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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Agente Tich a rapporto

Se io fossi nei panni di un agente della Polizia Locale di Bassano del Grappa

Pubblicato il 14-10-2020
Visto 4.037 volte

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Agente Tich a rapporto. Se io fossi nei panni di un agente della Polizia Locale di Bassano del Grappa, in questo momento non saprei davvero cosa pensare. E ritengo che nella stessa situazione si troverebbero anche molti miei colleghi e molte mie colleghe.
Il mio compito sarebbe semplicemente quello di fare il mio lavoro, generalmente poco apprezzato dalla gente dal momento che di tutta l'attività svolta da quelli che un tempo si chiamavano vigili urbani si ricordano prevalentemente solo le contravvenzioni stradali e le sanzioni amministrative che ci appioppano. Salvo poi richiedere una maggiore e più incisiva presenza delle pattuglie degli agenti municipali a fronte degli episodi di maleducazione civica e di degrado che si susseguono nella nostra bella e accogliente città, con buona pace dell'assessore comunale alla Sicurezza.
Negli ultimi tempi, tuttavia, lo scenario è cambiato (sarà forse questo un risultato del #Si Cambia?) e i nostri agenti della Polizia Locale si trovano improvvisamente a giocare un ruolo non previsto dal regolamento di polizia urbana: da tutori dell'ordine cittadino a ostaggi della politica. Se vestissi quindi i panni di un dipendente del Comando di via Vittorelli sarei veramente sconcertato e confuso. Probabilmente anche nauseato.

Una agente della Polizia Locale in servizio in piazza Libertà (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

A più riprese, nelle ultime settimane, non si fa che parlare e soprattutto scrivere della discussa gestione amministrativa della sicurezza a Bassano e della latitanza del competente assessore secondo le accuse delle minoranze nonché secondo il “sentiment” di buona parte della città.
Il che significa fare della Polizia Locale l'oggetto del contendere di un dibattito a distanza tra amministrazione e opposizioni che sta assumendo oramai i toni di una guerra fredda.
Uomini e donne in divisa sbattuti loro malgrado al centro dell'arena politica e mediatica: non come protagonisti, ma come accompagnatori al seguito di una violenta gara a chi è più bravo tra l'amministrazione attuale e l'amministrazione precedente, a colpi di punteggi calcistici, di classifiche delle cose fatte nei primi 18 mesi a confronto, di affermazioni al veleno, di meriti rivendicati e di demeriti attribuiti.
Una cascata di dichiarazioni politiche a mezzo stampa e non solo, tale quasi da consumare un intero blocchetto di multe per eccesso di parole.

In mancanza di altre cose degne di nota, nella rassegna stampa sulla corrente attività dell'amministrazione comunale di Bassano del Grappa spiccano dunque in questi giorni le polemiche attorno alla conduzione politica del comparto amministrativo della Polizia Locale, incentrate sulla figura dell'assessore alla Sicurezza Tamara Bizzotto. La quale ci ha messo anche ampiamente del suo, nella conferenza stampa di lunedì scorso, per dare fuoco alle polveri della disputa. Un teatrino della politica nel quale la polizia municipale è chiamata a recitare l'inedito ruolo di strumento di consenso.
Come agente di Polizia Locale sarei anche risentito per il fatto che il sindaco Elena Pavan, all'incontro stampa di presentazione del dottor Giovanni Scarpellini - il super consulente del Comune per la riorganizzazione del Comando in vista del trasferimento della funzione di Polizia Locale alla ancora inesistente Unione Montana del Bassanese -, ha rinfacciato al comandante facente funzioni Maurizio Zuliani che “purtroppo negli ultimi tempi l'ordine è un po' mancato”. Facendo retrocedere in Serie B, indirettamente, anche il lavoro svolto dall'intero Corpo di via Vittorelli. Non c'è che dire: in quanto a referenti politici degli operatori di polizia urbana, siamo davvero a posto. Ma anche sotto il profilo strettamente amministrativo-burocratico, e cioè dell'“apparato di Palazzo” che gestisce tecnicamente la funzione della Polizia Locale, si soffre oggi di una carenza di riferimenti certi.
Chi comanda al Comando? Come agente Tich, in questo momento non saprei chi è esattamente il mio vero capo: se l'attuale comandante facente funzioni, se il dirigente comunale che sovrintende dall'alto all'intera struttura o se il super consulente che sta rovesciando l'organizzazione del servizio e degli uffici come un calzino.
E mi tornerebbe in mente il vecchio adagio popolare secondo il quale quando troppi galli cantano, non si fa mai giorno.

C'è poi l'ultima novità, fresca di questi giorni: l'esibizione pubblica delle carenze della Polizia Locale, quasi a giustificare le carenze della politica. Fino adesso disfunzioni e problematiche all'interno del Comando di via Vittorelli non sono mai mancate, ma nulla è mai trapelato più di tanto all'esterno degli uffici. In altre parole, i panni sporchi sono stati sempre lavati in famiglia. Ora invece i panni sporchi vengono stesi sulla strada, per la grande gioia degli operatori in divisa. Abbiamo appreso proprio in conferenza stampa per voce dell'assessore Tamara Bizzotto che “il Comando di Polizia Locale di Bassano ha un gap tecnologico di almeno 10 anni nei confronti di tutti gli altri Corpi di Polizia Locale della Provincia di Vicenza”.
Ci è stato anche detto che, negli attuali tempi di informatizzazione e automazione delle procedure, all'ufficio verbali del Comando di Bassano lavorano 6 agenti che continuano a stampare i verbali su fogli A3 e a piegarli e imbustarli a mano.
L'immagine rievoca la famosa scena di Fantozzi incaricato del ruolo di spugnetta per francobolli al reparto corrispondenza del suo ufficio. Ma è un esempio significativo, per così dire, dello stato di arretratezza in cui versano le procedure in quel di via Vittorelli.
L'assessore Bizzotto lo ha reso noto, ma non è farina del suo sacco: l'evidenza delle carenze operative e organizzative del Comando dei vigili è infatti frutto dell'analisi compiuta nei giorni scorsi dal consulente-comandante-traghettatore-riformatore Scarpellini.
Per la serie: ubi maior, Tamara cessat.

Dunque, in fin dei conti, se io fossi un agente della Polizia Locale di Bassano del Grappa avrei di che ridire sulle cose insolite che stanno accadendo in questo periodo attorno alla sfera della mia attività, a difesa della dignità del mio lavoro. Ma so che non potrei farlo, è contro il regolamento. Qui finisce il rapporto dell'agente Tich ai vertici superiori, sperando di non essere degradato per insubordinazione dai medesimi a spugnetta per francobolli.

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