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Alessandro Tich
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Gira la frottola
Il sindaco Poletto, oggi sul GdV, nega l'esistenza di “ritocchi” progettuali presentati in corso d'opera dal prof. Modena per la spalla Nardini. Ma noi abbiamo la prova che ciò non corrisponde al vero
Pubblicato il 06-05-2018
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Ahi ahi ahi, sindaco Poletto: lei è un professore di Religione e lo sa bene che non si devono dire le bugie. Può anche darsi - e me lo auguro sinceramente, per la stima che nutro nei suoi confronti - che quello che ci racconta oggi sul “Giornale di Vicenza” non sia una bugia, bensì la conseguenza del fatto che lei non sia informato sull'argomento: ma essendo lei il capo dell'Amministrazione civica, sarebbe forse ancora peggio.
Ebbene sì, egregi lettori: anche in questa assolata domenica di maggio mi tocca rintanarmi in redazione per occuparmi ancora una volta del nostro povero Ponte Vecchio. Ma sono costretto a farlo, dopo aver letto questa mattina le dichiarazioni del sindaco di Bassano del Grappa Riccardo Poletto sul quotidiano locale. Dichiarazioni riferite a quanto affermato ieri dalla ditta Nico Vardagena Costruzioni Srl nella conferenza stampa di cui rendiamo conto nel nostro special report “I massi nella scarpa”.
Tra le varie cose riferite ai giornalisti dagli esponenti dell'impresa - come ben sa chi ha letto il nostro articolo ma anche il resoconto di oggi del GdV - è stato svelato anche un retroscena che risale all'estate dell'anno scorso.
Una parte della ormai leggendaria spalla Nardini del Ponte (archivio Bassanonet)
Il direttore tecnico della Vardanega arch. Nico Cunial ha dichiarato che dopo le indagini eseguite dall'impresa nel mese di agosto era risultato che solo la parte bassa della spalla sinistra è pienamente idonea ai fini dell'intervento progettato, la parte intermedia è sufficientemente idonea e la parte superiore non è idonea.
Riscontri analitici che hanno portato il progettista prof. ing. Claudio Modena, come spiegato da Cunial, “a dare ulteriori indicazioni progettuali”. “A settembre 2017 - ha quindi affermato Il titolare della ditta Giannantonio Vardanega -, il Comune non mi ha detto che avevano fatto fare a Modena una soluzione migliorativa.”
Soluzione che, sempre dal resoconto dell'ex appaltatore, prevedeva un cordolo che arrivava fino all'interno della grapperia e che “cambiava il progetto” facendo lavorare i rostri. I quali rostri - aggiungiamo noi - nel modello strutturale del progetto originario non erano stati neppure presi in considerazione, essendo la loro funzione di assorbimento della pressione del fiume totalmente trasferita, in caso di piene importanti o brentane, alla grande trave orizzontale di impalcato da ancorare alle due spalle.
“La proposta migliorativa - ha ancora detto Vardanega - è stata consegnata alla proprietà Nardini, noi invece non siamo stati edotti.”
Apriti cielo: oggi il GdV riferisce che il sindaco Poletto “nega l'esistenza di “ritocchi” presentati in corso d'opera dal prof. Modena”. “Il progetto è quello del 2015. Punto. - dichiara Poletto al quotidiano locale - Anzi, l'unico ad aver ventilato eventuali varianti progettuali è stato Vardanega.” Come apprendo ancora dall'articolo del Giornale di Vicenza, “secondo il Comune, l'ingegner Modena si sarebbe limitato a dichiarare che le condizioni della spalla erano migliori del previsto e che quindi si poteva pensare a un intervento alleggerito.”
Peccato che esistano i documenti che comprovano esattamente il contrario.
Settembre 2017: la “SM Ingegneria Srl - Prof. Ing. Claudio Modena” elabora una relazione di 13 pagine. Il documento è intitolato “Valutazioni delle condizioni di sicurezza della spalla lato Bassano” ed è riferito ad “Osservazioni relative ad aggiornamenti progettuali seguenti all'esecuzione delle indagini integrative previste dal progetto esecutivo”.
L'introduzione spiega che “nel seguito verranno forniti alcuni approfondimenti relativi agli interventi di “miglioramento” con particolare riferimento ai loro effetti sulle condizioni di stabilità della spalla lato Bassano”.
La relazione è composta da 4 capitoli: Impostazione del progetto esecutivo; Aggiornamenti progettuali seguenti alla esecuzione delle indagini integrative previste nel progetto esecutivo; Interazione del Ponte con spalla lato Bassano ed edifici ad essa connessi; Stima del grado di miglioramento della sicurezza strutturale della spalla lato Bassano.
E nel capitolo sugli “Aggiornamenti progettuali”, al punto 3.2 della relazione, l'ing. Modena scrive espressamente: “Aggiornamenti progettuali proposti”. Eccoli qui, i “ritocchi” in corso d'opera di cui il sindaco nega l'esistenza. Formalmente “proposti” dal progettista al Comune e alla proprietà Nardini. Ma prima di occuparcene, dobbiamo fare un passo indietro: alla primavera 2017, circa due mesi dopo la consegna del cantiere.
È il periodo in cui iniziano i problemi tra il Comune e la Vardanega, a seguito del noto “Resoconto di analisi della valutazione della documentazione progettuale”, protocollato il 20 aprile, nel quale i due consulenti dell'impresa ing. Massimo Viviani e geom. Davide Giacobbo demoliscono il progetto esecutivo. Riguardo agli interventi sulle spalle “caratterizzati dalla pretensione delle murature esistenti” i due professionisti dichiarano che “sono incompatibili con la geometria e la resistenza dei paramenti murari” e addirittura che “le conseguenze di tali incompatibilità saranno molto probabilmente crolli più o meno diffusi di entrambi i paramenti già durante le attività di pretensionamento”. Considerazioni che l'ing. Modena, nella sua relazione di risposta del 5 maggio 2017, definisce “superficiali e pretestuose” nonché “scorrette e inconsistenti sul piano scientifico e dei principi basilari dell'ingegneria strutturale”.
Quella che può apparire sostanzialmente come una disputa accademica è invece uno dei perni della fattibilità dell'intero progetto, che deve confrontarsi col problema dell'”invasione” degli elementi progettuali all'interno di una proprietà privata.
Ed è qui che entra in gioco una delle figure centrali dell'intera storia del restauro del Ponte, ma il cui nome fino ad oggi non è pienamente emerso dalle cronache.
Si tratta dell'ing. Gilberto Sarti. L'ing. Sarti, titolare dello Studio di Ingegneria Sarti di Rimini, è il consulente della Ditta Bortolo Nardini Spa per le questioni inerenti al progetto di restauro e insistenti nella loro proprietà. Sto parlando, tanto per capirci, del professionista che dovrà valutare le risultanze della verifica strutturale sulla spalla e sul sovrastante edificio affidata dal Comune all'ing. Giorgio Rizzo e prevista dalla convenzione Comune/Nardini prima dell'inizio dei lavori sul lato sinistro del Ponte.
Dal suo responso dipenderà il giudizio di fattibilità dell'ancoraggio della trave reticolare d'impalcato e degli altri interventi invasivi nella spalla privata e quindi lo stesso destino del progetto esecutivo firmato per la parte strutturale dal prof. ing. Modena.
Sarti e Modena, ovviamente, si conoscono e si sono anche incontrati in municipio per discutere i vari aspetti dell'impianto del progetto. Ma sulla questione della spalla sinistra e delle operazioni di progetto nella proprietà Nardini, Sarti si rivela per Modena un osso durissimo. Ne fa fede la sua relazione del 15 maggio 2017 di “Osservazioni” in merito al “Resoconto di analisi” sulla documentazione progettuale dei consulenti della Vardanega. Nel documento il consulente di Nardini si discosta dai “toni forse eccessivamente allarmisti” dell'analisi tecnica di Viviani e Giacobbo, ma su diversi aspetti dà loro ragione. La cosa interessante della relazione di Sarti è che testimonia come già dagli inizi il problema della spalla sinistra sia stato una spina nel fianco dell'ing. Modena.
L'ingegnere di Rimini informa che alla data del suo documento “il prof. Modena, nelle controdeduzioni prodotte alle relazioni redatte dallo scrivente, aveva, come veementemente richiesto dallo scrivente anche durante l'incontro ufficiale in Comune, già provveduto a modificare, integrare e correggere, in maniera assai più aderente alla realtà, il modello numerico del ponte, inserendo il contributo dei rostri esistenti (oltre alla reticolare d'impalcato esistente) nella valutazione numerica d'insieme, arrivando così a ridurre notevolmente gli sforzi orizzontali agenti sulle spalle, nelle condizioni di piena e sismiche.”
Tradotto dall'ingegnerese: su “veemente richiesta” dell'ing. Sarti, il progettista - con relazione trasmessa al consulente di Nardini ancora il 27 aprile 2016 - aveva già eseguito una fondamentale modifica inserendo nei modelli di calcolo anche i rostri, del tutto ignorati nel progetto strutturale del 2015, alleggerendo il “carico” della reticolare nei confronti della pressione del fiume o di una eventuale “massa sismica”.
Una novità alla quale, tuttavia, nella relazione dei consulenti della Vardanega non si fa riferimento. “Evidentemente - scrive Sarti -, l'Impresa non è a conoscenza di tale implicita ammissione di revisione del calcolo numerico prodotta dal prof. Modena allo scrivente.”
La relazione dell'ing. Sarti è un severo resoconto delle “mancanze” o delle questioni ancora pendenti attribuibili al progettista strutturale del Ponte a quella data.
Il consulente di Nardini - tra le tante altre cose - riprende l'accusa della ditta appaltatrice di “totale omissione, da parte del prof. Modena, delle verifiche strutturali delle spalle e dei corpi di fabbrica insistenti su di essi” e conferma che “tale omissione è stata palesata più volte dallo scrivente al prof. Modena, ottenendo come risposta solamente una “timida” verifica cinematica delle proprietà Nardini insistenti sulla spalla lato Bassano, con esito positivo ma non controllabile, in quanto totalmente mancante dei necessari dati d'ingresso e passaggi di calcolo”. “Comunque - prosegue il professionista -, il fatto che il prof. Modena abbia condotto tale “timida” verifica è una presa di coscienza del fatto che il progetto non rispetta la normativa, in termini di omesse verifiche e controlli strutturali dei corpi di fabbrica strutturalmente connessi al ponte, per mezzo delle spalle, in quanto insistenti su di esse.” “L'Impresa rimarca giustamente - osserva ancora Sarti - come lo stato di conoscenza delle spalle sia attualmente insufficiente a condurre una verifica strutturale locale affidabile. Purtroppo il prof. Modena, sotto questo aspetto, non ha mai fornito uno riscontro allo scrivente.”
Attenzione: siamo al 15 maggio 2017. L'accordo tra il Comune e la Nardini, che impone l'esecuzione della verifica strutturale prima dell'inizio dei lavori sulla spalla sinistra, è già firmato da più di un anno e due mesi.
In definitiva l'ing. Gilberto Sarti richiede che “il prof. Modena fornisca la verifica strutturale in senso proprio alla spalla in esame” e già allora ribadisce che “la dilatazione dei tempi del cantiere (...) costituisce un grave disagio alla Soc. Nardini, permanendo una situazione dubbia, confusa e irrisolta”. Arrivando alla seguente conclusione: “Si ritiene assolutamente contestabile l'evidente (ossia che risalta dalle intenzioni di progetto) approccio del prof. Modena e del Comune, ossia esaltare il fatto che le spalle (e fabbricati connessi) a seguito del progetto di consolidamento strutturale non subiscono certo torti (...), ma trascurare del tutto il fatto che spalle e fabbricati soprastanti assorbiranno, nelle condizioni sismiche e idrauliche, azioni prima ad esse non affidate, senza un adeguato rinforzo strutturale del complesso spalle+fabbricati strutturalmente connessi.”
Il progetto esecutivo è approvato da un anno e mezzo, l'accordo Comune/Nardini siglato da un anno e due mesi, il cantiere consegnato da tre mesi e siamo ancora a questo punto.
Tutto ciò che ne consegue accade in estate.
Nell'agosto del 2017 la Vardanega viene incaricata di eseguire le “indagini integrative”, previste dal progetto esecutivo, per “la caratterizzazione geotecnica dei terreni di fondazione”, per “catotaggi e video endoscopie per la verifica degli spessori e della qualità muraria della spalla” e per “approfondite ispezioni visive”.
Dai sondaggi effettuati risulta che la muratura del basamento della spalla è “in buone condizioni di compattezza”. Non è così per la muratura intermedia e soprattutto per la muratura superiore che ha mostrato “cavità e minor compattezza delle parti sottostanti”.
In base alle risultanze il professor Modena elabora quindi la sua relazione di “aggiornamenti progettuali” del settembre 2017 e ritiene necessarie due modifiche al progetto per il rinforzo della parte sommitale: un nuovo paramento murario in muratura “armata” collegato al paramento esterno in pietra sconnesso e il famoso “cordolo”, già in progetto ma ulteriormente sviluppato, che come ha spiegato ieri Vardanega con linguaggio colorito “arriva fino al lavandino della grapperia”. Ovviamente la relazione contiene numerose altre indicazioni, ma sono questi i due punti da tenere in mente.
“Il complesso degli interventi proposti - scrive l'ing. Modena - non modifica significativamente le modalità di interazione tra ponte e spalla se non riducendo l'entità delle azioni sismiche ad essa trasmesse e verificate nella relazione dell'aprile 2016.” Toccherà adesso all'ing. Giorgio Rizzo, nella verifica strutturale delle proprietà Nardini, convincere l'ing. Gilberto Sarti che è così.
Dunque, tra l'aprile 2016 e il settembre 2017, il prof. ing. Claudio Modena ha eseguito almeno tre importanti “aggiornamenti progettuali” (modifiche di calcolo e proposte di modifica) al modello strutturale del Ponte del progetto esecutivo redatto e approvato nel 2015: l'inserimento dei rostri nel modello di calcolo e la proposta di inserimento di due diverse strutture (muratura armata e cordolo potenziato) per il rinforzo della parte sommitale della spalla.
Per questo quando il sindaco di Bassano afferma che “il progetto è quello del 2015”, negando l'esistenza di “ritocchi” presentati in corso d'opera dal prof. Modena, afferma una cosa che non corrisponde al vero. Che sia una frottola oppure la conseguenza della non conoscenza dei fatti, il risultato non cambia.
Punto.
Ieri sera, intanto, Reteveneta ha lanciato la sua nuova campagna: “Poletto for commissario”. L'emittente Tv, cogliendo al balzo una dichiarazione del governatore Zaia che chiede il commissariamento dell'appalto del Ponte, ha proposto per il ruolo di commissario il nome del sindaco di Bassano del Grappa e Riccardo Poletto - incredibilmente - ha dichiarato al Tg locale di essere disponibile all'incarico.
Se proprio dovrà fare il commissario di se stesso, sarà meglio che si studi bene prima tutte le carte.
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