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Colpo di sponsor

Clamoroso fuori programma marinaliano: grazie a un anonimo benefattore da fuori regione sarà eseguito il restauro dell'intero Altare del Rosario nel Duomo di Santa Maria in Colle

Pubblicato il 27-05-2021
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La notizia-bomba, come tutti i colpi di scena che si rispettino, arriva alla fine. E cioè al termine dell'incontro ufficiale di restituzione alla città di Bassano delle due statue di Santa Caterina da Siena e di San Domenico di Guzmán, entrambe di Orazio Marinali, facenti parte del complesso figurativo dell'Altare del Rosario nel Duomo di Santa Maria in Colle e restituite all'originario splendore da un intervento di restauro.
Grazie al contributo di un anonimo benefattore (o benefattrice) sarà restaurato l'intero Altare del Rosario. Ritorneranno quindi a risplendere anche tutti i restanti elementi della sacra composizione, oggi ingrigiti dalla patina del tempo: le altre quattro statue di Orazio Marinali (San Gioacchino, Sant'Anna e i due Angioletti), la statua centrale della Madonna del Rosario eseguita nel '600 dallo scultore tedesco Heinrich Meyring (Enrico Merengo per gli italiani) e la pala d'altare raffigurante la Madonna del Rosario, Cristo risorto e regnanti, e dipinta nel '500 da Leandro Bassano.
A dare la notizia al pubblico intervenuto in Duomo per la restituzione delle prime due sculture restaurate è Calendar Man Fulvio Bicego, noto per i suoi calendari fotografici venduti a scopo benefico col ricavato devoluto ad opere di solidarietà e, sempre più spesso negli ultimi anni, al restauro di opere d'arte nella nostra città. Bicego, che è stato uno dei benefattori del restauro della statua di San Domenico, racconta di essersi recato spesso in Duomo per fotografare e quindi documentare lo stato di avanzamento dei lavori di ripulitura e ripristino eseguiti sulle due opere marinaliane dalla restauratrice Antonella Martinato.

L'Altare del Rosario nel Duomo di Santa Maria in Colle (foto Alessandro Tich)

E a fronte del progressivo ritorno alla bellezza originaria della Santa Caterina e di San Domenico, si era reso conto delle condizioni “meno splendide”, per così dire, delle altre figure dell'Altare, come se le altre statue gli dicessero “e a noi chi ci pensa?”. Fino adesso i due interventi eseguiti sono stati resi possibili per merito, da una parte, del Rotary Club Bassano Castelli e, dall'altra, del gruppo spontaneo “Amici di Orazio”. Il Rotary Club, grazie alla generosità dei suoi soci, ha finanziato il restauro di Santa Caterina, per un service che ha comportato l'impegno di circa 4200 euro. Gli “Amici di Orazio”, attraverso una raccolta fondi sul territorio, hanno invece contribuito al ripristino del San Domenico, per circa 4000 euro.
Va detto che l'obiettivo dichiarato degli “Amici” è sempre stato quello di completare il restauro di tutte le opere di Marinali dell'Altare e che in cassa, tramite il crowdfunding, sono rimasti ancora 7000 euro. Ma per restaurare l'Altare intero, Pala di Leandro e statua del Merengo comprese, servivano ancora circa 20.000 euro. “Ne ho parlato con dei miei amici lombardo-piemontesi - rivela Bicego, torinese di origine -. Li ho portati a Bassano e ho cercato di farli innamorare di Bassano come ne sono innamorato io.”
E a quanto pare ci è riuscito. Uno dei suoi amici, che vuole mantenere l'anonimato, finanzierà la somma necessaria per completare il restauro dell'artisticamente prezioso Altare nella chiesa che sorge sul colle dove è nata la nostra città. Colpo di sponsor. E persino da fuori regione. Sarà lombardo (o lombarda) oppure piemontese? Si accettano scommesse.

La notizia di cui sopra è la macedonia di frutta (dire “ciliegina” sarebbe poco) sulla torta di un significativo incontro pomeridiano in Duomo iniziato sotto il diluvio e conclusosi, quasi simbolicamente, con il sole e il cielo terso. È l'incontro di restituzione della Santa Caterina e del San Domenico restaurati alla città, celati da due drappi che vengono rispettivamente svelati dal presidente del Rotary Club Bassano Castelli Renato Graziani e dal presidente della Pro Bassano Renzo Stevan col rappresentante del Comitato di Quartiere Centro Storico Erio Piva: Pro Loco e Quartiere, nella fattispecie, figurano nell'elenco dei donatori per il restauro della scultura del santo di Guzmán.
Gran cerimoniere dell'incontro, il socio del Rotary e volto noto della città Gianni Posocco, che detta tempi e ritmi degli interventi intervallato da musiche eseguite all'organo dall'architetto e musicista Fabio Sbordone.
E a proposito di organo: il taccuino del vostro umile cronista registra anche la toccata e fuga dell'assessore comunale alla Cultura Giovannella Johann Sebastian Bach Cabion, che dopo il suo intervento nel quale ha decantato “i progetti che consentono una sinergia tra il pubblico e la collettività”, riferendosi all'anno marinaliano, deve scappare perché la attendono in commissione consiliare Cultura.
Renato Graziani, presidente del Rotary Club, ripercorre il progetto del Bassano Castelli per il restauro della Santa Caterina e sottolinea l'importanza dei valori fondanti del Club Service citando Battiato: “Abbiamo bisogno di un centro di gravità permanente”.
Profetico Andrea Minchio, referente del “manipolo” degli appassionati “Amici di Orazio”, che concludendo il suo discorso si augura che il restauro dell'Altare venga completato “sperando nella provvidenza”. E la provvidenza, come riportato sopra, sarebbe stata annunciata poco dopo. Antonella Martinato, restauratrice del laboratorio Artemisia, descrive brevemente i lavori eseguiti con il suo staff sulle due sculture che erano “molto sporche”, con sedimenti di polvere, residui di cera, gocciolature di olio, fessurazioni e quant'altro. Adesso le due statue ripulite godono dell'effetto Dash: più bianco non si può.
Don Andrea Guglielmi, il padrone di casa, spiega perché San Domenico, fondatore dei Domenicani, e Santa Caterina da Siena, simbolo femminile di spiritualità domenicana, sono ritratti assieme e qual è il loro rapporto con la Madonna del Rosario.
Le voci narranti di Fabio Dalla Zuanna e Anna Branciforti rievocano le figure dei due Santi con la lettura di brani del Canto XII del Paradiso di Dante, per Domenico di Guzmán, e di una intensa pagina scritta da Santa Caterina. È il preludio del coup de théâtre finale che vi ho descritto all'inizio, clamoroso fuori programma che conclude di fatto, con cotanta notizia, l'anno marinaliano. E gioiscono tutti: gli Orazi e anche i Curiazi.

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