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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
E se fosse lui?
Prove tecniche di toto-candidato sindaco nel centrosinistra a Bassano
Pubblicato il 12-04-2018
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Luciana Littizzetto, l'anno scorso sul palco di piazza Libertà, gli aveva chiesto se avesse già fatto la Cresima. Ma Giovanni Cunico, assessore comunale alla Promozione del territorio (turismo) e della cultura e già assessore alle Attività economiche, si è ormai da tempo scrollato di dosso l'immagine di eterno ragazzino dell'Amministrazione di Bassano del Grappa e non ci sorprenderemmo se avesse deciso di abbandonare definitivamente lo zainetto della scuola dell'obbligo per intraprendere un master molto più impegnativo: studiare da sindaco. Attenzione: non stiamo dicendo che sta già studiando, bensì che non sarebbe fuori luogo che stia pensando di farlo. E vi spieghiamo anche il perché.
Tra un anno si vota per il rinnovo dell'Amministrazione a Bassano e l'attuale maggioranza amministrativa dovrà per forza riproporsi agli elettori.
L'assessore Giovanni Cunico (fonte immagine: Facebook / Giovanni Cunico)
Lo avevamo già scritto lo scorso 30 dicembre nella nostra “Profezia di fine anno”, spiegando i motivi per cui, salvo un reale salto di qualità del candidato sindaco del centrodestra o di altre formazioni, “Riccardo Poletto (o chi per lui) potrebbe rivincere, nonostante tutto, le prossime elezioni amministrative a Bassano”.
E quell'inciso “o chi per lui” non lo avevamo scritto a caso. Il voto 2019 in città rappresenta infatti un'occasione unica per il Partito Democratico: quella di avere finalmente un proprio candidato sindaco, un aspirante primo cittadino con la tessera del partito.
Negli ultimi due mandati (Cimatti e Poletto) il PD è sempre stato in maggioranza e con un peso, nell'attuale legislatura comunale, addirittura egemone. Ma non ha ancora avuto un sindaco. E cioè la medaglia principale da appuntare sul petto, la ciliegina sulla torta di cui è già stato abituato a godere della fetta più grossa. Rumors di manovre del PD per assicurarsi la candidatura più importante del centrosinistra hanno alimentato le voci di corridoio e gli spifferi di Palazzo degli ultimi mesi. Ciò nonostante fino a qualche giorno fa la prospettiva del “chi per lui” era un'ipotesi, molto fattibile, ma solamente un'ipotesi.
Fino a che, lo scorso 1 aprile sul “Giornale di Vicenza”, non è comparso quello che in molti hanno interpretato a prima vista come un Pesce d'Aprile, che invece non è.
Vale a dire la notizia, ripresa da un'intervista televisiva di Tva Vicenza, che il sindaco di Bassano Riccardo Poletto “sta considerando l'idea di non ricandidarsi alle prossime elezioni amministrative”. Una decisione che starebbe seriamente considerando, da qui entro giugno, “per motivi personali e familiari” e per “questioni private di varia natura da valutare attentamente”, nonostante la sua squadra gli stia “chiedendo con forza” di ricandidarsi. Una prospettiva lontanissima dalle dichiarazioni della prima conferenza stampa del neo eletto sindaco Poletto che il 9 giugno 2014 riferiva di avere avuto la prima riunione col suo staff e cioè “con le quattro persone che mi affiancheranno nei prossimi cinque anni e, se Dio vorrà, nei prossimi anche dieci”. E se davvero l'opzione Poletto-bis rimarrà chiusa in un cassetto a causa di motivi personali (o chi per essi), per le aspirazioni elettorali del PD si aprirà una prateria.
La previsione di un Partito Democratico in prima linea nei giochi di coalizione va dunque considerata con attenzione. E riguardo ai possibili o potenziali aspiranti piddini alla poltrona di primo cittadino, il nome di Giovanni Cunico emerge su tutti gli altri.
Non per particolari meriti conquistati sul campo (che non sono mai apparsi ai nostri occhi e di cui fa fede lo “storico” degli articoli di Bassanonet), ma semplicemente per esclusione. Un'altra figura che potrebbe ambire al ruolo di sindaco è infatti il secondo pezzo grosso del PD in seno alla giunta comunale: il vicesindaco Roberto Campagnolo.
Ma si tratta pur sempre, nell'immaginario collettivo, dell'amministratore indissolubilmente legato alla gestione del restauro del Ponte degli Alpini.
La qual cosa - oggettivamente, e per usare un eufemismo - non appare assolutamente una carta vincente da proporre ai cittadini. Non a caso, sempre nell'articolo del 1 aprile, lo stesso Campagnolo dichiarava, riferendosi a Poletto, di non avere “alcuna intenzione di prendere il suo posto”. Detta un anno prima delle elezioni amministrative, è un'affermazione che potrebbe valere come il due di briscola. Tuttavia ipotizzare il contrario, e cioè un ripensamento dell'attuale numero 2 di via Matteotti, sarebbe veramente un azzardo. Restando ancora all'interno della giunta comunale, Maria Cristina Busnelli, che detiene l'assessorato che fu di Cunico, può rappresentare un'alternativa di seconda linea mentre Erica Bertoncello, che segue il referato al Sociale, è stata già da noi più volte definita come la “donna invisibile”.
Di tutti gli altri esponenti del PD in qualche modo conosciuti dalla gente perché appartenenti all'attuale maggioranza del governo cittadino, alcuni rappresentano una vecchia guardia del partito oramai troppo vecchia. Gli altri, chi più e chi meno, sono solo dei comprimari. Soldatini fedeli alla causa e nulla più.
Anche Cunico è un soldatino fedele alla causa, nella fattispecie di Matteo Renzi.
E in quanto tale ha dovuto ingoiare dei rospi giganteschi: dal referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 alle elezioni politiche del 4 marzo 2018. Ma fintantoché la sua immagine di amministratore prevarrà sulla sua immagine di politico, che fa comunque e profondamente parte del suo Dna, le magagne nazionali del Partito Democratico potrebbero non influire più di tanto sulla sua ricerca del consenso.
Nella sua veste di amministratore, rispetto agli altri suoi colleghi di giunta, Cunico è peraltro un ragazzo fortunato. Se c'è infatti qualcosa che a Bassano del Grappa funziona meglio di altri settori, si tratta proprio della cultura e in particolare delle sue due principali espressioni istituzionali: il Museo Civico e Operaestate Festival, che beneficiano dell'illuminata conduzione di due dirigenti, entrambe donne, veramente all'altezza.
È pertanto assai più facile, per l'assessore di riferimento, metterci il cappello e attribuirsene il merito politico. La voce “turismo” - che è il suo secondo referato - è invece molto più sottotono perché, come ben sappiamo, una vera e propria politica comunale di riferimento turistico in questa città è ancora in alto mare.
Ma basta che a Pasqua e soprattutto a Pasquetta, come da sempre accade, il centro di Bassano venga invaso dai visitatori della gita fuori porta ed ecco che, puntualmente, l'assessore Cunico compare sul giornale per decantare le mirabilia dell'attrattività del centro storico. Sulle quali lui non c'entra per nulla, ma intanto il suo volto sorridente ci ha rassicurato sul fatto che la città è meta di tantissime persone e quindi, implicitamente, dal punto di vista della promozione del territorio è bene amministrata.
È la prova indiscutibile che uno dei suoi punti di forza è la comunicazione: quella selfie, rappresentata dalla sua costante presenza sui social, e quella esterna, e cioè sui media locali, favorita da un assessorato molto più appetibile per i cercatori di notizie rispetto a quello che deteneva originariamente.
Il nostro eroe non brilla però solamente di luce riflessa: diverse iniziative sono anzi farina del suo sacco e su tutte, in questo periodo, spicca l'AMA Music Festival che è riuscito a “prendersi” da Asolo, che il prossimo giugno si terrà in Parco Ragazzi del '99 e che pure a suo tempo l'assessore ha avuto modo di anticipare al quotidiano locale.
Sarà un'altra grande occasione di visibilità soprattutto agli occhi dell'elettorato under 30, che è il suo primo target di riferimento. Il quale non basta a vincere le elezioni amministrative, ma fa numero e se non vota per lui voterà per qualcun altro, portando acqua al mulino degli avversari. Sempre che Poletto confermi l'intenzione di non ripresentarsi e che l'assessore alla Cultura decida, ovviamente, di tentare la grande avventura. Ma a questo punto non vediamo perché non possa cogliere al balzo l'occasione.
Se spetterà al Partito Democratico l'aspirazione di raccogliere il testimone di Riccardo Poletto, può trovare infatti in Giovanni Cunico - per l'oggettiva e evidente carenza di alternative - la figura che meglio si attaglia all'identikit di un candidato sindaco presentabile: è ancora giovane ma non più giovanissimo; è dichiaratamente smart e digital (il che non fa solo figo, ma è anche utile per la propaganda social); in questi anni ne ha dette e fatte di crude e di cotte, ma senza commettere errori indimenticabili - siamo comunque un popolo dalla memoria corta - ed è oltretutto anche padre di famiglia, aspetto non secondario per l'elettore medio. Non è forse simpaticissimo, spesso è anzi imperscrutabile e gli si contesta una certa tendenza alla permalosità, ma non si deve eleggere il presidente del club dei goliardi.
E colpisce il quasi “endorsement” del sindaco Poletto che parlando ai giornalisti alla recente conferenza stampa di presentazione in anteprima del programma bassanese di Operaestate Festival ha dedicato un'ampia parte iniziale del suo intervento a tessere apertamente le lodi del suo assessore alla Cultura, seduto al suo fianco.
Parole superflue, se inserite nel contesto dell'argomento da presentare.
Parole molto funzionali, invece, se considerate in una presunta operazione e strategia d'immagine che potrebbe sfociare in una futura investitura.
Può anche darsi che domani sulla stampa leggeremo che Cunico non intenda candidarsi. Del resto in questa fase siamo ancora e solamente alle prime prove tecniche del toto-candidato sindaco del centrosinistra e non solo, con tutti gli scenari inevitabilmente in progress. Ma in questo caso l'eventuale passo indietro dell'attuale assessore alla Cultura e promozione del territorio non sarà che la conseguenza di una di tre cause alternative: che gli basta il fatto di aver fatto la Cresima e non è pronto per maggiori responsabilità, che Riccardo Poletto sia intenzionato a ritornare sui propri passi oppure che i renziani, nel PD, non hanno più voce in capitolo.
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