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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Per Chiarezza

Lettera al direttore del vicesindaco di Bassano del Grappa Roberto Marin, con alcune precisazioni in merito al nostro articolo “Santa (poco) Chiara”

Pubblicato il 30-05-2020
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Brassaï. L’occhio di Parigi

In merito al nostro articolo “Santa (poco) Chiara”, pubblicato ieri, riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera al direttore trasmessa in redazione dal vicesindaco e assessore al Patrimonio di Bassano del Grappa Roberto Marin:

LETTERA AL DIRETTORE

Il vicesindaco Roberto Marin (fonte immagine: primavicenza.it)


“PER CHIAREZZA”

Egregio Direttore e “caro presidente” come amichevolmente la chiamo, si possono contare sulle dita di una mano (ed anche meno) le volte in cui sono intervenuto rispetto ad un’intervista rilasciata a stampa e Tv che magari necessita di precisazioni: a ciascuno il suo mestiere e la libertà di espressione.
Ho letto il suo intervento “Santa (poco) Chiara” ed è proprio così! Temo che l’assenza di alcuni elementi precisati nel corso della nostra breve telefonata ed il mancato collegamento con le molte cose riportate nel corso della conferenza stampa non diano la “chiarezza” necessaria a quanto affermato.
È dal suo insediamento che questa Amministrazione ha dimostrato tutta la sua attenzione rispetto al “Polo S.Chiara” sia nei rapporti con la Fondazione Cariverona, sia sul versante delle problematiche della gestione del cantiere - nell’affrontare i molteplici problemi del fallimento della ulteriore azienda aggiudicatrice dei lavori, dell’impossibilità di escutere la polizza fideiussoria per fallimento dell’assicurazione ed ancora la necessità di ritornare in possesso del cantiere - ed anche sul fronte dell’intensa attività interna per la complessità dell’intera vicenda sia in termini giuridici che per gli aspetti progettuali tecnici e culturali con valutazioni ed ipotesi a 360 gradi.
Il tutto ben ampliamente illustrato durante la conferenza stampa, alla quale erano presenti numerosi ed illustri testimoni, e quindi non si può certo dire che solo “A gennaio abbiamo iniziato a lavorare …” né tanto meno che deve ancora essere individuato il gruppo di lavoro, dato che da tempo si lavora a questo tema all’interno della struttura comunale, sostenuti anche dall’aiuto di chi crede in questo progetto.
La Fondazione Cariverona ha messo da tempo in discussione sia contributo che progetto (formalmente e negli incontri con più Amministrazioni) come è emerso a più voci chiaramente durante la conferenza stampa e nel corso della mia telefonata.
Nelle mie spiegazioni ho sempre fatto riferimento a tutto lo sviluppo storico dei rapporti con Fondazione - e si parla di un excursus ultradecennale -, quindi riportare solo il passaggio relativo alla corrispondenza ricevuta dall’Amministrazione Poletto significa modificare le mie premesse, dato che si tratta solo di uno dei riferimenti cronologici citati: non è tempo di polemiche. Il progetto del Polo Museale S. Chiara ha solo bisogno di trovare finalmente sviluppo, la ricerca di colpevoli è pretestuosa ed è esclusivamente una perdita di tempo. Nonostante il cambio di posizione tra i banchi della sala consiliare non ho certo cambiato metodo e stile nel confrontarmi sulle problematiche cittadine.
La necessità di aggiornare un progetto di più di 15 anni fa, oltre che per richiesta della Fondazione, è una necessità visto che le tecniche costruttive, di sostenibilità e di efficienza non solo energetica, hanno subito una vera e propria rivoluzione e anche gli stessi interessi culturali hanno trovato nuova evoluzione.
L’ennesimo fallimento della ditta aggiudicataria, il fallimento di una compagnia assicurativa, la difficoltà di ritornare in possesso di una legittima proprietà, un progetto che è stato sviluppato all’epoca dei motori euro 3 - ed ora abbiamo le auto elettriche - e un’emergenza sanitaria mondiale penso possano bastare come elementi inaspettati ed affrontati in poco più di 11 mesi di percorso.
Spero che il dibattito cittadino sul Polo S. Chiara venga alimentato dal suo futuro progettuale più che dalla data di una lettera.
Nel confermarle simpatia e stima per le sue doti giornalistiche, questa volta, come si dice alla bassanese, “avanzo un caffè”!

Roberto Marin

RISPONDE IL DIRETTORE DI BASSANONET

Egregio vicesindaco Marin,

la ringrazio per questo suo puntuale intervento di precisazione, che come vede ho pubblicato subito perché nella mia ultratrentennale carriera giornalistica non ho mai negato a nessuno il diritto di replica, che dovrebbe essere una delle basi della mia professione e che invece non tutti ritengono di applicare.
Sulle motivazioni che hanno portato la sua amministrazione ad optare per la “riprogettazione” del Polo Museale Santa Chiara per riadattare il costruendo (?) complesso alle nuove esigenze di questi tempi e della città, penso di aver reso un preciso e dettagliato resoconto nel mio articolo “Notte Chiara”, riguardante la ormai nota conferenza stampa convocata d'urgenza nel pomeriggio di mercoledì scorso.
Nel mio secondo articolo dedicato all'argomento, “Santa (poco) Chiara”, ho inteso invece principalmente puntare il dito sulla strana tempistica che sta accelerando improvvisamente i ritmi di questa pluriennale vicenda - di cui lei ha bene elencato le enormi difficoltà, a cui ha dovuto fare fronte anche la sua giunta - in maniera per me alquanto anomala.
Non è solo questione della data di una lettera, è anche e soprattutto questione dei tempi incredibilmente stretti - due soli mesi, ormai - in cui la “nuova progettazione” dovrà essere presentata a Fondazione Cariverona per la speranza di ottenere un contributo sostitutivo a quello già revocato. Lei dice che il nuovo progetto sarà presentato entro i termini e come sempre, e come lei ben sa, io resto affacciato alla mia famosa finestra di fronte al municipio per vedere - come sinceramente auspico - se alle parole seguiranno i fatti.
Nel ringraziarla infine per le sue parole di stima nei miei confronti, che rientrano comunque nell'ambito di una stima reciproca, non mancherò alla prossima occasione di offrirle il caffè che lei avanza. Spero soltanto che Elena Pavan non se ne abbia a male, nel momento in cui inaugureremo un nuovo format di incontro coi cittadini: “Un caffè col Vicesindaco”.

Alessandro Tich

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