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Unesco di casa

Il Comune di Bassano aderisce al progetto della candidatura del Monte Grappa a Riserva della Biosfera MaB UNESCO, promossa dall'Intesa Programmatica d'Area dell'Asolano. Ma chi ci capisce è bravo

Pubblicato il 20-11-2019
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Unesco di casa. Ma non per andare a comprare le sigarette. Bensì per aderire al progetto che aspira alla nomina della montagna di casa, il Grappa, a Riserva della Biosfera secondo il programma MaB (Man and the Biosphere) dell'UNESCO.
Il Comune di Bassano del Grappa ha deciso di prendere parte al già cospicuo gruppo di Comuni delle tre province (Treviso, Belluno e Vicenza), i cui territori insistono sull'area del Massiccio o ai quattro lati delle sue pendici, intenzionati a correre assieme per portare in porto l'ambiziosa candidatura. Il tutto coordinato dall'IPA trevigiana (Intesa Programmatica d'Area) Asolo e Monte Grappa. Della “squadra” facevano già parte 26 Comuni: 14 Comuni del versante trevigiano del Grappa e della Pedemontana trevigiana del Grappa, 7 Comuni del versante del Feltrino bellunese e 5 Comuni della provincia di Vicenza (Mussolente, Pove del Grappa, Romano d'Ezzelino, Solagna e Valbrenta).
Mancava ancora all'appello nella nostra provincia, ma sta per salire sul treno già messo in moto dagli altri, il Comune di Bassano del Grappa. L'ultimo dei Mohicani ad aderire al gruppo sarà il Comune bellunese di Pedavena: dopodiché si potrà partire a tutta birra.

Veduta mattutina da Cima Grappa. Foto di Jacopo Tich


Bassano del Grappa, già Bassano Veneto, al cui toponimo il nome della montagna venne inserito dal governo fascista nel 1928 in memoria della guerra terminata dieci anni prima, in realtà non insiste su un territorio comunale che comprende una parte del Grappa o delle sue pendici. 100 metri quadrati del monte sacro alla Patria però le appartengono: ed è l'appezzamento di terreno donato nel 2012 dalla famiglia Eger al Comune di Bassano all'altezza del 13simo tornante della Strada Cadorna, in territorio di Borso del Grappa, come avemmo occasione di scrivere all'epoca nel nostro articolo intitolato “Un po' di Grappa per Bassano”. Un fazzolettino piccino piccino di Massiccio che basta a giustificare l'intenzione del governo di via Matteotti di partecipare al gioco. La proposta di “pre-adesione” al progetto (l'adesione vera e propria dei Comuni avverrà nei primi mesi dell'anno prossimo) ha ottenuto la convinta manifestazione di interesse della Commissione comunale Affari Istituzionali, alla quale è stata presentata, e sarà inserita per approvazione all'Ordine del Giorno del prossimo consiglio comunale del 28 novembre.
Il giorno prima, mercoledì 27 novembre alle 18.30, il progetto sarà presentato alla cittadinanza in un pubblico incontro nella sala Chilesotti del Museo Civico.
Ma per capirlo, come intuirete leggendo il seguito, servirà la massima concentrazione.

Chi porta avanti il verbo del Comune di Bassano for Monte Grappa Riserva di Biosfera UNESCO è il vicesindaco Roberto Marin, che ne dà notizia in conferenza stampa assieme al presidente della Commissione Affari Istituzionali Antonio Guglielmini, al presidente dell'IPA Asolo e Monte Grappa Paolo Mares e al vicesindaco di Mussolente Valentina Fietta che del progetto in corso è la autentica specialista. Non è questa la sede per spiegare in dettaglio qual è stato fino ad oggi il percorso svolto, qual è l'attuale stato di avanzamento e quali sono i prossimi passi della “road map” della candidatura.
Basti pensare che il “power point” che viene consegnato ai giornalisti in forma cartacea e che illustra tutte queste cose è composto da 27 pagine. Troppe anche per il vostro umile cronista. Ma i concetti chiave possono essere ovviamente sintetizzati. A cominciare dai numeri: oggi ci sono 701 Riserve di Biosfera nel mondo e 19 in Italia. Vale a dire aree che soddisfano i requisiti del programma MaB, avviato dall'UNESCO nel 1971 per “sostenere un rapporto equilibrato tra uomo e ambiente attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche dello sviluppo sostenibile”. In Veneto al momento ce n'è soltanto una, o per meglio dire mezza. Vale a dire la Riserva del Delta del Po, che è condivisa con l'Emilia Romagna. “La parola “riserva” non va pensata come una riserva tutelata da vincoli - spiega Valentina Fietta -. Non ci sono ulteriori vincoli nuovi. Va invece pensata come la “riserva” di un vino, che va valorizzata per la sua qualità.” Alziamo i calici.

Ma cosa significa, sul piano pratico, diventare Riserva di Biosfera del programma MaB UNESCO? Significa innanzitutto “poter contare su un sistema di siti con cui scambiare buone pratiche e sviluppare progettualità innovative”. Un Comune aderente al progetto potrà quindi sviluppare una partnership con un Comune in qualche altro angolo di Italia, d'Europa o del mondo con cui condividere progetti per uno specifico settore di interesse.
La nomina a Riserva di Biosfera non determina automaticamente l'ottenimento di risorse, ma “offre maggiore possibilità di successo nella partecipazione a bandi di finanziamento”. Finanziamenti per fare cosa? Per attività che rispondano alle tre “funzioni” richieste dal programma: Conservazione (per proteggere specie, ecosistemi, paesaggi e cultura), Educazione (per incoraggiare attività di ricerca, educazione, formazione e monitoraggio) e Sviluppo (per indirizzare uno sviluppo economico e umano sostenibile).
Le attività da svolgere devono essere comunque compatibili con “l'elemento caratterizzante” che rappresenta l'unicità della candidatura rispetto alle altre e che per il Monte Grappa è stato individuato - a quanto pare con l'apprezzamento del Ministero dell'Ambiente, da cui dipendono le sorti del progetto - nello slogan: “La memoria della guerra per la diffusione della pace”. Lev Tolstoj ringrazia.

L'attività sin qui svolta dall'IPA Asolo e Monte Grappa per i passi “propedeutici” alla candidatura e l'agenda di appuntamenti in programma per portarla avanti sono impressionanti. Da settembre 2018 si sono tenuti una messe di incontri nei Comuni coinvolti per la presentazione dello “studio di fattibilità” e della “possibilità di formalizzare la pre-adesione al progetto”. È seguita un'altra serie di incontri per “costruire e consolidare la rete di collaborazione territoriale”. Poi altri incontri di “presentazione interattiva del percorso”, alcuni dei quali già realizzati e altri in scaletta in queste settimane, concentrati sulle quattro tematiche “Artigianato e Industria”, “Turismo Sostenibile”, “Ruralità e Trasformazioni Agro-alimentari” e “Giovani”. Nel frattempo si sono svolti e si svolgeranno ancora incontri “di approfondimento e di scambio con altre Riserve di Biosfera” per “approfondire alcune tematiche prioritarie attraverso uno scambio di esperienze con Riserve della Biosfera riconosciute”. Entro febbraio, un concorso di idee rivolto alle scuole dovrà trovare il logo della futura Riserva della Biosfera “Monte Grappa”.
Ultimi step prima di arrivare al dunque, una serie di incontri “di presentazione del dossier di candidatura” e del “percorso che lo ha generato per l'approvazione nei consigli comunali” e una serie di incontri “di consultazione attiva” per “definire attraverso un percorso inclusivo un documento di indirizzo condiviso per il Piano di Azione”.
Scusate, ma Unesco di casa di nuovo. Questa volta per andare a comprare le pillole per il mal di testa.

Quasi infine, e in estrema sintesi, la “road map” della candidatura del Monte Grappa a Riserva di Biosfera dell'UNESCO. Ad aprile 2019 è partita la raccolta della “pre-adesione non vincolante” dei consigli comunali interessati, a cui stanno per aggiungersi Bassano del Grappa e Pedavena. Da luglio 2019 è iniziato il percorso di “animazione territoriale” ed è scattata la stesura del dossier di candidatura. Entro maggio 2020 è prevista l'approvazione definitiva della candidatura nei consigli comunali e la consegna del dossier di candidatura al Ministero dell'Ambiente, che dovrà indicare eventuali revisioni e/o integrazioni al documento e quindi selezionare le candidature ammesse per l'Italia.
A settembre 2020 è prevista la consegna del dossier di candidatura all'UNESCO e a maggio 2021 l'esito finale della candidatura. I promotori del progetto esprimono ottimismo: ogni anno in Italia vengono avanzate 6-7 candidature per il programma MaB ma il Monte Grappa, a quanto pare, ha buone chance di passare il fondamentale scoglio ministeriale.
E dopo? Dopo, egregi lettori, si aprirà un nuovo mondo.
Se il Monte Grappa diventerà Riserva di Biosfera dell'UNESCO, partirà un nuovo treno su cui saliranno in molti. Già oggi il progetto gode delle lettere di “endorsement” di 24 entità non comunali delle tre province (associazioni di categoria, Camere di Commercio, consorzi turistici e consorzi Pro Loco, operatori economici, produttori agricoli, associazioni, istituti scolastici) che strada facendo aumenteranno ancora. Pregasi prendere posto in anticipo, perché lo show sarà molto affollato.

E non potevo concludere questo articolone senza anticiparvi il modello di “governance” proposto per la futura Riserva della Biosfera “Monte Grappa”. Perché, a modo suo, è un capolavoro. A decidere le sorti delle attività da svolgere sarà una “cabina di regia” costituita da un Comitato di Gestione, che prenderà le decisioni inerenti la RB (Riserva di Biosfera) e definirà e attuerà il Piano di Gestione. Ad esso farà riferimento un Comitato Scientifico che fornirà pareri tecnici e stimoli all'innovazione e alla ricerca.
Ci sarà poi l'Assemblea Consultiva che monitorerà l'operato del Comitato di Gestione, stimolerà il Piano di Gestione e proporrà lo sviluppo di progetti. Ad esso faranno riferimento alcuni “tavoli di lavoro tematici” dedicati a Turismo e sviluppo rurale; Biodiversità e paesaggio; Educazione, formazione e ricerca; più altri temi che potranno emergere all'uopo. A fare da tramite tra Cdg (Comitato di Gestione) e AC (Assemblea Consultiva) sarà un Coordinatore, che oltre a coordinare - per l'appunto - i due organismi, curerà anche i rapporti con l'UNESCO e con il Comitato MaB Nazionale.
Questa sarà dunque la “governance” del possibile futuro Monte Grappa Patrimonio di Biosfera dell'Umanità. Per tutti i Tavoli dei Tavoli, amen.

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