Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Escremento Nazionale

Il Ponte in balia del guano dei piccioni, i cartelli di cantiere rimossi, l'appalto non ancora riaffidato. Annotazioni cronistiche sul monumento sempre più solo e sempre più sporco

Pubblicato il 04-07-2018
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La notizia di oggi è questa: ritorno ad occuparmi del Ponte di Bassano.
L'ultimo articolo che avevo dedicato all'infinita tragicommedia del cantiere senza inizio è del 16 giugno scorso. Praticamente un'eternità. Ma è un segno di questa particolare fase di anestesia generale imposta dall'Amministrazione comunale sui destini del grande malato di legno. Tutto, a riguardo del Ponte, in questo momento è “dormiente”. Un lungo e indefinito Time Out di notizie e di certezze.
Da parte del Comune, riecheggiano solo gli ennesimi sussulti della guerra alla Vardanega per le ancora presunte inadempienze di cui è accusata, rimbalzati anche nell'ultimo consiglio comunale a seguito di apposita interrogazione del gruppo di maggioranza del Partito Democratico. Una questione che permane quindi invariabilmente coniugata al passato. Presente e futuro del martoriato restauro, al momento, non pervenuti.

Foto Alessandro Tich

Ma quello che non perviene, al momento, è anche il senso generale di rispetto civico e amministrativo nei confronti del nostro povero e in questo momento abbandonato Ponte Vecchio. Lo storico manufatto - a cui un apposito Comitato sorto in città vorrebbe addirittura far assegnare con una specifica legge parlamentare il titolo di Monumento Nazionale - non solo attende di conoscere quali misure saranno prese per garantirne la sicurezza fintanto che i lavori non riprenderanno presumibilmente tra dicembre e gennaio, ma è anche in preda a una condizione di desolazione indipendente dalle incognite dell'appalto e frutto, semplicemente, di incuria. Basta percorrerlo, come continuano a fare i turisti per i quali, nonostante tutto, il Ponte anche oggi - benché ferito, incurvato, rappezzato e transennato - rimane l'icona che vale la pena di una visita a Bassano del Grappa. E la visione che appare al visitatore, su entrambi i lati dell'ondulante e provvisorio “piano di calpestio”, è quasi il simbolo del disinteresse che il Ponte Vecchio sembra oggi caratterizzare coloro che non solo sono chiamati a gestirne l'appalto di ripristino, ma anche l'ordinaria pulizia e manutenzione: una doppia fila ininterrotta, soprattutto nell'area interdetta al passaggio dalle attuali transenne alte, ma anche su diversi tratti dove si cammina, di chiazze di guano.
Proprio così: cacca di piccioni, in libera profusione dalla spalla sinistra fino alla spalla destra e viceversa. Si veda la nostra galleria fotografica in calce a questo articolo: semplicemente scandaloso. E dove non arrivano le “deiezioni” dei volatili, arrivano le scoasse (cicche, caramelle, oggetti vari) gettate sul pavimento dagli umani: ma questa, come sempre, è un'altra storia.
Alcuni operatori economici di via Angarano mi riferiscono dello sgomento di molti turisti al cospetto di cotanta sporcizia in una situazione di “cantiere”, per quanto necessaria, già di per se lesiva per la bellezza del luogo. Ma tant'è: non è certamente da oggi che il decoro del Ponte di Bassano è considerato un optional e dovremo, prima o poi, farcene una ragione.
Nel frattempo, tra uno schitto e l'altro, la cronaca senza notizie del restauro del Ponte registra la rimozione, effettuata questa mattina, dei due grandi cartelli di cantiere che erano collocati ai due lati del Brenta, sotto la birreria Pacelli a sinistra e sopra la statua dell'alpino con la morosa a destra. È arrivato un camion della ditta Frimat (quella del restauro di Palazzo Sturm) e se li è portati via. Erano i cartelli con le indicazioni del progetto, dell'inizio e della fine dei lavori, dei finanziamenti e dell'appaltatore (Vardanega). Saranno riposizionati, quando Dio vorrà, nel momento in cui ci sarà stampato il nome del nuovo appaltatore ma anche, inevitabilmente, il nuovo termine di fine lavori.
L'improvvisa rimozione ha generato in molte persone il dubbio, o comunque l'ipotesi, che si sia trattato di un segnale di appalto finalmente riaffidato o da riaffidare a giorni.
Ma non è così. Voci informate in contatto con la Inco Srl di Pergine Valsugana, la seconda ditta in graduatoria e in predicato per il subentro nel cantiere, riferiscono che il riaffidamento non solo non è ancora avvenuto, ma che i tempi non saranno brevi: sia perché il Comune sta ancora tergiversando per la procedura di “interpello” delle ditte interessate, sia perché sono ancora diversi gli aspetti dell'appalto da approfondire, tecnici e non solo, da parte della stessa impresa trentina.
Le incertezze, le sospensioni, le perizie-tabù, le mezze verità e le cose non dette sulla Pontenovela insomma continuano: saranno oggetto, quando sarà il momento, dei miei prossimi approfondimenti. Alla data di oggi l'unica cosa cronisticamente notabile è la constatazione di un Ponte sempre più solo e sempre più sporco. Che immeritatamente si trova costretto a concorrere al titolo di Escremento Nazionale.

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