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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Special report
Fango Über Alles
Finisce la birra alla Fiera Franca e sui social si scatena il putiferio. L'incredibile macchina del fango contro la città tedesca gemellata di Mühlacker
Pubblicato il 09-10-2019
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Prima di parlare di tutto il resto, parliamo di una persona.
La scalinata mozzafiato (per il panorama che vi si gode e per la ripidità degli scalini) che a Bassano collega Prato Santa Caterina e il Parco Ragazzi del '99 con Viale dei Martiri è intitolata a Gerhard Ott. Gerhard Ott, europeista convinto, cittadino tedesco di Mühlacker e cittadino onorario di Bassano del Grappa, è stato l'anima storica delle attività del più che quarantennale gemellaggio tra Bassano e Mühlacker. A Bassano herr Gerhard era legatissimo. Aveva conosciuto la sua connazionale Jutta, che sarebbe poi diventata sua moglie, da Nardini Alto, a margine di una delle tante trasferte in pullman della delegazione della città gemellata del Baden-Württemberg nella città del Grappa. E prima di morire, a causa di una malattia che lo ha portato via a soli 50 anni, Gerhard Ott aveva espresso la volontà di essere sepolto nella nostra città. È stato accontentato: le sue ceneri riposano in un loculo del cimitero di Santa Croce.
Il senso del gemellaggio con Mühlacker probabilmente sta tutto qui, in una delle tante storie che molti bassanesi non conoscono. Un rapporto tra due città - portato avanti dai rispettivi Comitati - che come tutti i gemellaggi di lungo corso ha vissuto di alti e bassi, di momenti d'oro con reciproci scambi di giovani nelle famiglie e di fasi di stanca, di storiche celebrazioni (per il ventennale nel 1998, per i 25 anni nel 2003, per il trentennale del 2008) e di periodi meno intensi. Ma è un gemellaggio che resiste ancora all'usura del tempo e che ogni anno, a settembre, vede una delegazione bassanese salire a Mühlacker per la tradizionale Strassenfest (o se preferite Straßenfest) e che ad ottobre vede una delegazione della città tedesca ricambiare la visita con l'altrettanto tradizionale stand gastronomico in Piazzetta Guadagnin allestito per la Fiera Franca.
Foto: Alessandro Tich
Sono i classici momenti nei quali l'amicizia tra Bassano e Mühlacker ritorna a procedere a tutta birra. Il problema, tuttavia, sorge quando la birra finisce.
Alla Fiera Franca dello scorso weekend è infatti successo questo.
Nella giornata e serata di sabato lo stand di Mühlacker è stato come sempre preso d'assalto da centinaia di avventori attratti dalle bottiglie da mezzo litro di birra tedesca (della vicina Pforzheim) in vendita sul bancone: i Lanzichenecchi del Luppolo la cui quantità è stata talmente cospicua che sabato sera in Piazzetta Guadagnin era praticamente impossibile muoversi. Risultato finale: la domanda ha superato l'offerta e al termine del sabato le scorte di birra erano esaurite. Domenica pertanto lo stand è rimasto chiuso e i gemelli di Germania sono ripartiti a casa, lasciando sul posto un avviso, scritto sul retro di un vassoio di cartone, con la scritta: “Ci dispiace ma abbiamo finito tutto. Torniamo l'anno prossimo!”.
Non è la prima volta che accade, a quanto pare. A fare i sofisticati, si può forse imputare agli amici tedeschi di non avere fatto bene i calcoli e di non avere portato con sé, considerati anche i precedenti degli anni scorsi, un sufficiente quantitativo di bottiglie per soddisfare la sete bassanese. Ma la delegazione di Mühlacker è un comitato di volontari, non una birreria. Eppure la chiusura anticipata del gazebo gastronomico tedesco ha dato la stura a un'incredibile serie di insulti e di contumelie nei confronti della città gemellata, accesi da una discussione postata nel gruppo Facebook Bassano Senza Censura.
Il tutto mentre appena il giorno prima il popolo dei social aveva plaudito al siparietto del sindaco Pavan che in mise da Oktoberfest aveva tentato di dare il classico colpo alla botte per l'inaugurazione dello stand della città gemellata.
Di solito non mi occupo di quello che accade nei social, ma le regole sono fatte per trovare le eccezioni. E l'eccezione, in questo caso, è costituita dal festival di cattiveria gratuita - sociologicamente, purtroppo, interessante - che partendo dall'episodio della Fiera ha allargato il tiro per sputare addosso alla comunità che ha “l'immenso” privilegio di essere gemellata con noi. A cominciare da chi ha acceso la miccia della discussione, che ha dato il ritmo agli interventi successivi scrivendo: “ecco cosa succede, ad essere gemellati con il posto più di melma di tutta la Germania”.
Se per caso non siete stati mai a Mühlacker e la vostra prima fonte di informazione al riguardo è la discussione postata su Bsc, vi fareste un'idea della città tedesca, ma anche dei suoi abitanti, che neanche i peggiori bar di Caracas.
Mühlacker viene descritta come “il buco del c... del mondo” (i puntini li ho messi io), “un villaggio senza attrattività alcuna e tagliato fuori da tutte le principali vie di comunicazione”, “posto ignoto nel meridione della Germania”, “posto sperduto” e, visto che già ci siamo, anche “un cesso”. C'è pure chi gioca sul nome della città storpiandolo in “Müllacker”, facendo leva sulla parola tedesca “Müll” che significa “rifiuti, spazzatura”. Mentre il nome vero della città deriva dai “mulini” e da quel “terreno fertile” attorno al fiume Enz che nei secoli che furono attirò l'insediamento di popolazioni celtiche.
Con questi gentili presupposti, ce n'è soprattutto per il gemellaggio che all'improvviso emerge come una cosa sconosciuta a molti e che viene presentato come una specie di ciofeca del secolo. “Bassano - scrive ancora lo storpiatore di toponimi - dovrebbe essere gemellata con una città di pari importanza ed attrattività e non con Müllacker, non so chi a suo tempo abbia avuto un‘idea così insulsa come il gemellaggio con quel postaccio.”
“Il problema - rincara la dose in un altro post - è che è inammissibile che Bassano sia gemellata con un cesso come Müllacker!”. C'è anche chi ricorda i suoi viaggi in Germania di anni fa per lavoro, nel corso dei quali è passato anche per Mühlacker.
E riferisce: “Pranzammo in una pizzeria sulla circonvallazione, il posto migliore che c’era, e il pizzaiolo meridionale si meravigliò che noi bassanesi ci fossimo gemellati con una cittadina simile!”. Da qui la fatidica domanda: “Ma chi ebbe questa idea, con tutte le città storiche o turistiche che offre la Germania?”. Fin qui alcuni dei post che sputano sui bicchieri con i quali in moltissimi, sabato scorso a Bassano, hanno bevuto.
Ma non manca neppure chi trae spunto dall'esaurimento birre per rinverdire i sentimenti di rivalsa anti-Merkel: “Ma noi italiani siamo abituati a farci trattare male dai tedeschi!! Loro comandano ...noi ubbidiamo! chiaro no”. Achtung Baby.
Come può invece riferire chi ci è già stato come chi vi scrive, Mühlacker non è “un postaccio” e non è “un buco”. Certamente la città non brilla per attrattività turistiche, ma è una civile e dignitosa cittadina tedesca, pari a circa la metà di Bassano per popolazione.
É la città di riferimento del circondario dell'Enz (come Bassano dovrebbe esserlo per il suo comprensorio), a poca distanza da note località turistiche come ad esempio Maulbronn con la sua celebre e splendida Abbazia medievale cistercense.
Ed è talmente un “posto ignoto” che può persino disporre di un quotidiano tutto per sé, il “Mühlacker Tagblatt”, che è il riferimento mediatico di tutta la regione circostante. Pregasi digitare su muehlacker-tagblatt.de/ per i non credenti.
Il gemellaggio con Bassano del Grappa risale al maggio del 1978, quando l'atto ufficiale venne siglato dal sindaco bassanese dell'epoca Sergio Martinelli, con l'arrivo in città di 250 tedeschi in pullman, e nuovamente stipulato nel maggio 1979 a Mühlacker con la firma congiunta di Martinelli e del borgomastro Gerhard Knapp.
Ma alle origini dell'ultra quarantennale rapporto civico internazionale vi è il precedente Patto di Amicizia, siglato nel marzo del 1975 dall'allora sindaco di Bassano Pietro Fabris e dal borgomastro di Mühlacker Knapp. Ebbene: come è possibile, seguendo il filo delle obiezioni dei contestatori social, che la meravigliosa Bassano del Grappa abbia potuto gemellarsi con quello che, secondo taluni, è “il buco del c... del mondo”?
Lo chiedo direttamente - e ovviamente non in questi termini - a chi i presupposti del gemellaggio li ha creati e costruiti: l'ex sindaco di Bassano, senatore Pietro Fabris.
“Mühlacker è stata scelta per una indicazione della sezione di Bassano del Movimento Federalista Europeo - spiega il sen. Fabris -. Perché c'è stata questa indicazione? Perché lì alcuni bassanesi erano già stati e avevano notato la presenza di un personaggio che aiutava gli italiani, soprattutto i lavoratori stranieri. Cioè gli italiani arrivavano con la valigia di cartone, non sapevano le lingue, non sapevano niente, non avevano case eccetera e questo li aiutava, d'intesa col consolato di Stoccarda.”
“Allora noi abbiamo sentito che c'era questa attenzione per gli italiani e siamo andati là - prosegue l'ex sindaco di Bassano -. Li abbiamo conosciuti, abbiamo trovato della brava gente e dopo quello che ci ha confortato è che gli italiani di Mühlacker, i lavoratori che abitavano lì, ci hanno detto: “Fate un piacere, fate un gemellaggio, da quando siete arrivati voi noi ci consideriamo molto più avanti. Prima eravamo come i turchi, adesso siamo come voi”.” “Quindi abbiamo “elevato”, per così dire, la considerazione di tutti gli italiani che si trovavano là e quindi dopo abbiamo firmato il Patto di Amicizia - conclude Pietro Fabris -. Quello l'ho firmato io e tre anni dopo, dopo il “fidanzamento”, come si usa normalmente c'è stato il matrimonio, ossia il gemellaggio tra noi e Mühlacker.”
Questa dunque, egregi lettori, è la vera storia delle origini del gemellaggio di Bassano con questo “posto ignoto nel meridione della Germania”. Radici di un ormai lungo rapporto tra le due città che parlano di emigrazione e di come quel “villaggio senza attrattività alcuna” sia stato un luogo di accoglienza e di inclusione di tanti nostri connazionali che hanno lasciato l'Italia per trovare lavoro in Germania.
Prima di sparare sentenze bisognerebbe avere almeno l'umiltà di ricercare l'obiettività dei riscontri storici e per lo meno chiedersi chi mai sia stato questo Gerhard Ott a cui è intitolata la salita dal Prato a Viale dei Martiri e perché. È pacifico poi che sull'attualità di questo gemellaggio si possano esprimere delle critiche e delle riserve: ma vanno espresse con linguaggio adeguato e con cognizione di causa. È certamente passibile di critiche anche l'insufficiente organizzazione dei gestori dello stand alla Fiera Franca in fatto di approvvigionamenti, ma non al punto da metterli in croce quali rappresentanti di un “cesso” di postaccio tedesco.
E invece dalla chiusura anticipata dello stand sono partiti gli strali più assurdi, nella vana speranza che a Mühlacker non se ne accorgano. Perché la brutta figura, in quel caso, la farebbe non chi ha promosso questa inattesa Crociata del Luppolo ma la Città di Bassano del Grappa. Mi spiace scriverlo, ma questa volta la birra ha traboccato dal boccale.
E se davvero Mühlacker è “il posto più di melma di tutta la Germania”, se andiamo avanti così noi ci candidiamo ad essere la città del fango. È un gemellaggio anche questo.
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