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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

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Torte di Natale

La novità comunicativa dell'amministrazione Pavan: il bilancio comunale di previsione 2020 spiegato ai principianti

Pubblicato il 20-12-2019
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Non solo pandori e panettoni: a Natale, a Bassano, spuntano anche le torte.
Mi riferisco ai grafici a torta (ma in questo caso sarebbe meglio dire a ciambella, visto che hanno il buco in mezzo) che illustrano in dettaglio e in forma semplificata, con le loro fette a diversi colori, il bilancio di previsione 2020 dell'Amministrazione comunale.
Saranno a breve consultabili nel sito internet del Comune e rappresentano una sorta di manuale di bilancio comunale per principianti. Vale a dire per la stragrande maggioranza di noi cittadini, che di fronte alla complessità dell'argomento e alla scarsa comprensibilità dei numeri e delle varie voci di entrata e di spesa tendiamo a sventolare bandiera bianca. Adesso però non sarà più così: basterà fare qualche clic con il mouse e potremo fare un'abbuffata di torte per capire meglio dove vanno a finire i nostri soldi che paghiamo al Comune. “La chiarezza della destinazione delle entrate - afferma il sindaco Elena Pavan - è un principio irrinunciabile, che va valorizzato e che abbiamo voluto inserire anche nelle Linee programmatiche della nostra amministrazione. Poiché l'ente comunale funziona con i soldi raccolti dai cittadini è giusto che sappiano dove vengono impiegati e destinati.” “Quello che presentiamo - le fa eco il vicesindaco e assessore al Bilancio Roberto Marin - è il nostro primo bilancio e abbiamo pensato di realizzare una breve e semplice presentazione per permettere a tutti di capire meglio quali sono le risorse a disposizione della nostra città, da dove provengono e come vengono impiegate, proprio come si fa in una famiglia dove si vive il presente e si programma il futuro.”

La conferenza stampa di presentazione del bilancio comunale di previsione 2020, col sindaco Pavan e gli assessori Marin e Zonta (foto Alessandro Tich)

Più natalizi di così, non si può. Ma entriamo subito nel merito delle varie torte predisposte dai maestri pasticceri della contabilità comunale.
Si parte dalla tortona principale, quella dell'entità della manovra complessiva del bilancio di previsione 2020, che mette a pareggio il volume delle previsioni di entrata e il volume delle corrispondenti previsioni di spesa: sono in tutto 50.312.000 euro (non potendo io qui utilizzare grafici, metto le cifre in neretto). Delle cifre in entrata, oltre 37 milioni di euro (da adesso arrotondo, altrimenti ci perdiamo) deriveranno dalle entrate tributarie e dalle entrate extra tributarie, per un totale di oltre 31 milioni, alle quali si aggiungono le entrate da enti terzi (Stato, Regione, Provincia e altri) per circa 5 milioni.
Delle entrate tributarie (per un gettito di oltre 22 milioni) fanno parte cosine simpatiche tipo Addizionale Irpef, IMU e ICI esercizi precedenti, Imposta di soggiorno, TASI. E paga, ovviamente. Manca nell'elenco l'altrettanto simpatica TARI, la cui gestione dal 2017 è affidata alla nostra meravigliosa Etra. Il carico tributario comunale pro capite dei bassanesi viene così calcolato in 730 euro.
Le entrate non tributarie, per un incasso di oltre 9 milioni, appartengono invece ad altre voci tra le quali i parcheggi, le multe al codice della strada, i proventi dei servizi pubblici, la o il Cosap (canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche) e via pagando.
Il resto dei schei che saranno incamerati nel 2020 dal Comune, pari a circa 13 milioni, sono costituiti dalle entrate finanziarie in conto capitale (mutui, oneri di urbanizzazione, eccetera) per 5 milioni e 3 e dalle cosiddette “partite di giro” per 7 milioni e 9.

Ordunque: dove e come saranno spesi gli oltre 50 milioni di euro che finiranno nelle casse di via Matteotti? La fettona più grande di torta - roba da indigestione - riguarda le spese correnti che ammontano a quasi 37 milioni. Di questi, le spese per l'amministrazione generale superano gli 8 milioni e 7. Più ancora del sociale, a cui sono destinati poco più di 6 milioni e mezzo. Tra le altre spese in carrello: cultura (circa 3 milioni e 7), viabilità e trasporti (circa 3 milioni e 3), istruzione (circa 2 milioni e 7), sicurezza (circa 2 milioni e mezzo), ambiente e territorio (circa 2 milioni e mezzo). 3 milioncini di euro sono invece a disposizione per il pagamento delle rate dei mutui e dei prestiti contratti dall'ente pubblico. Un altro milione e mezzo e rotti è invece composto dagli “accantonamenti prudenziali”.
Per la serie: non si sa mai.
Un'altra fettina costituita da 5 milioni e 366mila euro (qui sono invece più preciso) riguarda invece gli “investimenti”, per la maggior parte riferiti alle opere pubbliche.
Di queste, cito solo il “trasporto meccanico” ovvero ascensore di Prato S. Caterina (300mila euro), il nuovo ponte pedonale sul Brenta (450mila) e l'ampliamento del Caffè Italia (220mila), anche se una tranche di 836mila euro sarà utilizzata per “altri interventi minori”. Gli introiti per gli investimenti derivano dall'alienazione di beni comunali (per oltre 1 milione), da contributi della Regione e da altre entrate.
Infine il Bilancio di previsione 2020 per principianti indica il cosiddetto “principio di destinazione”, con il quale si illustra da che fonte, per che somma e in quali ambiti sarà data “la risposta ai cittadini”.
Avviso ai naviganti: qui le cose si fanno un po' più complicate, ma facciamoci un po' di coraggio e cerchiamo di riportarle il più chiaramente possibile.
Orbene: per i costi della “struttura” (21.280.000 euro) i soldi saranno ricavati dall'Addizionale Irpef e da quota parte di IMU, trasferimenti statati, multe e Cosap. Copriranno le spese per mutui, utenze, costi struttura, sicurezza, fondi accantonamento.
Le spese per i “servizi ai cittadini”, per un impegno di 4.380.000 euro, saranno invece coperte dagli introiti di cimiteri, parcheggi, trasporti e da quota parte di TASI e multe. Saranno destinati a manutenzioni, verde pubblico, illuminazione pubblica e trasporti.
Ci sono poi le spese per “cultura, turismo, attività economiche” (3.666.000 euro), finanziate dall'imposta di pubblicità, dall'imposta di soggiorno, dal mercato, dagli incassi del Museo e da quota parte di Cosap e TASI. Copriranno i costi di gestione per Museo, Biblioteca, cultura; turismo; attività produttive; Operaestate Festival e Centro Storico.
Infine il segmento “sociale, giovani, sport” (spesa complessiva: 7.650.000 euro) per i fondi destinati a famiglie, giovani, anziani, scuole, sport e solidarietà. La pecunia necessaria a tutto ciò deriverà da introiti del patrimonio, dalle rette mense, da contributi vari e da quota parte di trasferimenti statali, TASI e IMU.
Fine delle torte. Scendo giù in farmacia a comprarmi un Alka-Seltzer.

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