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Direttore Responsabile
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Special report
La restaurazione
Due o tre cose sull'annunciato restauro del modello in gesso della Ebe di Canova al Museo Civico di Bassano
Pubblicato il 20-10-2020
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Non posso crederci: dal Museo Civico di Bassano arrivano segni di vita.
La notizia, annunciata ieri in conferenza stampa dal sindaco Elena Pavan e dall'assessore alla Cultura Giovannella Cabion, è questa: la statua del modello in gesso della Ebe di Antonio Canova, gravemente danneggiata dai bombardamenti sulla città del 1945, sarà restaurata e restituita alla sua forma originale grazie alle nuove tecnologie di scansione 3D e prototipazione rapida, già ampiamente utilizzate per interventi di questo tipo. Si tratta di una buona notizia e la nostra città deve ringraziare il Rotary Club Bassano del Grappa, rappresentato all'incontro stampa dal presidente Marco Guazzo, dal momento che il club service cittadino mette i soldi per l'operazione, in collaborazione con il Rotary Club Asolo e Pedemontana del Grappa, coinvolto nell'iniziativa dai “colleghi” bassanesi. 23.930 euro il costo complessivo dell'intervento, comprendente le spese per l'acquisizione digitale e realizzazione dei prototipi e per le operazioni di restauro integrativo, interamente coperte dal generoso contributo rotariano. La “ricomposizione” della Ebe canoviana inizierà a gennaio e la conclusione dei lavori è prevista per il mese di marzo. L'idea dell'amministrazione comunale - nell'occasione dell'annuncio del restauro, presentato nientemeno che come “il via alle celebrazioni per i 200 anni dalla morte di Antonio Canova” - è quella di ospitare l'intervento in un'area dedicata del Museo, dotata anche di webcam, affinché le operazioni possano essere seguite “in diretta” dai visitatori reali o virtuali. Successivamente, dopo la conclusione dell'opera di ricostruzione del prezioso gesso, è prevista la realizzazione in Museo di una mostra e di un catalogo che documenteranno la storia della scultura e la metodologia di restauro adottata.
La conferenza stampa al Museo Civico
“L'idea di finanziare il restauro - spiega a Bassanonet il presidente del Rotary Club Bassano del Grappa Marco Guazzo - è stata proposta in consiglio dal nostro socio dott. Paolo Sartori, essendo a conoscenza del tema del mio anno che è “pensiamo ai giovani e ripensiamo al futuro”. Il restauro della statua Ebe è il punto simbolico della nostra attività di service, essendo Ebe la dea della giovinezza, oltre che la coppiera degli dei.” “Abbiamo coinvolto anche il Rotary Club di Asolo e Pedemontana del Grappa - continua il presidente Guazzo - perché la dott.ssa Moira Mascotto, direttrice della Fondazione Canova di Possagno, è socia di quel Club. L'iniziativa del restauro, che noi finanziamo, non è partita da noi. Non c'è nessuna primogenitura, noi appoggiamo un progetto del Comune.” Chissà come il presidente del Rotary di Bassano è riuscito a percepire in anticipo che una delle mie curiosità, che non gli avevo ancora espresso, riguardava appunto la “primogenitura” dell'iniziativa del progetto di restauro. L'idea del recupero del modello in gesso canoviano è partita dal Comune di Bassano e - come ho appreso da altre fonti - un primo preventivo per il restauro della Ebe era stato richiesto ancora nel gennaio 2019, sotto quell'amministrazione Poletto della cui eredità nel campo della politica culturale l'amministrazione Pavan non riesce ancora a liberarsi.
Terminata la stretta cronaca inerente la notizia, non posso a questo punto non aggiungere alcune considerazioni sul “contesto” operativo e professionale che renderà possibile il ritorno della Ebe al suo originario splendore. La notizia nella notizia, infatti, è che in questa operazione riemerge il nome del dottor Mario Guderzo, ex direttore della Fondazione Canova e del Museo e Gypsotheca Antonio Canova di Possagno, nonché ex direttore del Museo Civico di Bassano. È lui lo studioso che seguirà e coordinerà l'intervento dal punto di vista storico-scientifico, dopo i diversi e analoghi restauri “digitali” dei gessi canoviani distrutti dal bombardamento su Possagno del 1917, realizzati sotto la sua direzione al Museo Canova.
A lui sarà affidata anche la concezione della mostra sulla scultura e sul suo restauro a intervento terminato. E se da una parte il “ritorno a Bassano” di Guderzo è un'ulteriore conferma dell'asse marosticense messo in piedi dall'assessore Cabion, dall'altra rappresenta un evento che nella recente era Pavan (assessore alla Cultura)-Casarin (consulente esterna e direttrice “artistica” dei Musei Civici) sarebbe stato impensabile. Il “tocco” del dottor Guderzo si vede anche dalla scelta delle ditte incaricate dell'intervento ricostruttivo, che con lui avevano già collaborato - e sin dal 2012 - al Museo e Gypsotheca di Possagno per i restauri in 3D della Danzatrice con i cembali, della testa del Principe Henryk Lubomirski come Amore e del gesso “inglese” delle Tre Grazie. Si tratta della Unocad di Altavilla Vicentina, l'azienda dell'imprenditore Ivano Ambrosini, e del restauratore d'arte Giordano Passarella.
Per la serie: a volte ritornano.
Come per i restauri tecnologici effettuati a Possagno, anche per la ricostruzione 3D delle parti mancanti al gesso della Ebe “bassanese” sarà scansionata la stessa statua in marmo esposta al Museo di San Domenico di Forlì. Le statue finali di Canova combaciano infatti con i loro modelli in gesso: ne sono la replica perfetta, anche se in marmo.
L'opera “forlivese” sarà sottoposta a un rilievo tridimensionale a frange di luce e in questo modo “acquisita” digitalmente. Una analoga scansione sarà effettuata sul gesso danneggiato di Bassano. Verranno poi elaborati al computer i due modelli tridimensionali virtuali del marmo e del gesso per la comparazione e l'esatta identificazione delle parti mancanti.
I volumi mancanti della Ebe decapitata e mutilata di Bassano saranno quindi riprodotti tramite la “prototipazione rapida” con stampanti in 3D di leggerissimi fogli in gesso, che saranno in questo modo trasformati nelle copie perfette dei pezzi della statua rimasti distrutti.
Tutto quanto sopra descritto sarà a cura di Unocad. Spetterà invece al restauratore Giordano Passarella il compito del montaggio dei pezzi ricostruiti e dell'inserimento dei frammenti originali superstiti, assieme a tutte le altre operazioni di stuccatura, di “equilibratura cromatica” e di mimetizzazione dei nuovi incastri nella figura dell'artistico “cyborg” in modo tale che alla fine non si veda la differenza tra il gesso canoviano e il gesso prototipato nella Ebe restituita alla sua integrità originaria. Analogamente ai gessi di Possagno, anche in questo caso viene messa in atto la tecnica del “reverse engineering” e cioè dell'ingegneria inversa.
Un processo a ritroso: Canova partiva dal modello di gesso e realizzava la scultura in marmo; qui, invece, si partirà dal marmo per ricomporre la scultura in gesso. Quasi un omaggio al mondo roverso dei Remondini.
Comunque sia, l'intervento sulla Ebe di Bassano costituisce un ritorno al passato, o se preferite al futuro. Negli ultimi quattro anni, soprattutto in concomitanza con la direzione dei Musei Civici firmata Chiara Casarin, l'opera di digitalizzazione del patrimonio artistico canoviano conservato a Bassano è stata infatti “colonizzata” da Factum Arte, ovvero la società Factum Arte Desarrollos Digitales S.L.: la multinazionale della mediazione digitale delle opere d'arte con sedi a Madrid, Londra e Milano. È stato il team di Factum Arte a realizzare il modello 3D del bozzetto delle Tre Grazie; la scansione tridimensionale dell'intero corpus dei quasi 2000 disegni di Canova conservati nei cassetti del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe; i cloni perfetti dei due album di disegni canoviani dedicati alle posizioni femminili e alle proporzioni maschili, oggi consultabili dal pubblico; il restauro virtuale del “cavallo colossale” del gesso del monumento equestre a Ferdinando I, attualmente ridotto a pezzi dopo il suo “smontaggio” nel 1969; il mini-modellino in resina del cavallo medesimo. Tutto quanto Factum nell'ambito del progetto “Atelier Canova”. Questa volta, invece, Factum Arte non c'è. Rispuntano gli storici esecutori dei restauri in 3D del Museo Canova di Possagno. Il tutto con l'amichevole supervisione del dottor Mario Guderzo, che ritorna a svolgere il ruolo di profeta in patria. Non è solamente un restauro: è una restaurazione.
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