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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Senza se e senza MaB

Oltre un anno fa la prestigiosa nomina del Monte Grappa a Riserva della Biosfera MaB UNESCO. Coinvolti nel progetto 25 Comuni tra cui Bassano. Ma nessuno, ancora, sembra essersene accorto

Pubblicato il 05-10-2022
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Toc toc. Anzi, visto come mi chiama il professor Vittorio Sgarbi: tic toc.
Ehi, Biosfera del Monte Grappa...c’è qualcuno?
Nessuna risposta.

Fonte immagine: trevisotoday.it

Eppure qualcuno dovrebbe esserci: è infatti trascorso quasi un anno e un mese dalla prestigiosa nomina del Monte Grappa a Riserva della Biosfera MaB UNESCO.
Era il 15 settembre 2021 e ad Asolo, nella grande sala conferenze della sede dell’IPA (Intesa Programmatica d’Area) Terre di Asolo e Monte Grappa che aveva promosso l’istanza di riconoscimento, si era svolta la sontuosa cerimonia di proclamazione.
Me ne ero quasi dimenticato - come praticamente tutti -, ma la cosa mi è tornata in mente scrivendo il precedente articolo “Egermeister” sulla cerimonia di domenica prossima al Tornante 13 del Grappa, grazie al comunicato del Comitato Celebrazioni Storiche nel nome del Grappa che tra le altre cose ricorda proprio la nomina UNESCO ottenuta dal Monte Grappa, ovvero dall’intera area del Massiccio e del territorio circostante.
Ebbene: il 15 settembre dell’anno scorso il “board” del programma MaB (Man and Biosphere) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, in collegamento video da Abuja in Nigeria, aveva ufficialmente dichiarato la nomina e l’inserimento del Monte Grappa nella esclusiva lista delle Riserve di Biosfera riconosciute dall’UNESCO.
Applausi, gran sorrisi e cin-cin con lo spumante.
Un riconoscimento - sui cui dettagli in questa sede non mi dilungo, perché finirei con lo scrivere un trattato - che apre nuove e rilevanti prospettive per la crescita e lo sviluppo economico sostenibile del territorio.
Alla cerimonia di proclamazione erano presenti i sindaci o i loro delegati dei 25 Comuni delle tre Province di Treviso, Vicenza e Belluno coinvolti nel progetto e che insistono direttamente o negli immediati paraggi del territorio del Massiccio. Li elenco tutti per far capire la portata territoriale della nomina ottenuta sotto l’egida delle Nazioni Unite:
Alano di Piave, Arsiè, Asolo, Bassano del Grappa, Borso del Grappa, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Cornuda, Feltre, Fonzaso, Fonte, Maser, Monfumo, Mussolente, Pedavena, Pederobba, Pieve del Grappa, Possagno, Pove del Grappa, Quero-Vas, Romano d’Ezzelino, San Zenone degli Ezzelini, Seren del Grappa, Solagna e Valbrenta.
Davvero una strabordante Hit Parade di enti locali, a cui si aggiungono le tre Unioni Montane, le categorie economiche e tutti gli altri stakeholders (eccola qua, la mia parola preferita) del comprensorio interessato.
Tutti insieme appassionatamente per celebrare la promozione della nostra montagna e dei suoi immediati dintorni a sito di rilevanza mondiale per lo sviluppo sostenibile.
Ma fino adesso, tenendo fede al noto modo di dire, la montagna ha partorito il topolino.

Da un punto di vista puramente procedurale, e cioè dei passi formali richiesti dal programma Man and Biosphere a seguito della nomina, le cose vanno avanti.
Si sono svolti e si svolgeranno ancora tutta una serie di “tavoli tematici” e “tavoli operativi” tra i portatori d’interesse, coordinati dall’IPA Terre di Asolo e Monte Grappa, che tanto ricordano i tavoli del mai decollato progetto di marketing territoriale per il Marchio d’Area Territori del Brenta. Ma si tratta sempre di iniziative tecniche, riservate a una ristretta cerchia di addetti ai lavori.
È stato lanciato anche il “primo concorso enogastronomico della Biosfera a km 0”, relativo alla preparazione di piatti coi prodotti tipici del territorio e rivolto alle imprese della ristorazione che abbiano sede in uno dei 25 Comuni facenti parte della Biosfera Monte Grappa. Iniziativa lodevole, ma comunque limitata al solito contesto autoreferenziale del Magna & Bevi promozionale fine a sé stesso, come le Cene sul Ponte insegnano.
Si segnala inoltre la “open call” (perché in ambito Biosfera gli inglesismi abbondano) per formare la “squadra operativa B_Generation”, composta da 30 giovani under 30 che daranno vita al laboratorio di sviluppo sostenibile del progetto B_HUB, quello che interessa direttamente la città di Bassano. Questo sì, un primo passo concreto verso qualcosa di “tangibile” e di “fattivo” in conseguenza alla nomina.
Ma non è questo il punto. Non è infatti solo questione di promuovere iniziative spot come il laboratorio di sviluppo sostenibile, previsto in Parco Ragazzi del ‘99 a Bassano e già missione suprema dell’ex vicesindaco Roberto Marin, o altri progetti mirati nei rispettivi contesti degli altri 24 Comuni.
È anche e soprattutto una questione di “consapevolezza” delle comunità residenti, vale a dire della popolazione. Viviamo in un territorio dalle importanti potenzialità di sviluppo, anche sotto il profilo della nuova economia e del turismo sostenibili, ma di queste opportunità conseguenti allo “status” di Riserva della Biosfera mancano ancora una percezione e una coscienza collettiva. In altre parole: da più di un anno abitiamo in un territorio diverso da prima, con un valore aggiunto timbrato dall’UNESCO, e nessuno sembra ancora essersene accorto.
I lavori proseguono nelle stanze dei tavoli tecnici, ma è il “coinvolgimento dal basso” che stenta a concretizzarsi. Una carenza di condivisione e di comunicazione nei confronti della cittadinanza che ha delle precise responsabilità.

L’IPA Terre di Asolo e Monte Grappa fa quello che deve fare e da sola non può fare più di tanto. Ciò che manca ancora all’appello è la partecipazione convinta, continua e soprattutto coordinata di tutti quei sindaci di tre Province che oltre un anno fa hanno applaudito unanimemente per la nomina conseguita.
Dovrebbero essere loro, e le loro amministrazioni, i primi diffusori del verbo della Biosfera nelle rispettive comunità, tra quei concittadini con cui detengono il contatto diretto.
Con incontri, iniziative e azioni mirate alla divulgazione e alla conoscenza del riconoscimento ottenuto e dei suoi effetti sul territorio locale.
E invece - al di là di qualche sporadica citazione qua e là sulla stampa e fatta eccezione per qualche amministratore locale più “sensibile” alla tematica, perché direttamente coinvolto nella fase di preparazione del Dossier di candidatura del Monte Grappa - l’argomento sembra essere già consegnato agli archivi o alle “varie ed eventuali” di secondo piano.
Non esiste una cerniera che colleghi l’identità delle singole municipalità comprese nel territorio unificato MaB e che dimostri una reale volontà di far decollare il progetto sul piano sovracomunale e sovraprovinciale. E non c’è neppure una scritta “Comune della Riserva della Biosfera MaB UNESCO” nei cartelli stradali d’ingresso dei vari Comuni.
Basterebbe già questo, come altre piccole cose, a creare un primo nucleo di consapevolezza tra i cittadini. E invece è ancora tutto da costruire.
Saremo anche alle fasi iniziali di un processo conseguente a una nomina nata “solo” un anno fa, ma è un inizio che sembra produrre scarsi segnali di vita, se non l’improduttivo ronfare di una Biosfera dormiente.
È ora che la Bella Addormentata nel Bosco, qual è la Riserva di cui facciamo parte, esca dalle pareti delle stanze tecniche e che le istituzioni preposte - sempre che lo vogliano - si diano una bella svegliata per farla conoscere, senza se e senza MaB.

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