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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

I Had a Dream

Colpa della peperonata che ho mangiato a cena: mi sono apparsi in sogno alcuni possibili candidati sindaci per le elezioni comunali del 2024 a Bassano

Pubblicato il 05-07-2022
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Ho fatto un sogno. I Had a Dream.
Ne faccio spesso di sogni strani, ma questo è stato addirittura misterioso. Devo rileggermi i libri di Freud, perché non so come interpretarlo.
In uno dei frequenti viaggi onirici in giro per il mondo che mi capita di fare quando dormo, mi è apparsa all’improvviso una visione che conosco molto bene, perché è la visione che mi appare realmente tutti i giorni dalla famosa finestra della mia redazione.

Era il municipio di Bassano del Grappa, con le tre bandiere sulla facciata e il sovrastante orologio del Ferracina che, stranamente, invece delle ore segnava la scritta “2024”.
Sul balcone del suo ufficio in Comune, con la fascia tricolore addosso, si è affacciato il sindaco Elena Pavan e…

… “Sono io il candidato sindaco”, mi ha detto. Mi era già capitato in altri sogni di incontrare persone che mi dicono le cose più imprevedibili. Sapevo che la Pavan era già sindaco e non capivo il senso delle sue parole, poi ho rivisto quella scritta “2024” e ho compreso che l’orologio biologico dei miei neuroni mi aveva trasportato al periodo delle prossime elezioni amministrative di Bassano del Grappa. Elena Pavan ha continuato a parlarmi dicendo che aveva da sempre puntato alla riconferma, che c’erano state delle forti resistenze interne nella Lega di Bassano alla sua ricandidatura, ma che il colpo di teatro dell’acquisizione del Teatro Astra nell’ultimo anno del suo mandato - nonostante alcuni disaccordi all’interno della giunta sull’acquisto dell’Astra e malgrado una campagna mediatica contro l’operazione - le aveva spianato la strada alla candidatura bis.
In più, un secondo giro di “caffè del sindaco” con i quartieri, dopo il primo giro del 2019, aveva definitivamente rialzato le sue quotazioni. Alla mia sognante domanda sul perché avesse puntato così tanto sui caffè coi rioni cittadini, la Pavan ha replicato: “Fanno più rumore 22 caffè con i quartieri di un Caffè Italia ancora chiuso.”
Già: il Caffè Italia…e ancora il Polo Urbano per la Cultura e l’Innovazione, il futuro della Scuola Mazzini, la nuova strada del Piano Mar…
A Bassano del Grappa in quel 2024 c’erano ancora diverse questioni aperte ed irrisolte, ma questo non sembrava più di tanto interessare ai bassanesi, contenti anche per il fatto che oltre all’Astra la Pavan durante il suo mandato aveva loro restituito, lustrato a nuovo, il Ponte Vecchio di Bassano detto anche Ponte degli Alpini. Cosa si poteva davvero chiedere di più, oltre alla rotatoria di Ca’ Baroncello e al ripristino del doppio senso di circolazione in via Tabacco?
Le ho chiesto: “Come ti senti, sindaco, per questa nuova investitura?”. “Sono emozionata!”, mi ha risposto. Volevo saperne di più e…

...e invece niente. Nei miei sogni mi capita spesso di passare rapidamente da un luogo all’altro, come in una sorta di teletrasporto, e l’immagine del municipio di Bassano si è dileguata trasformandosi in quella di Piazza Duomo a Rossano Veneto, la “piazza-non piazza” oggetto dei lavori di riqualificazione voluti dall’amministrazione comunale.
Ma guarda un po’ che cosa mi tocca sognare invece di un atollo delle Maldive.
Ricordo che in quella Rossano da sogno sono entrato in un bar e, non so perché, ho ordinato al barista un Martini Dry. Qualcuno mi ha battuto sulla spalla, mi sono voltato e mi è comparso il già sindaco di Rossano Veneto Morena Martini, che l’anno prima aveva concluso il suo mandato e che mi ha detto: “Sono io il candidato sindaco di Bassano.” “Rossano, vorrai dire?”, le ho replicato. E lei: “No, Bassano del Grappa. Qui a Rossano Veneto ho terminato il mio secondo mandato e non posso ricandidarmi per la terza volta.”
Com’era possibile? La Martini a Bassano? Nei sogni si creano situazioni irreali che sembrano fatte apposta per non essere credute. Non ci credevo perché ci sono dei momenti, anche quando dormo, nei quali mi sorgono i dubbi che mi verrebbero quando sono sveglio.
Poi per un attimo, in uno dei momenti più bizzarri del sogno, il barista ha assunto le sembianze di Nicola Finco e la Martini mi ha detto: “È stato lui a farmi tesserare alla sezione della Lega di Bassano del Grappa, come primo passo dell’investitura per candidarmi a sindaco. Alla Lega serviva un candidato di esperienza, e io di esperienza ne ho da vendere…”. “Perché tu e non Elena Pavan?”, avrei voluto chiederle.
Ma volevo prima sorseggiare il Martini Dry e…

… la piazza di Rossano si è dissolta e davanti a me è comparsa una fila di colonne, che non mi facevano capire dove mi trovassi. Poi l’ho capito: erano le colonne di Villa Morosini Cappello a Cartigliano. I miei sogni mi portano spesso in città lontane come New York, anche se in versione onirica, e io invece continuavo inspiegabilmente a girare nei dintorni di Bassano del Grappa. Ricordo che si è aperta la porta del municipio, che ha sede proprio nella villa, ed è uscito con fascia tricolore il sindaco di Cartigliano, all’ultimo anno di mandato, notabile leghista e deputato della Repubblica Germano Racchella.
“Ciao onorevole”, l’ho salutato, come lo saluto nella vita reale. Lui mi ha corretto: “Ex onorevole. Ora sono il candidato sindaco di Bassano.” I sogni più inquietanti sono quelli ripetitivi, continuavo a sentire la stessa frase da persone diverse.
Racchella mi ha spiegato perché non era più un onorevole ma ero talmente inquieto in quella fase del sogno che non me lo ricordo bene, forse perché alle elezioni politiche del 2023 la Lega non lo aveva ricandidato o forse perché si era ricandidato ma non era stato rieletto, comunque una delle due.
Gli ho quindi chiesto: “Ma sei sindaco di Cartigliano, cosa c’entri con Bassano?”
E lui: “Tengo a precisarti che io risiedo a Bassano del Grappa. E da parlamentare sono sempre stato vicino alla città. Ricordati che il primo firmatario della legge per la nomina del Ponte Vecchio di Bassano a Monumento Nazionale sono stato io, l’ho continuato a ripetere fino alla noia. E adesso che non sono più un deputato posso tornare a fare il sindaco a tempo pieno, come serve a una città come Bassano, la Lega mi ha chiesto di correre per fare il sindaco perché aveva bisogno di un volto conosciuto, io ho dato la mia disponibilità e…”…

… Villa Cappello è svanita e con lei anche la figura di Racchella, mi è apparso un bosco e ho percepito un ronzio di api. Non le vedevo ma le sentivo, ronzavano dentro una fila di arnie nell’apiario didattico di Bassano. Tra gli alberi del bosco si è avvicinato a me l’apicoltore, completamente avvolto nella sua tuta da astronauta. Dal vivo gli apicoltori coperti dalla tuta anti-punture fanno già impressione, figurarsi nei sogni.
“Non mi riconosci?”, mi ha chiesto continuando a nascondersi dietro la sua maschera protettiva. “Sono l’assessore Andrea Viero, sono il candidato sindaco di Bassano.”
Avrei voluto che una delle api, gli insetti-simbolo dell’assessorato all’Ambiente di Viero, mi pungesse per capire se stavo veramente sognando.
Il quel 2024 da sogno, come penso di aver capito nella mia agitata fase REM, le quotazioni di Viero si erano rialzate verso la fine del suo mandato dopo che, a seguito delle lunghe battaglie dei residenti e degli accesi dibattiti sulla questione, come assessore
all’Urbanistica aveva deciso di cassare il progetto della variante produttiva di San Lazzaro. Magari avrò sognato una cassata, ma questo mi aveva stimolato la mia mente nel sonno.
Ma come era arrivata la candidatura a primo cittadino?
“Nicola Finco - mi ha raccontato l’uomo che sussurra alle api - nel 2023 si è candidato alle politiche con la Lega ed è stato eletto alla Camera. Ed essendo stato io il suo uomo di fiducia e il suo segretario particolare alla vicepresidenza del consiglio regionale, ha deciso che io fossi la figura giusta, dopo cinque anni di esperienza da assessore comunale, per fare il sindaco a Bassano.”
Nel sogno sono stato scosso da un fremito di misticismo zoologico, assieme alle api mi è comparsa anche l’immagine di un delfino e...

… “Non puoi sognare i candidati sindaci della Lega a Bassano se prima non parli con me.”
La frase, improvvisa, ha fatto sparire in un attimo il bosco, l’apiario didattico, l’apicoltore e anche il delfino. Vedevo gondole, vaporetti, il Canal Grande...ero a Venezia. Precisamente sul balcone di un palazzo, dal cui pennone sventolava la bandiera del Leon.
Mi ricordavo quel bel palazzo, era Palazzo Ferro-Fini, la sede del consiglio regionale del Veneto dove andavo di frequente quando lavoravo in televisione. E conoscevo anche quella voce. Mi sono voltato: era di nuovo Nicola Finco, vicepresidente del consiglio regionale, che dopo essermi già apparso a Rossano Veneto questa volta era vestito in costume da Doge.
Gli ho allora chiesto: “Perché non posso sognarli?”. “Perché il candidato sindaco di Bassano sono io.” Nooo...ancora un altro?
Finco mi ha raccontato che aveva provato a candidarsi con la Lega per le elezioni politiche del 2023 ma per la formazione delle liste in Veneto aveva prevalso la corrente di Zaia ed era rimasto escluso. Aveva vari nomi su cui puntare per la successione ad Elena Pavan nel caso in cui fosse stato eletto in Parlamento. Ma adesso che la sua ambizione a diventare parlamentare era sfumata, come già nel 2020 era sfumata la dichiarata ambizione ad essere nominato assessore regionale, aveva deciso che per la candidatura a sindaco di Bassano del Grappa era giunto il momento di mettersi in proprio.
“Alla Lega serviva un candidato sindaco di peso, che non dovesse rendere conto a nessuno e che andasse d’accordo coi media televisivi.” Non avevo capito il senso di quelle sue ultime parole, avrei voluto saperne di più e…

…e invece ancora una volta, nel giro di un attimo, sono stato trasportato altrove, nuovamente a Bassano. Ero in mezzo alla folla dei Mercoledì sotto Le Stelle in centro storico, mentre un’orchestrina all’aperto suonava “Ancora Tu” di Battisti e Mogol.
Chissà perché proprio quella canzone, mi chiedevo nel sogno senza capire il motivo di un così particolare accompagnamento acustico. Poi l’ho capito: la folla si è divisa in due tronconi, come nella biblica apertura del Mar Rosso, per metà a centrosinistra e per metà a centrodestra. E in mezzo a lei si è materializzata la figura di Riccardo Poletto.
“È lui il candidato sindaco di Bassano!”, gridavano gli astanti. Mi trovavo in piazza e ho guardato il municipio, la scritta “2024” era ancora là. Ero in preda alla confusione più totale: ma Poletto non era già stato sindaco e aveva dichiarato che non lo avrebbe fatto per una seconda volta?
“Capisco i tuoi dubbi - ha dichiarato Poletto nella sua onirica apparizione, rivolgendosi proprio a me -. L’area di centro e dei moderati di centrodestra si è alleata col centrosinistra e aveva bisogno di un nome forte da candidare a sindaco per contrastare la Lega, chiedendo la mia disponibilità. Ci ho pensato molto e, dopo le iniziali riserve, ho accettato per il bene della città. Riguardo al mio programma…”
È a questo punto che, all’improvviso, Poletto è stato interrotto da più voci che in contemporanea mi hanno urlato la stessa e identica frase: “Non ascoltarlo! Per l’area moderata il candidato sindaco sono io!”. E mi sono apparsi in fila indiana, nell’ordine, Angelo Vernillo con un gigantesco pacco di firme per l’ospedale, il vicesindaco Roberto Marin con un modellino del B_Hub della Biosfera del Grappa, l’ex preside del Brocchi Gianni Zen con un registro scolastico su cui stendere il programma elettorale e…

… e poi basta. È l’ultimo ricordo che ho perché mi sono svegliato di soprassalto.
Stavo sudando per le visioni notturne appena avute e sono subito corso in cucina a bere un bicchiere di acqua fresca, ancora frastornato e stordito dagli incontri immaginari che mi erano girati per la testa, prodotti da una fase REM (Raffronti Elettorali Municipali) a dir poco conturbante.
Non tenete conto di quello che ho scritto: è stato solo un assurdo e movimentato sogno, praticamente un incubo.
Sarà stata colpa della peperonata che ho mangiato a cena la sera prima.

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