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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

L'effetto della causa

Il Comune di Bassano affida l'incarico a due avvocati di Padova per valutare le conseguenze di un'eventuale risoluzione del contratto con Vardanega. Il parere legale costerà alle casse pubbliche 23.521,30 euro

Pubblicato il 02-05-2018
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Eccola qua: l'ora legale è scattata. Con determinazione dirigenziale a firma del dirigente dell'Area Lavori Pubblici Walter Stocco, il Comune di Bassano del Grappa ha affidato l'incarico legale (come anticipato nei giorni scorsi dal sindaco Poletto) per valutare i termini e la fattibilità della risoluzione del contratto con la Nico Vardanega Costruzioni Srl per l'appalto del ripristino e consolidamento del Ponte. Tutto ciò - lo ricordiamo - a oltre un mese dall'avvio del procedimento formale di risoluzione del contratto in danno comunicato lo scorso 30 marzo dal Direttore dei Lavori Viviana Bonato all'impresa appaltatrice. Si tratta, nella fattispecie, dell'“affidamento dell'incarico di assistenza legale al Responsabile del Procedimento”, essendo proprio il RUP Diego Pozza la figura preposta per legge (articolo 136 D. Lgs. n. 163/2006) a richiedere alla “Stazione appaltante” (l'Amministrazione comunale) la risoluzione del contratto.
Il termine di 15 giorni dal 30 marzo imposto dalla normativa per la rescissione in danno del rapporto contrattuale, in caso di “valutazione negativa delle controdeduzioni” della ditta appaltatrice, è ormai scaduto da un bel pezzo. Ma la decisione degli uffici comunali non è ancora stata presa, al punto da dover richiedere il supporto di un parere di un ufficio legale. Nella determina dirigenziale si evidenzia che “alla luce delle contestazioni finora sollevate dalla Direzione Lavori e del ritardo accumulato nell'esecuzione dei lavori sussiste una situazione di pre-contenzioso nei confronti dell'Appaltatore”.
Il passaggio dal “pre-contenzioso” al “contenzioso” vero e proprio, per il complesso groviglio di questioni in ballo, non è tuttavia automatico né tanto meno pacifico.

Foto Alessandro Tich

L'atto di affidamento si richiama alla nota del 23/05/2017 con la quale il Direttore dei Lavori ha proceduto alla contestazione degli addebiti nei confronti dell'appaltatore e alla nota del 30/03/2018 (appunto la comunicazione di avvio del procedimento di risoluzione in danno del contratto) con la quale il Direttore dei Lavori “reitera gli addebiti” nei confronti della ditta esecutrice. Rammenta che il 31/03/2017 è stata pagata a favore della Vardanega l'anticipazione, prevista dal disciplinare di gara, per complessivi 879.907,51 euro e che il 22/01/2018 è stata inoltre pagata all'appaltatore la fattura di 17.075,20 euro a titolo di rimborso spese di giudizio (ricorso al Tar, NdR). Rileva inoltre che “a superamento della contestazione degli addebiti”, sollevata con la nota del DL del 23/05/2017, è stata concessa all'appaltatore “ampia possibilità di giustificare la diversa soluzione ipotizzata (e poi in autonomia realizzata) per il sostegno provvisorio del ponte”.
Si tratta delle famose puntellazioni di emergenza, realizzate dalla ditta nella finestra estiva 2017 e a tutt'oggi ancora installate, per sorreggere la prima e la seconda pila (stilata) a est del manufatto a serio di rischio di ulteriore cedimento.
La Direzione Lavori, come da lettera del 30/03/2018, considera tale intervento di puntellazione dal basso alternativo alla progettazione della trave provvisoria (trave tipo Bailey) prevista dal progetto esecutivo per sostenere dall'alto le stilate in fase di ripristino e ha pertanto richiesto alla ditta una relazione “che illustrasse una differente soluzione per le opere provvisionali di sostegno del ponte”. “A tutt'oggi - contesta la determina comunale - la documentazione a tale fine necessaria non è stata presentata dall'Appaltatore.”
L'atto del dirigente afferma quindi che “il ritardo di esecuzione del contratto oggetto della contestazione degli addebiti non è stato recuperato, tuttora risultando ineseguite la trave reticolare provvisionale e la trave reticolare di fondazione inox, per le quali il programma esecutivo a suo tempo presentato dall'impresa in data 02/03/ 2017 prevedeva l’ultimazione ancora il 31/05/2017”. Quello che non emerge dalla determina è il fatto che per costruire la trave tipo Bailey bisogna prevederne l'appoggio sulla spalla sinistra per l'intervento di riallineamento della prima stilata e che la Vardanega, come da sua lettera del 18/04/2018, ha rinnovato al Comune la richiesta “dei tempi che questa impresa è costretta ad attendere per poter operare sulla proprietà della ditta Bortolo Nardini Spa”.
La stessa ditta, rispondendo alla DL, dichiarava che “è urgente avere l'approvazione del progetto esecutivo della trave Bailey già presentato in data 31 maggio 2017 e di cui siamo ancora in attesa”. Riguardo invece alla trave di fondazione inox (il famoso “traliccio sarcofago” che dovrà ingabbiare la vecchia trave di soglia ottocentesca, ceduta e marcita, del Casarotti) è ancora in sospeso, come ammesso dallo stesso consulente di supporto al RUP ing. Gianmaria De Stavola, l'indicazione della modalità di inserimento sugli stessi punti di appoggio degli attuali sostegni provvisori delle pile cedute 1 e 2.
Il definitiva il documento di affidamento di incarico legale contesta, tra le altre cose, “l'ulteriore grave ritardo accumulato rispetto alle previsioni del programma esecutivo, sulla base del quale l’Impresa avrebbe dovuto avere ad oggi eseguito lavorazioni per un ammontare di quanto meno complessivi euro 1.800.000,00”.
Ce ne sarebbe quanto basta, a leggere tutto quanto sopra esposto, per uscire dalla fase di pre-contenzioso e partire ad ariete col contenzioso vero e proprio nei confronti dell'appaltatore. E invece no. È meglio muoversi, in questo momento, con i piedi di piombo. Il dirigente Area Lavori Pubblici rileva infatti “che la complessità dei temi esposti e della natura degli effetti scaturenti dalla eventuale risoluzione del contratto d’appalto induce per un principio di prudenza a richiedere il supporto giuridico di un qualificato professionista legale”. Tradotto dal burocratese: noi vogliamo stracciare il contratto con Vardanega imputandogli la responsabilità di grave inadempienza, grave irregolarità e grave ritardo, ma è meglio capire se le nostre argomentazioni sono sufficienti e soprattutto se una risoluzione in danno del rapporto contrattuale farà scaturire un contenzioso giudiziario a rischio di esito negativo per l'Amministrazione.
Perché altro non può essere, visto come stanno le cose, “la natura degli effetti scaturenti dalla eventuale risoluzione del contratto d'appalto”.
L'incarico di assistenza e supporto legale al RUP, acquisito il relativo preventivo di spesa e “ritenuta congrua l'offerta formulata”, è stato pertanto affidato all'avvocato Nicola Creuso e all'avvocato Stefania Lago dello Studio Legale Associato Calegari Creuso Lago di Padova per un corrispettivo di 19.279,75 euro oltre Iva al 22%, per complessivi 23.521,30 euro.
A loro spetterà il compito di esprimere un parere, come puntualizzato dal sindaco, “per vedere se il contratto con l'impresa può stare in piedi oppure no dal punto di vista civilistico”. Solo un incarico di supporto, appunto, e non ancora un patrocinio legale per una causa giudiziaria. La prospettiva di trascinare in tribunale la controversia con l'impresa va valutata con estrema attenzione: mai come in questo caso, infatti, ad una causa corrisponderà un effetto.

Post Scriptum: oggi il Direttore dei Lavori Viviana Bonato ha trasmesso alla Vardanega un nuovo ordine di servizio che intima alla ditta “di procedere con l'immediata rimozione delle ture, nella loro interezza”. La Vardanega ha immediatamente risposto - con lettera indirizzata a segretario generale, sindaco, dirigente Lavori Pubblici, Direttore dei Lavori e RUP - che “si è già uniformata” alle disposizioni dell'ordine di servizio precedente “attivandosi per l'esecuzione delle lavorazioni”. Ma ribadisce che “l'art. 152 c.3 DPR 207/2010 correttamente citato dalla DL non consente di ordinare lavorazioni non comprese dal contratto come il conferimento in discarica” e che l'articolo 180 del medesimo DPR “impone alla DL la tempestiva e corretta quantificazione dei lavori eseguiti ed è un preciso obbligo di codesta DL riparare ai propri ritardi”.
Per la ditta esecutrice è inoltre rimasto senza riscontro “il diritto di questa impresa di poter subappaltare i lavori” il quale “impone alla DL il dovere di cooperare lealmente con l'estensione dell'autorizzazione già concessa”.
“Non esistono scorciatoie all'applicazione delle norme - continua l'azienda possagnese - e si invitano i soggetti in indirizzo, ciascuno per le proprie responsabilità, ad attivarsi affinché al Comune di Bassano non siano poste in essere attività contrarie alla legge.” “Questa impresa - conclude la Vardanega - è pronta a intervenire per la rimozione delle ture con organizzazione e mezzi adeguati non appena completato l'ordine come richiesto dalla legge.”
Chi la tura la vince, atto secondo.


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