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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Countryman

Elezioni amministrative: intervista all'ex vicesindaco di Bassano Roberto Campagnolo

Pubblicato il 08-06-2019
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Brassaï. L’occhio di Parigi

God Save Bassano. Robert Countryman, alias Roberto Campagnolo, ex vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici, assieme a tutta la sua coalizione sta scontando il fio della Brexit bassanese: centrosinistra fuori dalle stanze dei bottoni, che il suo Partito Democratico aveva attivamente e ininterrottamente frequentato negli ultimi dieci anni. Ora si sta apprestando a svolgere il ruolo, per lui comunque non inedito, di consigliere comunale di minoranza.

Roberto Campagnolo, iniziamo citando Jessica Rabbit: lei è cattivo oppure la disegnano così?

Foto Alessandro Tich

“Beh, è stato lei a inserirmi così nella “trilogia”. Caratterialmente non mi definisco “cattivo” in nessun modo, anzi chi mi conosce riconosce anche una sensibilità non indifferente. Ma se oggi voler decidere o raggiungere degli obiettivi in politica, quando hai il compito di essere amministratore, ti porta magari a dire quello che pensi e puoi passare anche per “cattivo”, allora sono cattivo.“

Da 1 a 10 quanto le brucia il risultato delle urne?
“Sicuramente non mi piace. Non è che brucia, si prende atto. Non mi piace perché avrei voluto continuare, anche se lo avrei fatto in modo diverso, con un ruolo diverso, meno in prima linea. Avrei recuperato parte della mia vita che per cinque anni non ho avuto.“

Cioè lei non avrebbe più fatto l'assessore in caso di vittoria del centrosinistra?
“Non lo so. Abbiamo parlato molto ma personalmente io per cinque anni, tranne i primi sei mesi, ho fatto l'assessore e il vicesindaco a tempo pieno. Perché non è possibile non farlo se non a tempo pieno a Bassano per i carichi dovuti alle molte deleghe, la vicenda Ponte non era così semplice, quindi ero lì h24. Non riesci a staccare mai, ho sacrificato molto sul lavoro e sulla famiglia. Oggi di politica non si vive, è impensabile fare un ragionamento a lungo in politica. È stata un'esperienza che ho scelto di fare e che per me è stata comunque positiva, poter essere amministratore di Bassano è una bella cosa. Auguro a chi oggi ha questa fortuna di godersela fino in fondo perché è un onore. Però insomma devi sacrificare molto, quindi altri cinque anni così sicuramente non li avrei fatti.“

Secondo me, e l'ho anche scritto, l'esito delle Amministrative ha rappresentato una sonora bocciatura dell'Amministrazione comunale uscente. Secondo lei?
“Oggi non si vincono o non si perdono le elezioni per un solo fattore. C'è un'alchimia, un insieme di fattori che si devono verificare per vincere o perdere un appuntamento elettorale amministrativo. Io avevo fatto un'analisi dei voti del centrodestra-centrosinistra delle ultime dieci elezioni a Bassano. Il centrodestra unito ha sempre avuto un potenziale che va da 13.000 a 17.000 voti, e questa volta ne han preso 14.000 e qualcosa. Quindi era un risultato attendibile, tenuto conto che sostanzialmente era un ballottaggio al primo turno. L'unico elemento che era un po' un'incognita erano i 5 Stelle, che però hanno fatto un risultato insignificante. È stato un ballottaggio al primo turno che dopo anni, per la prima volta, ha visto compattato tutto il centrodestra. Ricordo che nell'Amministrazione Bizzotto avevano la Lega all'opposizione, l'Amministrazione Cimatti aveva il centrodestra in parte in maggioranza e in parte in minoranza. La prima Amministrazione del centrosinistra puro è stata la nostra e il centrodestra all'opposizione si è ripresentato unito. Questo è stato il primo fattore. C'è poi il fattore nazionale.“

Si riferisce all'effetto-Lega?
“Sì. Tutti gli studi, le analisi dicono che è la Lega che è trainante oggi sul centrodestra.
Gli altri partiti sono spariti, l'unico elemento identitario che è rimasto a Bassano è la civica di Marin, il resto è tutto Lega perché anche la lista Pavan è stata trainata dalle Europee. Forza Italia è sparita, Fratelli d'Italia non ci sono. Il voto europeo ha portato un valore aggiunto incredibile, lo stesso che noi abbiamo avuto nel 2014 con l'effetto-Renzi sulle Europee. Poi sicuramente c'è anche un giudizio sull'Amministrazione, però se fosse un giudizio così negativo non si capisce come mai gli assessori che erano in lista sono stati i più votati. Come preferenze Riccardo è stato il candidato più votato in assoluto, ma da quando esiste questo sistema elettorale. Oscar, io, Giovanni siamo tra i più votati.
Se anche questo può darci una misura, sicuramente ha pesato anche un giudizio negativo ma non credo che questo sia stato determinante per la sconfitta. Se ci fossero stati schieramenti di tipo diverso probabilmente il risultato sarebbe stato diverso.“

Dunque un risultato che era “attendibile”, come ha detto lei, oppure anche “atteso”? Cioè voi vi attendevate una sconfitta?
“Di questa dimensione no. Era maturata una valutazione, probabilmente sbagliata, di una maggiore adeguatezza di Vernillo rispetto alla Pavan. Nel senso che a un certo punto, nei confronti pubblici, era passata un po' l'idea che Vernillo fosse più adeguato come sindaco rispetto alla Pavan che veniva percepita come più inadeguata. Non è un giudizio di merito, è una constatazione. Questa valutazione stava girando in tutta una serie di mondi con cui eravamo in contatto. Sicuramente, poi, abbiamo compiuto l'errore di sottovalutare il ruolo dei social che hanno dato il loro contributo nell'orientare il consenso. C'era la percezione che saremmo arrivati secondi al primo turno, ma comunque in una forbice che ci avrebbe consentito il ballottaggio. L'unica condizione da verificare era quella dei 5 Stelle che dovevano fare un risultato almeno del 13-14%, che era un risultato plausibile rispetto ai sondaggi nazionali e rispetto ai 5000 voti che hanno preso a Bassano un anno fa. Ne han presi 1000. Quindi insomma un risultato di queste proporzioni era possibile, ma non era atteso.“

Il fatto che il completamento del restauro di metà delle stilate del Ponte in tempo utile prima del voto non sia riuscito ad attirare il consenso sperato, la ritiene una sua sconfitta personale?
“Non mi pare, io credo di essere stato l'unico che ha usato in campagna elettorale l'argomento Ponte. Se dovessi parlare del risultato su me stesso, non è stato un elemento che mi ha penalizzato. Il Ponte era e doveva essere la madre di tutti i dibattiti in campagna elettorale, invece non era nei programmi, non è stato usato né in positivo né in negativo, se non en passant in maniera molto leggera. Quindi non credo sia stato determinante. Dov'è che ci ha danneggiato il Ponte? Ci ha danneggiato perché, essendo stato un elemento che ha catalizzato molto l'attenzione, soprattutto nei media, spesso ha oscurato molte altre cose che stavamo facendo e abbiamo fatto, non solo nella parte Lavori Pubblici ma anche per gli altri colleghi. Da questo punto di vista il Ponte è stato un elemento negativo per l'Amministrazione, perché si è parlato moltissimo di Ponte e poco, anche ultimamente, di altre cose che avevamo portato avanti. Poi, in sé, io penso che sia stata una vicenda che a un certo momento ha presentato un elemento di negatività, quando c'è stata la risoluzione del contratto con Vardanega, che lasciava presagire una possibilità di stallo indefinita. Invece è stata gestita bene dall'Amministrazione, questa capacità di gestione poi è stata capita dalla stragrande maggioranza dei cittadini.
Un altro elemento positivo è stato il fatto di aprire le visite nel cantiere. Io non ero così favorevole alla cosa, pensavo che andare sotto il Ponte poteva essere una circostanza che riportava la discussione più sulla negatività che sulla positività. Poi invece sono rimasto stupito, praticamente il 99% delle circa 300 persone che sono andate giù in cantiere uscivano in maniera positiva, dicevano che era giusto vedere. È andata bene anche sul fronte dei lavori, con la Inco. Difficoltà con la prima ditta, molta capacità organizzativa e di intervento di lavoro con la seconda, che è sotto gli occhi di tutti. Nell'insieme non credo che il Ponte sia stato l'elemento determinante. Forse l'errore che abbiamo fatto in campagna elettorale è stato quello di non usarlo di più, come esempio qualificante di capacità di gestire i problemi, non solo mia ma collettiva. E vorrei fare un esempio in parallelo...”

Lo faccia...
“Se c'è un'opera pubblica che ha oggi problemi in Italia, è la Pedemontana Veneta.
Costi, casini, ritardi, eccetera. Se vediamo com'è gestita sul versante comunicativo da parte della Regione, sta diventando il fiore all'occhiello delle opere pubbliche. È un paradosso, però la percezione è esattamente il contrario della realtà. Noi avevamo una condizione addirittura più facile da gestire, che forse per paura non abbiamo comunicato bene.“

Il Roberto Campagnolo di opposizione cosa farà?
“Beh, intanto non farà quello che hanno fatto alcuni consiglieri di opposizione che abbiamo avuto noi, nel senso che sarò quello che sono, continuerò a dire quello che penso, e lo dirò in positivo o in negativo. Quindi se questa Amministrazione, che ha oggi l'onere e l'onore di governare Bassano, tra l'altro con un consenso in prima battuta molto alto, e quindi senza alibi, farà delle cose che sono in linea con il nostro e con il mio modo di vedere, sicuramente non mi metterò a fare opposizione pregiudiziale, se queste cose saranno ovviamente positive per Bassano. Ci sarà un'azione di controllo, come è giusto che sia. Questa è una delle attività che mi propongo di fare anche abbastanza bene, conoscendo come funziona la macchina amministrativa. Però credo che sia giusta anche un'azione di stimolo, nel senso che poi dirò quello che penso e l'Amministrazione deciderà quello che farà. Non sarà un'opposizione pregiudizialmente contro o di parte. Sicuramente non farò le guerre su alcuni temi simbolici, ma cercherò di dare il mio contributo per cercare di portare a casa il risultato. Non dipende solo da me.
Io ho avuto la fortuna di fare il consigliere di opposizione a Cittadella per cinque anni e ho avuto la fortuna più grande di fare il vicesindaco di Bassano. Per quanto sia complicato, difficile e stressante amministrare, è comunque meglio che essere all'opposizione.
Per il fatto che quando tu sei al governo hai la capacità di trasformare in realtà un'idea, un sogno, qualcosa che hai condiviso coi cittadini o con gruppi di cittadini. Quando sei all'opposizione devi in qualche maniera giocare di rimessa. È una partita diversa, però è un ruolo che è giusto che ci sia. Ad esempio, visto che siamo spesso stati attaccati strumentalmente sul versante della trasparenza - mentre io credo che noi siamo stati molto trasparenti e non abbiamo mai nascosto niente, nelle commissioni abbiamo sempre messo sul tavolo tutto quello che c'era da mettere -, sono curioso di vedere se anche questo adesso sarà così. E cioè se l'Amministrazione sarà un'Amministrazione così come sembra, con la faccia moderata così come si è presentata con la nuova giunta, o sarà un'Amministrazione più di impronta leghista.“

Ovvero?
“Ovvero un'Amministrazione dove invece la Lega, in nome dell'efficienza, queste cose di richiederle carte e documenti, informarsi e rompergli le scatole, le soffre un po'. Succede con le Amministrazioni di impronta leghista, basta andare anche in Comuni vicini a noi.”

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