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Alessandro TichAlessandro Tich
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Tempesta nel Deserto

In consiglio comunale ritirata la mozione sulla variante di San Lazzaro. Le minoranze: “Bavaglio della maggioranza e precedente preoccupante”. La maggioranza convoca la stampa per spiegarne le ragioni, ma non invita Bassanonet

Pubblicato il 02-07-2022
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Lo confesso: giovedì sera 30 giugno non ce l’ho fatta ad andare a seguire il consiglio comunale di Bassano, per quanto ci fossero un paio di punti interessanti all’ordine del giorno.
Dopo un’intera giornata di lavoro e di spostamenti passata sotto l’afa irrespirabile di un sole africano, ero letteralmente “agro”. Amen.
Peccato però: che cosa mi son perso. Mi sono perso una scena assolutamente inedita nella storia, non solo recente, dell’assemblea cittadina.

Pregiudiziale approvata: le minoranze abbandonano l'aula (fermo-immagine dalla registrazione del consiglio comunale nel sito del Comune di Bassano)

E allora - col mio solito bel sacchetto di pop corn a portata di mano - me la sono andata a vedere nella registrazione video dei lavori del consiglio disponibile online, e suddivisa persino per argomenti all’ordine del giorno, nel sito del Comune.
La scena in questione riguarda la mozione presentata dalle minoranze sulla questione “Urbanizzazione area sita in Quartiere San Lazzaro”. Vale a dire sulla ormai ben nota istanza di variante urbanistica produttiva presentata da tre aziende della zona per costruire i loro nuovi capannoni nell’area oggi ad uso agricolo di 160.000 metri quadri, ex proprietà Campagnolo Commercio in liquidazione, compresa a San Lazzaro tra via Riva Bianca, via delle Rogge e via Rambolina in prossimità della SPV e del casello di Bassano Ovest.
Proprio nella mattinata di giovedì 30 giugno l’A.RI.A. bassanese, Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale, aveva consegnato all’ufficio protocollo del Comune di Bassano la prima tranche delle firme raccolte contro il progetto della variante produttiva: 1054 firme apposte in due sole settimane su 363 fogli dai cittadini bassanesi e dei Comuni limitrofi.
Una petizione attraverso la quale i firmatari chiedono all’amministrazione Pavan “di esprimere un netto parere negativo nei confronti delle richieste di urbanizzazione a carattere produttivo di tipo industriale/artigianale/logistico delle aree agricole a sud di Bassano.”
Questo è stato dunque l’antefatto della movimentata giornata, riferito allo stesso argomento. Ma torniamo alla discussione in consiglio comunale, che mentre scrivo ciò che leggerete, tenuto conto della pesantezza del tema e visto che là fuori fa sempre molto caldo, ridurrò comunque ai minimi termini.

Partiamo intanto dal presupposto che una mozione è un atto consiliare che, se approvato, impone al sindaco e alla giunta comunale di fare qualcosa.
Il consiglio comunale, cioè, obbliga sindaco e giunta a fare una determinata azione o a prendere un determinato provvedimento su una determinata questione. Poi (è stato il caso della Pala di Sant’Anna ed altri) tali obblighi non sempre vengono messi in atto dalla giunta cittadina e finiscono nel dimenticatoio, ma questa è un’altra storia. Scusate se vi annoio con queste precisazioni, ma è importante per capire il seguito.
La mozione delle minoranze sul nodo urbanistico di San Lazzaro chiedeva appunto al sindaco e alla giunta di “porre in essere tutte le azioni in suo potere per evitare che le prospettive di urbanizzazione trovino realizzazione e ad intervenire presso tutti gli enti e istituzioni eventualmente coinvolte al medesimo scopo”.
In sostanza, analogamente alla petizione dei cittadini consegnata in mattinata, le opposizioni hanno chiesto alla giunta di opporsi all’iter urbanistico in oggetto.
Ma l’atto consiliare in questione non è stato discusso. Il capogruppo della Lega Roberto Gerin ha chiesto infatti l’applicazione della questione pregiudiziale per il ritiro immediato della mozione. Come sostenuto da Gerin, l’approvazione di un simile atto porterebbe la giunta a “interferire in procedimenti urbanistici che prevedono un iter specifico dove le decisioni invece sono assunte dal consiglio comunale e non dagli assessori”.
È infatti il consiglio comunale, come previsto dalla legislazione regionale, a esprimere il voto definitivo sulla variante - e quindi a dire “sì” o “no” -, ma solo dopo la conclusione dell’iter urbanistico. Le opposizioni hanno richiesto invece di anticipare i tempi, chiedendo di opporsi al progetto già adesso e investendo la giunta di tale compito.
“Questa amministrazione - ha continuato Gerin - si è già espressa chiaramente nella commissione urbanistica del 23 giugno contro l’urbanizzazione dell’area di San Lazzaro e questa maggioranza voterà contrario quando arriverà il momento. Difendiamo con forza la sovranità di quest’aula.”
Ed è così, quindi, che il presidente del consiglio comunale Stefano Facchin ha “congelato” la mozione chiedendo a un consigliere per gruppo di esprimere la propria posizione, favorevole o contraria, sulla pregiudiziale.
Ne è conseguita una serie di interventi in cui le minoranze hanno ribadito l’opportunità di lanciare un segnale politico di contrarietà alla vicenda urbanistica.
“Ritengo poco rispettoso tentare di tarpare le ali a questa discussione attraverso la pregiudiziale - ha affermato Riccardo Poletto -. Noi non chiediamo alla giunta di sostituirsi al consiglio comunale, chiediamo alla giunta di fare tutto ciò che è in suo potere.”
Di segno opposto gli interventi dai banchi della maggioranza, unanimi nel ribadire che la giunta non ha la competenza istituzionale per occuparsi di una decisione che spetta invece al consiglio. Il tutto tra un richiamo e l’altro del presidente Facchin ai consiglieri che, secondo lui, “debordavano” dal tema parlando della mozione e non della pregiudiziale, al punto da portarlo persino a togliere la parola a qualcuno.
Alla fine si è votato: con 15 favorevoli, 6 contrari e 1 astenuto la pregiudiziale è stata approvata e la mozione immediatamente ritirata. Così come immediato è stato l’atto di dissenso dei consiglieri di minoranza che si sono alzati e hanno abbandonato in blocco l’aula consiliare, lasciando temporaneamente vuoti i propri banchi.
La Tempesta nel Deserto.

Ma come ogni Bassanonovela che si rispetti, c’è stata anche la nuova puntata.
Ieri, venerdì 1 luglio, nel Day After del consiglio comunale, le minoranze hanno trasmesso un comunicato stampa alle redazioni.
Per denunciare “il bavaglio della maggioranza sull’intervento nell’area di San Lazzaro” e lamentare “un preoccupante precedente con la pregiudiziale votata dalla maggioranza”.
Dichiarano le opposizioni: “Non si ha memoria di un precedente a quello che è successo ieri sera: una mozione regolarmente iscritta all’ordine del giorno da noi presentata sul futuro di una importante area agricola in zona San Lazzaro non è stata nemmeno discussa in consiglio comunale.” “Accampando spiegazioni e motivazioni discutibili (e per le quali chiederemo le verifiche opportune nelle sedi amministrative competenti) - continua il testo - la maggioranza ha eccepito la questione pregiudiziale per non discutere il merito della mozione.”
Incalza la nota stampa: “Alla presenza di numerosi cittadini la maggioranza ha detto “no, di questo non si parla” accampando la scusa che la mozione avrebbe spogliato di competenze il consiglio comunale: niente di tutto questo ha un briciolo di verità.”
E prosegue: “Proprio in consiglio comunale si deve discutere, proprio il consiglio comunale con la mozione avrebbe chiesto alla giunta di “porre in essere tutte le azioni in suo potere” dandole forza e un indirizzo chiaro, per esprimere un “no” alla cementificazione di centinaia di migliaia di mq di uno dei pochi scampoli di campagna cittadina rimasti e per proporre agli imprenditori, che chiedono di sviluppare in quell’area le proprie attività, di individuare soluzioni alternative.”
“Abbiamo assistito con sbigottimento invece ad un bavaglio, ad un silenziatore messo alla discussione, al confronto: un precedente che ci preoccupa - affermano i consiglieri di minoranza -. Troppo spesso quando questa maggioranza va in difficoltà e non sa come gestire le situazioni o attacca su altre questioni cercando di sviare l’opinione pubblica, oppure evita il confronto, scappa, si rifugia dietro a ragionamenti da azzeccagarbugli.”
“Non avendo potuto esprimere le nostre posizioni in consiglio comunale - conclude il comunicato di Vernillo & C. - ieri sera, dopo la cancellazione del punto su San Lazzaro, per rispetto dei cittadini presenti abbiamo abbandonato il consiglio per il tempo necessario ad un confronto con loro, riprendendo poi il nostro posto nei banchi nel consiglio comunale. Per la nostra città.”
Questa, dunque, è la campana numero 1. Ma il giorno dopo il consiglio degli attriti ci sono stati anche i rintocchi della campana numero 2, quella della maggioranza, col capogruppo della Lega Gerin che ha convocato la stampa per chiarire, dal punto di vista suo e della coalizione pro Pavan, le motivazioni di quanto accaduto la sera prima.
Io però non ve le posso scrivere. Se volete, le potete leggere oggi sul Corriere del Veneto o sul Giornale di Vicenza. Non su Bassanonet: la nostra testata non è stata infatti invitata alla conferenza stampa. Per motivi a me ignoti, il nostro indirizzo di posta elettronica è sparito dalla mailing list di Roberto Gerin. Oggi ho provato anche a chiamarlo al telefono, ma non mi ha risposto né richiamato.
Che abbia posto una pregiudiziale anche su di noi?

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