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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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La Montagna incantata
A.A.A. buone maniere cercasi. Intervista ad Angelica Montagna, giornalista e formatrice, autrice di un “Corso di gentilezza” per i bambini delle scuole elementari dei Comuni del territorio
Pubblicato il 09-02-2022
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Italiano, storia, geografia, matematica e gentilezza. L’educazione al comportamento rispettoso e gentile entra fra le materie scolastiche della scuola primaria.
Merito di Angelica Montagna, giornalista bassanese di lungo corso.
È lei infatti l’ideatrice e l’autrice di un’iniziativa alquanto particolare: un “manuale di gentilezza” rivolto agli alunni delle prime tre classi delle elementari. La pubblicazione, intitolata “Tutti a scuola. Corso di gentilezza. Buone norme di comportamento” è stata già adottata come libro di testo nelle scuole primarie di 8 Comuni del comprensorio: Tezze sul Brenta, Romano d’Ezzelino (dove domani il progetto sarà presentato in conferenza stampa), Cassola, Valbrenta, Solagna, Pove del Grappa, Colceresa e Breganze. E altri Comuni e altre scuole stanno bussando alla porta per condividere l’opportunità di coltivare il seme della cortesia nelle giovanissime menti degli scolari del loro territorio.
Angelica Montagna
Con Angelica ci conosciamo da una vita. Ancora oggi collaboriamo per un’iniziativa editoriale di cui lei è direttrice e io condirettore, ma soprattutto abbiamo lavorato assieme per lunghi anni nelle Tv locali di Bassano. Era l’irripetibile epoca in cui lavorare per le emittenti televisive regionali era non solo professionalmente gratificante, ma spesso e volentieri anche divertente.
Quello che non sapevo di lei è il suo pallino per i corsi di formazione, che negli ultimi tempi la vedono molto attiva come promotrice e docente: in particolare di public speaking, e cioè l’arte di parlare in pubblico, di team building, ovvero la costruzione dei gruppi di lavoro e di business etiquette, vale a dire il galateo nel business e in azienda.
Questa volta la sua attenzione si è concentrata sull’esigenza di diffondere l’ABC del corretto comportamento nei rapporti sociali rivolgendosi al non facile target degli adulti di domani.
Lo fa attraverso questo suo manuale di piacevole e semplice lettura, come dev’essere un libro rivolto ai bambini di quell’età, accompagnato dalle simpatiche illustrazioni di Simonetta Montagna, sorella dell’autrice.
15 capitoli che affrontano altrettante tematiche sul “come comportarsi gentilmente” nelle varie situazioni: come presentarsi agli altri, in classe, con i nonni e i fratelli, quando i genitori sono stanchi, se qualcuno ti tratta male, a tavola eccetera.
Alla fine di ogni capitolo le cose apprese vengono esercitate con un test sotto forma di gioco e al termine del manuale c’è persino un “diploma di gentilezza” che attesta la conclusione del corso.
Una sorta di “Montagna incantata”, per citare Thomas Mann, dove i bambini possono allenarsi e fare pratica con le buone maniere. Sia a scuola, con l’aiuto delle insegnanti, che a casa, assieme ai genitori. Il tutto con le indicazioni del corso ideato da questa inedita formatrice della cortesia che mette in pratica i suoi convincimenti sulla necessità di un ritorno, soprattutto in questi tempi “avvelenati” dalla pandemia, alle regole di base della gentilezza sociale.
Insomma: Angelica, di nome e di fatto.
Dunque Angelica, come nasce l’idea di questo “Corso di gentilezza” per i bambini?
Nasce dall’esigenza di avere accanto persone gentili. Quando apriamo i social, soprattutto adesso con tutto quello che sta succedendo, ci si rende conto che in realtà la gentilezza è davvero un optional. È qualcosa che fa parte soltanto di un lontano ricordo. La mancanza di gentilezza in questo periodo rischia purtroppo di andare oltre e di farci diventare talmente “incazzosi” l’uno con l’altro, talmente lontani dall’idea della bontà d’animo che io temo un punto di non ritorno. Secondo me ci stiamo troppo allontanando da quello che ognuno di noi ha dentro. Individualmente, la gentilezza fa parte di noi. Collettivamente, siamo impazziti. Ecco la mia esigenza di tornare indietro.
Un’esigenza che però si è concretizzata in un corso per i bambini…
Il bambino è gentile, di suo. Non c’è nessun bambino “cattivo”. In realtà però non c’è la “buona educazione” che ci insegnavano. Ad esempio uno dei punti dice: all’adulto che tu non conosci non dai dei tu se non è l’adulto a chiedertelo. C’è tutta una serie di regole comportamentali, con 15 capitoli e quindi 15 situazioni diverse, ma in realtà sono quelle buone norme che insegnavano a noi quando eravamo bambini. Per esempio quando la mamma ti presenta a qualcuno gli dai la mano, se lui ti chiede “come stai?” rispondi, ma a tua volta guardandolo negli occhi chiedi “lei come sta?”. Sono tutte quelle cose che insegnano anche quella che è l’etiquette, che non va male perché non c’è solo la sostanza ma anche la forma che è importante.
Che risposta c’è stata a questa iniziativa?
La risposta immediata è stata molto bella e devo dire che alcune realtà imprenditoriali della zona hanno sposato subito il progetto e hanno fatto volentieri da sponsor. Addirittura un imprenditore mi ha detto: “finalmente, perché quando ho degli stagisti giovani che arrivano da me in azienda, non sanno nemmeno guardarti negli occhi quando ti salutano”. Gli stessi imprenditori mi dicono: se noi riuscissimo non “ad inquadrare”, perché l’approccio del corso è molto dolce, ma ad avere bambini che si sanno comportare, è molto più facile che in futuro saranno dei bravi dipendenti e collaboratori.
Quindi è un corso di gentilezza con un approccio “soft”…
È un approccio molto “coccolo”, molto dolce, che mette molto in relazione la gentilezza con un cuore buono, che ti porta ad essere felice. Perché se tu dai gentilezza, in automatico di ritorna.
Due pagine, una all’inizio e una alla fine del manuale, sono due specchi. Perché?
Perché all’inizio c’è la voglia di guardarsi. E quindi il bambino prende coscienza di quello che è lui. Lo specchio gli dice: “questo sei tu prima di iniziare questo corso che ti farà diventare una persona gentile e attirerà a te molti amici che impareranno a essere gentili”. Alla fine c’è un altro invito con un altro specchio che gli dice: “ma ti ricordi la faccia che avevi prima di iniziare questo corso? Bene, adesso pensa a tutte le regole che hai imparato e che hai portato dentro il tuo cuore gentile. Sorridi, guardati di nuovo allo specchio e guardandoti ripeti insieme a me: ti voglio bene”.
Che il bambino dica a sé stesso “ti voglio bene” è meraviglioso. Questo corso è destinato a far parlare molto di sé, non perché ci sono le regole ma per questo approccio molto “zen”, se vogliamo. Ma riguarda norme di comportamento che tutti noi abbiamo dentro, ma non riusciamo a tirare fuori.
Non è il caso di fare un corso di gentilezza anche per gli adulti?
Sì, però temo che per gli adulti sia molto difficile perché dovrebbero tornare bambini, per riuscire a capire la vera gentilezza che non un manierismo, ma parte dal cuore. Quindi un adulto dovrebbe veramente “resettare”, tornare indietro e non abbiamo tempo. Sicuramente comunque, poiché il libro del corso entra nelle case, i genitori non solo lo vedono ma ne vengono coinvolti. Per esempio, nel capitolo “al supermercato” una delle regole è quella di rispettare la fila. Quindi saranno i bambini, se papà o mamma saltano la fila o fanno i “furbetti”, a dire ai genitori “ehi, torna indietro perché altrimenti non sei gentile”. Quindi è un modo, attraverso i bambini, anche di metterci tutti una mano sulla coscienza in questo senso.
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