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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Buone Fieste

Pensieri e parole sul primo mezzo anno di mandato dell'amministrazione Pavan, nella prospettiva dell'anno che verrà

Pubblicato il 17-11-2019
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Fiat Lux. Si sono accese nel tardo pomeriggio di ieri le lucine del grande abete natalizio di piazza Libertà, che vedete parzialmente immortalato nella foto (con addobbo aggiuntivo simbolico) e che è la grande novità del “Natale a Bassano” 2019. Grande novità per modo di dire, perché fino adesso tutte le principali innovazioni apportate dall'amministrazione comunale altro non sono che il revival di cose già viste o già pensate in passato.
Il grande abete proveniente da Enego faceva parte della normalità del Natale bassanese fintanto che, nella passata amministrazione, si è deciso di sostituirlo col suo surrogato tecnologico a forma di maxicono rovesciato. Il doppio senso di via Tabacco era già in vigore da tempo immemore fintanto che, sempre con la passata amministrazione, si è ritenuto per vari motivi di trasformarlo in un senso unico con corsia protetta per le utenze deboli. La conclusione dei lavori sul Ponte e (forse) del primo stralcio del Polo Museale Santa Chiara non saranno altro che la continuazione di opere pubbliche iniziate, seppure con complicazioni indicibili, nel precedente quinquennio amministrativo.
Idem dicasi per l'idea della scala mobile tra il Prato e viale dei Martiri e per le tre opere “recuperate” nel Piano triennale dei Lavori Pubblici (campo da calcio di quartiere Prè, ampliamento scuola di Sant'Eusebio, nuova sede per la Filarmonica Bassanese), concepite in seno all'amministrazione di centrosinistra. Anche l'annunciato e per il momento non ancora meglio specificato progetto dell'ampliamento del territorio di competenza della Polizia locale sarà l'eventuale sviluppo di un processo di evoluzione del servizio in ottica comprensoriale iniziato dall'allora assessore Angelo Vernillo con l'istituzione del Corpo intercomunale di Polizia locale Bassano-Unione Montana Valbrenta.

Foto: Alessandro Tich

Persino l'ambizioso obiettivo del Teatro cittadino trae origine da un progetto pensato in origine, ma gestito male, dai precedenti amministratori.
Molto di quello che c'è o che ci sarà a breve-medio e anche lungo termine, in qualche modo è già stato nei cinque anni che ci hanno preceduto. Non è che per caso il “Si Cambia” fosse in realtà il motto segreto della giunta Poletto?

E veniamo dunque al grande abete naturale natalizio di piazza Libertà, le cui luci durante il giorno rimangono spente.
Qui - rispetto alle diverse amministrazioni comunali che fino ai sindaci Cimatti e Poletto (primo anno di mandato, Natale 2014) ne hanno deliberato l'allestimento senza andare sui giornali o sui social che all'epoca ancora non esistevano - c'è invece un elemento di novità. E si tratta del significato politico attribuito alla sua presenza quale simbolo del Natale bassanese dall'amministrazione governante.
Quando il sindaco Pavan e l'assessore Tamara Bizzotto sottolineano in conferenza stampa che l'abete in piazza rappresenta “il ritorno alla tradizione” nonché “il ripristino di una tradizione che era stata abbandonata negli ultimi tempi”, pronunciano parole che toccano in primo luogo le corde dell'elettorato leghista. Non è un segreto che la Lega fa della difesa delle tradizioni locali, tradizioni natalizie comprese, uno dei suoi altrettanto tradizionali cavalli di battaglia. Anche “l'emozione” provata dal sindaco al momento del montaggio dell'albero in piazza, esternata in tempo reale sul suo profilo social e raccontata poi alla stampa come “un momento corale, molto sentito da tutti”, ha rappresentato un modo mai visto prima di enfatizzare l'importanza di un'operazione di arredo urbano natalizio che era stata fino ad oggi collocata nell'ordinaria amministrazione.
Si è arrivati al punto di far percepire l'arrivo del grande abete dai boschi di Enego alla piazza di Bassano, dopo vent'anni di Mercatino di Natale con un albero identico a quello di quest'anno e dopo altri quattro anni col maxicono tecnologico, come un risultato amministrativo. Di quelli da inserire tra quattro anni e mezzo nel bilancio di mandato.
La salvaguardia delle autentiche tradizioni del Natale, presidiate dall'albero di piazza Libertà, sarà dunque il leitmotiv del primo Natale leghista della storia di Bassano del Grappa. Ma dicembre non sarà solo il mese dedicato alle Feste natalizie.
A Santo Stefano, il 26 dicembre, scadranno infatti i sette mesi dall'elezione a sindaco di Elena Pavan.

Tra un po' l'ebbrezza del Parampàmpoli nella solita casetta di legno del presidente dei commercianti e il profumo del panin onto nella altrettanto solita casetta della Pro Bassano, assieme alla frenesia della ricerca dei regali da mettere sotto l'albero (quello di casa), prenderanno progressivamente il sopravvento sulle questioni e preoccupazioni dell'attualità cittadina. Si avvicina la sospensione del giudizio del periodo natalizio, quella che rinvia ogni cosa a dopo la Befana. Il rischio è quello di perdere l'attenzione su quello che la nostra città, dal punto di vista amministrativo, deve attendersi con l'arrivo del nuovo anno. Si concluderà un 2019 che dopo le elezioni comunali di primavera doveva far spirare subito un vento di rivoluzione e che si consegnerà invece agli archivi come un anno che ha fatto registrare tra le notizie di rilievo e di dibattito cittadino il parcheggio autorizzato in via Vittorelli vicino al Comando dei vigili della Ford Fiesta del sindaco.
A gennaio i mesi di mandato saranno già otto e, passata la fase dell'inevitabile rodaggio che avrebbe dovuto concludersi con la fine dell'estate, il motore della macchina amministrativa dovrebbe ormai girare a pienissimo regime. Eppure, più che uno stabile percorso di cambiamento lungo una via già saldamente tracciata, a profilarsi all'orizzonte sono ancora alcune incognite frutto della confusione dell'anno che sta per terminare.
Come ad esempio la soluzione provvisoria per coprire la vacanza di un comandante della Polizia locale, per la quale, come vagamente riferito dalla giunta nell'ultimo consiglio comunale, si è ancora “in una fase iniziale di studio e di valutazione”.
Per la Cultura non ne parliamo: da marzo si dovrà trovare un nuovo escamotage per sopperire a quella direzione dei Musei Civici che ancora formalmente non abbiamo e successivamente arriveranno al pettine anche i nodi di Operaestate. Mentre apprendiamo proprio in questi giorni da articoli di stampa che per il Bicentenario di Canova nel 2022 non sono previste a Bassano, diversamente da Possagno e da altri luoghi nel mondo dove è già partita da tempo l'organizzazione degli eventi, iniziative specifiche.
Se sarà così, non sarà solo la conferma di un grave deficit di programmazione culturale ma un clamoroso treno perso anche per il turismo e tutto l'indotto economico che ne consegue. Per queste ed altre cose è proprio il caso di dire, in carenza di certezze, che chi vivrà vedrà.

Non voglio essere frainteso: non esprimo tutte queste osservazioni, in questo come in diversi altri articoli già scritti e che scriverò ancora, per partito preso.
Il mio lavoro è fatto di constatazioni oggettive, benché possano tradursi in opinioni scomode per chi questa amministrazione (come il sottoscritto) l'ha votata.
Ma lo faccio semplicemente perché Bassano è una città a cui voglio bene e che merita un'amministrazione da ottava città del Veneto. Questo tipo di amministrazione io ancora non la vedo e come me non la vedono ancora in molti. E non basta il fumo negli occhi e il profumo di un grande abete dei boschi dell'Altopiano per poter dire che finalmente c'è qualcosa di nuovo nell'aria.
Comunque sia, io resto sempre alla mia finestra di fronte al municipio ad aspettare.
E anche se è ancora un po' presto per augurarvelo, Buone Fieste a tutti.

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