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Marmi non convenzionali

Un sorprendente viaggio nella mente e nelle opere del più famoso possagnese della storia: inaugurata al Museo CARMI di Carrara la mostra “Canova - Il viaggio a Carrara”, curata da Mario Guderzo

Pubblicato il 01-08-2019
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Quelli di Carrara non sono marmi qualsiasi. Sono marmi non convenzionali. E in quanto tali, da maneggiare con cura. Sono stati la materia prima dei capolavori scultorei di Michelangelo e tre secoli più tardi hanno fornito la candida sostanza per i capolavori di un certo Antonio Canova. Nel momento in cui il genio di Possagno, che si era fatto artisticamente le ossa cimentandosi con grandi capacità nel disegno e nella pittura, aveva scelto come sua definitiva professione quella di scultore aveva anche deciso che il marmo di Carrara doveva essere l'unico materiale per le sue opere. Lettere e documenti evidenziano i rapporti che Canova teneva con Carrara e con le cave del marmo, rispetto alle quali il grande scultore era attento e preciso nella scelta della materia prima e nelle discussioni con i cavatori (non certo personaggi facili da “addomesticare”), imponendo loro le sue decisioni con sicurezza e determinazione. Lo racconta il dottor Mario Guderzo, direttore della Gypsotheca e Museo Antonio Canova di Possagno, che di Canova conosce vita, morte e miracoli artistici. Citando anche una testimonianza dello scultore Antonio D'Este, che descrive il primo approccio del collega possagnese in terra toscana: “Terminati i grandi modelli del mausoleo Ganganelli, [Roma, Basilica dei SS. Apostoli] si recò il Canova a Carrara per la provvista de’ marmi: alloggiò in casa del Conte Del Medico, visitò quelle immense miniere, salì sul culmine del monte, detto i Fanti scritti, ove scolpì il suo nome, e diede la commissione dei blocchi necessari al lavoro”.
Tutto questo, e non solo questo, fa da filo conduttore alla mostra “Canova - Il viaggio a Carrara”, inaugurata oggi e aperta al pubblico fino al 10 giugno 2020 al CARMI - Museo Carrara e Michelangelo di Villa Fabbricotti a Carrara, curata da Mario Guderzo, impreziosita dal contributo di un comitato scientifico di respiro internazionale, prodotta dal brand Magister di Cose Belle d'Italia Entertainment in esclusiva e in collaborazione con lo stesso Museo CARMI e patrocinata da vari enti istituzionali tra cui il MIBAC, Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Si tratta di una coinvolgente esposizione che mette in dialogo cinque preziosi gessi originali di Canova e documenti, tutti conservati presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara, con uno spettacolare percorso multimediale dedicato all'esplorazione dell'intera vicenda canoviana, narrata al pubblico dalla voce di Adriano Giannini con le musiche del violoncellista Giovanni Sollima. Ad arricchire il percorso, all’interno del già ricco universo creativo dell’artista, un corpo di lettere dell’Archivio di Stato di Massa, nonché un contratto, finora sconosciuto, del 1783 tra il conte Del Medico Staffetti e Antonio Canova (Collezione Andrea Sarteschi, Sarzana) per l’acquisto dei blocchi di marmo necessari per la realizzazione del “Monumento funebre di Clemente XIV”. Di sala in sala, diversi linguaggi così si incontrano, in una narrazione unica che conduce il pubblico in un sorprendente viaggio nella mente dello scultore.

Il curatore Mario Guderzo davanti al manifesto della mostra

Dopo un’introduzione sulla “Vita e opere di Antonio Canova”, il percorso della mostra, in fitto dialogo tra materiale e immateriale, si apre con le “Grazie” per raccontare la genesi del processo creativo dell'artista. Si sofferma quindi su un’intera sala dedicata a uno dei massimi capolavori dello scultore, “Paolina Borghese” e prosegue con le suggestive installazioni dedicate al rapporto tra “Canova e la danza”. C'è anche spazio per un approfondimento su “Canova. Il viaggio a Carrara e l’Accademia di Belle Arti”: un racconto nel racconto, volto a celebrare l’incontro tra il primo ambasciatore della bellezza italiana nel mondo e la capitale internazionale del marmo. Per poi concludere la visita con l'immaginifica fiaba di “Amore e Psiche” e con l'ultimo dei cinque modelli in gesso di proprietà dell'Accademia, lo splendido “Venere e Adone”.
Il “viaggio”, poi, idealmente continua con la visita alla città e all'Accademia di Belle Arti dove sono custoditi altri modelli canoviani.
“Canova è Carrara, Carrara è Canova”, scrive ancora il curatore Mario Guderzo nella presentazione ai media della mostra, allestita in occasione dei 250 anni di fondazione dell'Accademia di Belle Arti carrarese, di cui Canova stesso è stato nominato accademico onorario. Marco Ciampolini, storico dell'arte e neo direttore scientifico del CARMI - Museo Carrara e Michelangelo, si dichiara felice di inaugurare la sua direzione “con una mostra concepita con il criterio innovativo di “esposizione integrata”, che associa gli originali presentati, in questo caso i gessi di Antonio Canova, a un percorso multimediale, che ne permetterà l’osservazione con l’occhio rivelatore della tecnologia a servizio dell’arte”.
E per chi sa convivere con il touchscreen senza macchia né paura, è anche disponibile una specifica App di Magister con spazio dedicato all'esposizione, sviluppata in collaborazione con Enjoy Museum. Come dire: guardare al passato per guardare sempre più avanti.

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