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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Sturm und Dürer

Dal 20 aprile, nel restaurato Palazzo Sturm, la mostra-evento “Albrecht Dürer - La collezione completa dei Remondini”. Esposte per la prima volta tutte le 214 incisioni del sommo artista di Norimberga, patrimonio della città di Bassano

Pubblicato il 12-03-2019
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Sempre 'sti tedeschi! E questa volta la Merkel non c'entra.
Albrecht Dürer (Norimberga, 1471 - 1528), pittore e incisore, è stato il massimo esponente del Rinascimento tedesco. In altre parole, è un big della storia dell'arte europea.
La cosa incredibile è che Bassano del Grappa possiede la più importante collezione al mondo di sue opere grafiche, seconda solo a quella dell'Albertina di Vienna.

Una xilografia di Albrecht Dürer conservata al Museo Civico di Bassano (particolare). Foto Alessandro Tich

Delle 260 incisioni realizzate in vita da Dürer, infatti, 214 sono conservate nel nostro Museo Civico, nei segreti cassetti del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. Conservate e non mostrate, se non per alcune esposizioni limitate e a rotazione presso il Museo della Stampa Remondini a Palazzo Sturm o per prestiti temporanei ad altri musei. Non per cattiveria, ma per le rigide regole imposte dalla conservazione delle opere di carta, particolarmente sensibili agli effetti della luce, che richiedono di non esporre le grafiche antiche per più di quattro mesi consecutivi. Una parte della collezione bassanese delle incisioni del sommo artista germanico (xilografie e calcografie) era stata pubblicamente esposta in città nel 1960, poi nel 1975 per una mostra collettiva sugli incisori tedeschi presenti nelle collezioni museali e infine nel 1991 in occasione di un convegno.
Solo alcuni pezzetti di genio, mai l'opera omnia conservata in riva al Brenta.
Quello che invece accadrà, per la prima volta in assoluto, con la mostra-evento “Albrecht Dürer - La collezione completa dei Remondini”, in programma a Palazzo Sturm dal 20 aprile al 30 settembre prossimi, presentata oggi in conferenza stampa nella Sala degli Specchi dello Sturm dal sindaco Riccardo Poletto, dall'assessore Giovanni Cunico e dalla direttrice dei Musei Civici Chiara Casarin.
Se Bassano ha il privilegio di possedere un simile patrimonio lo deve infatti proprio ai Remondini, i Murdoch del '700, la dinastia di stampatori e editori che fu capace di creare un impero commerciale dalla Russia all'America e di investire parte dei guadagni nell'acquisizione di opere d'arte che li portò a collezionare ben 8500 opere di grafica, tra le quali spiccano i nomi dei grandi maestri europei del Rinascimento e dei secoli successivi. Tra questi anche Dürer, presente nelle Collezioni Remondini con 123 xilografie e 91 calcografie. Quelle che saranno tutte esposte nelle nuove sale aperte al pubblico del restaurato Palazzo Sturm, al quarto e al quinto piano, che d'ora in avanti saranno riservate alle mostre temporanee di grafica, in aggiunta alla collezione permanente del sottostante Museo della Grafica Remondini. Un'ulteriore e ampliata destinazione d'uso per la preziosa dimora affacciata sul Brenta, che ospita anche il Museo della Ceramica e che fu donata al Comune di Bassano nel 1943 dal barone Giovanni Battista Sturm von Hirschfeld.
Ma anche un'occasione unica, grazie all'imminente evento espositivo, per scoprire il particolare e ai più sconosciuto rapporto tra Bassano e Albrecht di Norimberga. Il quale iniziò la sua carriera come incisore di legni (xilografie) nel 1496 e lavorò dal 1512 al 1519 per l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo, per il quale realizzò L'Arco di Trionfo e La processione trionfale, quest'ultima nella collezione di Bassano del Grappa.
Protagonista di due fondamentali viaggi in Italia, per ammirare l'arte italiana e perfezionare la sua tecnica artistica, Dürer si recò anche a Venezia e nel Veneto e molto probabilmente passò anche per Bassano. Lo si vede nei paesaggi e nelle vedute di sfondo di opere come La Grande Fortuna. Un artista per tutte le stagioni: i temi da lui trattati nelle incisioni sono mitologici, religiosi, popolari, naturalistici, ritratti e paesaggi e nelle collezioni bassanesi sono incluse le serie complete dell'Apocalisse, della Grande Passione, della Piccola Passione e della Vita di Maria.
Una delle sue incisioni più popolari è però il Rinoceronte, pure realizzato per l'imperatore Massimiliano e un cui originale, conservato a Bassano, sarà l'immagine-simbolo della mostra. L'opera venne eseguita in ricordo dell'esotico animale, allora sconosciuto in Europa, che il re del Portogallo Manuele I di Lisbona ricevette in regalo dalla colonie dell'India e volle a sua volta donare al Papa, ma che non arrivò mai a Roma, vittima di un naufragio di fronte alle coste liguri della nave che lo trasportava.
Il Rinoceronte di Dürer è un'opera fantasy: l'artista infatti non aveva mai visto l'animale. Ma si basò sulla dettagliata descrizione dello sfortunato bestione contenuta in una lettera per creare quella che è probabilmente la sua xilografia più famosa.
Da allora il tema del rinoceronte avrebbe attratto molti altri artisti: da Raffaello (nella Creazione degli animali a Palazzo Apostolico a Roma) a Stubbs e da Pietro Longhi a Salvador Dalì. Fino ad arrivare, ai giorni nostri, a Li-Jen Shih: l'autore taiwanese di King Kong Rhino, il rinoceronte in acciaio (un materiale molto in voga in questo periodo a Bassano) che troneggia sulla terrazza di Palazzo Sturm dal giorno dell'inaugurazione dell'edificio restaurato e che rimarrà sul belvedere per tutta la durata della mostra di Dürer. La quale rimarrà aperta al pubblico, come già scritto, fino al 30 settembre.
Ma non è escluso, come rivela la direttrice Casarin, che i “quattro mesi consecutivi” canonici di esposizione consentita possano essere anche prolungati. E questo perché ogni teca in cui saranno esposte le opere sarà dotata di un sistema di illuminazione con rilevatore di presenza: la luce cioè si accenderà solamente quando arriva il visitatore.
Ciò consentirà un risparmio di fotoesposizione ma permetterà anche di rilevare “per quanto tempo si fermano i visitatori davanti a un'opera e su quale opera in particolare”.
La mostra è curata da Chiara Casarin in collaborazione con Roberto Dalle Nogare e sarà accompagnata da un catalogo, edito da Marsilio, con testi di Chiara Casarin, Bernard Aikema, Giovanni Maria Fara, Elena Filippi e Andrea Polati: sarà la prima pubblicazione dedicata alla raccolta completa delle incisioni di Dürer nelle Collezioni Remondiniane. Durante il periodo dell'esposizione saranno inoltre proposti laboratori a tema (in collaborazione con l'Associazione Amici dei Musei e con la Scuola di Grafica Remondini), visite guidate e conferenze.
Per quanto riguarda invece la presentazione di oggi, l'ultimo atto è stata una visione in anteprima, concessa dalla direttrice Casarin, di alcune incisioni originali di Albrecht Dürer ancora conservate nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe al Museo Civico e in procinto di essere collocate nelle teche espositive per la mostra.
È l'emozionante visione di un genio in diretta: così tedesco, così europeo.

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