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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

L’Evo di Eva

L’ingegnere aerospaziale, la brand manager, la studentessa, l’assessore e l’imprenditrice agricola: incontro a Bassano con le “New Eva”, donne di successo in professioni tradizionalmente maschili

Pubblicato il 02-04-2022
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Eccole qua: sono le New Eva. Tranquilli: non c’è nessun serpente tentatore e non c’è nessuna mela da cogliere dal ramo, con complicanze incorporate.
Le New Eva, molto più semplicemente, sono le donne che hanno raggiunto il successo in settori professionali tradizionalmente maschili e in particolare nel cosiddetto campo STEM: Scienza, Tecnologia, Ingegneria (Engineering) e Matematica.
A loro è dedicato l’incontro pubblico “New Eva - Il Veneto delle donne”, ospitato nella sala Chilesotti del Museo Civico, concepito in forma di talk show - con tanto di stacchetti musicali alla tastiera in stile Maurizio Costanzo Show - e condotto dal brillante e spigliato Andrea Moretto, formatore per mestiere e attore teatrale per passione.

Foto: Isaia Busatta

Con un taglio così spiccatamente al femminile, l’appuntamento si rivolge primariamente ad un pubblico di Eve. Ma tra una sedia e l’altra della sala museale c’è anche qualche Adamo, compreso chi vi scrive. Ci mancherebbe.
Si tratta dell’incontro conclusivo del progetto “Il Filo - L’unione delle competenze per la scienza: nuovi orizzonti al femminile”, promosso da For Action, inserito nell’azione “Il Veneto delle donne” e svoltosi tra il 2020 e il 2021 con la collaborazione di aziende, istituzioni e partner operativi dei Comuni di Bassano del Grappa, Vicenza, Verona e Treviso. 48 donne maggiorenni e disoccupate, di cui 8 di Bassano del Grappa, sono state protagoniste di due anni di attività di formazione, consulenza, inserimento in tirocinio e avvio d’impresa. Obiettivo: ridurre il divario di genere nelle professioni STEM.
Come afferma Giovanni Battista Comis di For Action, uno dei responsabili del progetto, la carenza di donne protagoniste in questi settori del mondo lavorativo “è il prodotto di un gap culturale che nasce già dalle scuole elementari”. Le partecipanti a “Il Filo” sono state prevalentemente impegnate nei comparti della meccanica e del digital marketing, con particolare attenzione focalizzata sulla conciliazione lavoro-famiglia, sull’empowerment femminile e sugli strumenti di smart working (scusatemi, ma in questi ambiti gli anglicismi spuntano come mushrooms, pardon come funghi).
Alcune di loro sono state assunte nelle aziende, altre - già imprenditrici - hanno intrapreso un percorso di autoimpiego per fondare nuove attività nel settore green (a rieccolo, l’anglicismo), infine il progetto si è concentrato anche sull’orientamento scolastico in collaborazione con l’ITIS Fermi di Bassano e l’IIS Scotton di Bassano e Breganze.
Il problema, del resto, nasce proprio a scuola. Come riferisce nell’occasione il preside dello Scotton Carmine Vegliante, nei tre indirizzi Arredo, Meccanico e Meccatronico del suo istituto, su un totale di circa 500 studenti, le ragazze iscritte sono solamente 3.
Più che un divario di genere è un abisso. “Urge - conferma il dirigente scolastico - una rivisitazione dell’orientamento, già nel 1° ciclo delle elementari.”

Preceduta dai saluti del sindaco Elena Pavan, l’assessore regionale alla Formazione, all’Istruzione, al Lavoro e alle Pari Opportunità Elena Donazzan trasforma le percezioni sul divario di genere del Veneto in numeri e dati: nella nostra Regione l’81% degli uomini è occupato, mentre le donne scendono a 20 punti percentuali in meno, gli uomini disoccupati raggiungono quota 8,5% e le donne sono il doppio.
“Il mio assessorato - spiega - è legato alla programmazione dei fondi comunitari FSE dedicati al capitale umano. Nella programmazione dei prossimi 6 anni il target principale è il divario di genere. L’azione “Il Veneto delle donne “ di For Action è stato valutato positivamente dai dirigenti della Regione e ha prodotto un’azione di rete poderosa.”
“Nel piano 2022-2027 - aggiunge la Donazzan - bisognerà spingere ancora di più sul Pubblico/Privato, sull’orientamento e sul problema della natalità, con l’aumento della rete di servizi.”
Ma chi sono queste New Eva, protagoniste della serata bassanese, chiamate così perché portatrici di competenze gestionali ed organizzative che risalgono in realtà alle origini dei modelli sociali di noi appartenenti alla specie Homo Sapiens?
La prima è Carmela de Crescenzo, napoletana e giunta appositamente da Napoli, ingegnere aerospaziale nonché fondatrice della community “Donne di Successo.it” che vanta 70mila follower (dire “comunità” e “seguaci” non fa figo).
La seconda è Federica Pasqualetto, laureata in chimica, brand manager (basta, sugli anglicismi non dico più niente) di un’azienda del settore farmaceutico e in più anche prima presidente donna della banda di Valdobbiadene.
Partecipa al talk anche un’aspirante New Eva: Victoria Zanella, 18 anni, studentessa dell’indirizzo di Informatica dell’Istituto Fermi di Bassano.
Chiude il Quartetto Eva Mavì Zanata, assessore al Sociale del Comune di Bassano e medico di professione.
A loro, stimolate dalla conduzione di Andrea Moretto, il compito di esprimere il loro pensiero su tre parole chiave, per fortuna in lingua italiana, per la donna professionista di oggi: Tempo, Opportunità e Confine.

Per l’ingegnere aerospaziale Carmela de Crescenzo “dare il giusto tempo a ogni cosa è davvero il segreto del successo”. Il tempo per il lavoro e il tempo per la famiglia.
La professionista partenopea ricorda i suoi primi colloqui di lavoro quando le chiedevano “Lei vuole avere figli?” e considera la cosa “molto triste”. “Si può diventare manager, mogli e mamme - dice -. Abbiamo la forza di fare tutto, pensate alla forza di partorire.”
Sulle opportunità, rivela: “Parecchi giovani danno le dimissioni dalle grandi aziende. Un lavoro di 9-12 ore al giorno non fa per loro. Pensano “voglio fare qualcosa di mio e avere più tempo per me” e così nascono i freelance e le partite Iva.” “Penso sia stata la pandemia - aggiunge - a farci capire che bisogna dare un freno e ritornare ai valori fondamentali. Il mio sogno è vedere grandi aziende che vengano incontro ai ragazzi e alle donne sulla questione del tempo, evitando che qualcuno venga visto male solo perché deve uscire prima dal lavoro per andare a prendere il figlio.” “C’è un tempo per ogni cosa - ribadisce la de Crescenzo -. L’uomo non deve vivere per lavorare ma lavorare per vivere e lo smart working ci ha insegnato che un cambio di gestione del tempo è possibile.”
E sul confine? “Mi auguro che non ci sia più il confine tra donna mamma e donna manager - rimarca l’ingegnere aerospaziale -. Spero in più nascite, in questi due anni con il Covid e adesso con la guerra abbiamo parlato solo di morte. Abbiamo bisogno di vita e di più vite, aiutiamo le donne ad abbattere questo confine.”

Riguardo al tempo, la brand manager farmaceutica Federica Pasqualetto ricorda un biglietto scritto da sua mamma quando lei studiava: “Se insisti e resisti raggiungi e conquisti”.
“Ci vuole del tempo per raggiungere gli obiettivi - dichiara -. Non esiste un momento della mia giornata che non sia organizzato. Ma, come ho capito durante le mie due maternità, vorrei un po’ di tempo vuoto.” Per la Pasqualetto le opportunità, in termini aziendali, sono invece “rogne da risolvere”. Ma aggiunge: “Il risvolto positivo è che di opportunità e di treni da prendere ce ne sono sempre e sempre ritornano.”
“Il confine non esiste - afferma -. Tutto è trasversale: la mia professione, la mia attività con la banda e il mio terzo lavoro, quello di madre di famiglia.”
Victoria Zanella, la studentessa del Fermi, è invece la quintessenza dei suoi meravigliosi 18 anni. Mi colpisce un aspetto dei suoi interventi: per lei l’opportunità è “fare quello che ti piace” poiché “molti imprenditori non riescono ad essere affascinanti per le nuove generazioni”, segno della tendenza dei giovani d’oggi a ricercare veramente qualcosa in cui “sentirsi bene” nella scelta lavorativa.
Per Mavì Zanata, che parla più da medico che da assessore comunale, “il confine tra vita pubblica e vita privata è molto labile” e “c’è sempre un’opportunità per tutti e sta a noi saperla cogliere”. Ma soprattutto “servono tempi vuoti per noi stessi, godere della nostra famiglia”. “Come medico - afferma - so quanto sia importante essere circondati dai propri affetti, soprattutto durante una malattia. Non sappiamo se domani avremo ancora tempo.”
Col realismo tipico della professione medica, l’assessore Zanata ci ricorda il valore fondamentale del tempo nel momento in cui, come ben sappiamo anche se non ci pensiamo, ogni giorno è buono per morire. “Qui ci vorrebbe Mike Bongiorno con il suo: Allegriaaaaa!”, sdrammatizza il conduttore Andrea Moretto. In qualità di Adamo, nell’udire la triste verità, mi viene quasi da toccarmi là dove non batte il sole, ma sono in mezzo al pubblico in sala Chilesotti e non è il caso.

Conclude il giro degli interventi una New Eva a distanza: l’imprenditrice agricola Laura Stefani, di Combai nel Trevigiano, enologa, vignaiola, ristoratrice di quinta generazione dell’osteria con cucina di famiglia, titolare di due agriturismi e madre di due figli, collegata dal suo telefonino amplificato dal microfono in sala. Le sue sono poche, ma sintetiche parole: “Se si vuole, si può fare la mamma, lavorare, sentirsi realizzati e appagati.”
La sintesi perfetta del New Evismo del Terzo Millennio: quello della donna che non deve chiedere mai.

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