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Brevi Manu

Bentornati in campagna elettorale: a proposito delle polemiche divampate sulla consegna del “Premio Città di Rosà” all’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin

Pubblicato il 09-04-2022
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Rieccomi qua. Sono mancato per qualche giorno all’appuntamento con le pagine online di Bassanonet, chiedo scusa.
E ricomincio con un bel: oooh, finalmente! Era infatti da un pezzo che non accadeva qualche succosa polemica in ambito politico locale, di quelle in cui tuffarsi a testa in giù e nuotare a stile libero come piace a me. E l’occasione mi è stata offerta su un vassoio d’argento dal Comune di Rosà.
Mi riferisco alla contestata decisione dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Bordignon di assegnare l’ambito “Premio Città di Rosà” all’assessore regionale alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, già sindaco di Rosà per due mandati e già anche parlamentare, rigorosamente targata Lega come l’amministrazione comunale stessa. Vale a dire la scuderia politica di cui la Lanzarin è la figura di riferimento e che governa ininterrottamente a Rosà da un trentennio, record della Padania.

Manuela Lanzarin riceve il Premio Città di Rosà (fonte immagine: Facebook/Comune di Rosà)

Non si tratta di una assegnazione qualsiasi: è come se - tanto per capirci e tanto per scrivere chiaro - a Bassano del Grappa alla cerimonia di San Bassiano l’amministrazione Pavan conferisse il Premio Città di Bassano al vicepresidente del consiglio regionale Nicola Finco. Sarebbe una circostanza degna della celebre scena di Blade Runner, quella di “Ho visto cose che voi umani…”.
A Rosà invece il premio è stato assegnato senza problemi al referente politico dell’amministrazione in carica.

In sostanza, la motivazione addotta per il riconoscimento è l’impegno “in prima linea” dimostrato da Manuela Lanzarin nella sua veste di assessore veneto alla Sanità nei due anni della pandemia. Nulla da dire sulla presenza costante e indefessa dell’esponente leghista della giunta Zaia sul fronte della lotta al coronavirus. Anzi: assieme a Zaia - con i suoi cartelli pieni di numeri e le sue parole tradotte alle sue spalle nel linguaggio dei sordi, davanti a una selva di microfoni - è stata una delle icone delle quotidiane conferenze stampa del governatore sul “punto Covid” nella sede della Protezione Civile di Marghera. La cosa, per così dire, insolita è che la Lanzarin viene premiata dal suo Comune semplicemente per aver fatto le cose che i suoi doveri istituzionali le imponevano di fare. So che è impopolare scriverlo, ma è di fatto così.
E non si tratta di una assegnazione di premio qualsiasi soprattutto per un’altra ragione: l’amministrazione Bordignon è alle ultime settimane del suo secondo mandato e il prossimo giugno a Rosà si vota per il nuovo sindaco e la nuova amministrazione comunale. Va da sé che per la squadra leghista rosatese una premiazione del genere, e proprio in questo momento, profuma intensamente di consenso elettorale.

Quello che è conseguito all’annuncio del destinatario del premio è già più o meno noto grazie agli articoli di stampa locale di questi giorni.
I gruppi consiliari di minoranza (Rosà Civica, che per l’assegnazione del premio aveva proposto la Caritas, e Movimento 5 Stelle) si sono dissociati dal nome della Lanzarin, dichiarando che è giusto premiare chi si è impegnato ad aiutare gli altri durante la pandemia, “ma non un politico”. Da qui la decisione delle opposizioni di non presenziare al consiglio comunale straordinario convocato per la consegna dei riconoscimenti ai benemeriti del Comune.
Consiglio che si è regolarmente svolto oggi, a partire dalle 17, al PalaRosà.
Presente ovviamente anche l’assessore regionale Manuela Lanzarin che ha ricevuto brevi Manu dal sindaco Paolo Bordignon il “Premio Città di Rosà”. L’amministrazione rosatese ha tuttavia aggiustato il tiro dichiarando sulla pagina Fb istituzionale del Comune che il premio è stato assegnato alla Lanzarin “unitamente al personale sanitario e socio sanitario”.
L’appuntamento istituzionale è stato preceduto da un comunicato stampa trasmesso alle redazioni dal sindaco Bordignon, il quale afferma che “in commissione non è giunto il rifiuto della minoranza nel nome dell’assessore Lanzarin” e, con l’occasione, tesse le lodi della premiata.

“Abbiamo individuato lei - scrive il sindaco - perché quotidianamente, nei momenti anche più difficili, è stata chiamata con grande responsabilità assieme al governatore Zaia a decisioni da prendere velocemente sapendo che incidevano nella vita di milioni di persone. Chiedo se è una colpa essere un politico o essere della Lega, essere una persona votata dai cittadini ed avere la fiducia in un tema così importante del nostro governatore Zaia.”
“La minoranza, nella chiara ricerca della visibilità elettorale - prosegue Bordignon -, ha scelto di alzare un insensato polverone dando alla questione una chiave politica e decidendo di non partecipare al consiglio comunale. Un fatto che ritengo estremamente grave.” “Un gesto - continua la nota - che non fa loro onore ma soprattutto, dopo le parole di apprezzamento spese in commissione, si comportano in modo differente girando il capo a chi, al vertice della piramide, ha guidato in questa battaglia migliaia di operatori sanitari e socio-sanitari a cui va il nostro costante ringraziamento.”

Ce ne sarebbe già quanto basta per dare fuoco alle polveri pre-elettorali in piazza della Serenissima. Ma alla polemica si aggiunge adesso anche il fattore 5G. Dove 5 sta per “5 Stelle” e “G” per Guidolin.
Barbara Guidolin, senatrice pentastellata e già candidata a sindaco di Rosà un paio di elezioni comunali fa, interviene oggi a sua volta sul caso Lanzarin con una nota trasmessa in redazione. L’aspetto curioso è che a Roma la Guidolin fa parte della maggioranza di governo che comprende anche la Lega: un’alleanza politica che quando tuttavia si scende sul piano locale si squaglia come neve al sole.
Nel lungo comunicato - intitolato “Sanità: eccellenza o caos veneto?” e che cerco di riassumere - la parlamentare esprime solidarietà ai gruppi di minoranza che hanno deciso di non partecipare alla consegna del premio e dichiara di unirsi a loro “nella speranza che i cittadini capiscano le motivazioni che ci spingono a protestare verso l’ennesimo tentativo di far passare la sanità veneta come un’eccellenza del nostro paese, quando in realtà stiamo lentamente sprofondando verso la privatizzazione con la chiusura di ospedali o reparti e con il peggioramento delle condizioni lavorative del personale socio-sanitario anche a causa delle continue esternalizzazioni di reparti ospedalieri e residenza per anziani”.

Guidolin ricorda che “sempre oggi 9 aprile a Padova molti cittadini hanno manifestato in difesa della sanità pubblica e qualche mese fa anche Schio ha visto scendere in piazza migliaia di persone per lo stesso motivo”.
La senatrice 5G punta il dito sulla “imbarazzante situazione dell’Ulss7 Pedemontana dove per mesi i cittadini hanno denunciato il caos al centro tamponi”. “Come se non bastasse - continua -, si sono aggiunti i disagi dei cittadini bassanesi per lo spostamento di senologia e oncologia all’ospedale Santorso di Schio. L’Ulss 7 è guidata da Carlo Bramezza rimbalzato agli onori delle cronache per i debiti privati, 11 milioni di euro, contratti dal fallimento di due società che aveva garantito.” Si aggiungono ai cahiers de doléances guidoliniani “le scelte discutibili della Regione Veneto che ha recentemente deciso di mettere alla guida delle automediche gli infermieri e sempre la Regione Veneto in questi giorni sta spingendo per “il super operatore socio sanitario” attribuendogli delle mansioni infermieristiche, andando a minare quelle che sono le tutele lavorative del nostro personale socio-sanitario”.

“E i sindaci - incalza la nota della senatrice 5 Stelle - in tutto questo dove sono? Ricordo che la conferenza dei servizi dell’Ulss 7 presieduta dal sindaco di Bassano del Grappa Pavan della Lega non sta muovendo un dito su questa imbarazzante situazione. Ah no, il sindaco di Rosà Paolo Bordignon della Lega con la maggioranza della Lega ha deciso di dare il premio città di Rosà a Manuela Lanzarin, assessore alla sanità della regione Veneto della Lega.”
“Riassumiamo - conclude Barbara Guidolin -. Nella culla veneta della Lega, l’Ulss7, il presidente Zaia della Lega nomina un direttore generale che viene criticato, oltre che dai cittadini, anche dal consigliere regionale Nicola Finco della Lega. Nel frattempo la conferenza dei servizi dell’Ulss 7 presieduta da un sindaco leghista non dice una parola. Anzi no, il sindaco leghista di Rosà con tutta la maggioranza dà il premio città di Rosà all’assessore regionale Manuela Lanzarin della Lega. Questa situazione ha del paradossale e credo che i cittadini del mio territorio non meritano di essere presi in giro in questo modo.”
Non c’è che dire: la Guidolin se l’è proprio Legata al dito.

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