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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Dalla fabbrica al futurismo. Il Raggruppamento Bassano di Confindustria Vicenza lancia “Radici Future”, Festival della sostenibilità, dell'economia circolare e dell'etica d'impresa

Pubblicato il 11-05-2021
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Si intitola “Radici Future”. Praticamente un ossimoro. L'economia industriale del nostro territorio esce dalle sabbie mobili del Covid e, nel deserto generale dei valori provocato dalla pandemia, va alla ricerca di un'oasi e lancia il primo Festival della sostenibilità, dell'economia circolare e dell'etica di impresa. L'idea, presentata oggi in conferenza stampa a Villa Rezzonico in città, è del Raggruppamento di Bassano di Confindustria Vicenza.
Il tutto allo scopo di “proiettarsi verso nuovi modelli urbani e di business, seguendo la strada tracciata dai 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile definiti dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite”. 17 obiettivi una parte dei quali è collocabile nella macro-categoria “Tanti Auguri”: come ad esempio “Sradicare la povertà in tutte le sue forme e ovunque nel mondo”, “Porre fine alla fame”, “Ridurre le disuguaglianze all'interno dei e fra i Paesi”.
Ma sul resto si può lavorare più concretamente, in particolare per gli obiettivi che puntano a “garantire modelli di consumo e produzione sostenibili”, ad “adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze” e a “promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile”. L'Agenda ONU parla persino della necessità di “costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'industrializzazione inclusiva (a proposito di ossimori, NdR) e sostenibile”. In questo senso gli industriali del Bassanese, con il neonato Festival, hanno definito la loro Agendina: un programma di eventi che parte questo mese, proseguirà in estate e vivrà il suo momento clou nella stagione autunnale.

La conferenza stampa a Villa Rezzonico (foto Alessandro Tich)


La caratteristica di “Radici Future” è il coinvolgimento di più luoghi e di più protagonisti.
Il programma si snoderà infatti tra il centro storico, il Centro Studi e il “quartier generale” di Villa Rezzonico. Avendo nominato il Centro Studi, avrete capito che il progetto si rivolge con particolare attenzione agli studenti degli istituti scolastici. Sono 7 in tutto le scuole superiori che hanno aderito all'iniziativa: Liceo Scientifico Da Ponte, ITET Einaudi, IIS Scotton, Istituto Agrario Parolini, ITIS Fermi, Liceo Artistico De Fabris e Liceo Brocchi.
Il Festival gode di un quadri-patrocinio istituzionale (Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Comune di Bassano del Grappa, Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile) e alla presentazione a Villa Rezzonico interviene, assieme ai colleghi di giunta Giovannella Cabion e Andrea Zonta, l'assessore comunale al Tutto e delegato al coordinamento delle celebrazioni per la restituzione del Ponte Mariano Scotton. La manifestazione di Confindustria è difatti inserita nella sezione “Fuori Ponte” della Babele di avvenimenti previsti da qui ad ottobre per festeggiare la riapertura del Grande Vecchio a quattro stilate.
Sul piano operativo il programma sarà curato da LC2A Studio Architettura ed Ecologing, in collaborazione con Siiid, Villa Rezzonico e Operaestate. Completano l'affollato parterre dei futuristi con le radici le 28 aziende del Raggruppamento che hanno aderito al progetto.
Tutti insieme appassionatamente per la prima grande rimpatriata dopo l'era bloccata dell'“Andrà tutto bene”.

“Radici Future” è una metafora della transizione tra la pandemia e il grande punto interrogativo che seguirà alla medesima. Anche sul piano tecnico: la prima parte del programma sarà svolta da remoto, in ottemperanza alle ancora vigenti restrizioni, mentre il seguito si svolgerà auspicabilmente nel segno degli agognati appuntamenti “in presenza”.
La partenza del Festival è annunciata nelle date del 18, 24 e 26 maggio con masterclass online per gli studenti delle scuole, assieme ad altre attività formative con e per le aziende in sintonia con i messaggi da divulgare. In particolare, la piattaforma web proporrà tre corsi didattici: sulla Sostenibilità e Economia Circolare, sulla Biomimetica e sull'Ecocanvas Young. Perfetto. Ma che caspita vuol dire? Detto come sempre in soldoni, l'economia circolare è un modello antitetico alla cosiddetta civiltà del consumo, mirato a diffondere le buone pratiche del riutilizzo, recupero, riciclo, rigenerazione delle risorse eccetera.
Passiamo poi al livello di difficoltà 2: la biomimetica. Non è, come pensavo io, la capacità dell'insetto-foglia di prendere le stesse sembianze delle foglie degli alberi delle foreste asiatiche su cui vive. Ma non ci sono andato troppo lontano. Si tratta infatti di un nuovo processo produttivo che imita la natura per la progettazione di oggetti e manufatti tecnici.
Infine il livello di difficoltà 3: l'Ecocanvas Young. Questo termine per iniziati, con l'aggiunta di “Young” in quanto il corso è rivolto per l'occasione ai giovani, indica un modello di business per l'economia circolare, ideato dal mentor, docente e fondatore di Ecologing Nicola Cerantola, “bassanese di Madrid”, che fa parte della squadra del Festival.
Ecco: dall'economia circolare siamo partiti e all'economia circolare ritorniamo.
Più circolari di così, si muore.

Successivamente il Festival si presenterà in versione “E la chiamano estate”: dal 5 al 9 luglio si svolgerà un Summer Camp, basato sempre sulla metodologia Ecocanvas Young, in cui giovani talenti potranno confrontarsi in quattro diversi percorsi tematici con le sfide ambientali, economiche e sociali del tessuto industriale locale.
Gran finale in autunno con ospiti illustri, ricchi premi e cotillons. Dal 30 settembre al 3 ottobre, giorno della cerimonia di inaugurazione del Ponte, saranno proposti in mattinata laboratori, conferenze e workshop nelle scuole superiori della città. Nel pomeriggio le attività si sposteranno in centro storico per poi riunire tutti, in serata, a Villa Rezzonico che ospiterà incontri e dialoghi tra studiosi e divulgatori dei temi della manifestazione.
Il 30 settembre saranno ospiti il noto climatologo e volto Tv Luca Mercalli e l'esperta di tecnologie emergenti Cristina Pozzi, che viene presentata nientemeno come future maker.
Il 1 ottobre si proseguirà con Paolo Benanti, teologo che si occupa di etica, bioetica ed etica delle tecnologie e con il botanico, accademico e saggista Stefano Mancuso. Conclusione il 2 ottobre con l'economista e già premier incaricato Carlo Cottarelli, direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, assieme al sociologo ed economista Mauro Magatti.
A conclusione delle serate di approfondimento saranno fissati dei “traguardi di sostenibilità” che il territorio si impegnerà a raggiungere entro il 2030: lo stesso arco di tempo in cui il Festival, a cadenza annuale, è intenzionato a durare.
“La sostenibilità, l'economia circolare e l'etica d'impresa non sono solo cose dell'impresa -
ha dichiarato in conferenza stampa Andrea Visentin, presidente del Raggruppamento Bassano di Confindustria Vicenza -. Per questo il nostro sforzo nell'organizzare il progetto è stato quello di renderlo il più pervasivo possibile.”
Industriamoci, dunque, per capire su quale rotta sta andando la nostra nave da crociera di esseri produttori e consumatori in mezzo al mare del cambiamento e adattarci ai tempi nuovi della resilienza economica, come si adatta l'insetto-foglia alle foglie del suo albero.

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