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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Punti di domanda

Due o tre cose sul persistente stato interrogativo della città di Bassano del Grappa

Pubblicato il 15-04-2018
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Brassaï. L’occhio di Parigi

“Enel?”. Questa sì, che è una bella domanda. La scritta, fatta con lo spray, è segnata sull'asfalto alla confluenza tra viale delle Fosse e via Da Ponte a Bassano, immediatamente a ridosso del limite di cantiere del primo lotto dei lavori di adeguamento della rete idrica e fognaria in via Da Ponte, che sono stati commissionati da Etra e che interesseranno la zona fino a fine maggio. È una delle scritte di indicazione ad uso della ditta appaltatrice Brenta Lavori Srl prima degli scavi, relative all'ubicazione dei sottoservizi. Solo che l'indicazione in questione, in questo caso, è accompagnata da un punto interrogativo. Il quale ne genera, inevitabilmente, degli altri.
Che vorrà mai dire? Che là sotto ci sono i cavi dell'Enel, ma non si è ancora sicuri?
O forse che su quel limite non bisogna scavare, perché l'appalto non comprende il rifacimento della linea elettrica? Sicuramente entro domani, alla ripresa dei lavori, o comunque entro i prossimi giorni l'arcano sarà svelato. Ma quel punto di domanda all'ingresso del cantiere sembra quasi simboleggiare quel senso di “situazione in sospeso” che ormai da troppo tempo caratterizza la nostra città. Ebbene sì. Bassano del Grappa: la città del Ponte, degli Alpini, della grappa, degli asparagi e degli interrogativi.

Foto Alessandro Tich

Scriveva già più di cinquecento anni fa Lorenzo de' Medici, nella sua celebre poesia, che “di doman non c’è certezza”. Il problema, a Bassano, è che su molte cose non c'è certezza neppure oggi. Questioni dell'Amministrazione e della vita pubblica in costante attesa di una risposta, sulle quali continuo a battere il chiodo fino a esaurimento scorte.
Ci sono punti di domanda giganteschi e punti di domanda più piccoli, comunque esorbitanti, nel loro insieme, rispetto alle certezze dei punti esclamativi.
Alla prima categoria appartiene la madre di tutti i dubbi, capace a sua volta di autoriprodursi in domande all'infinito: la vicenda del restauro del Ponte degli Alpini.
Sono reduce dall'affollata assemblea pubblica “Il Punto sul Ponte”, di cui ho riferito nell'assai cliccato articolo “Mission: Impossible”. E anche in quel caso il logo prescelto per la locandina dell'incontro è stato un grande punto interrogativo.
Non se ne può fare a meno, perché è così. Tante questioni ancora in stand-by, e certamente di non semplice soluzione, sulle quali continuano a mancare le risposte di chi dovrebbe istituzionalmente darle. Una volta sindaco e vicesindaco convocavano periodicamente la stampa per fare il punto della situazione dell'iter o dei lavori, ancora prima era stato annunciato un canale dedicato di comunicazione web del Comune sul progetto e sulle fasi del ripristino e consolidamento del simbolo della città.
Per cui, tanto per cambiare, pongo la domanda: che fine ha fatto?
Tuttavia, continuare a evidenziare l'assoluta mancanza di certezze, allo stato delle cose, sui tempi e i modi di realizzazione del travagliato progetto di restauro sarebbe come sparare con il lanciafiamme sulla Croce Rossa. E il concentrarci troppo sui punti di domanda del Ponte rischierebbe di farci dimenticare i tanti altri piccoli interrogativi che in questa città, a seconda del periodo, rimangono tali fino a nuovo ordine.
Lasciamo stare le solite cose in perenne sospensione di certezza (nuovo stadio, Tribunale, Tempio Ossario, Teatro civico con proposta di acquisizione-permuta del Teatro Astra, eccetera). Interroghiamoci invece su alcune questioni della sola attualità spicciola del periodo recente. Ad esempio: il nuovo ponticello pedonale ferroviario tra via Gramsci e via IV Armata è stato montato quasi un mese fa, ma è ancora formalmente interdetto al passaggio perché in attesa del collaudo. Per quanto tempo permarrà questa situazione?
E ancora: recentemente un gruppo consiliare di opposizione, basandosi sul precedente dell'Area Pengo in via Capitelvecchio, ha evidenziato il rischio dell'arrivo di nuovi centri commerciali nelle aree private cittadine classificate dal Comune come degradate.
Visto che la riconversione e riqualificazione commerciale delle aree di degrado è sancita dalla Legge Regionale 50/2012, esistono gli strumenti amministrativi ma anche la volontà politica per scongiurare, o meno, questa eventualità?
Ma anche: dallo scorso anno, nell'ambito del Laboratorio di progettazione partecipata (Comune, Confcommercio, Urban Center ecc.), è in atto l'elaborazione del sistema unificato di segnaletica turistica in centro storico. Aggiornamenti sull'iniziativa dovevano essere resi nel corso di una conferenza stampa convocata in municipio per lo scorso 18 dicembre e annullata il giorno stesso. A che punto siamo col progetto?
Oppure: da mesi viene annunciata come “imminente” la soppressione dei posti auto in piazza Castello, all'interno del Castello degli Ezzelini, con conseguente trasferimento dei posteggi riservati ai residenti autorizzati in piazzale Terraglio e in viale dei Martiri e spostamento dei mezzi del Comune in discesa Margnan e al parcheggio Prato 2.
Il piano di evacuazione degli automezzi dal Castello è finalmente pronto oppure no?
Su questi o altri interrogativi bassanesi, al momento attuale e come canterebbe Bob Dylan, The answer, my friend, is blowin' in the wind.
Ma è pur vero che le considerazioni di cui sopra potrebbero far scaturire in chi mi legge una domanda sulle domande, del tipo: caro Tich, visto che i nostri amministratori non danno ancora risposte certe su questi argomenti, perché non gliele chiedi tu, visto che sarebbe anche il tuo compito? Giustissimo. Ed è quello che faccio da anni, e che farò ancora, su questo portale che è l'unica testata che mi consente di svolgere il mio mestiere in piena e totale libertà. Ma lo scopo di questo intervento non è tanto trovare qui e adesso le risposte a tutti questi interrogativi, quanto sottolineare come all'annuncio di un progetto o iniziativa pubblica di una certa rilevanza a Bassano del Grappa segua spesso, per i più vari motivi, un lungo periodo di vuoto e conseguentemente di domande inevase o di risposte interlocutorie, anche nei frequentissimi interventi degli amministratori su stampa e Tv locali. Dai sottoservizi dell'Enel all'imbocco di via Da Ponte fino alla verifica strutturale per il Ponte dei fabbricati di proprietà Nardini, un grande punto unificato di domanda avvolge pertanto l'andamento generale della vita pubblica cittadina.
Lancio quindi la proposta di candidare nel 2019 a sindaco di Bassano Gigi Marzullo. L'unico al mondo che costringe i suoi interlocutori a farsi una domanda e a darsi una risposta. Una pratica e un'abitudine che, per chi governa questa città, sarebbe utilissima.
E qui chiudo. Per il momento è tutto. Anzi, pardon: per il momento è tutto?

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