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Direttore Responsabile
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Special report
Il MuSone
Presentato in commissione il concept progettuale dell’Hub Urbano per la Cultura e l’Innovazione. Piazza ipogea, Museo dell’Auto e non solo all’ex Convento Santa Chiara, rivoluzione per quella che viene già chiamata “ex Scuola Mazzini”
Pubblicato il 13-05-2021
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Lo sviluppo del vecchio progetto del Polo Museale Santa Chiara a reti unificate.
Riunione congiunta nella serata di mercoledì in sala Chilesotti delle due commissioni consiliari Territorio e Promozione del territorio del Comune di Bassano del Grappa per il grande evento dell’attuale stagione amministrativa: la presentazione del concept progettuale dell'“Hub Urbano per la Cultura e l’Innovazione”. Prima che si renda necessario l’utilizzo di un vocabolario inglese-italiano, vi spiego subito in parole povere che si tratta della famosa ipotesi di “rivisitazione” del vecchio progetto del Polo Museale Santa Chiara, finito definitivamente alle ortiche dopo il ritiro del contributo da parte di Fondazione Cariverona.
L’attuale amministrazione sta seguendo l’idea di allargare l’area museale al “brano di città” che comprende anche la Scuola Mazzini e il Giardino Parolini e, come noto, ha affidato a due distinte società di consulenza - la Mesa Srl di Marghera per la valutazione del riuso del patrimonio comunale e per l’impostazione museologica del progetto e la Grisdainese Srl di Venezia per gli aspetti ingegneristico-architettonici dell’intervento - il compito di dare le indicazioni preliminari e di fattibilità di quello che oggi, più pomposamente, viene chiamato per l’appunto “Hub Urbano per la Cultura e l’Innovazione”. Il tutto per una spesa complessiva delle casse comunali di 102mila euro.
L’ipotesi progettuale per il Museo della Natura alla Scuola Mazzini con la nuova passerella ciclo-pedonale di collegamento col Giardino Parolini
La commissione congiunta è il momento in cui le due società presentano pubblicamente i risultati del loro studio e le conseguenti proposte, vale a dire il “concept preliminare e museologico” del nuovo centro museale urbano e il relativo “studio di fattibilità tecnica ed economica”. Con tanto di effetti speciali, ricchi premi e cotillons.
Ex Convento Santa Chiara
In principio fu il vecchio progetto del Polo Museale Santa Chiara, oggi ridotto allo stato di cantiere incompiuto nell’area dell’omonimo ex Convento che si affaccia su viale delle Fosse. In altre parole, oggi lì si trova solamente un grande buco attorniato dalla parziale costruzione del piano interrato e, come indicato dalla proposta progettuale di Grisadinese Srl, proprio da quel grande buco bisogna ripartire. L’architetto Stefano Gris, contitolare della società, concepisce l’area “come uno scavo archeologico che va mantenuto, evitando lo spreco”.
Ecco che allora la busa di cantiere dovrà trasformarsi in una “grande piazza ipogea”, e cioè sotterranea, capace di contenere dalle 800 alle 1000 persone e disponibile per eventi, concerti, proiezioni, manifestazioni eccetera. I render di progetto presentano anche delle gradinate irregolari per rendere la piazza fruibile in stile arena, mentre gli edifici “saranno completamente in legno e vetro”.
Nell’ex Convento troverà posto il Museo dell’Automobile Bonfanti-Vimar con la sua Galleria dell’Ingegno Veneto. La struttura attualmente ubicata a Romano d’Ezzelino era già destinata a far parte dell’originario Polo Santa Chiara nello stesso posto, ma solo a seguito del secondo stralcio di realizzazione e in coabitazione col Museo Naturalistico.
Adesso invece le si prospetta l’esclusiva museale in questo punto dell’Hub Urbano, specificamente dedicato all’innovazione tecnologica. Ma l’ex Convento darà spazio anche ad una attività Food&Beverage (in italiano: un bar-caffè) e alla possibilità, come rileva Gris, “di lavorare in sinergia tra pubblico e privato all’interno di questo spazio urbano per sviluppare una serie di funzioni diverse”.
Che cosa avrà voluto dire? Lo capiremo più avanti.
Scuola Mazzini
Passiamo adesso alla sezione “effetti speciali”. E cioè alla Scuola Mazzini. Partiamo subito col dire che nelle slides di presentazione del concept progettuale lo storico istituto scolastico di piazzale Trento viene già chiamato “ex Scuola Mazzini”. Un particolare non secondario per chi è sensibile al linguaggio dei segni. E infatti, come già peraltro ampiamente annunciato da nostri precedenti articoli, per la scuola elementare del centro storico si prospetta una destinazione d’uso del tutto nuova. Secondo l’architetto Gris - che è uno stimato professionista, ma evidentemente non conosce Bassano - quello della Mazzini è nientemeno che “un edificio completamente isolato” dal contesto urbano.
Da qui la necessità - anzi, come dice il relatore, “la suggestione” - di “un edificio che va ripensato con una contaminazione di funzioni diverse”.
Ordunque: innanzitutto la “ex” Scuola Mazzini “dovrà ospitare il Museo di Storia Naturale”, ovvero quello che nel progetto viene indicato come “Museo della Natura”.
Le collezioni naturalistiche originariamente previste nell’ormai ex Polo Santa Chiara troveranno dunque qui la loro dimora. “Senza dimenticare il fatto - prosegue l’architetto - che la scuola rimarrà anche una scuola, ma di diverso approccio.” Anche per la spiegazione di questo rebus, devo rinviarvi a più avanti.
Dal punto di vista architettonico, come spiega il progettista, “l’elemento centrale è una breccia vetrata nella quale si andrebbe a creare un nuovo atrio a doppia altezza”.
La “breccia” al centro dell’edificio è collegata a “una pensilina ciclo-pedonale” che “bypassa il traffico” di via Remondini e “collega il Giardino Parolini, che farebbe comunque parte del Museo di Storia Naturale, alla Scuola Mazzini”. Un nuovo “ponte”, insomma, tra la Mazzini e il lato opposto della strada, senza che il problema della viabilità nel punto più congestionato di Bassano venga affrontato. “In un secondo momento - aggiunge Gris - anche la Vittorelli dovrebbe trovare una funzione diversa e integrata all’interno del Giardino Parolini, in collegamento con la Mazzini.”
E non manca anche qui il Food&Beverage: si prevede “un nuovo ristorante vetrato” sulla terrazza della Mazzini “per ridare vita a un elemento molto forte che ricolleghi la Scuola Mazzini alla città”.
Miguel son mi
La superstar della presentazione è Michele Lanzinger, direttore del MuSe, il visitatissimo Museo delle Scienze di Trento, che ha collaborato con Mesa per la definizione del “concept museologico” dell’intervento. Videocollegato da Trento, Lanzinger esordisce bocciando di fatto il vecchio progetto del Polo Museale: “C’eravamo trovati in una situazione, collegata al progetto precedente, un po’ imbarazzante. Non è che fosse proprio facile trovare un percorso unitario mettendo assieme fossili e fogli di erbario con macchine da rally.”
Poi affonda il coltello: “Il senso di fare i musei oggi è molto più rivolto alle persone che li visitano e non solo e non tanto agli oggetti che conservano.” Insomma: il senso è quello di dare un concept di un luogo “attrattivo, vissuto e frequentato tutti i giorni della settimana, con un forte connotato educativo per le giovani generazioni”.
Ma veniamo al dunque. La ricetta Lanzinger prevede “due ubicazioni distinte per il genius loci più tecnologico e per il Museo della Natura”.
Nell’Hub dell’Innovazione all’ex Convento Santa Chiara, intitolato “Ingegno Veneto”, avrà sede il Museo dell’Automobile, con la sua Galleria dell’Ingegno Veneto, il quale avrà a disposizione anche una sala conferenze e degli spazi al piano terra per le mostre temporanee. Ma nello “spazio unitario con piazza centrale per eventi pubblici e un punto caffè e ristorazione” troveranno posto anche locali per altre attività: coworking, start-up, incubatori di impresa, stage per studenti. “Al piano terra - prosegue il direttore del MuSe - ci saranno anche spazi per “temporary shops” e “concept store” delle aziende, una vetrina della capacità di fare e di presentarsi.”
Il Museo della Natura alla Mazzini presenterà invece le collezioni naturalistiche bassanesi.
“Fossili, fogli di erbari e - dichiara testualmente Lanzinger - gli animali tassidermizzati e imbalsamati che, insomma, ci mettono un po’ in imbarazzo.” Tuttavia per l’illustre consulente anche gli animali imbalsamati hanno una loro ragione di esserci “se vengono letti come paradigma di una difesa, mancata forse, della biodiversità”.
Infine Michele Lanzinger tira fuori dal cappello al cilindro “l’idea vincente”: fare del Museo della Natura alla Mazzini “il laboratorio delle scuole della città”. “Uno degli elementi dei musei naturalistici è quello di avere una forte componente educativa e di relazione con il mondo della scuola.” Da qui l’idea lanciata alla componente politica: creare alla Mazzini un laboratorio di alta gamma per il sistema scolastico cittadino con apparati educativi sulle “nuove materie” del futuro. Un “servizio continuativo” tale per cui “ogni classe avrà a disposizione il suo laboratorio, dalla prima elementare all’ultimo anno di liceo”.
Facile a dirsi, non semplice a farsi. Ma questo è il vero valore aggiunto proposto dal direttore del MuSe. Miguel son mi.
Schei
E per finire, parliamo di schei. Introdotto dal presidente di Mesa Srl Carlo Pagan, il direttore tecnico della società di Marghera Michele Saccarola mette i numeri sopra le parole.
Secondo l’analisi economico-finanziaria del consulente, l’intervento all’ex Convento Santa Chiara presenta una stima di costo complessiva di 8.300.000 euro. Dalla quale sono esclusi i costi per gli allestimenti, tutti ancora da valutare. La somma è composta dalle opere edili e impiantistiche (5.103.000 euro), dalle aree verdi esterne (362.500), dal percorso di collegamento tra la Scuola Mazzini e l’ex Convento Santa Chiara (120.000), dagli oneri di sicurezza (148.300), dalle somme a disposizione dell’amministrazione (1.726.296,49) e dall’Iva (839.903,51).
Riguardo invece alla “rivoluzione” alla Scuola Mazzini, la spesa stimata complessiva è di 12.816.000 euro. Composti dalle opere edili ed impiantistiche (11.092.000 euro), dalle aree verdi esterne (464.000) e dalla passerella ciclo-pedonale (1.260.000).
Prendendo il pallottoliere, la somma totale dei due interventi supera i 21 milioni di euro. Esclusi i costi di allestimento e anche di gestione.
Non so se ci siano stati svenimenti in sala. Tuttavia gli esperti di Mesa rassicurano: sono stime che vanno comunque considerate “con le pinze” e che potranno essere calibrate dagli effettivi progetti che usciranno dal percorso preliminare, essendo quello presentato in commissione “un programma funzionale” e non di progettazione definitiva. E qui entra anche in gioco, come afferma Saccarola, “il rapporto tra pubblico e privato” dal momento che l’intervento deve prevedere “il coinvolgimento di risorse ed energie anche private”.
Questo, egregi lettori, per il momento è il quanto - e oltre al quanto è anche tanto - sulle prospettive dell’“Hub Urbano per la Cultura e l’Innovazione” che dovrebbe diventare il nuovo grande MuSe diffuso di Bassano del Grappa. Il MuSone.
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