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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Mai dire ANAC

Rispondendo in consiglio comunale all'interrogazione sulla relazione Rizzo, il vicesindaco Campagnolo si “dimentica” di riferire gli ultimi sviluppi. Nella controreplica il consigliere Scotton nomina l'ANAC e il presidente Ferraro lo stoppa

Pubblicato il 09-11-2018
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Poche, ma sintetiche parole. La risposta in consiglio comunale del vicesindaco e assessore Roberto Campagnolo all'interrogazione consiliare sulla relazione Rizzo - perizia di cui, peraltro, ci siamo ampiamente occupati nell'articolo precedente - si riduce a poche righe. Quello che potrebbe ben definirsi il minimo sindacale. Nulla al confronto dell'interrogazione precedente, dedicata all'epocale questione “Cosa ha fatto e cosa intende fare il Comune per la disinfestazione contro le zanzare e combattere il virus West Nile?”, alla quale l'assessore al Patrimonio verde pubblico Chiara Nichele ha fornito una corposa e articolata risposta, degna di un documentario di National Geographic.
Va detto che quella intitolata “A che punto è la relazione dell'ingegnere Rizzo circa la verifica strutturale dell'unità Nardini in sinistra idrografica, in funzione dei lavori di ripristino e consolidamento del Ponte degli Alpini?” era un'interrogazione a risposta scritta. Nel senso che il consigliere comunale di Forza Italia Mariano Scotton - che l'aveva presentata, assieme alle firme degli altri capigruppo di centrodestra - aveva già ricevuto la replica dell'esponente di giunta, trasmessa in forma di testo scritto.
Da qui la procedura consiliare, suddivisa in tre fasi esattamente come l'incarico all'ingegner Rizzo. Fase A: lettura dell'interrogazione da parte del consigliere Scotton. Fase B: lettura della risposta da parte dell'assessore Campagnolo. Fase C: controreplica “a ruota libera” del consigliere Scotton, per esprimere considerazioni e osservazioni circa la propria soddisfazione o meno nei confronti della risposta del vicesindaco.

Foto Alessandro Tich


Ma concentriamoci, innanzitutto, sulla risposta in questione.
Prima domanda dell'interrogazione: “I sottoscritti consiglieri comunali (...) sono a chiedere se sono già state raccolte nuove informazioni utili per la fase di analisi dell'interazione Ponte-Fabbricato”. Risposta dell'assessore ai Lavori Pubblici: “Il professionista incaricato ha acquisito tutta la cartografia e le relazioni disponibili sui fabbricati esistenti e sulla spalla, ha inoltre attivato le verifiche sul posto finalizzate alle predisposizione della relazione sulle analisi preventive, come definito all’art. 4 del disciplinare di incarico professionale relativo ad attività di verifiche strutturali dell’unità strutturale Ditta Nardini in sinistra idrografica.”
Seconda domanda (che sintetizzo): “Siamo a chiedere, in relazione allo svolgimento dell'incarico conferito, di conoscere il suo stato attuale ed in particolare in quale delle tre fasi l'incarico è stato svolto.” Risposta: “L’incarico è stato svolto per la fase A come previsto dal disciplinare di incarico - Analisi preventive. Il professionista ha acquisito tutta la documentazione tecnica disponibile sui fabbricati e sulla spalla del Ponte che ha analizzato con cura. Ha poi attivato ed eseguito un dettagliato rilievo geometrico-strutturale. Tale attività non è stata possibile in tempi brevi in quanto i sopralluoghi sono stati concordati con la proprietà Nardini; inoltre, tutti i locali sono occupati da attività commerciali/lavorative o con funzione abitativa, con pavimenti, pareti e soffitti ricoperti di mobili o finiture che non ne hanno permesso un rilievo geometrico immediato.”
Terza domanda (sempre in sintesi): “Desideriamo conoscere poi se risultano già depositati documentazione o elaborati in ottemperanza e adempimento alla clausola n. 9 del disciplinare di incarico...”. Risposta (che pure sintetizzo, perché le altre quattro righe riguardano la natura “giuridico-burocratica” della clausola n. 9): “È stata depositata la fase A) - Analisi preventive, acquisita al protocollo n. 65939 del 20/09/2018.”
Quarta e ultima domanda: “Si chiede infine di conoscere la data in cui l'elaborato finale sarà depositato”. Risposta: “Il disciplinare di incarico non prevede un elaborato finale ma la predisposizione di documentazione tecnica secondo tre fasi: A) analisi preventive; B) analisi strutturali; C) progettazione.”
Fine delle trasmissioni. Quello che il vice non dice è che nel frattempo - e cioè il 9 ottobre - l'ing. Rizzo ha depositato una seconda relazione tecnica, di cui ci siamo occupati nel nostro articolo di ieri, che prevede una serie di interventi nei fabbricati e nella spalla di proprietà Nardini per l'esecuzione dei rilievi e delle indagini relative alle “analisi strutturali” della fase B dell'incarico. Campagnolo si limiterà a dire, nel corso di un successivo intervento di cui mi occuperò più avanti, che “nel rapporto con la proprietà Nardini oggi non c'è nessun tipo di problema e i documenti sono in fase di valutazione”.
Può anche darsi che la risposta dell'assessore sia stata scritta in data antecedente alla consegna della seconda relazione da parte del consulente, ma dare un aggiornamento in tempo reale e a viva voce in aula consiliare non costava nulla.

Il bello, però, deve ancora venire. E accade nel corso della fase C dell'interrogazione, vale a dire la controreplica del consigliere interrogante Mariano Scotton. L'esponente di minoranza contesta che l'incarico a Rizzo “doveva essere già svolto almeno prima dell'assegnazione dell'appalto” e si dichiara “interdetto per la risposta, per nulla esaustiva, perché non entra nel merito dell'attività svolta”.
“Nel frattempo, come si evince dalla stampa - prosegue Scotton -, la lettera dell'ANAC del 5 novembre ha avviato il procedimento istruttorio.” Mentre il consigliere di opposizione riporta l'osservazione dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, che nella comunicazione di avvio istruttoria prende di mira anche la questione della disponibilità della spalla Nardini (“al di là delle inadempienze della ditta appaltatrice rilevate dall'Amministrazione e che hanno portato al provvedimento di risoluzione contrattuale, si riscontrano elementi di criticità che possono riverberarsi sul prosieguo dei lavori in oggetto”), viene stoppato dal presidente del consiglio comunale Carlo Ferraro.
“Lei cita fatti temporalmente successivi a quelli dell'interpellanza - afferma e ribadirà poco dopo Ferraro - e giustamente l'assessore mi fa notare che non può rispondere.”
“Può anche rispondermi, non ho nessun problema” - continua Scotton che conclude il suo intervento definendo “inaccettabile come sia possibile che dopo quasi tre anni dal primo appalto, dopo oltre sei mesi dall'affidamento dell'incarico all'ingegner Rizzo e quando sembra che i lavori debbano riprendere a gennaio, la situazione sia ancora così nebulosa.”
Il presidente Ferraro ammonisce quindi l'ex arbitro Scotton (“lei è molto rigoroso a giorni alterni, quando le conviene e quando non le conviene”) e concede la parola al vicesindaco Campagnolo per dargli facoltà di ulteriore risposta. E così, egregi lettori, va eccezionalmente in scena anche la fase D dell'interrogazione consiliare.
“Lei dice che l'incarico doveva essere antecedente alla gara, non è così - afferma l'esponente di giunta -. È previsto nel disciplinare progettuale che la caratterizzazione della spalla, nella parte immersa in acqua, sarebbe stata possibile solo quando il fiume viene messo in asciutta, che è una delle poche cose fatte da Vardanega. Questa caratterizzazione è stata fondamentale sia per l'ing. Rizzo e sia per i progettisti per verificare se i dati di progetto siano corretti oppure no.”
“Ribadisco in questa sede - conclude Campagnolo - che l'Amministrazione comunale è impegnata a tutelare un interesse pubblico che è il restauro del Ponte di Bassano, monumento riconosciuto, vincolato e tutelato dal principio costituzionale dell'articolo 9. Questo è l'interesse pubblico, tutto il resto viene uno scalino più sotto.”
Fine delle trasmissioni bis. Si passi alla presentazione dell'interrogazione successiva.

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