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Romanzo Quirinale

L’attesa presidenziale raccontata dai parlamentari bassanesi

Pubblicato il 08-01-2022
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Manca circa una ventina di giorni per conoscere il nome del successore di Sergio Mattarella. La “grande votazione” si può raccontare anche da Bassano, visto che contiamo ben tre grandi elettori, quattro se si considera anche la vicinissima Breganze. Avvertenze: questo è un articolo di gossip politico, non ci troverete riflessioni di alta strategia (Berlusconi sì, no, Draghi, Mattarella, Amato, Casini); anche se gli interpellati in alcuni casi avrebbero voluto farle.
Iniziamo da Cartigliano questo “Quirinal tour” per sondare gli umori dei king maker presidenziali bassanesi.

Anzi, più che dal municipio di villa Cappello, partiamo dal parcheggio antistante l’hub vaccinale dell’area Pengo dove Germano Racchella, sindaco-onorevole di Cartigliano, sta posteggiando l’auto per andare a farsi iniettare la terza dose.
«Ho fatto le corse per fare il booster, così sarà tutto più semplice. E’ un’emozione grande, la mia prima votazione per eleggere il presidente della Repubblica».
La mail di convocazione del presidente della Camera Roberto Fico è arrivata già nei giorni scorsi nella casella istituzionale di tutti i parlamentari.
Senatori e onorevoli stanno organizzando la logistica per essere sempre presenti nelle prossime agitate settimane romane.
Ai tempi della Prima Repubblica c’era chi alloggiava dalle suore, chi nei convitti, gli “stanziali” prendevano casa in affitto. Il sindaco di Cartigliano alloggerà, come dall’inizio della sua avventura romana, in un più moderno bed&breakfast. Anche il look sarà importante per ricordare i volti dei parlamentari in sfilata verso l’urna dove si infila la scheda: le votazioni saranno seguite in diretta Tv e da casa “i nostri” saranno osservati speciali di famigliari, amici, parenti, elettori e compagni di partito. Dunque: indosserà la cravatta verde delle grandi occasioni? «Sicuramente mi metterò il vestito delle grandi occasioni, per la cravatta in effetti potrei usare quella verde “acido”, ma è poco “verde Lega”.
Anzi, adesso che mi ci fa pensare penso che userò quella azzurrina classica. Sarà brutto votare con le mascherine, chissà che passi presto». Anche se la partita del Quirinale è in mano ai leader di partito e ai capicorrente, anche i parlamentari semplici fanno già scorrere fiumi di retroscena e scoop nelle chat di WhatsApp. «Nella chat dei parlamentari della Lega arrivano le indicazioni di Matteo Salvini. Nei prossimi giorni ci sarà un po’ di condivisione, ma chi decide è il Capitano». Un presidente del passato che le è rimasto nel cuore?
«Direi per simpatia Sandro Pertini, lo ricordo per la vittoria ai Mondiali del 1982». Come ai tempi del bicolore governativo giallo-verde, dalla Lega passiamo al Movimento 5 Stelle.

Barbara Guidolin, classe 1975, è l’unica senatrice bassanese che voterà per il 13° capo dello Stato.
«Mi sento una grande responsabilità, devo rappresentare bene il mio territorio. Allo stesso tempo mi sento anche fortunata».
La pentastellata Guidolin, originaria di Rosà, proviene da una famiglia democristiana, guidata da un papà grande appassionato di politica (da Rosà, il cuore più verde della Lega d’Italia, andrà a votare il presidente della Repubblica una senatrice grillina di “matrice” democristiana. E’ la terza Repubblica bellezza!).
«Il vero politico di famiglia era mio padre, carabiniere di professione. E’ mancato nel giugno 2018 e con lui avevo seguito in televisione tutte le elezioni del passato. Durante il voto sicuramente penserò a lui». Ha pensato al vestito? Un errore e si rischia di finire nel mirino della Gruber o della Lucarelli, tutta Italia vi passerà ai raggi X. «Mi vestirò come le altre volte, il più istituzionale possibile. E comunque il M5S ha sdoganato l’abito serio in Parlamento, vedo spesso colleghi in Aula indossare scarpe da ginnastica». (Visto che si tratta un articolo di costume non voglio nemmeno ricordare i tempi di Aldo Moro che andava in giacca e cravatta anche in spiaggia a Terracina).
Cosa ne pensa della sua collega Cunial che rischia di non votare per colpa del Green Pass?
«Con dispiacere le nostre strade si sono separate da tempo, soprattutto per la questione del vaccino. Sara aveva una grande potenzialità da sfruttare sul nostro territorio, ma è troppo estremista. La pandemia ci obbliga a guardare al bene di tutta la collettività». Il miglior presidente della Repubblica? La prego di non dirmi Sergio Mattarella, dopo quello che voleva fare il M5S qualche anno fa.
«Pertini è il mio presidente del cuore». Per trovare la terza grande elettrice bisogna spostarsi poco distante dal Ponte degli Alpini, sulle colline di Marostica.

L’ex sindaco di Breganze Silvia Covolo, giovanissima parlamentare della Lega, ha cominciato a sentire l’emozione di questa elezione addirittura in Chiesa. «Ieri mattina ero a Messa e il parroco ha ricordato che ci apprestiamo a vivere un momento davvero importante per lo Stato. L’attesa è grandissima, peccato per la pandemia». La Covolo, che è una super draghiana convinta («…ha ridato all’Italia una grandissima immagine all’estero»), conferma che dai vertici delle Lega ancora non ci sono indicazioni sul “Nome”. La deputata breganzese ci tiene a sottolineare che farà di tutto per non correre rischi sanitari nelle prossime settimane. «Voglio arrivare sana e salva al 24 gennaio (ndr. …ride). Basta cene, contatti al minimo, anche se ho la terza dose. Solo incontri istituzionali». Già scelto l’outfit? «Tailleur d’ordinanza, vestito nero, camicia bianca e scarpa con il tacco, come per la fiducia a Draghi».
E per una grande estimatrice del premier ed ex governatore della Banca d’Italia, chi poteva essere il nome del cuore nel pantheon degli ex inquilini di Quirinale? «Ciampi, forse perché lo associo ai miei primi impegni politici ai tempi delle Superiori. Però il migliore in assoluto è stato Sergio Mattarella: ha orientato il Paese in questi anni di incertezza, ha invitato alla prudenza, ha spinto a vaccinarsi». Cosa pensa del possibile “respingimento” dell’onorevole Cunial? «Ho studiato il precedente ricorso, giustamente è stato bocciato. Non ci deve essere nessuna esenzione, chi non vuole adeguarsi alle regole non vota, ci vuole senso delle istituzioni».

In ogni caso tutti si augurano che alla data del 15 febbraio, giorno di entrata in vigore del Super Green Pass, l’Italia abbia già un nuovo Presidente. A proposito di Sara Cunial, quarta grande elettrice: non ha risposto all’invito di fare due chiacchere veloci sulla vigilia del voto quirinalizio. Prosegue ininterrotta questa perdurante incomunicabilità, un peccato perché non si voleva affrontare temi spigolosi di alta politics. Si trattava di partecipare ad un piccolo “romanzo Quirinale” da raccontare ai bassanesi. Gli stessi bassanesi che nel 2018 le hanno dato l’opportunità di scegliere il successore di Sergio Mattarella.

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