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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
A Norma di regolamento
In piazza Garibaldi deposta una rosa in memoria di Norma Cossetto, la giovane istriana sequestrata, torturata e infoibata dai partigiani di Tito. E dopo il post su Tito, l’associazione Destra Brenta si “riappacifica” col sindaco Pavan
Pubblicato il 05-10-2022
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La piazza, per usare una “litote”, non è gremita.
Una trentina di persone circa, calcolando in eccesso.
Ma c’è comunque una rappresentativa delegazione dell’amministrazione comunale col sindaco Elena Pavan, il vicesindaco Andrea Zonta, l’assessore Claudio Mazzocco e i due consiglieri di maggioranza della civica #PavanSindaco Ilaria Brunelli e Gianluca Pietrosante. Quest’ultimo presente d’ufficio, in quanto tra i “padri organizzatori” della celebrazione a Bassano, co-promossa a livello locale dall’associazione Destra Brenta. Tra i partecipanti anche il portavoce bassanese di Fratelli d’Italia Nicola Giangregorio.
La deposizione della rosa in memoria di Norma Cossetto all’Ara dei Caduti di piazza Garibaldi
La celebrazione di cui all’oggetto è l’evento commemorativo “Una rosa per Norma Cossetto”, la manifestazione promossa in contemporanea in tutta Italia e anche all’estero (oltre 200 le città coinvolte) dal Comitato 10 Febbraio e giunta alla quarta edizione.
La cerimonia intende onorare la memoria di Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana di nazionalità italiana che nella notte tra il 4 e il 5 ottobre del 1943 venne sequestrata, violentata, torturata e gettata ancora viva in una foiba dai partigiani di Tito.
Per l’evento che si svolge nella nostra città è stato riconosciuto il patrocinio gratuito del Comune di Bassano del Grappa e gli organizzatori hanno rivolto l’invito a partecipare al sindaco e all’intera amministrazione comunale “con l’auspicio di una condivisione che vada oltre gli schieramenti politici”. Visto chi c’era e soprattutto chi non c’era, è una condivisione che tuttavia non c’è stata.
Nell’occasione assisto comunque alla “riappacificazione” tra il sindaco Pavan e l’associazione Destra Brenta, dopo che quest’ultima nei giorni scorsi aveva attaccato la prima cittadina per il suo post che nel commentare la scomparsa della regina Elisabetta aveva inserito il nome di Tito tra i “grandi della storia degli ultimi cinquant’anni”.
Polemica dissolta: non è il tempo delle divisioni, ma dei comuni intenti di memoria e riflessione sul dramma delle foibe, dell’Esodo degli italiani e della Questione Adriatica.
Per la serie: Peace & Love.
L’evento si svolge davanti all’Ara votiva ai Caduti di piazza Garibaldi.
Prendono la parola il presidente di Destra Brenta Alessandro Galvanetti, che illustra la figura di Norma Cossetto e ne ripercorre la tragica fine inquadrandola nel contesto storico dell’epoca, e il presidente provinciale del Comitato 10 Febbraio Leonardo Stella che esplica i significati attuali della celebrazione.
Viene quindi deposta una rosa sull’Ara in memoria della ragazza trucidata dai titini a cui fa seguito un minuto di silenzio. Dopo il quale e prima del rompete le righe, dando un inatteso ed ecumenico esempio di “politicamente corretto”, Galvanetti ricorda anche la figura del senatore Pietro Fabris, scomparso lunedì. Un segnale della nuova destra moderata e governativa di questi giorni, a Norma di regolamento.
“Nell’anniversario della morte di Norma Cossetto, come Comitato 10 Febbraio è da quattro anni che facciamo questa iniziativa - spiega Leonardo Stella a Bassanonet -. Idealmente in ogni città d’Italia dove ci sia un monumento, una via o un qualcosa che possa essere ricollegato alla tragedia delle foibe e all’Esodo istriano-dalmata, deponiamo un fiore a memoria di questa giovane che ha donato la sua vita per l’italianità. Perché alla fine la sua è stata una scelta di italianità.”
Gli chiedo se col tempo si stia allargando l’interesse su questa pagina di storia bannata per decenni dai libri di testo o se l’attenzione sull’argomento sia ancora ristretta a chi è sensibile alla memoria di queste vicende.
“È una buona iniziativa per allargare l’interesse - risponde il referente del Comitato 10 Febbraio Vicenza -. Negli anni la platea è chiaramente aumentata. Questo genere di iniziative, specie se si riesce a legarle, come stasera, con le amministrazioni comunali, e con le scuole meglio ancora, permette di portare l’esempio.”
“Quello che infatti ci interessa - precisa Stella - non è tanto la tragedia in sé, quanto l’esempio che questa porta con sé ai ragazzi, alle persone, alla cittadinanza. Sicuramente serve tutto per far conoscere la tragedia delle foibe e più che altro le storie dietro quella tragedia, non solo il dato storico.”
Ma c’è un messaggio di attualità, di corrispondenza ai tempi presenti relativamente al sacrificio di Norma Cossetto, che risale tuttavia a quasi 80 anni fa? Lo chiedo al presidente dell’associazione Destra Brenta Alessandro Galvanetti.
“Se penso a Norma, il messaggio sicuramente è quello dell’impegno civico - mi risponde -. Cioè il fatto di appartenere a qualcosa e cercare di lavorare e proteggere ciò a cui tu appartieni. Quindi anche il fatto, e mi ricollego alla figura del senatore Fabris, di lavorare per la propria comunità, di essere engagé nel senso buono del termine e di darsi da fare, ognuno nel suo campo, perché c’è chi ha la vena politica, chi del sociale, chi culturale. Cercare di darsi da fare e di impegnarsi.”
Anche a Galvanetti pongo la questione del “seguito civico” delle iniziative promosse.
E cioè se questi temi siano sempre più recepiti dalla cittadinanza oppure ancora e solamente da una “minoranza sensibile”.
“In generale io penso che su questi temi sono sempre le minoranze che li portano avanti - afferma il presidente di Destra Brenta -. Questo sia per i temi che possono sembrare più conservatori e più a destra che per i temi di sinistra. Sono sempre delle minoranze combattive che cercano di portare avanti determinati valori.”
“Quello su cui io cerco di insistere, per superare queste divisioni, è il senso di comunità - aggiunge -. È chiaro che ognuno ha il suo pensiero ben distinto, però non deve diventare un pensiero per cui poi bisogna incominciare violenze che possono essere verbali, che possono partire sui social e poi degenerare, come non ultimo mi viene in mente il caso delle scritte al campo da calcio di Cartigliano.”
Destra Brenta non solo moderata, quindi, ma persino unitaria e comunitaria.
È la novità di cui non ero pienamente cosciente. Devo aggiornare i miei Tich Files di politica locale.
“Su questi temi, chiamiamoli anche storici, è importante non prenderli e estrapolarli per buttarli nell’attualità - sostiene Galvanetti ritornando al senso della commemorazione -. Credo che i messaggi divisivi non portino a nulla. Durante questa campagna elettorale sono stati premiati coloro che hanno lanciato un messaggio più unitario e meno divisivo. Chi ha cercato di mettere le bandierine bianche contro quelle nere è quello che poi alla fine ha ottenuto di meno.”
Come andrà Letta questa dichiarazione conclusiva?
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