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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Il Ponte storto

Incredibile: giunto praticamente alla fine del suo lungo restauro, il Ponte di Bassano pende verso nord. Ma l'assessore Andrea Zonta precisa: “Il dislivello tra nord e sud del Ponte c'era già prima, è stato anzi attenuato”

Pubblicato il 14-04-2021
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Innanzitutto, prima di occuparmi dell'argomento di cui all'oggetto, vi ricordo e sottolineo che oggi non è il 1 aprile. Non è giornata da scherzi e i Pesci sono finiti oramai da tempo tutti in padella. Ho fatto questa doverosa premessa perché alcuni giorni fa mi è capitato di ricevere in redazione una email firmata da Luigi Miotti, un nostro affezionato lettore.
Oggetto del messaggio: Ponte Vecchio.
«Tralasciando le solite polemiche, piante, viabilità, turismo ecc. - scrive il nostro lettore - mi sono stupito del fatto che ad oggi nessuno si è pronunciato sul fatto che il Ponte Vecchio dopo tutti questi mesi sembra sia ancora “storto” o meglio “pende a nord”».

Il Ponte fotografato da via Pusterla. Si noti il dislivello tra la balaustrata nord (linea verde) e la balaustrata sud (linea rossa). Foto Alessandro Tich

«Chiedo gentilmente, se non le crea disturbo, un approfondimento.», conclude il messaggio. Balzo sulla sedia. Ho quindi risposto al nostro “segnalatore” chiedendogli in base a quali elementi (strutture, angolazioni, particolari, eccetera) si è sentito di affermare quanto sopra. «La prima segnalazione - è stata la sua risposta - mi è stata data da un ingegnere accortosi prima della posa della pavimentazione, convinto che poi avrebbero corretto con la posa di quest'ultimo ma onestamente non siamo entrati nello specifico. Questa mattina incuriosito ho fatto un passaggio in zona e parlando con alcune persone mi hanno confermato quanto sopra descritto.»
Ponte “storto”? “Pendenza verso nord”? Mancava soltanto questa nella corposa enciclopedia a dispense della Pontenovela. Mi sono quindi letteralmente precipitato sul Ponte per constatare di persona l'attendibilità della segnalazione, tornandoci più volte.
Con questo risultato: si tratta di una segnalazione attendibile.
Guardate la foto che ho scattato al Ponte da via Pusterla e che ho pubblicato qui sopra: si nota chiaramente il dislivello, indicato anche dalle due linee colorate, tra il margine superiore della balaustrata a nord ovvero a monte (linea verde) e quello della balaustrata a sud ovvero a valle (linea rossa).
In questi giorni ho scattato inoltre numerose foto dal “piano di calpestio” del monumento, dove sono in corso i lavori di posa della pavimentazione, sia dal lato Bassano che dal lato Angarano, con l'accortezza di scattare delle immagini sempre bene allineate.
Guardate adesso la foto pubblicata più in basso, in calce a questo articolo, scattata dal lato Bassano: le sovrastanti travi orizzontali di sostegno del tetto appaiono scendere da sinistra verso destra e cioè da sud verso nord. Lo stesso riscontro visivo che emerge da diverse altre foto che ho scattato in questi giorni da entrambi i lati.
Non c'è che dire: a giudicare dai riscontri fotografici, il Ponte di Bassano sembra effettivamente “pendere verso nord”.
Illusione ottica? Miraggio alla bassanese? Effetti distorti della prospettiva? Inquadratura sballata o trucco fotografico? Invenzioni del solito giornalista in malafede che, come sostiene qualche dietrologo, ce l'ha con la gestione del restauro e in particolare con la ditta esecutrice dei lavori? Niente di tutto ciò. Chi vi scrive è un giornalista che prima di pubblicare una notizia segnalata da altre fonti la verifica in tutti i modi possibili, come impone del resto giustamente una regola fondamentale della mia professione.
Per questo stamattina ho chiesto un appuntamento sul Ponte all'assessore comunale ai Lavori Pubblici Andrea Zonta, che di fronte alle richieste di chiarimento o di spiegazione da parte degli organi di informazione non si tira mai indietro.

Incontrando Andrea Zonta, pensavo che alla mia richiesta di conferma o di smentita della condizione di dislivello del “Ponte storto” avrebbe reagito con sorpresa, forse pensando che la “pendenza percepita” delle strutture del manufatto sia il frutto di una visione distorta, magari, da qualche giro di “mezzi e mezzi” da Nardini. Per fortuna di “mezzi e mezzi” io ne bevo uno solo alla volta e solamente quando, di rado, mi capita. Anche perchè la vera sorpresa è stata la risposta dell'assessore: “È vero che c'è una differenza tra nord e sud”, sono state le sue prime parole.
L'esponente di giunta mi riferisce che io non sono il primo a segnalargli la cosa.
Prima di me infatti, già un componente della Commissione Locale per il Paesaggio - e quindi una persona assai più competente in materia, in quanto architetto e professionista del settore - in sede di valutazione del progetto per la pavimentazione aveva rilevato “un dislivello di 13 centimetri” tra la parte sud e la parte nord del piano di calpestio, che è il livello del Ponte direttamente interessato dal problema. Zonta afferma che il componente della Commissione “ha esagerato” e che i centimetri di differenza “saranno una decina”.
Ma conferma che la differenza di livello tra le due file di balaustrate è visibile anche ad occhio nudo, mi informa che gli uffici competenti del Comune sono a conoscenza della problematica e precisa: “Il Ponte ha i difetti che aveva già prima”.
“La questione del dislivello è conosciuta da tempo - dichiara l'assessore -. Prima ancora dell'intervento di restauro il Ponte era già più alto a valle rispetto a monte ed è sempre stato così sin dall'intervento di ristrutturazione del 1966.” “Per raddrizzarlo perfettamente - aggiunge Zonta - bisognava smontarlo completamente e poi rimontarlo. Con questo intervento di ristrutturazione, invece, non era possibile intervenire sulle deformazioni naturali del legno già presenti.”
Le puntualizzazioni di Zonta hanno anche una seconda puntata, quando dopo circa un'ora l'assessore questa volta mi chiama al telefono dopo aver richiesto informazioni più precise ai competenti uffici comunali. “Prima della ristrutturazione la differenza di livello tra nord e sud andava dai 5 ai 19 centimetri - mi spiega -. Dopo che è stato raddrizzato, adesso abbiamo una differenza media tra i 7 e gli 8 centimetri.” “Ricordiamo che il piano di calpestio è stato sollevato ma le deformate fai fatica a recuperarle - prosegue l'assessore -. Il dislivello è stato quindi attenuato con un'opera di assestamento.” “Ma la parte difficile - conclude - è tirar via le deformazioni a livello del piano di calpestio, che si ripercuotono sulla parte alta e sulle balaustre.”
Dunque, alla fine della fiera, le cose stanno così: il nostro adorato Ponte Vecchio è veramente “storto”, o se preferite ha un pavimento che poggia su un “piano inclinato”, anche se in modo difficilmente percettibile da chi non lo guarda con attenzione, e veramente “pende verso nord”. Ma lo era già prima di questo lunghissimo intervento di restauro che, anzi, ha ridotto un po' la differenza media di quota tra il lato sud, quello più alto, e il lato nord che guarda verso i monti.
Ringrazio pertanto il nostro lettore Luigi Miotti per la sua segnalazione, la cui verifica mi ha tenuto impegnato per più giorni, e anche l'assessore Andrea Zonta che con spirito collaborativo ha fornito una concreta e oggettiva spiegazione del problema senza gettare fumo negli occhi e descrivendo anzi il vero stato della situazione.
Non mi resta che aggiungere un'osservazione conclusiva: il divario tra nord e sud, da sempre uno dei principali problemi dell'Italia, a Bassano è realtà.

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