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Direttore Responsabile
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Testa e Croce
Breaking news: la città di Bassano del Grappa possiede non uno ma ben due Crocifissi del Guariento, grande pittore giottesco del '300. Ma non lo sa quasi nessuno. E sul sito internet del Comune...
Pubblicato il 04-05-2021
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Qualcuno una ventina di giorni fa, subito dopo aver letto il mio articolo “Jesus Christ Superstar”, mi ha segnalato che avevo commesso un grave errore, tale addirittura “da rischiare la scomunica”. L'articolo in questione era dedicato alla partenza dell'operazione-restauro del Cristo ligneo seicentesco collocato nella Cappella dei Confessionali della chiesa di San Francesco a Bassano, sottoposto alle cure della restauratrice Antonella Martinato grazie al finanziamento di una parte dei fondi raccolti dal mio amico Fuvio Bicego con la vendita a scopo di beneficenza del suo calendario fotografico 2021.
Concludendo il pezzo, e riferendomi al Cristo seicentesco al centro della filantropica iniziativa, avevo infatti scritto così:
“Potremo così ritornare anche noi ad ammirarlo, assieme agli altri due suoi “Fratelli di Croce” nella Chiesa di San Francesco: la copia del Crocefisso del Guariento conservato al Museo Civico e il Crocefisso ligneo romanico. Jesus Christ Superstar.”
A sinistra il Crocifisso del Museo Civico (fonte immagine: culturaveneto.it), a destra il Crocifisso di San Francesco (foto Alessandro Tich)
Apriti Brenta. Ho scritto il falso. Quella di San Francesco non è assolutamente “una copia dell'opera conservata al Museo Civico”, bensì un Crocefisso del Guariento originale.
A Bassano cioè, come mi ha prontamente redarguito il mio lettore, di Crocefissi del Guariento ne abbiamo ben due: quello esposto al Museo Civico, del quale costituisce uno dei “pezzi da novanta” e che è stato realizzato nella fase giovanile dell'autore e quello collocato al centro dell'abside dietro all'altare maggiore di di San Francesco, creato in epoca tarda dallo stesso artista e originariamente destinato al duomo di Santa Maria in Colle.
Ringrazio il mio lettore per la severa e fulminea precisazione, che ha ampliato il mio bagaglio di conoscenze e che mi ha fatto ricordare la frase che soleva dire un mio professore del liceo quando noi studenti gli davamo qualche informazione per lui inedita: “Oggi non ho vissuto invano, ho imparato qualcosa.” E siccome gli errori sono fatti per essere corretti, ho provveduto a cancellare l'eresia, modificandola così:
“Potremo così ritornare anche noi ad ammirarlo, assieme agli altri due suoi “Fratelli di Croce” nella Chiesa di San Francesco: il meraviglioso Crocefisso del Guariento e il Crocefisso ligneo romanico. Jesus Christ Superstar.”
E l'ho fatto immediatamente, per evitare di essere scomunicato e fucilato sul posto senza benda sugli occhi.
Bene. Dopo essermi sufficientemente cosparso il capo di cenere, e chiedendo ancora una volta scusa per l'eretica imprecisione, devo però dire che alla base di un simile sfondone vi è l'aura “di ignoto” che circonda il Crocifisso dell'abside di San Francesco.
Che quella sia un'opera originale di Guariento, cioè, non lo sa quasi nessuno. Scrivo “quasi” perché - come ho appreso - la cosa è nota al gotha degli studiosi e dei cultori della materia, ma l'informazione in realtà non è mai pienamente giunta al beneficio della conoscenza della gente. Da quando sono qui a Bassano ho sempre sentito girare la storia che a San Francesco c'è “una copia del Crocifisso del Museo”, tra l'altro di autore indefinito.
E non aiutano, in tal senso, le sacre scritture: e non mi riferisco ai testi scientifici ovvero agli studi degli storici dell'arte, accessibili a pochi, ma alle comunicazioni di presentazione e di promozione della città disponibili al grande pubblico.
Nel sito internet istituzionale del Comune di Bassano del Grappa, nella sezione “Chiese” del canale “Vivi la città - Da vedere”, la scheda informativa sulla chiesa di San Francesco - di cui riporto uno screenshot in calce al presente articolo, con segnalazione in rosso della frase in questione - scrive infatti quanto segue:
“Sull’altare maggiore una copia del Crocifisso ligneo del Guariento, il cui originale è conservato nell’adiacente Museo Civico.”
Il vademecum turistico “Bassano del Grappa - Una guida”, scritto da Valeria Parise e pubblicato nel 2018, nel capitolo dedicato alla chiesa di San Francesco consiglia come prima cosa di “raggiungere l'altare maggiore e il Crocifisso del Guariento alle sue spalle, copia dell'originale custodito presso il Museo Civico e realizzato in occasione dell'inaugurazione della chiesa nel 1331”. La guida online di Bassano del Grappa dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio non ne fa addirittura menzione: “Da non perdere anche la chiesa di San Francesco, al cui interno si può ammirare la Madonna con il Bambino, Sant'Antonio e San Francesco”.
Persino il pannello di informazioni turistiche in quattro lingue collocato all'esterno di San Francesco ignora l'esistenza del pregiato Crocifisso e sulla chiesa informa:
“L'esterno conserva l'aspetto originario, mentre l'interno, interamente affrescato nel Trecento, barocchizzato nel XVIII secolo, radicalmente restaurato nel 1928, mostra oggi solo alcune significative tracce di decorazione medioevale.”
Per la serie: Guariento, se ci sei batti un colpo.
In definitiva il Crocifisso dell'altare maggiore di San Francesco è relegato a due destini comunicativi: o non se ne parla proprio oppure viene presentato come “una copia”, secondo una tradizione che si tramanda di guida in guida.
L'informazione è errata, ma questo è il messaggio che arriva al popolo.
La prova del nove è costituita dalle recensioni sulla chiesa di San Francesco degli utenti di TripAdvisor: “sull’Altare maggiore una copia del Crocifisso ligneo del Guariento (l’originale si trova nell’adiacente Museo Civico)”, “all'interno alcune opere d'arte come affreschi ed un crocefisso in legno copia dell'originale conservato nel Museo accanto alla Chiesa”, “conserva una copia del Crocifisso ligneo di Guariento di Arpo, artista del XIV secolo” e via scrivendo. Se andiamo avanti così, rischiamo che qualcuno provveda ad avviare un procedimento di scomunica collettiva, facendomi trovare in buona compagnia.
Il fatto che Bassano “non sia cosciente” di quello che ha a questo punto diventa sorprendente, perché non stiamo parlando di un artista qualsiasi.
Guariento di Arpo (ca. 1310-entro 1370), padovano di Piove di Sacco, ebbe una parte notevole nella pittura veneziana del Trecento, passando dalla tradizione veneto-bizantina al grande influsso di Giotto. Realizzò gli affreschi dell'abside della chiesa degli Eremitani di Padova, parzialmente distrutti dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, e della sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia. Sue opere sono conservate al Bode-Museum di Berlino, al J.P. Getty Museum di Malibu e al Metropolitan Museum of Art di New York. Così, tanto per dire.
Come spiega il saggio di Vittoria Romani dedicato ai “Dipinti e sculture dal Medioevo al XVI secolo” e contenuto nel volume edito da Electa “Il Museo Civico di Bassano del Grappa”, il Crocifisso di Guariento esposto al Museo è “un'opera del primo tempo del pittore” commissionata dalla nobildonna bassanese Bona Maria dei Buvolini che nel suo testamento espresse l'intenzione di realizzare il dipinto per la chiesa di San Francesco.
La committente è raffigurata ai piedi del Cristo, inginocchiata in segno di preghiera, con un'iscrizione che la dichiara “emulatrice di Sant'Elena”, la madre dell'imperatore Costantino a cui la tradizione attribuisce il ritrovamento delle reliquie della vera Croce e dei chiodi con cui il Redentore fu crocifisso. “Cresciuto in un ambiente fortemente segnato dalla presenza degli affreschi di Giotto nella cappella dell'arena - scrive Vittoria Romani -, Guariento esempla la sua croce sul modello di quella degli Scrovegni, ora al Museo Civico di Padova, offrendo del linguaggio del maestro toscano un'interpretazione addolcita, che è stata accostata a quella dei pittori riminesi attivi in città intorno al 1324.”
Come dire: dalla “O” di Giotto alla “G” di Guariento.
Ed ecco che, egregi lettori, si rivela finalmente la real story del Crocifisso ligneo di San Francesco.
“Appartiene invece a una fase tarda della storia del pittore - riferisce la studiosa e docente universitaria di Storia dell'Arte - l'altro Crocifisso, realizzato per il duomo di Santa Maria in Colle, ora nella chiesa di San Francesco, che conferma il legame della città di Bassano con Padova, a cui politicamente era stata soggetta nel corso del secolo, con l'eccezione della breve parentesi della signoria scaligera.”
Altro che copia, dunque. I due Crocifissi sono due opere distinte dello stesso autore e accostandone le immagini possiamo giocare a “trova le differenze”, come nella Settimana Enigmistica. E oltre ad altri dettagli come ad esempio il cartiglio sulla Croce, una sostanziale e fondamentale differenza, come testimoniano le due foto, è evidente: l'assenza nel Crocifisso di San Francesco della figura della nobildonna committente Maria dei Buvolini ai piedi del Cristo, dove invece compare, sul basamento della Croce modificato rispetto all'opera giovanile, l'effigie di un teschio.
La città di Bassano può quindi vantare una rara e preziosa accoppiata di Arte trecentesca con la A maiuscola, praticamente a sua insaputa. Ed è incredibile che il sito del Comune non abbia provveduto nel corso degli anni ad aggiornare la scheda informativa sulla chiesa di San Francesco, rendendo edotti i cittadini e i turisti su questa ulteriore eccellenza per la quale vale la pena venire a visitare la nostra città. Siamo alla negazione del marketing territoriale, la quale - fintantoché sarà alimentata la nostra convinzione che quella nella chiesa sia una semplice copia - proietterà la nostra città nella repubblica del “Non So”.
I due Crocifissi di Guariento del Museo Civico e di San Francesco sono la Testa e Croce della stessa medaglia, ma non possiamo continuare a tirare in aria la monetina per affidare i destini di Bassano come città turistica al caso.
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