10

Attualità

12-11-2024

Centro di gravità permanente

Visto 10.747 volte