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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Albe e Tremonti

All’Università LUMSA di Roma Giulio Tremonti interviene alla presentazione del libro “Homo ethicus œconomicus” dell’economista d’impresa bassanese Tullio Chiminazzo. E la Fondazione Etica ed Economia, nata a Bassano 24 anni fa, guarda al futuro

Pubblicato il 20-05-2022
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In principio, nel 1995, fu la Scuola d’Impresa “Etica ed Economia” di Bassano del Grappa, nata su iniziativa di un comitato ad experimentum (e cioè in fase sperimentale) per supportare l’imprenditoria locale in un nuovo percorso di efficienza economica che poneva come punto cardine la solidarietà.
Poi, nel 1998, si costituiva la Fondazione Etica ed Economia - frutto dell’incontro tra docenti universitari, uomini di cultura, professionisti, imprenditori e imprese - che annovera tra i suoi soci fondatori anche il Comune di Bassano del Grappa.
Il messaggio si è quindi allargato a macchia d’olio e di lì a poco è sorto il Movimento Mondiale delle Scuole di Etica ed Economia, con l’adesione delle prime trenta Scuole presenti nei cinque continenti.

Giulio Tremonti e Tullio Chiminazzo all'Università LUMSA di Roma

Un contesto planetario nel quale applicare i numerosi progetti della Fondazione e del Movimento. Tra questi - e solo per citarne alcuni -: il progetto “1% - L’impresa Strumento di Solidarietà Internazionale”, i “Villaggi Impresa” nei Paesi in via di sviluppo e ancora i progetti “Scambio di Capacità Imprenditoriali” e “Globalizzazione della Solidarietà”.
La figura chiave di questa vera e propria scuola di pensiero è il bassanese Tullio Chiminazzo, commercialista ma soprattutto economista d’impresa, fondatore del Movimento, globetrotter della solidarietà e teorizzatore di un modello economico globale fondato sulla centralità della persona, sul rispetto della natura, sulla valorizzazione delle diversità e su una più equa distribuzione delle risorse.

Col dottor Tullio Chiminazzo mi lega un pluriennale rapporto di collaborazione, diventato poi amicizia, risalente proprio agli anni di massimo pressing della Fondazione Etica ed Economia per la crescita economica e culturale del nostro territorio, a beneficio anche della crescita dei Paesi coinvolti nel resto del mondo.
Erano gli anni in cui, proprio su suo impulso, era nata l’emittente televisiva da me diretta Bassano TV, quella dell’ancora oggi esistente TG Bassano, improntata ad una impostazione etica della stessa comunicazione giornalistica nonché cassa di risonanza mediatica dei progetti della Fondazione.
Una sinergia che è proseguita anche dopo la fine di quella irripetibile esperienza televisiva e grazie alla quale ho avuto modo di andare assieme a Chiminazzo e a tante altre persone in giro per il mondo, per seguire come giornalista gli eventi principali a livello nazionale ed internazionale del Movimento Etica ed Economia.
Tra questi: due trasferte in Madagascar (per l’inaugurazione del “Villaggio Impresa” nel 1999 e per il “IV Forum Mondiale Nord-Sud” nel 2007, entrambi nella città di Mahajanga), due trasferte a fine anni ‘90 in Lituania (per le inaugurazioni del “Villaggio del Fanciullo” e successivamente del “Villaggio Impresa” a Marijampolė) e l’indimenticabile udienza particolare di Papa Giovanni Paolo II il 17 maggio 2001 nella Sala Clementina del Vaticano, presenti i rappresentanti delle prime trenta Scuole del Movimento Mondiale assieme a trecento sostenitori.
Alle attività della Fondazione è legato anche il mio viaggio giornalistico in Cina - presente anche l’ormai amico Tullio - per documentare l’arrivo in Piazza Tienanmen della spedizione ciclistica “Marco Polo 2001” da Venezia a Pechino, che ha portato lungo i circa 12.000 chilometri percorsi in bicicletta il logo del progetto “1%”.
E cioè il progetto - anticipatore dei tempi - che propone alle imprese di destinare a nuove attività di impresa nel mondo, detassandola, l’1% della ricchezza prodotta e in questo modo reinvestita in iniziative di solidarietà internazionale.

C’è stato dunque un persistente arco di tempo nel quale, grazie alle iniziative irradiate dal Movimento, la città di Bassano del Grappa dava del tu al resto del pianeta.
Poi, come accade spesso nella vita, a quella storica fase di straordinario attivismo e di grande esposizione pubblica è seguito il periodo del “sottotraccia”: la Fondazione ha continuato i suoi progetti ed esiste tutt’oggi, ma è come se la città di Bassano - compreso il Comune, che è socio fondatore - ne abbia smarrito il patrimonio culturale e morale.
Tullio Chiminazzo ha continuato a tenere le redini del Movimento, a coltivare i suoi contatti ad alto livello e a scrivere libri, ma trovandosi principalmente nel ruolo del nemo propheta in patria.
La conferma si è avuta mercoledì 18 maggio, all’incontro di presentazione del suo ultimo libro Homo ethicus œconomicus (Armando Editore): non a Bassano del Grappa, ma all’Università LUMSA di Roma. Con un testimonial d’eccezione: il già ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, suo amico personale e attento osservatore dei progetti del Movimento Etica ed Economia all’epoca delle sue responsabilità di governo.
Nell’Aula Dalla Torre del Dipartimento Giurisprudenza, Economia, Politica e Lingue Moderne della LUMSA Chiminazzo e Tremonti, prendendo spunto dai contenuti del libro, hanno discusso di etica ed economia assieme al prof. Luigino Bruni, ordinario di Economia Politica della LUMSA, al prof. Filippo Giordano, ordinario di Economia Aziendale della LUMSA e all’economista Giuseppe De Lucia Lumeno, moderati dal giornalista e politico Alberto Michelini, già volto noto televisivo come conduttore del TG1.
In particolare, si è svolto un confronto sui progetti del Movimento “Il Mio Mondo Bambino” e “1% «De/Tax» (o «A/Tax»)” che, neanche a farlo apposta, in quest’epoca di economia sconquassata da due anni di pandemia assumono una rinvigorita attualità.
Albe e Tremonti: chissà che per la Fondazione bassanese l’interesse destato dalle tematiche affrontate non significhi l’inizio di un nuovo giorno.

Tullio Chiminazzo, come è nata l’idea di presentare il libro alla LUMSA di Roma?
L’Università LUMSA di Roma è simbolica per noi del Movimento delle Scuole di Etica ed Economia perché già negli anni tra il 1999 e il 2002, quando abbiamo fatto i primi Master di Etica ed Economia a Bassano, li abbiamo fatti con l’Università LUMSA. Quindi è chiaro che per noi è un simbolo. Poi fare la presentazione di un libro nella sala di una libreria è una cosa, diversamente è farla in una Università quotata com’è la LUMSA di Roma.

Perché Giulio Tremonti?
Giulio Tremonti, al di là di essere un amico personale, è stata la persona che prima di tutti nell’anno 2001 ha in qualche modo fatto proprio il progetto “1%” del nostro Movimento, facendolo diventare la “A/Tax” o “De/Tax”. Da quel momento lui ha sempre insistito sull’utilità che gli Stati, passando dall’Europa, anziché adottare la “Tobin Tax”, adottassero la “A/Tax” o “De/Tax” da lui sostenuta prendendo spunto dal progetto “1%”. È una delle persone più convinte del fatto che attraverso questo progetto si potrebbe fare veramente qualcosa di importante a livello mondiale.

Dopo vent’anni questa proposta è ancora attuale?
Assolutamente sì. Anzi, il fatto che ci siamo trovati con Giulio Tremonti a Roma è stata un’occasione per ridirci alcune cose e per capire se possiamo ancora andare avanti in quella direzione.

Il vostro è un Movimento mondiale. Ma è nato a Bassano del Grappa. Torniamo a Bassano: rispetto al passato che cos’è oggi “Etica ed Economia”, qui in città?
“Etica ed Economia” ha avuto un grande seguito a Bassano fino agli anni 2001, 2002, 2003. Nel senso che è nata nei primi anni ‘90, poi nel ‘95 è stato fatto un comitato ad experimentum, nel ‘98 è nata la Fondazione Etica ed Economia e sono nati e sono stati fatti i primi grandi progetti, con le persone che venivano da varie parti del mondo.
Successivamente, dopo il 17 maggio 2001 quando siamo stati ricevuti dal Papa, 350 persone provenienti dai cinque continenti, abbiamo badato ad espandere la nostra realtà a livello mondiale e abbiamo lavorato sui contenuti. E quindi da allora la si vede poco nella città di Bassano. Adesso speriamo di ridare vita a questo, e il mio ultimo libro può essere un po’ il punto di arrivo e il punto di partenza, per dare la possibilità a coloro che assumeranno l’incarico di entrare nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione di Bassano di avere dei documenti di base che possono sorreggersi sulle attività che devono fare.

Quindi c’è un futuro?
Guardi, sono anni molto difficili. Però è evidente che il confronto che abbiamo fatto a Roma, lo abbiamo fatto a livello elevatissimo. Vorrei dire quasi che la presentazione del libro è stata una scusa per parlare di etica ed economia al massimo livello. Pensi che, al di là del professor Tremonti - che ha un appeal, un’intelligenza e una capacità di ragionare su questi argomenti che è straordinaria -, c’era ad esempio il professor Luigino Bruni che scrive una pagina intera ogni domenica su “Avvenire”. Quindi una persona che studia, che si prepara e che io incontrai trent’anni fa anni fa quando si facevano i primi incontri, parlando di etica ed economia. Il prof. Bruni è un punto di forza di quella che lui, insieme a un economista come Zamagni, chiama “economia civile”.

Qual è, in sostanza, il messaggio lanciato dal suo libro?
Nella proposta di questo libro noi abbiamo voluto dire questo: cari signori, se vogliamo cambiare il mondo bisogna affrontare una nuova disciplina economica. Questa nuova disciplina economica è Etica ed Economia, che raggruppa tutti quei tentativi che sono stati fatti negli ultimi trent’anni di un’economia diversa rispetto all’economia classica.

E quali sono le peculiarità di Etica ed Economia rispetto all’economia classica?
L’economia classica centra tutto sull’efficienza. Qual è la proposta di Etica ed Economia? La proposta è che accanto all’efficienza mettiamo la solidarietà. Però si badi bene: non solidarietà intesa - come qualcuno vorrebbe far credere - come qualcosa da donare a qualcuno o come il magnate di turno che dà soldi per i poveri, eccetera. Non è questo. È inserire un meccanismo proattivo all’interno della nuova disciplina, affinché si possa realizzare addirittura maggiore efficienza. Quindi è un insieme tra efficienza e solidarietà, però la solidarietà è il motore proattivo di questa iniziativa. È evidente che il futuro di Etica ed Economia è proiettato in questa direzione, però quello che è importante far capire - e l’abbiamo detto mercoledì a Roma e definitivamente con questo libro - è che affrontiamo una nuova fase dell’economia. Finora siamo partiti da Adam Smith, nel 18simo secolo. Ora siamo arrivati nel 21simo secolo e affrontiamo adesso con coraggio questa nuova disciplina da applicare nelle nostre attività d’impresa e nel mondo economico.

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