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Direttore Responsabile
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Special report
Tutto il Rizzo minuta per minuta
Relazione Rizzo sulla spalla Nardini del Ponte: un'interrogazione in consiglio comunale chiede lumi sullo stato attuale della perizia. Con interessanti informazioni dal disciplinare di incarico
Pubblicato il 25-08-2018
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Ah, benon. Oggi il già cospicuo vocabolario del Ponte si arricchisce di un nuovo termine: “minuta”. Vale a dire, come la definisce il dizionario Treccani online: “La prima stesura provvisoria di uno scritto, destinata a essere corretta, migliorata, integrata, ecc.”.
Ci tornerò più avanti. Lo scritto in questione è la famosa relazione Rizzo: la perizia dell'ingegnere di Oderzo Giorgio Rizzo, incaricato nello scorso mese di marzo dall'Amministrazione comunale di Bassano del Grappa di svolgere la verifica strutturale dei fabbricati di proprietà Nardini sulla spalla sinistra del monumento, direttamente interessata dal progetto esecutivo del restauro che ne prevede l'ancoraggio alla grande trave reticolare orizzontale di impalcato.
Una perizia cruciale per gli stessi destini del progetto di restauro, come ho già più volte scritto su questo portale. La prevede l'articolo 16 del contratto di “Costituzione di servitù perpetua e consenso all'occupazione temporanea delle aree necessarie a realizzare il progetto di ripristino e consolidamento del Ponte degli Alpini” sottoscritto tra il Comune e la Ditta Bortolo Nardini Spa il 3 marzo 2016. E che recita quanto segue: “Prima dell’inizio dei lavori sulla spalla in sinistra, il Comune, tramite un ingegnere abilitato, provvederà ad un’ulteriore verifica strutturale su di essa, sulla sua risposta, anche in riferimento al sovrastante edificio…”.
La spalla sinistra del Ponte di Bassano, di proprietà Nardini (foto: archivio Bassanonet)
La responsabilità dell'incarico affidato al professionista opitergino è senza dubbio notevole. Notevolissima: anzi determinante. Il suo compito è quello di redigere una relazione tecnica - corredata dei dati acquisiti e di vari allegati - che nei 30 giorni successivi dalla consegna degli elaborati, come impone sempre l'art. 16 del contratto, “saranno controllati da un ingegnere abilitato incaricato dal Concedente” (l'ing. Gilberto Sarti di Rimini, consulente tecnico della Ditta Bortolo Nardini Spa).
E a questo punto ai fautori del progetto Modena - componente politica e componente tecnica del Comune in blocco - non resterà altro da fare che incrociare le dita.
Specifica infatti sempre e ancora l'articolo 16: “Per l'ipotesi che la ulteriore verifica tecnica preventiva di cui al presente atto dovesse fare emergere problematiche di realizzabilità dell'intervento di consolidamento della spalla e/o rischi alle persone e/o alle cose tali da non poter essere superati da semplici accorgimenti modificativi del progetto (...), la costituzione di diritti a favore del Comune di cui al presente atto verrà meno e perderà ogni effetto...”.
Il linguaggio è burocratico-notarile, ma la sostanza è chiara: come pure ho già scritto più volte su queste pagine online, se la verifica strutturale di Rizzo non passa il controesame della proprietà Nardini, ovvero del suo consulente, la proprietà Nardini non si tocca. Niente più aggancio della trave reticolare e progetto esecutivo da rifare e anzi da stravolgere, trattandosi di un elemento fondamentale del suo impianto strutturale.
In più, la concessione o meno della spalla privata del Ponte per l'innesto della grande trave di impalcato riguarda anche l'aspetto della disponibilità delle aree di cantiere: una questione basilare, a norma di Codice degli Appalti Pubblici, in questo che è il periodo di riaffidamento dell'appalto. Benché il vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Roberto Campagnolo, all'incontro pubblico informativo dello scorso 11 giugno in Quartiere Rondò Brenta-Tre Ponti, abbia testualmente dichiarato, in merito alla disponibilità della spalla Nardini e alla relativa perizia da compiere, che “non è questo l'aspetto determinante di questo progetto”.
La relazione Rizzo, nel frattempo, è un fantasma che si aggira per Bassano del Grappa.
A quasi sei mesi dal conferimento dell'incarico al professionista nulla è dato ufficialmente sapere al riguardo e la risposta, a precisa domanda, ancora del vicesindaco Campagnolo e sempre all'incontro in Quartiere Rondò Brenta-Tre Ponti (“La relazione l'avremo in tempi coerenti, nel giro di un mese, un mese e mezzo”) non ha trovato riscontro nella realtà. Eppure i tempi e i modi del lavoro richiesto all'ingegnere di Oderzo sono precisamente codificati in un disciplinare di incarico, datato 3 aprile 2018, con il quale il Comune di Bassano precisa compiti, obiettivi e scadenze di espletamento del medesimo.
E proprio sui passaggi-chiave del disciplinare del Comune si basa un'interrogazione del consigliere comunale di Forza Italia Mariano Scotton, sottoscritta anche dagli altri tre capigruppo delle minoranze di centrodestra (Andrea Zonta di Bassano ConGiunta, Roberto Marin di Impegno per Bassano e Tamara Bizzotto della Lega Nord), protocollata per il prossimo consiglio comunale e intitolata “A che punto è la relazione dell'ingegnere Rizzo circa la verifica strutturale dell'unità strutturale Ditta Nardini in sinistra idrografica, in funzione dei lavori di ripristino e consolidamento del Ponte degli Alpini?”.
L'aspetto interessante riportato nell'interrogazione consiliare è proprio la tempistica prevista per l'effettuazione della verifica Rizzo su spalla e fabbricati privati, che è suddivisa in tre distinte fasi, ben specificate nel testo del disciplinare di incarico.
C'è una “Fase A” che riguarda le “analisi preventive” (rilievo geometrico-strutturale, caratterizzazione meccanica dei materiali esistenti e altre cose tecniche che vi risparmio) e che deve essere compiuta entro 30 giorni dalla data dell'ultimo rilievo effettuato all'interno della proprietà privata.
C'è poi una “Fase B” relativa alle vere e proprie “analisi strutturali”, da elaborare entro 90 giorni dalla data dell'ultimo rilievo. È questa la parte strong della perizia richiesta all'ingegnere. Analisi della modellazione strutturale del Ponte finalizzata a determinare le reazioni di vincolo con la proprietà Nardini; rilievo geometrico-strutturale di murature-travi-rinforzi eccetera; valutazione di sicurezza di spalla sinistra e fabbricati (rischio statico, idraulico e sismico) nello stato di fatto e nello stato di progetto; analisi e schemi grafici dei meccanismi (“cinematismi”) di interazione della spalla col Ponte: sono solo alcuni dei compiti per casa richiesti al consulente del Comune.
C'è infine una “Fase C”, riferita alla “progettazione”, da svolgere entro 30 giorni dal completamento delle analisi strutturali. Progettazione di che cosa? Di eventuali modifiche (sì, avete letto bene) agli interventi di rinforzo per la spalla sinistra a seguito “della rivalutazione dell'effettiva necessità” della “precompressione attiva” della spalla prevista nel progetto esecutivo a seguito delle indagini effettuate nell'estate 2017.
L'interrogazione consiliare rileva che “dalla corrispondenza intercorsa Comune/Nardini, la Ditta era disponibile ad un incontro per condividere gli aspetti operativi delle analisi da eseguire sui fabbricati a partire dalla seconda decade di maggio”. Scotton e gli altri firmatari chiedono pertanto a sindaco e giunta “se sono già state raccolte nuove informazioni utili per la fase di analisi della interazione Ponte-Fabbricato” e “in relazione allo svolgimento dell'incarico conferito, di conoscere il suo stato attuale ed in particolare in quale delle tre fasi l'incarico è stato svolto”.
E la “minuta”? Eccola qua, ci sto arrivando in fine di articolo.
Sempre l'interrogazione per il prossimo consiglio comunale fa riferimento ad una clausola del disciplinare di incarico all'ing. Rizzo, la numero 9, che recita così: “Tutta la documentazione sarà presentata in minuta prima della sua definitiva stesura all'Ufficio Tecnico Comunale. Avuto l'assenso il professionista provvederà a predisporre tutti gli elaborati previsti dal presente disciplinare, secondo la normativa vigente al riguardo.” Insomma: una specie di brutta copia che dovrà passare al vaglio e sottostare all'approvazione dell'Ufficio Tecnico prima di essere ricopiata in bella.
Da qui la domanda, da parte degli interroganti, “se risultano già depositati documentazione o elaborati in ottemperanza e adempimento alla clausola n.9 del disciplinare di incarico”. Infine i quattro capigruppo di opposizione chiedono “di conoscere da data in cui l'elaborato finale sarà depositato”.
Non c'è che dire: l'incarico conferito dal Comune all'ingegnere di Oderzo è davvero di portata mastodontica, per le incombenze richieste e per la posta in palio.
A maggior ragione, viene nuovamente da chiedersi perché tale strategica e impegnativa verifica strutturale da eseguirsi “prima dell’inizio dei lavori sulla spalla in sinistra” non sia stata disposta ed eseguita ampiamente per tempo e cioè già nel 2016, l'anno della firma del contratto con Nardini e dell'attesa degli esiti giudiziari per l'affidamento dell'appalto del Ponte. Ma tant'è. La partita si gioca adesso e il risultato finale è ancora in bilico.
Tutto il Rizzo minuta per minuta: qui Ameri, a te Ciotti.
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