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A tutto volume 2
L'amministrazione Pavan paga 10mila euro di multa all'Agcom per le violazioni del volume di fine mandato della giunta Poletto. Il capogruppo Lega Roberto Gerin: “Presenteremo una mozione per chiedere alla ex giunta di risarcire questa marchetta”
Pubblicato il 14-01-2020
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La notizia in sé non è nuova, nel senso che nel mese di maggio dell'anno scorso, nel pieno della campagna elettorale per le amministrative a Bassano - come già riportato nel nostro articolo dell'epoca “A tutto volume” - l'Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) aveva già bacchettato l'amministrazione uscente del sindaco Poletto. Oggetto del contendere: il volume di fine mandato intitolato “Una storia da conoscere - Bassano del Grappa 2014-2019”, che secondo i riscontri dell'Autorità - a seguito di una segnalazione del capogruppo della Lega in consiglio regionale Nicola Finco - era stata distribuita alle famiglie bassanesi in data successiva al 25 marzo, ovvero alla data di convocazione dei comizi per le Elezioni Europee. Contestata quindi la violazione all'articolo 9 della legge 28 del 2000 in materia di par condicio, che a far data dalla convocazione dei comizi elettorali e fino alle operazioni di voto vieta espressamente alle amministrazioni pubbliche “di svolgere attività di comunicazione, ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l'efficace assolvimento delle proprie funzioni”. Sempre per l'Autorità il volume non era indispensabile, dal momento che “le informazioni sulle attività svolte nel quinquennio sono già contenute nella Relazione di fine mandato disponibile sul sito del Comune a far data dal 10 aprile 2019”. In più, come rilevato sempre dall'Agcom, “nella versione informatica del volume aggiornata sul sito in data 29 aprile 2019 si utilizzano espressioni enfatiche da parte dell'Amministrazione uscente, unitamente all'editoriale del Sindaco Riccardo Poletto”.
Non potendo più ritirare le 20mila copie cartacee distribuite nelle case dei bassanesi, l'Autorità dava quindi ordine all'amministrazione Poletto di rimuovere il volume di fine mandato in versione online entro un giorno dalla notifica dell'atto, datato 15 maggio 2019, con l'obbligo di pubblicare per quindici giorni sulla home page del sito comunale “un messaggio recante l'indicazione della non rispondenza di detta pubblicazione a quanto previsto dall'art. 9 della legge 22 febbraio 2000, n. 28”.
Fin qui la storia pregressa. La novità di oggi è che l'Agcom ha presentato il conto, ritenendo non soddisfacente la rettifica pubblicata sul sito del Comune di Bassano. Una sanzione di 10.000 euro, irrogata all'amministrazione comunale. Vale a dire all'incolpevole amministrazione Pavan che ha ereditato la questione e che ha liquidato il dovuto, riservandosi di chiedere risarcimento alla giunta comunale precedente.
Foto: archivio Bassanonet
Con un comunicato stampa trasmesso oggi in redazione, il capogruppo comunale della Lega Roberto Gerin dichiara che “è semplicemente ingiusto, oltre che vergognoso, che a pagare per una grave scorrettezza compiuta durante l'ultima campagna elettorale dalla vecchia amministrazione, riconosciuta anche dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, sia una giunta che non ha alcuna colpa”.
“Un'operazione di propaganda che, per quanto scorretta, si è rivelata anche decisamente costosa - continua Gerin riferendosi al volume di fine mandato -. Ricordiamo infatti che per stampare 20mila copie hanno speso 16.203,20 euro, cui si aggiungono 6.649 euro per la distribuzione e altri 800 euro per i diritti delle immagini a un fotografo professionista. In tutto fanno 23.652,20 euro che devono quindi sommarsi ai 10mila euro di multa arrivati dall'Agcom.” “Non è possibile che le colpe della giunta Poletto debbano ancora continuare a ricadere sui cittadini bassanesi - conclude Roberto Gerin -. I vecchi amministratori dovrebbero assumersi le proprie responsabilità, riconoscere la scorrettezza compiuta e pagare di tasca propria questa multa. Presenteremo una mozione per chiedere alla ex giunta di risarcire questa marchetta.”
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