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Alessandro Tich
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Ponte degli Alpini?
Ma dove sono gli Alpini in tutta questa storia del restauro del Ponte degli Alpini?
Pubblicato il 11-09-2018
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Ma dove sono gli Alpini in tutta questa storia del restauro del Ponte degli Alpini?
Dopo quattro anni che continuiamo ad occuparci di questa vicenda infinita, è la domanda che pongo a me stesso e che rilancio ai nostri lettori.
La benemerita sezione ANA Montegrappa, custode morale del manufatto di legno al lato della cui spalla destra ha anche la sua sede, si è difatti distinta in tutto questo tempo per il diplomatico silenzio sulle vicissitudini del progetto e dell'appalto tra le due sponde del Brenta. Non che le penne nere debbano essere per forza “contrarie” o critiche nei confronti dell'intervento che interessa anche casa loro, ci mancherebbe. Gli Alpini, in quanto gruppo associativo, non sono neppure direttamente coinvolti nell'iter di un progetto completamente in mano al Comune di Bassano. Ma fanno pur sempre parte del famoso “tavolo dei portatori di interesse” che viene convocato periodicamente dall'Amministrazione comunale in riunioni di aggiornamento a porte chiuse in municipio e che comprende i rappresentanti delle associazioni cittadine a vario titolo “interessate”, per l'appunto, alle tematiche del Ponte. Tra i vari componenti del “tavolo” ci sono ad esempio le associazioni mandamentali di categoria, le quali - chi più e chi meno - non hanno fatto mancare interventi e prese di posizione nei momenti topici della Pontenovela. Anche l'Associazione Italia Nostra, sezione di Bassano del Grappa, che fa parte dello stesso target selezionato di partecipanti alle riunioni, si è sentita in dovere di dire la sua sulla tutela del Ponte anche e soprattutto in rapporto all'adiacente progetto della centralina idroelettrica di iniziativa privata in via Pusterla.
Ponte prima...e dopo. Foto Alessandro Tich
Una propensione a rendere dichiarazioni e a partecipare al dibattito civico su una questione comunque epocale per la nostra piccola città che non trova invece negli Alpini un'analoga disposizione alle pubbliche esternazioni.
È assai presumibile che sulla “prudenza” delle penne nere a intervenire sul restauro del “loro” Ponte influisca una circostanza molto particolare. Il presidente nazionale dell'ANA Sebastiano Favero, eminente socio dell'ANA Montegrappa, ingegnere di professione ed esperto in progettazione e direzione lavori anche per interventi di restauri e ristrutturazioni, è infatti consulente del Comune di Bassano del Grappa con l'incarico di collaudatore statico in corso d'opera dei lavori di ripristino e consolidamento del monumento. Incarico conferitogli per affidamento diretto dall'Amministrazione comunale ancora nel marzo 2016, per un corrispettivo complessivo di 30.451,20 euro, comprensivo di Iva e di oneri previdenza e assistenza. Ma questa è solo una casualità che può in qualche modo giustificare la reticenza degli Alpini bassanesi ad approfondire le tematiche “scomode”, che non mancano di certo, del cantiere senza inizio.
È infatti inutile nascondersi dietro a una stilata: la spalla destra del Ponte in Angarano, dove è ubicato il trittico taverna/museo/sede degli Alpini, presenta infatti le stesse problematiche della spalla sinistra, nota urbi et orbi come spalla Nardini, sulla cui necessità di verifica strutturale in rapporto agli interventi previsti dal progetto esecutivo sono state scritte, e si scriveranno ancora, brentane di inchiostro.
La stessa convenzione siglata tra Comune e Nardini nel 2016 prevede, all'articolo 15 (“Immissione in possesso”), che “Il Comune, in ogni caso, dovrà procedere, a propria cura e spese, prima dell'inizio dei lavori e a mezzo tecnico abilitato, alla redazione di una perizia statica asseverata e giurata, predisposta in contraddittorio con i proprietari, degli immobili (nella loro interezza) siti in destra e in sinistra idrografica” nelle adiacenze del Ponte. Una perizia di cui, in questo anno del Signore 2018, non risulta ancora ufficialmente alcuna notizia. “Noi non siamo mai stati interpellati”, ha confermato oggi a Bassanonet uno dei proprietari dell'immobile sulla spalla destra dirimpettaio alla Taverna degli Alpini.
Insomma: per il momento la destra non sappia ancora quello che fa la sinistra.
Ma a questo punto, egregi lettori, devo finalmente rendervi edotti di una cosa.
Lo scorso mese di maggio avevo contattato telefonicamente un maggiorente dell'ANA Montegrappa a cui avevo chiesto se ci fossero novità sul Ponte degli Alpini dal punto di vista degli Alpini. E l'alto esponente della sezione ANA bassanese (che non era comunque il presidente) si era lasciato sfuggire un'informazione molto interessante.
E cioè che il direttivo di sezione aveva approvato una delibera con la quale dava mandato agli avvocati dell'ANA nazionale, a Milano, ad approfondire il tema chiedendo garanzie sul progetto di restauro in relazione all'edificio degli Alpini all'imbocco di Angarano del Ponte, che è di proprietà dell'ANA nazionale medesima. Eravamo rimasti d'accordo di risentirci poco dopo per avere ulteriori dettagli su questa a dir poco clamorosa anticipazione.
Ma ricontattato nuovamente al telefono, dopo che per diversi minuti la linea risultava occupata, lo stesso maggiorente del direttivo ANA Montegrappa ha ritrattato dicendomi una cosa del tipo: “Niente di che, è stato verificato che la spalla destra è di proprietà del Comune e la cosa non ci riguarda”. Smentita immediata.
Da allora chi vi scrive ha tentato più volte di rimettersi in contatto telefonicamente, e anche per via messaggistica, con i vertici della sezione alpina bassanese per saperne di più. Inutilmente. Tutti stretti a coorte, evidentemente, attorno a una questione sulla quale avrei chiesto solo dei semplici chiarimenti.
Ma - come scrivo spesso - così è, se vi pare. Un piccolo e transitorio, ma significativo episodio che la dice lunga su quanto la voce degli Alpini sia restia o abbia difficoltà a farsi sentire pubblicamente sul tribolato restauro del cosiddetto Ponte degli Alpini.
Anzi: Ponte degli Alpini?
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