Alessandro TichAlessandro Tich
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Politica

L'accerchiato

Nuovo intervento oggi contro la mozione del consigliere Gianluca Pietrosante anti ddl Zan. Otto associazioni LGBT+ vicentine scrivono al sindaco Pavan: "Avviare un dialogo con le nostre associazioni per la nostra tutela e quella dei nostri affetti"

Pubblicato il 26-03-2021
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Diceva il grande Andy Warhol, o perlomeno a lui è attribuita la frase, che prima o poi tutti hanno il loro quarto d'ora di notorietà. Gianluca Pietrosante, l'esponente di Fratelli d'Italia che siede nei banchi di maggioranza a Bassano tra le file della lista #Pavan Sindaco, è andato ben oltre questo lasso di tempo. La mozione da lui firmata e approvata dal consiglio comunale per esprimere la contrarietà della città di Bassano al disegno di legge Zan a tutela delle vittime di reati di omofobia e omotransfobia risale allo scorso 11 marzo. Prendendo il pallottoliere, fanno 15 giorni fa. Altro che 15 minuti, warholianamente parlando.
Per essere ancora più specifici, la mozione Pietrosante - per vari motivi che qui non serve riepilogare - si è opposta ai principi e ai contenuti di un ddl nazionale che prende il nome dal suo primo firmatario on. Alessandro Zan e che prevede “Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”.
Quell'atto consiliare, come ben si ricorderà, provocò le immediate reazioni di sdegno e contrarietà da parte della politica e dei sindacati. Di seguito si è registrata la presa di posizione collettiva del Laboratorio Obiettivo 5 di Bassano, che raggruppa nove associazioni della città, con un comunicato nel quale i firmatari hanno dichiarato di “non condividere e di non sentirsi rappresentati dall'impegno preso dalla Sindaca e dalla Giunta a nome di un'intera città, mai consultata in merito”.

Gianluca Pietrosante (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

Poi, lunedì scorso, è stato trasmesso alle redazioni il duro intervento della Rete Iris dei Centri Antiviolenza e delle Case di Rifugio del Veneto, coordinamento di 7 associazioni di 6 province del Veneto, impegnate in un fronte comune di attività nei rispettivi territori contro la violenza di genere. Una nota nella quale le associazioni sottoscriventi rimarcavano il fatto di essere intervenute “all'indomani del ritiro da parte della Turchia dalla Convenzione di Istanbul” sulla prevenzione e lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. “Le motivazioni addotte nell’esprimere il dissenso all’approvazione del ddl, ossia di un attacco liberticida rispetto ai principi costituzionali di libertà di pensiero, parola, credo religioso - sostiene la nota della Rete Iris in merito all'impianto ideologico della mozione pietrosantiana - si scontrano con una vivida realtà che invece ci parla di violenze e attacchi non solo contro le donne, ma anche contro le persone LGBTIQIA+ oggetto di violenze omolesbobitransfobiche.”
Ma non finisce qui. Perchè l'onda lunga delle reazioni scatenate dalla prima (e sicuramente non di certo ultima) “pietrosantata” in consiglio comunale continua a generare prese di posizione in netto contrasto con la mozione di cui sopra.
Oggi è pervenuto in redazione un nuovo comunicato stampa dedicato alla questione, trasmesso questa volta dall'associazione G.A.G.A. (Gruppo Ascolto Giovani Arcobaleno) di Vicenza. “Vi scriviamo - informa la nota - in riferimento alla mozione adottata dal consiglio comunale della città di Bassano del Grappa per esprimere il nostro dissenso come associazioni e comunità LGBT+ vicentina e richiedere alla sindaca Pavan e all'amministrazione tutta di avviare un dialogo con le nostre realtà.”
In allegato viene diffusa la lettera che 8 associazioni vicentine (Agedo, Arcigay Vicenza, Delos, G.A.G.A., La Parola, Maima, Rete Genitori Rainbow e Vicenza Pride) hanno trasmesso al sindaco di Bassano Elena Pavan circa l'interpretazione della mozione “basata su una lettura del disegno di legge superficiale e inaccurata”, con l'invito ad avviare un dialogo “per la nostra tutela e quella dei nostri affetti”.
Gianluca Pietrosante, che grazie alla sua mozione sta ormai superando i 15 giorni di notorietà, si ritrova quindi accerchiato da una sequenza di reazioni che, partendo da Bassano, si allarga a macchia d'olio. E c'è il rischio che la tovaglia continui ad olearsi.
Di seguito il testo integrale della lettera trasmessa al sindaco di Bassano dalle associazioni vicentine:

LETTERA ALLA SINDACA ELENA PAVAN

Gentile Sindaca Pavan,

Le scriviamo per quanto accaduto lo scorso venerdì 12 marzo durante il Consiglio Comunale di Bassano del Grappa. Abbiamo seguito attentamente l’incontro pubblico volto all’approvazione della mozione di dissenso alla legge che criminalizza gli atti di violenza “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, o sulla disabilità” (c.d. ddl Zan).

Durante il Consiglio si è parlato di “ideologia gender” o di “minaccia alla famiglia naturale”. Nello specifico il Consigliere Pietrosante ha parlato di “rischio di erigere una barriera e bollare come omofobe le parole di un difensore della famiglia nucleare”. Questa interpretazione è basata su una lettura del disegno di legge superficiale e inaccurata. Basterebbe leggere attentamente il contenuto per capire che il centro di questa proposta di legge è la tutela dei diritti delle persone tutte e non la limitazione della libertà di espressione. Con questa legge ognuno avrà il diritto di mantenere le proprie opinioni, quella che verrà meno è la libertà di discriminazione.

È stato inoltre dichiarato che “La famiglia naturale, composta da un uomo, una donna ed eventuale prole è la sola formazione sociale che può garantire la continuità serena della nostra nazione e della nostra società”. Approfittiamo di questa affermazione per ribadire che la comunità LGBT+ è parte integrante di questa “nostra nazione” e di questa “nostra società”. Anche il nostro territorio è composto da persone LGBT+ che meritano di essere tutelate al pari di chiunque altro. Anche la loro, la nostra, “continuità serena” deve essere garantita.

A tal proposito vogliamo ricordare che il ddl Zan va oltre la tutela della singola comunità LGBT+, ma riguarda anche gli atti di violenza e discriminazione che le donne e le persone con disabilità della “nostra nazione” subiscono quotidianamente in casa, nei luoghi pubblici e di lavoro. Atti di violenza di questo tipo fanno parte della quotidianità della nostra cronaca. È di pochi giorni fa, per esempio, l’attacco di matrice omofoba rivolto ad un giovane ragazzo vicentino.

Per questo motivo, chiediamo a Lei e a tutto il Consiglio Comunale di Bassano del Grappa di avviare un dialogo con le nostre associazioni. Lo chiediamo come volontari, professionisti, studenti, famiglie. Lo chiediamo per la nostra tutela e quella dei nostri affetti.

Nella speranza di avere al più presto un Suo riscontro,

Le associazioni Agedo, Arcigay Vicenza, Delos, G.a.g.a, La Parola, Maima, Rete Genitori Rainbow e Vicenza Pride

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