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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

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San Silvestro a San Lazzaro

Lettera aperta al sindaco Pavan dell’associazione A.RI.A bassanese. “Auguriamo alla nostra Città che il nuovo anno sia all’insegna di trasparenza e partecipazione, perché crediamo che il 2022 non lo sia stato”

Pubblicato il 02-01-2023
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Innanzitutto, Buon 2023 a tutti.
Un Anno Nuovo che inizia giornalisticamente dove si era concluso l’Anno Vecchio.
E cioè con la sempre più dibattuta questione, che a quanto pare non conosce giorni di vacanza, della possibile destinazione urbanistica produttiva che pende sul futuro dell’area agricola di via Riva Bianca e via Rambolina a San Lazzaro.

L’area di via Riva Bianca a San Lazzaro (foto Alessandro Tich)

Un argomento che sta generando nuove discussioni, rinfocolate dalle dichiarazioni rese dal sindaco Elena Pavan nella sua intervista di fine anno al Giornale di Vicenza.
Ed è di fine anno (datata 31 dicembre 2022) ma è arrivata solo oggi alle redazioni una lettera aperta al sindaco di Bassano trasmessa dalla Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale (A.RI.A bassanese). San Silvestro a San Lazzaro.
Nella lettera viene fatto il punto sulle questioni aperte della complessa vicenda, con un forte tono critico nei confronti del sindaco stesso e della sua amministrazione, come dal testo che segue:

LETTERA APERTA AL SINDACO DI BASSANO

Buonasera Sindaco.

Con questa lettera intendiamo farLe sapere che anche noi di A.RI.A bassanese siamo molto dispiaciuti, così come si è detta dispiaciuta Lei nelle dichiarazioni rilasciate ieri ad un noto quotidiano locale. Noi lo siamo proprio a causa delle parole che abbiamo letto, dove dice che ‘non c’è stato il tempo di organizzare un dibattito della Città su San Lazzaro’.
Siamo fortemente amareggiati perché i Cittadini e le Associazioni, la nostra in primis, si sono tenacemente impegnati per organizzare diverse serate informative e incontri con dibattiti e discussioni (potremmo produrre un lungo elenco di date, lettere, inviti, comunicati, …), invitandoLa - assieme alla Giunta e ai Consiglieri comunali e regionali - a partecipare.
Per il ‘principio di sussidiarietà espresso dalle ‘Carte’ fondamentali della vita politica comunale, regionale e nazionale, riteniamo quindi che la Città li abbia organizzati questi momenti di confronto sulla tematica della preservazione dei Campi a San Lazzaro e del consumo di suolo, eccome!
Ma purtroppo questi appuntamenti non hanno avuto il contributo della Sua presenza, o quella di un qualche Suo delegato.
Non abbiamo nemmeno ricevuto risposta da parte Sua agli inviti inoltrati, mentre l’abbiamo ricevuta da qualche Assessore e Consigliere che era impossibilitato a partecipare e perfino dal Presidente Zaia, in occasione dell’ultima serata del 14 dicembre scorso.

Inoltre i Cittadini hanno presentato una Petizione - non una semplice raccolta firme! - che avrebbe dovuto ricevere una risposta ufficiale entro il 16 ottobre 2022: i necessari momenti di discussione sulla Petizione avrebbero potuto costituire un valido e opportuno momento di confronto all’interno delle Istituzioni preposte, benché senza la possibilità da parte dei Cittadini di interagire.
Purtroppo nessuna risposta è stata data, nonostante quanto previsto dallo Statuto comunale. E di giorni, dal 30 giugno scorso, ce ne sono stati, per ‘organizzare un dibattito della Città’.

Intendiamo ricordarLe, ancora una volta, che nello Statuto comunale, così come nella Costituzione, ci sono specifiche prescrizioni sulla tutela dell’ambiente, sui diritti alla salute, all’uguaglianza, alla partecipazione e ancora una volta sottolineiamo quello che Lei stessa ha scritto nel Documento del Sindaco che ha prodotto all’inizio del Suo mandato sulla tutela del suolo e gli altri passaggi che abbiamo evidenziato in precedenti comunicazioni.

Intendiamo anche ricordarLe le dichiarazioni che la Sua Maggioranza ha rilasciato pochi mesi or sono sull’area Rivabiancche hanno statuito per voce dell’Assessore all’Urbanistica e del presidente della Commissione Terza, nel corso di riunioni pubbliche e interviste, che l’Amministrazione era orientata a dire un ‘no’ ai progetti sull’Area Rivabianca.

Ci chiediamo, a questo punto, se Lei sia a conoscenza che l’area Rivabianca/Rambolina è tuttora un’area agricola, come previsto dal Piano degli interventi, area ‘aperta di valore culturale’, direttrice della naturalità in quanto collegamento fra Fiume Brenta, sito Natura 2000, e Parco delle Rogge, che è un’area rurale sovracomunale tutelata e produttiva di servizi ecosistemici e agricoli.
Ci chiediamo anche se sappia che quell’area, collocata nel paleoalveo del fiume e lavorata da generazioni di bassanesi che l’hanno resa fertile e preziosa, è stata costantemente coltivata almeno negli ultimi 800 anni e lo è ancora e che non si tratta affatto di un’area degradata, né infelice, né da riqualificare. Perché è un’area naturale già perfettamente qualificata per svolgere quegli importantissimi compiti che svolge il suolo naturale e che sono fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema e per il benessere della collettività tutta, non solo dei residenti dell’area.

Dato che la questione sembra essere strettamente legata a motivi economici, intendiamo rilevare che secondo i calcoli diffusi con il rapporto ISPRA del 2022 per ogni ettaro di suolo fertile naturale perso il danno per la collettività è stimato in 80.000 euro l’anno e questo solo per i mancati servizi ecosistemici che il suolo rende (senza considerare in tale stima la mancata produzione agricola o i danni che subiranno i cittadini per la perdita di valore delle loro proprietà, per la perdita di salute, per i disagi negli spostamenti, per la preoccupazione per il proprio futuro e per gli investimenti di una vita, scelte e sforzi resi vani da una decisione in deroga a quanto previsto).
Tornando al valore economico, se consideriamo i 27 ettari che si rischiano di perdere solo nell’area Rivabianca/Rambolina (senza contare tutte le altre perdite che ci potranno essere a breve in città) parliamo di un danno di 2.160.000 euro l’anno. Se consideriamo 50 anni (il tempo che potrebbe rappresentare la vita di un capannone… o la conclusione della vita di molti di noi) si possono calcolare 108.000.000 euro di perdita per la collettività.
Se invece consideriamo il tempo che serve a 10 cm di suolo per ritornare fertili e integri, cioè 2.000 anni, allora la cifra si può calcolare in ben 4 miliardi di euro.
Ci chiediamo quindi, nuovamente, se perdere ancora suolo agricolo corrisponda ad un interesse per la Città e per la collettività tutta.

Auguriamo alla nostra Città che il nuovo anno sia all’insegna di trasparenza, partecipazione e veri progetti lungimiranti per il futuro nostro e soprattutto per quello delle prossime generazioni. E all’insegna del rispetto per tutti i Cittadini e per le loro istanze.
Perché crediamo che il 2022 non lo sia stato.

Bassano del Grappa, 31 dicembre 2022

Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale
(A.RI.A bassanese)

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